13 febbraio 2010

L'allarme di Draghi: ''Crescita del Pil ai minimi europei, riforme sono urgente”

L'Italia sta uscendo dalla crisi "con un tasso di crescita basso, ai minimi europei". E' l'indicazione che arriva dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Nel corso del suo intervento al Forex di Napoli, il numero uno di Via Nazionale ricorda come "in Italia lo scorso anno il prodotto è diminuito di quasi il 5%", evidenziando che ora "se ne prevede un recupero lento, con ampie incertezze legate in particolare agli andamenti del ciclo internazionale e alle condizioni del mercato del lavoro".
Una crescita economica sostenuta, sostiene quindi il governatore, "è base di benessere; è presupposto della stabilità finanziaria per un paese ad alto debito pubblico come l'Italia; è futuro per i giovani; dignità per gli anziani; il nostro Mezzogiorno ne trarrebbe forza, può esserne traino". Draghi indica anche la strada da seguire: "ne sono condizione le riforme strutturali, la cui mancanza ha segnato la perdita di competitività del Paese, che dura da un quinquennio".
Le difficoltà del mercato del lavoro pesano sui consumi e sulla crescita, evidenzia il governatore. "Alla fine dello scorso anno vi erano in Italia oltre 600.000 occupati in meno rispetto al massimo del luglio 2008. La quota di popolazione potenzialmente attiva che è al momento forzatamente inoperosa è elevata e crescente", afferma il numero uno di Via Nazionale, aggiungendo che "finché la flessione dell'occupazione non si inverte permane il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sul prodotto".
L'Euro "è saldo", assicura Draghi, che evidenzia come "occorre che nell'Unione si formi la volontà comune di estendere alle strutture economiche, e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso che sono stati esercitati negli anni sui bilanci pubblici". Il numero uno di Via Nazionale rafforza il concetto anche ricordando che "dieci anni fa, all'avvio della moneta unica, si levarono voci a richiedere anche un più forte governo economico dell'Unione".
"Il livello attuale dei tassi ufficiali nell'area dell'euro resta adeguato; non emergono rischi d'inflazione nel medio termine", sottolinea il governatore di Bankitalia, evidenziando che l'exit strategy dalle misure straordinarie anticrisi "non dovrà essere prematura né tardiva per non mettere a rischio la stabilità dei prezzi e non alimentare distorsioni nei mercati e bolle speculative che porrebbero i presupposti di nuove crisi".
La liquidità e il patrimonio delle banche italiane si stanno rafforzando e il sistema, sottolinea il governatore, è ben attrezzato per fronteggiare il complesso scenario internazionale. Ma le modifiche regolamentari ora poste in consultazione dal Comitato di Basilea, richiederanno ''adeguamenti non trascurabili'' anche se gli istituti italiani partono da una situazione migliore rispetto a quella di altri sistemi bancari.
Riguardo alle operazioni legate al rientro dei capitali, da Draghi arriva un richiamo alle banche: "Le operazioni di rimpatrio dei capitali in regime di scudo fiscale devono essere attentamente esaminate dagli intermediari, al fine di individuare e segnalare operazioni sospettabili di riciclaggio", afferma il numero uno di Via Nazionale, riferendo che "finora sono giunte poco più di 50 segnalazioni di possibili reati connessi con operazione di emersione di disponibilità all'estero". Un numero "esiguo", osserva Draghi, aggiungendo però che "le banche devono impegnarsi di più a uno scrutinio attento delle operazioni di rimpatrio".
Draghi invita poi le banche italiane a essere in linea con le nuove regole su bonus e retribuzioni già dalle prossime assemblee: "le relazioni alle prossime assemblee dei soci dovranno contenere informazioni esaurienti e dati puntuali - sottolinea - circa l'effettivo adeguamento dei contratti e dei sistemi di incetivazione alla normativa".
Infine, a proposito della crisi in Grecia Draghi prevede che "se il governo greco attuerà il risanamento di bilancio con determinazione, con la puntuale verifica da parte della Commissione europea e della Bce, saranno gli stessi mercati a sottoscrivere i titoli che verranno in scadenza, come avvenne per l'Italia all'inizio degli anni Novanta". Comunque, "è importante - ha aggiunto - che i paesi dell'area dell'euro abbiano espresso la volontà di intraprendere, qualora la situazione lo renda necessario, azioni decise e coordinate per garantire la stabilità finanziaria nell'area".Aquí escribes el resto del post.