16 dicembre 2012

C'era una volta il mattone, il bene rifugio è diventato irragiungibile

Crollano le compravendite immobiliari nel secondo trimestre 2012. Dai dati sulla statistica notarile emerge che nel secondo trimestre 2012 le compravendite di unita' immobiliari sono 167.721. Il 93,3% delle convenzioni (156.552) riguarda immobili per abitazione, il 5,9% (9.816) unita' immobiliari ad uso economico. Rispetto al secondo trimestre 2011, le compravendite di immobili ad uso residenziale diminuiscono del 23,6 e quelle di immobili ad uso economico del 24,8%. Lo rileva l'Istat.
Nel secondo trimestre del 2012 si registrano le variazioni tendenziali piu' sfavorevoli dal 2008. Nonostante il temporaneo recupero delle convenzioni di compravendite registrato nel terzo trimestre del 2011, in particolare per gli immobili ad uso economico, il trend e' sempre caratterizzato dal segno negativo. Segnano un tonfo anche i mutui, che considerati assieme a finanziamenti e ipoteche scivolano del 41,2% nello stesso periodo.
Per entrambe le tipologie di utilizzo si registra una diminuzione delle variazioni tendenziali in tutte le ripartizioni territoriali, in particolare nelle Isole (-30,3% per le compravendite ad uso residenziale e -38,4% per quelle ad uso economico). Per le compravendite ad uso residenziale il calo tendenziale registrato nei grandi centri (-21,8%) e' piu' contenuto di quella osservato nei centri minori (-25,1%).
Anche per le compravendite ad uso economico il calo tendenziale e' piu' marcato negli archivi aventi sede nelle altre citta' (-27,0%) rispetto a quello che si osserva negli archivi con sede nei grandi centri (-21,0%). Nel secondo trimestre 2012, sono 69.830 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni verso banche e soggetti diversi dalla banche, garantiti da concessione di ipoteca immobiliare. Rispetto ai 118.834 del II trimestre 2011, i mutui, finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sperimentano una flessione tendenziale del 41,2%.
A livello ripartizionale sono le Isole (-58,3%) a registrare il calo tendenziale maggiore per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, mentre nel Centro (-36,0%) il calo tendenziale e' inferiore alla media nazionale (-41,2%). Mutui, finanziamenti ed obbligazioni garantite, registrano una diminuzione piu' contenuta negli Archivi Notarili Distrettuali con sede nelle Citta' Metropolitane (-39,1%) e maggiore.



Berlusconi aspetta Monti, e lui lo lascia in stand-by: "Non è il momento adatto"

Noi stiamo attendendo le decisioni di Monti, io resto in campo". E Monti lo lascia in attesa. Silvio Berlusconi, intervenendo a Studio Aperto, ribadisce di poter fare un passo indietro qualora il premier volesse candadirsi: "Ai colleghi del Ppe ho ribadito di aver chiesto al professor Monti di essere riferimento dei moderati, di un vasto rassemblement dei moderati". "Spero che Monti sciolga la riserva e accetti mia offerta".
MONTI: NON E' IL MOMENTO - "Le persone fanno dichiarazioni esprimono auspici e lo fanno pubblicamente. Non mi sembra ne' possibile ne' opportuno per me, in questo momento, entrare su questo tema che riguarda gli elettori italiani e l'offerta che ci sara', o non ci sara', di partiti e personalita in occasione del voto". Lo dice il premier Mario Monti a Bruxelles, sull'ipotesi di una sua candidatura alle prossime elezioni, e sugli inviti arrivati da personalita' estere.
"Quando ci sono le elezioni americane, mi pare che quasi ogni cittadino italiano si senta in dovere di esprimere sue preferenze per uno o per l'altro candidato. Dobbiamo abituarci al fatto che ogni Paese, persona o partito, esprima la sua preferenza". "Ormai gli effetti extraterritoriali del bene e del male che possiamo fare con le politiche economiche statali interessano tutti. Sdrammatizzerei questa sensazione di stranezza davanti a queste dichiarazioni", aggiunge in riferimento ai presunti 'appelli' che vengono da tanti leader europei che starebbero chiedendo a Monti di candidarsi alle prossime elezioni.
Il Pd, anche oggi con un'intervista di Massimo D'Alema, chiede a Mario Monti, di restare fuori dal terreno elettorale? "I consigli, soprattutto quando vengono da persone autorevoli e che stimo molto, li prendo sempre in considerazione. Non ho letto quest'intervista e non intendo oggi entrare nell'argomento" della mia candidatura.



Tariffe: Cgia, in 10 anni aumenti record, acqua +71%, gas +59%

Negli ultimi 10 anni aumenti record per acqua (+71,8%), gas (+59,2%) e rifiuti (+56,3%). A registrare l'impennata della tariffe e' uno studio della Cgia di Mestre. Gli italiani pagano cosi' circa 601 euro in piu' a famiglia. A causare l'impennata, l'aumento delle tasse, il flop delle liberalizzazioni e i tagli ai trasferimenti. Ad appensantire la situazione anche gli aumenti registrati dalle tariffe dei servizi pubblici.
Secondo la tabella messa a punto dagli artigiani di Mestre oltre all'aumento registrato per acqua, gas e rifiuti sono decollate anche le tariffe dei trasporti ferroviari del +47,8%, dei pedaggi autostradali del +47,6%, dei trasporti urbani del +46,2%, dell'energia elettrica del +41,8% e dei servizi postali del +28,1%. Solo i servizi telefonici hanno registrato una contrazione del 7,5%, mentre l'inflazione e' cresciuta del 24,5%, annota ancora la Cgia che sottolinea come nonostante gli aumenti le tariffe italiane restino ''ancor oggi tra le piu' basse d'Europa''.
L'andamento crescente ha pesato direttamente sul portafoglio delle famiglie: se nel 2002 la stima della spesa media annua delle famiglie era di 1.385 euro, nel 2012 e' arrivata a 1.986 euro. In 10 anni, cioe', il costo e' aumentato di 601 euro, pari al +43,4%.
''In generale - dichiara Giuseppe Bortolussi della Cgia - molti di questi aumenti sono riconducibili all'aggravio fiscale che molte voci hanno subito in maniera ingiustificata. Non va nemmeno dimenticato che i processi di liberalizzazione che hanno interessato gran parte di questi settori non hanno dato luogo agli effetti sperati. Inoltre, a fronte dell'impennata delle bollette dell'acqua, dei rifiuti o dei biglietti ferroviari non e' seguito un corrispondente aumento della qualita' del servizio offerto ai cittadini.
Anzi, in molte parti del Paese e' addirittura peggiorato. In pratica l'aumento delle tariffe e' servito a far cassa, compensando, solo in parte, il taglio dei trasferimenti imposti in questi ultimi anni dallo Stato centrale''.


Napolitano: "Incontro con Monti? Se ci saranno novità lo dirà lui"

Il premier Mario Monti è salito questo mattina alle 10.30 al Colle per un incontro con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sul tavolo le riforme da fare in chiusura di legislatura. L'incontro, che è terminato intorno alle 12, potrebbe inoltre aver chiarito anche il futuro politico di Monti. Ma a fine vertice non trapelano indiscrezioni, lo stesso Napolitano a chi gli chiede se l'incontro al Quirinale abbia chiarito le intenzioni di Monti ha risposto: ''Se l'incontro di questa mattina ha fatto chiarezza, lo deve dire Monti e lo dirà lui''.
Intanto il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi fa sapere di essere convinto che "Monti sarà riferimento politico e morale per un grande rassemblement di uomini e donne che vogliono cambiare l'Italia".
Il ministro, intervenendo a 'In Mezz'ora' su Rai Tre annuncia che "Mnoti parlerà al paese non darà una battuta ma farà un discorso argomentato, avremo un discorso in cui spiegherà i motivi della sua scelta".




Elezioni: Casini a Pd, Monti libero di candidarsi e noi di sostenerlo

''Ho visto un'intervista di D'Alema nei giorni scorsi che ha dato lezioni a Monti. Strano. Il Pd ritiene di potersi liberare di Monti e degli impegni assunti in questo anno e contrae un matrimonio con Vendola, che di questo governo ha parlato sempre e solo male. Ma Monti non e' libero di chiedere che questo paese si pronunci sull'agenda del suo governo. E' un'inaccettabile disparita'''. Lo ha detto Pierferdinando Casini, leader dell'Udc, concludendo un convegno a Padova. ''Monti e' libero e noi siamo liberi con lui di chiedere ai cittadini italiani se ritengono di dover ritornare alle coalizioni gia' sperimentate nel passato. Per carita' - ha proseguito Casini -, io rispetto Bersani ma il matrimonio con Vendola l'ha fatto lui e lui in quella coalizione assocera' chi ha condiviso i tentativi di rinnovamento della politica del governo Monti e chi ritiene che bisogna dire no alla Tav, no alle liberalizzazioni, no all'art. 18, no alle riforme''. Per Casini, ''e' un problema del Pd e delle sue contraddizioni, non un problema che si puo' scaricare su Monti''.
''Dall'altra parte - ha proseguito Casini con riferimento al Pdl - c'e' una condizione che al mattino non si sa se alla sera diranno la stessa cosa, perche' tra indizioni di primarie, gia' indette e disdette per 10 volte'' e il fatto che ''Berlusconi ha incoronato Alfano e poi scoronato altrettante volte, ha dato di fatto la sfiducia a Monti e il giorno dopo ha detto che se c'e' Monti lui si ritira, io francamente non riesco piu' a capire'', ha concluso Casini.



Elezioni: Bersani, Monti? Nessuna preoccupazione, siamo tranquillissimi

Il Pd non e' preoccupato da un eventuale ingresso in politica di Monti: ''siamo tranquillissimi'' ha detto il segretario del Partito Democratico cheha ironizzato su alcuni commenti di stampa che descrivono un Pd addirittura spaventato. ''Sento parlare -ha detto Bersani a margine della conferenza dell'Alleanza dei progressisti in svolgimento a Roma- di panico nel Pd: ma quale panico? Noi non abbiamo nessuna preoccupazione''. Bersani ha quindi ricordato che da diverso tempo ''ho espresso l'opinione che Monti sarebbe piu' utile se restasse in un ruolo di terzieta'. Questa e' la mia opinione, poi Monti fara' quello che riterra' di fare, ma noi non abbiamo nessuna preoccupazione: siamo tranquillissimi''. Tutto il parlare di questi giorni su Berlusconi e su una discesa in politica di Monti e' stato definito da Bersani ''stucchevole'' e tutto sommato un ''chiacchiericcio''. E Bersani ha attirato l'attenzione sulle prossime elezioni e piu' propriamente su come verra' formato il nuovo Parlamento, ''una questione democratica fondamentale''. Il segretario democratico ha quindi ricordato che Pd e Sel hanno deciso di svolgere primarie per fare scegliere ai cittadini i candidati al Parlamento. ''Qualcuno -ha commentato- vuole chiedersi e chiedere come gli altri scelgono i candidati o e' un problema solo nostro?''. Ancora sulle primarie, Bersani ha aggiunto: ''Noi andiamo avanti con questa iniziativa ai limiti dell'impossibile e rivolgiamo un appello, assieme a Vendola, ciascuno ai suoi, perche' facciano questo sforzo: noi cosi' vogliamo portare avanti un'operazione di rinnovamento della politica''. Posizione analoga e' stata espressa anche dal presidente di Sel Nichi Vendola, anche lui presente alla conferenza dell'Alleanza internazionale dei progressisti, che ha affermato: ''Mentre assistiamo a dotte disquisizioni sulla fuga dalla politica, Pd e Sel hanno messo in campo primarie con cui i cittadini sceglieranno i parlamentari: sono il primo passo nel tentativo di una ricostruzione della politica come proprieta' pubblica''. Sferzante il commento che Bersani ha riservato a Berlusconi, ripetendo le parole pronunciate durante l'incontro di due giorni fa con la stampa estera: ''L'unica cosa che sa fare e' occupare le prime pagine dei giornali, anche se per noi dovrebbe stare in quattordicesima'' comunque, ha aggiunto, ''Berlusconi non vincera', punto e basta''

12 dicembre 2012

Berlusconi, forse torniamo a simbolo Fi

"Se dovesse accadere che gli ex An dessero vita ad una loro formazione allora cadrebbe il veto a che il Pdl non cambiasse nome, potremmo sottoporre alla nostra Direzione un altro nome, oppure mantenere questo con un simbolo diverso e cioe' quello glorioso di Forza Italia usato nel 1994".
Lo afferma Silvio Berlusconi, ospite della Telefonata di Belpiet

Crolla mercato della casa Mutui a picco, meno 41%

Nel secondo trimestre 2012 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare registrano una caduta annua del 41,2%. E' quanto rileva l'Istat.
Il mercato del 'mattone' segna un nuovo e più pesante crollo: nel secondo trimestre le convenzioni relative a compravendite di unità immobiliari risultano in calo del 23,7% su base annua. Lo rileva l'Istat con riferimento a dati sulla statistica notarile. Nel secondo trimestre si registrano così le variazioni tendenziali più sfavorevoli dal primo trimestre del 2008. Nel dettaglio, le compravendite di immobili residenziali diminuiscono del 23,6%.
Le compravendite di immobili ad uso economico (esercizi commerciali, uffici, laboratori, capannoni) rilevano una caduta ancora più forte, pari al 24,8%. Sia per i fabbricati destinati all'abitazione sia per quelli indirizzati all'attività economica, l'Istituto di statistica, sempre nel secondo trimestre del 2012, osserva ribassi in tutte le ripartizioni territoriali, in particolare nelle Isole (-30,3% sul residenziale, -38,4% sull'economico).
Guardando al mercato delle case, il tonfo più profondo è avvenuto nei centri minori (-25,1%), mentre i grandi centri sono riusciti a frenare, seppure leggermente, il crollo (-21,8%). Riassumendo l'andamento del mercato negli ultimi anni, l'Istat nota quindi come nonostante il temporaneo recupero delle convenzioni di compravendite registrato nel terzo trimestre del 2011, in particolare per gli immobili ad uso economico, il trend sia sempre caratterizzato dal segno negativo.

Il Pd annuncia le primarie aperte per i parlamentari per il 29 dicembre

"Abbiamo deciso che faremo primarie aperte e vere per i parlamentari su tutti i territori". Il vicesegretario del Pd Enrico Letta annuncia che il Pd scegliera' i parlamentari con una nuova consultazione degli elettori e dei militanti. "Non saranno aperte solo agli iscritti, ma saranno aperte in modo sostanziale. Noi- aggiunge Enrico Letta- giochiamo all'attacco e dimostriamo cos'e' davvero la democrazia". Quando si terranno? "I tempi sono strettissimi. Se si vota il 17 febbario, faremmo le primarie il 29 e 30 dicembre", dice Letta.


Confindustria vede nero: "Il Pil peggiora, la ripresa slitta al 2014"

 L'Italia e' ancora immersa in una profonda contrazione della domanda interna e della produzione". Una crisi che appesantisce il 2013, rinviando la ripresa attesa per il prossimo anno ai primi mesi del 2014. Per questo 'migliora' la previsione del Pil per il 2012 a -2,1% rispetto al -2,4% previsto ma peggiora quello del 2013 che schizza a -1,1% dal -0,6% atteso. E' solo dal 2014 che e' previsto "un modesto recupero" dello 0,6%. Lo dice il rapporto del Centro studi di Confindustria presentato oggi.
L'Italia e' ancora in recessione, "immersa in una profonda contrazione della domanda interna e della produzione". E' quanto si legge nell'ultimo rapporto sugli scenari economici presentato oggi dal Centro studi di Confindustria, dove si avverte: "L'orizzonte e' ulteriormente offuscato dall'indeterminatezza dell'esito delle prossime scadenze elettorali". La pressione fiscale "rimarra' prossima ai massimi storici e insostenibilmente elevata, specie quella effettiva: 53,9% del Pil nel 2014 tolto il sommerso dal denominatore".
"Non ho ragione di cambiare opinione, per ora. Gli elementi che abbiamo oggi non ci fanno ritenere che ci sara' un ritardo" rispetto alla ripresa nella seconda meta' del 2013. Lo dice il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, a margine di una audizione alla Camera, a proposito dei dati del Csc di Confindustria che prevede uno slittamento della ripresa di 6 mesi, al 2014. "Non ho elementi per cambiare le nostre previsioni", conferma.




Governo, Monti: ''Interrompere le riforme? E' perfino peggio che non farle''

Occorre "maggiore prudenza nel dare giudizi sul fatto che le riforme attuate dal governo non hanno funzionato". Ad affermarlo il premier Mario Monti, parlando all'assemblea dell'Anfia. Le riforme, aggiunge, "hanno bisogno di tempo per dispiegare i loro benefici". Se le riforme hanno bisogno di tempo per dispiegare i propri effetti, ''i costi ad essa associati, che sono purtroppo ineludibili,vengono invece immediatamente percepiti'' e ''paradossalmente - ammonisce il premier - interrompere le riforme prima che possano dare i loro frutti è perfino peggio che non farle''.
''Alcune riforme - ricorda - sono state fatte dal precedente governo, lasciando moltissimo da fare in tema di riforme e questo moltissimo si è imbattuto in quest'ultimo anno prima delle elezioni''.
Poi, ricordando come le riforme rappresentino il ''filo rosso'' che lega l'azione del governo, si corregge con una battuta: ''Filo rosso? Meglio un filo incolore''.
"L'industria italiana - osserva poi - sconta gli effetti di una erosione della competitività in essere da molto tempo".
'Il premier sottolinea come ''per affrontare l'emergenza finanziaria non si può largheggiare in sostegni né fiscali né finanziari''.
Il presidente del Consiglio, chiudendo il suo intervento, ricorda un aneddoto: ''Nell'ottobre del 1994, andai a Bruxelles a conoscere il presidente della Commissione europea, Santer. E il presidente Berlusconi mi disse di telefonare a Palazzo Chigi appena avuto il colloquio''. E così fece Monti dopo l'incontro. ''Chiamai Berlusconi che mi disse 'so già tutto perché Santer mi ha telefonato dicendomi 'molto bene quel Professor Monti che mi ha mandato, non sembra neanche un italiano. E - ha riferito oggi il premier- ricordo con assoluta condivisione l'indignazione che mostrò Berlusconi nel sentire pronunciare quelle parole da un'autorità straniera, anche se a fin di bene''.

7 dicembre 2012

Governo: Napolitano, confido percorso istituzionale corretto

il Pdl per ordinata conclusione legislatura. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver incontrato i presidenti di Senato e Camera e i rappresentanti di Pdl, Pd e Udc - all'indomani delle tensioni politiche che hanno coinvolto l'esecutivo di Mario Monti - ''confida - nel rispetto delle diverse sensibilita' e posizioni politiche - che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell'interesse del paese e della sua immagine internazionale''. E' quanto si legge in una nota del Quirinale.
''Questa mattina - si legge ancora nel comunicato - il segretario e i presidenti dei gruppi parlamentari del PdL hanno illustrato al Presidente della Repubblica la decisione assunta dal loro partito di considerare conclusa l'esperienza del governo Monti. Al tempo stesso essi hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un'ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l'atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento gia' all'esame delle Camere''

Crisi: Censis, gli italiani puntano alla sopravvivenza

''Volge al termine un anno segnato da una crisi cosi' grave da imporre l'assoluta centralita' del problema della sopravvivenza''. Lo rileva il Censis nelle considerazioni generali del 46* Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2012. ''Una centralita' - prosegue il Censis - quotidianamente alimentata dalle preoccupazioni della classe di governo, dalle drammatizzazioni dei media, dalle inquietudini popolari; dalla paura di non farcela, una paura reale, che non ha risparmiato alcun soggetto della societa', individuale o collettivo, economico o istituzionale. Basta pensare all'ansia dei piccoli imprenditori rispetto all'ipotesi di dover chiudere attivita' e impianti; alle insicurezze delle famiglie esposte a un drastico impoverimento delle risorse e degli stili di vita; alla improvvisa fragilita' di ricavi e di autonomia avvertita dalle banche; alla strisciante sensazione dei sistemi territoriali di veder crollare la loro orgogliosa vitalita'; al quasi terrore delle classi di governo di fronte all'incubo dello spread che si impenna e del default che si avvicina; allo sbandamento di quasi tutti noi europei per una crisi forse senza ritorno della moneta comune e della stessa coesione comunitaria. Nessuno, si puo' dire, e' rimasto fuori dalla paura di non sopravvivere alla crisi e ai suoi vari processi''. ''La realta' si e' rivelata diversa da quella che ci aspettavamo, - sottolinea il Censis - piu' complicata che nelle crisi precedenti, e cosi' ''perfida'' da imporci una radicale rottura di schema anche interpretativo (prima ancora che decisionale e operativo)''. ''Vedremo, - conclude il Censis - nella strada che porta alle elezioni politiche, se l'agenda di rigoroso governo del sistema si tradurra', nei prossimi mesi, in impulsi di leadership politica e di mobilitazioni collettive anche per i tanti soggetti che continuano a non capire e non sentirsi coinvolti. Per ora, a quel che e' dato di vedere, per la prima volta nella storia delle crisi italiane del dopoguerra, il fronteggiamento della crisi non vede un apporto significativo degli impegni politici e dell'intervento pubblico. Cosi' nella loro prova di sopravvivenza i singoli soggetti sociali sono restati e restano soli, anzi 'peggio che soli', come potrebbero dire coloro che hanno visto nella citata agenda fattori di compressione e depressione''.
Le 3 'r' della famiglie. Risparmio, rinuncio e rinvio. Risparmio, rinuncio, rinvio: sono le tre 'r' dei consumi delle famiglie italiane. Consumi e propensione al risparmio ai minimi da lungo tempo definiscono un quadro preoccupante, che per il momento non mostra alcun sostanziale segnale di cambiamento. La ''famiglia Spa'', reattiva alle crisi passate e capace di formulare modelli di consumo sempre nuovi, lascia il posto ad un adattamento piuttosto scialbo alla recessione. L'anno in corso appare come uno snodo, poiche' rappresenta il momento di massima flessione dei consumi in termini reali dall'inizio della crisi; nel primo trimestre del 2012 la flessione delle spese delle famiglie e' stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali. Ma il punto nodale e' anche un altro: nel 2012 i consumi reali pro-capite, pari a poco piu' di 15.700 euro, sono ritornati ai livelli del 1997, vanificando la crescita progressiva compiuta nell'arco degli ultimi sedici anni. Crollo morale politica e corruzione cause crisi per 43% italiani. Il crollo morale della politica e la corruzione sono ritenute le cause principali della crisi: lo pensa il 43,1% degli italiani. Segue il debito pubblico legato a sprechi e clientele (26,6%) e l'evasione fiscale (26,4%). La politica europea e l'euro vengono dopo (17,8%), cosi' come i problemi delle banche (13,7%). Il sentimento piu' diffuso tra gli italiani in questo momento e' la rabbia (52,3%), poi la paura (21,4%), la voglia di reagire (20,1%), il senso di frustrazione (11,8%). Le paure per il futuro sono innanzitutto la malattia (35,9%) e la non autosufficienza (27%), poi il futuro dei figli (26,6%), la situazione economica generale (25,5%), la disoccupazione e il rischio di perdere il lavoro (25,2%)




6 dicembre 2012

Bce: taglia stime Pil e pompa liquidita'. Fare presto su vigilanza unica

Lo staff degli economisti della Bce ha tagliato le stime sulla crescita economica dell'Eurozona.
La sforbiciata ha colpito soprattutto il 2013. Le previsioni per il Pil 2012 scendono a un valore medio di -0,5% da -0,4%, ma quelle per l'anno successivo calano da un valore medio di +0,3% a -0,5%. Per l'anno prossimo bisognera' dunque accontentarsi di ''un graduale miglioramento dell'attivita' economica'', ha spiegato il presidente della Bce, Mario Draghi. Poi nel 2014 la crescita media del Pil dovrebbe salire a +1,2%.
Nessuna preoccupazione invece dal lato dell'inflazione, ''che scendera' sotto il 2% nel prossimo anno'', ha rassicurato il numero uno dell'Eurotower. Nonostante uno scenario ancora recessivo e prospettive ''benigne'' per l'indice dei prezzi al consumo, Francoforte ha deciso di lasciare il costo del denaro invariato allo 0,75%, il minimo storico. Ma una nuova limatura, come scontano i tassi del mercato monetario, non sembra lontana. ''Abbiamo discusso di tassi di interesse, ma alla fine il consenso prevalente e' stato quello di lasciarli invariati'', ha detto Draghi. Nel frattempo, almeno fino al 2* trimestre del 2013, l'Eurotower continuera' a pompare liquidita' illimitata verso le banche per garantire condizioni di stabilita' al mercato finanziario e contenere la stretta sul credito verso l'economia reale (imprese e famiglie).
 Poi i compiti degli altri. Il numero uno della Bce e' tornato a spronare i governi dei paesi dell'Eurozona a proseguire le politiche di consolidamento fiscale e i programmi di riforme strutturali. Guardando ai venti di crisi politica in Italia, che oggi hanno riportato lo spread Btp-Bund a ritoccare quota 330 punti, il cammino del BelPaese potrebbe diventare particolarmente accidentato. Ma su questo punto, incalzato dai giornalisti nel corso della conferenza stampa, Draghi ha rifiutato ogni commento.
Altro tema affrontato nel confronto con i media e' stato il progetto sulla vigilanza bancaria unica in capo alla Bce.
Se ne discutera' di nuovo all'Ecofin del prossimo 12 dicembre, il giorno successivo tocchera' all'Eurogruppo e, a seguire, ci sara' la riunione del Consiglio europeo. Tra i 27 membri dell'Unione europea non mancano le divergenze su quante e quali banche debbano essere sotto la vigilanza della Bce e quali sotto le autorita' nazionali, sui criteri di nomina dei membri del Board che si occupera' della vigilanza e sui meccanismi decisionali. ''Noi abbiamo posto solo due condizioni: la Bce deve poter operare senza incorrere in rischi reputazionali, la vigilanza deve essere separata dalla politica monetaria, che rimane il nostro compito primario per la stabilita' dei prezzi. Su tutto il resto decidano Ecofin e Consiglio europeo'', ha sottolineato il numero uno dell'Eurotower.
Francoforte vuole una road-map con tempi certi. Oggi Draghi, insieme al presidente della Commissione Ue, Jose' Manuel Barroso, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha auspicato ''l'avvio del lavoro preparatorio all'inizio del 2013'' in modo che il nuovo modello di vigilanza possa 'essere operativo dal primo gennaio del 2014 al piu' tardi''.
Una posizione che riflette le preoccupazioni espresse, proprio in occasione dell'Ecofin dello scorso 3 dicembre, dal vicepresidente della Bce, Vitor Constancio quando, tra i 27 ministri delle finanze dei paesi dell'Unione europea, erano emerse numerose divergenze. ''E' importante arrivare a un accordo sulla vigilanza unica entro la fine di quest'anno, e' in gioco la credibilita' del progetto dell'euro. In caso contrario ci potrebbe essere una reazione molto negativa da parte dei mercati finanziari'', aveva ammonito il numero due dell'Eurotower.
D'altra parte l'annuncio del progetto di unione bancaria dell'Eurozona, aperto anche ai paesi Ue che non aderiscono all'unione monetaria, ha nella vigilanza unica un tassello fondamentale. Una proposta che ha dato fiducia ai mercati e consentito di comprare del tempo. Ma ora i leader politici europei devono passare dagli annunci ai fatti: tempus fugit.

5 dicembre 2012

Bersani a Monti: leali fino a voto

"In un momento di turbolenze e incertezze ho ribadito al premier quello che ho detto un anno fa: lealta' e sostegno al governo fino alla fine della legislatura e impegno a portare avanti le norme in Parlamento, cercando anche di migliorarle dal nostro punto di vista ''. Lo ha detto Pier Luigi Bersani al termine delll'incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti. Quanto al Pdl, "non saprei interpretare la loro discussione... Posso solo dire che noi manteniamo gli impegni e siamo leali a Monti". "Monti nel mio squadrone? E' una squadra grande ma non vorrei annettere tutto l'universo..." ha sottolineato Bersani. "Io non vorrei che Monti -aggiunge- sia tirato per la giacca. Non lo faccio io, vorrei che non lo facesse nessuno".
Per quanto riguarda lo stallo sulla legge elettorale, afferma il leader del Pd, "le difficolta' non vengono da noi". Il tema comunque non è stato affrontato nell'incontro con Mario Monti. Il problema e' che abbiamo "ogni giorno proposte diverse" e che non tengono conto ne' della governabilita' ne' della scelta dei parlamentari. "Ma noi restiamo sempre disponibili all'intesa per superare il Porcellum".
Bersani ribadisce il no all'election day. "Io credo che sia utile e giusto che le regionali si facciano con una loro logica e che poi si vada a scadenza naturale della legislatura per le politiche".


Angeletti: A rischio la credibilità del paese.

Quella dell'Ilva sta per diventare una tragedia dal punto di vista occupazionale ed economico ma anche perché sì rischia di distruggere la credibilità del Paese.
Non esiste una seria alternativa: l'azienda deve tornare a produrre seguendo le dovute prescrizioni, deve funzionare, essere redditizia e investire ciò che guadagnerà per risanare azienda e territorio.
Il governo deve dire se le prescrizioni sono tali da rendere la produzione siderurgica italiana compatibile con quella di altri Paesi e, se così fosse, dire che in Italia si può produrre acciaio come altrove.

"BACI": A BUENOS AIRES IL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO

A partire del mercoledì 5 dicembre, e proseguirà sino a domenica 9, é la seconda edizione di "BACI. Cine italiano", il Festival regionale di cinema italiano a Buenos Aires.
Anche quest'anno BACI continua il suo viaggio per le regioni italiane con opere maestre capaci di emozionare il mondo, come "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani, Orso d’Oro al Festival di Berlino, e "Reality" di Matteo Garrone, Gran Premio della giuria di Cannes.
La scelta dei film in rassegna nasce dall’intento di mostrare le differenti anime di una nazione esplorando, senza censure, tutti gli aspetti incluso quelli più controversi, misteriosi, e nonostante ciò senza dimenticare quelle opere che propongono una visione più surrealista ed ironica della società italiana.
La rassegna presenterà una selezione di film prodotti negli ultimi due anni, che si relazioneranno alle regioni di origine e che saranno divisi in quattro categorie: direttori consacrati, direttori emergenti, documentari e cortometraggi.
Le proiezioni si terranno al Cinema Malba, Cosmos y Multiplex Belgrano, ad esclusione di quella d'inaugurazione che domani si svolgerà al Teatro Coliseo a partire dalle ore 21.30 con la pellicola di Paolo e Vittorio Taviani "Cesare deve Morire".
BACI è organizzato da Telecom Italia in collaborazione con Luce Cinecittà e Italian Film Comissions, con il patrocinio dei Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e degli Affari Esteri e con gli auspici dell'Istituto Italiano di Cultura/Ambasciata d'Italia a Buenos Aires.

Roma:Gentiloni si candida a priamrie

Paolo Gentiloni, deputato del Pd ed ex ministro delle Comunicazioni, si e' candidato ufficialmente alle primarie del centrosinistra romano fissate per il prossimo 20 gennaio. Lo ha fatto con un video messo on line nel suo nuovo sito www.gentilonixroma.it. ''Roma - ha affermato - e' in una condizione molto difficile anche al di la' della crisi economica nazionale. Eppure sono convinto che la nostra citta' abbia le risorse necessarie per ripartire.


4 dicembre 2012

Il dramma dei giovani "nullafacenti" al sud: peggio solo in... Anatolia

E' in crescita l'area della disaffezione allo studio, anche fra ragazzi senza particolari carenze affettive, relazionali o economiche: sono quasi 800 mila i giovani tra 18-24 anni dispersi, che cioe' hanno interrotto gli studi fermandosi alla terza media e non iscrivendosi neanche a corsi di formazione. In Sicilia e in Sardegna la dispersione scolastica e' 15 punti rispetto all'obiettivo europeo (pari al 10 per cento) - con 25 giovani fra 18 e 24 anni - fermi alla terza media. E' quanto emerge dall'"Atlante dell'Infanzia (a rischio)" di Save the Children presentato oggi a Roma. (vedi lanci precendenti) Altissimi i livelli di disoccupazione giovanile: 1 giovane sotto i 25 anni su 3 e' disoccupato. Molti dei quali con laurea: la crescita maggiore della disoccupazione giovanile, pari a quasi il 21 per cento, si e' avuta infatti tra i laureati. La crescita piu' alta d'Europa. Nello stesso periodo in Germania la disoccupazione giovanile e' scesa in totale del -4,1per cento e non ha inciso tra i laureati.
 Disoccupati oppure scoraggiati: l'Italia detiene il record della cosiddetta Potential additional labour force fatta da quei giovani di 15-24 anni che, pur dichiarandosi intenzionati, rinunciano a cercare un lavoro. Gli scoraggiati italiani sono 562 mila, il 34per cento della popolazione attiva in quella fascia d'eta', quattro volte la media europea (7,8 per cento). Un cocktail davvero preoccupante di sfiducia nello studio e totale immobilismo e' quello rappresentato dai Neet (Not in Employement, Education or Training). Sono oltre 1 milione 620 mila soltanto al Sud e nelle isole. Hanno 18 - 24 anni, non sono iscritti a scuola, ne' all'universita', ne' lavorano, ne' sono in formazione. I tassi di Neet nel Mezzogiorno sono inferiori soltanto a quelli rilevati in alcune regioni remote dell'Anatolia. E nel Mezzogiorno si concentra la gran parte dei 314.000 "disconnessi culturali", bambini e adolescenti da 6 a 17 anni che negli ultimi 12 mesi non sono mai andati a cinema, non hanno aperto un libro, ne' un pc ne' Internet, ne' fatto uno sport.
 Inizia prestissimo l'erosione dell'"indice di futuro" dei minori italiani: insieme alla loro cameretta i 560 mila neo-nati quest'anno si ritrovano in eredita' un'ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa (il piu' alto d'Europa). A questo si somma la poverta' che cresce anziche' arretrare fra la popolazione under 18: 7 minori ogni 100 in Italia, pari a 720 mila, vivono in poverta' assoluta, cioe' privi di beni e servizi che assicurino loro un livello di vita accettabile. 417.000 nel solo Sud, con un aumento rispetto al 2010 di 75 mila piccoli grandi poveri, l'equivalente dell'intera popolazione infantile di Taranto e Messina.
D'altra parte quanto possono 25 euro pro-capite all'anno in servizi per l'infanzia e famiglie? A tanto ammonta la spesa pro-capite da parte dei comuni per famiglie e minori in regioni come la Calabria, oltre 8 volte in meno rispetto all' Emilia Romagna (282 euro annui). Con uno sbilanciamento nell'offerta di servizi cruciali come gli asili nido: in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Molise e' compreso fra 2 e 5,5 il numero di bambini (ogni 100 da 0 a 2 anni) in carico agli asili nido pubblici o ad altri servizi integrativi, a fronte dei 27-29 in Valle d'Aosta, Umbria, Emilia Romagna.


Napolitano propone "un patto tra generazioni per una società più giusta"

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il tramite del Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, in occasione della cerimonia di chiusura dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarieta' tra generazioni, ha espresso l'apprezzamento per la manifestazione promossa dal Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi "che si inserisce tra le iniziative promosse nell'ambito dei programmi di Europa 2020 e che vedra' anche la presentazione della Carta nazionale predisposta su questi temi".
"Il processo di invecchiamento della popolazione registrato nei paesi occidentali, e in modo rilevante in Italia- si legge nel messaggio-, induce ad una approfondita riflessione sulle iniziative possibili per offrire agli anziani un sempre maggior grado di autonomia e di sicurezza nelle quotidiane scelte di vita, cosi' evitando situazioni di emarginazione ed esclusione sociale e valorizzando il patrimonio di esperienza e di conoscenza maturato nel corso della loro vita".
"Come ha piu' volte sottolineato il Presidente Napolitano- prosegue la nota-, l'attuale grave congiuntura economica impone un ulteriore impegno delle istituzioni e della collettivita' nel difendere e nel salvaguardare la vita e la dignita' delle persone anziane, oggi ancor piu' impegnate a mantenere salda la tenuta sociale del Paese. Si tratta di una grande sfida di solidarieta' che intende superare particolarismi ed egoismi attraverso un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una societa' piu' giusta, piu' coesa e piu' inclusiva".



Bersani è il premier del centrosinistra: "Ora al governo senza favole"

Pier Luigi Bersani si avvia a diventare il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni politiche. Il coordinatore delle primarie Italia Bene Comune Nico Stumpo annuncia infatti i primi dati, relativi a 1732 seggi, pari a 18,7 per cento del totale. Pierluigi Bersani raccoglie il 60,9 per cento dei consensi. Matteo Renzi il 39 per cento.

Pier Luigi Bersani recupera il voto delle regioni rosse, Matteo Renzi non migliora la sua performance e non conquista quasi nulla del voto vendoliano. A sancire il successo del leader democratico, sulla base dello spoglio di quasi la meta' delle sezioni, c'e' il voto delle regioni del centro Italia. Al primo turno Bersani aveva ottenuto prestazioni inferiori alla media nazionale. Non al ballottaggio. In Umbria Bersani e' al 51.61%, mentre Matteo Renzi che aveva vinto il primo turno e' al 48 per cento (al primo turno aveva il 45,5%). In Toscana Matteo Renzi vince con il 54,9% (al primo turno aveva il 52,1%), ma Bersani e' al 45.09 (al primo turno aveva il 35%).
Nelle Marche che al primo turno erano andate a Renzi, ora Pier Luigi Bersani e' al 54,3% (al primo turno era al 41,1%)mentre Renzi e' al 45,7 (al primo turno era al 42,1). In Emilia Romagna al primo turno Bersani non aveva raggiunto il 50 per cento (fermo al 49%). Ora e' al 60,43%, mentre Renzi conquista appena 1 punto percentuale in piu' del 38 per cento della scorsa volta. Oggi ha il 39,57%. Decisivo potrebbe essere stato il voto dei sostenitori di Nichi Vendola, voti che Matteo Renzi non e' riuscito a conquistare.
 Un grande partito popolare come il mio deve sempre aver fiducia nella sua gente". Cosi' Pier Luigi Bersani, parlando dopo la vittoria alle primarie del centrosinistra. "Un successo inaspettato nelle proporzioni.
Ma io sono sempre stato tranquillo". "Voglio ringraziare Matteo Renzi, gli dico grazie per le parole affettuose e riconoscergli una presenza forte fresca in queste primarie, per farle vivere in modo vero. Anche questo e' importante".
"La prossima sfida e' di alzare noi la nostra asticella per a nostra battaglia: dobbiamo vincere, ma non a qualsiasi prezzo. Non si puo' vincere raccntando favole".
Pier Luigi Bersani motiva i suoi sostenitori in vista di quella che, spiega, "e' la prossima sfida". In un paese come il nostro, osserva, "la mamma della demagogia e' sempre incinta. Noi dobbiamo prendere un'altra chiave: vincere senza raccontare favole. Siamo di fronte alla piu'' grande crisi del dopoguerra, con problemi enormi, a cominciare dal lavoro. Noi dobbiamo vincere con la verita' per poter governare. Questo e' quello che il Paese aspetta". Quindi ai suoi dice: "vi do un paio di giorni, poi mettiamoci al lavoro insieme, perche' non serve un uomo solo al comando". E aggiunge: "mettiamoci gioia, serenita' non siate tristi".

Legge elettorale, rischio rottura. Calderoli: ''Il 'porcellum' vedrà panettone e Pasqua"

 L'approdo in aula della riforma della legge elettorale, inizialmente previsto per domani, molto probabilmente slitterà. Lo si evince da quanto comunicato all'assemblea dal presidente del Senato, Renato Schifani, circa il fatto domani al centro dei lavori sarà il decreto sviluppo. Sul provvedimento è attesa la fiducia da parte del governo e a quel punto una conferenza dei capigruppo dovrebbe rimodulare i tempi dei lavori d'aula.La trattativa rischia però di saltare definitivamente. Il brusco cambiamento di clima a Palazzo Madama arriva con una nuova bozza del Pdl che supererebbe l'accordo che si stava faticosamente raggiungendo sulla proposta Calderoli e che il Pd si appresta a respingere in toto.Il punto nevralgico della proposta consisterebbe nell'attribuzione di un premio 'fisso' di 50 seggi a chi ottiene tra il 25 e il 39% dei voti. Nella proposta di Calderoli, invece, i seggi venivano attribuiti progressivamente e in modo graduale all'interno dello stesso arco di percentuale di voti ottenuti.

"Dalle mie parti per l'Immacolata concezione si ammazza il maiale. Qui invece credo che il 'porcellum' vedrà non solo il panettone ma anche l'uovo di Pasqua" dice seccato Calderoli, al termine della riunione della commissione Affari costituzionali. 
Il senatore leghista, che ha formalizzato la sua proposta di premietto a scaglioni, è rimasto contrariato per il mancato appoggio del Pdl all'election day, che è stato accantonato. "I clown dovrebbero stare al circo, non in Parlamento" si è sfogato, in particolare nei confronti del partito di Berlusconi e Alfano che, ha aggiunto, "non contano più niente".
Intanto, in mattinata, è arrivato il commento negativo del Pd alla proposta Pdl sulla riforma: "Proposta che ha fatto saltare il 'metodo Calderoli' e il suo ascensore. Il Pdl ci porta nelle sabbie mobili e mi domando se si possa andare in aula senza un accordo su una cosa così delicata" afferma Anna Finocchiaro.
"Ogni accordo raggiunto - lamenta Finocchiaro - viene smentito il giorno dopo da un'ulteriore proposta che peggiora quella precedente. E questo avviene nonostante noi, con grande attenzione e cura, continuiamo a cercare un'intesa per il cambiamento". Di chi sia la colpa, la presidente dei senatori Pd lo dice senza giri di parole: "Non dei senatori del Pdl, ma di Berlusconi". Da Tripoli, dove è in visita, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani incalza il Pdl. Il tema più importante di questo momento è ''la legge elettorale in relazione allo sfaldamento del centrodestra e ne approfitto per dire, e mi dispiace doverlo affermare fuori dall'Italia, che se, domani credo, il centrodestra, il Pdl avrà un incontro per decidere il suo atteggiamento politico, per favore ci faccia sapere cosa pensa esattamente sul piano politico della legge elettorale perché francamente non lo sappiamo più''.
A tenere banco c'è sempre il dibattito sull'election day. "Riteniamo sensato tenere separate le regionali dalle politiche" sottolinea Bersani. ''Che cosa vuol dire il fatto che a febbraio si debba votare nel Lazio? Alfano e Berlusconi intendono dire che dobbiamo anticipare le elezioni a febbraio?'', aggiunge Bersani. ''Parlare di Election Day senza chiarire cosa significhi diventa difficile''.
Quanto alla sfida elettorale, il leader del Pd mostra sicurezza davanti all'ipotesi che il candidato premier del centrodestra sia ancora Berlusconi. "Se la sfida sarà quella la faremo. Francamente non vedo l'ora".
Ai giornalisti che gli chiedono del suo primo impegno di politica interna dopo la vittoria alle primarie, Bersani sottolinea che il primo incontro ''sara' con Monti, ce lo siamo detti al telefono quando ho ricevuto le congratulazioni, le prime che mi sono arrivate (dopo il risultato delle primarie, ndr). Mi ha fatto molto piacere, una tempistica eccezionale da presidente del Consiglio''.