5 febbraio 2010

"Basta schiaffi ai figli": Save the Children propone una legge ad hoc

I genitori italiani vivono il proprio ruolo educativo come un continuo equilibrio tra la dimensione normativa, affettiva e punitiva e si ritengono meno severi rispetto ai propri genitori. Nell'educazione impartita ai figli, i genitori italiani dosano vari ingredienti nel proprio "mix educativo": prevale l'affetto (37%), segue il dialogo (30%), le regole (23%), e infine i sistemi di punizione (10%). E tuttavia, ancora una media del 25% dei genitori italiani utilizza le punizioni corporali come metodo correttivo.
Questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca di Save the Children sui sistemi educativi familiari in Italia e l'utilizzo delle punizioni corporali, realizzata da Ipsos e diffusi oggi durante il convegno del Cimai "Crescere senza violenza. Politiche, strategie e metodi".In media, il 59% di essi afferma di essere effettivamente meno severo rispetto ai propri genitori, percentuale che arriva al 68% fra i genitori con figli piu' grandi. (La percentuale raggiunge addirittura il 74% nel campione della popolazione nazionale).
E se una punizione e' necessaria, quelle piu' efficaci sono considerate l'imposizione di una restrizione (in media il 71% dei genitori), "sgridare i figli con decisione" (32%) e "costringerli a svolgere delle attivita' non gradite" (21%). Tuttavia, tra i genitori con figli da 3 a 5 anni, un 14% ritiene utile ricorrere alla sculacciata, percentuale che diventa del 10% per chi ha figli dai 6 ai 10 anni.
Alla luce di questi dati, Save the Children, in linea con le sollecitazioni provenienti dal livello europeo ed internazionale, ed avendo come riferimento l'esperienza degli altri Paesi europei che hanno gia' adeguato la propria normative interna (in Europa, l'utilizzo delle punizioni corporali nei confronti dei bambini, anche in ambito familiare, e' vietato in Svezia, Norvegia, Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Ungheria, Germania, Romania, Grecia e, dal 2007, anche nei Paesi Bassi, in Portogallo e Spagna), spinge ad un cambiamento culturale, che possa poi approdare ad una riforma normativa, ma che parta dallasensibilizzazione dei cittadini, sviluppando idonei strumenti atti ad incentivare l'utilizzo di forme di educazione non violenta" ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.