27 febbraio 2012

LAVORO: ANGELETTI, GOVERNO OPERI RIDUZIONE TASSE SALARI

Luigi Angeletti, leader della Uil, sulla differenza tra gli stipendi in Italia e in Europa, ha ricordato che da qualche anno ''prima del ministro Fornero e di Eurostat, diciamo che il problema dell'Italia e' che negli anni Novanta siamo caduti dentro ad una trappola fatta di bassi salari e bassa produttivita'. Il governo oltre alle belle intenzioni che non sono altro che intenzioni apprezzabili farebbe bene a rendere strutturale quella riduzione di tasse che si hanno sui premi di produttivita'''Un percorso, quest'ultimo, secondo Angeletti, ''che questo nuovo governo non ha ancora approvato a differenza del precedente. In definitiva il problema dei bassi salari in Italia e' che noi paghiamo troppe tasse, piu' di qualunque altro Paese. Tra tasse e contributi se ne va via piu' della meta' dello stipendio''. ''Non sarebbe il caso di darle una tagliata?'', si e' chiesto Angeletti.

Crisi: Casini, con ricetta europea rischiamo recessione piena

Se non si svincolano le spese per investimenti dalle spese correnti dando alla politica la possibilita' di intervenire, l'Italia rischia di finire in una recessione piena. E' quanto sostiene il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che oggi a Torino, nel corso della presentazione del libro di Giorgio La Malfa, l'Europa in pericolo ha sottolineato di nutrire ''qualche perplessita''' sulla ricetta sulle indicazioni per uscire dalla crisi italiana. ''Se a quello che ci e' dato fino ad oggi non si sostituisce da ora in poi una politica molto seria per la crescita l'Italia rischia di essere in recessione piena come quella verso cui ci stiamo dirigendo''.
E affrontando il tema Grecia, Casini ha aggiunto: ''Non e' possibile che l'Europa abbia accettato bilanci manipolati per anni dalla Grecia e poi improvvisamente abbia somministrato una cura da cavallo che farebbe morire qualsiasi paziente''.

Salari: Istat, Italia in linea con media Ue, meglio di Spagna-Grecia

Da un confronto corretto tra le retribuzioni e il costo del lavoro all'interno dell'Unione europea, con riferimento ai dati Eurostat diffusi ieri, emerge che ''il posizionamento relativo dell'Italia risulta in linea con la media europea, e il valore assoluto nazionale supera ampiamente quello della Spagna e ancor piu' il valore della Grecia''. E' quanto evidenza l'Istat in una nota tecnica per il premier Mario Monti, diffusa dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi.
''Domenica 26 febbraio - si legge nel comunicato - le agenzie di stampa hanno riportato la notizia che Eurostat aveva rilasciato dei dati sulle retribuzioni e il costo del lavoro; tali informazioni hanno avuto una larga diffusione sui media di oggi lunedi' 27. A seguito della richiesta formulata per le vie brevi, in questa nota si illustrano alcune considerazioni sui dati in questione.
La pubblicazione dell'Eurostat e' un Pocketbook dal titolo ''Labour market statistics'' e al suo interno ''fra le tante informazioni sul mercato del lavoro, nella tavola 7.1 intitolata ''Average gross annual earnings by sex, business economy, 2005 and 2009, le retribuzioni lorde annuali per l'Italia indicate per il 2009 risultano essere pari a 23.406 euro, ponendo il nostro paese nella graduatoria al di sotto della Grecia (29.160 euro) e della Spagna (26.316 euro). In realta' nella tabella c'e' la nota 2 posta sopra il 2009 che segnala, purtroppo in modo poco chiaro, che il dato relativo all'Italia si riferisce al 2006 e non al 2009. Di conseguenza i dati pubblicati non sono comparabili''.
''Per realizzare un confronto corretto si puo' considerare la stessa pubblicazione Eurostat alla sezione ''Labour costs'' (tabelle 8.1, 8.2 e 8.3), dove i dati derivano dall'ultima edizione della Rilevazione sulla struttura del Costo del lavoro del 2008'', puntualizza l'Istat, che allega una tabella ''contenente i dati estratti in data odierna dalla banca dati Eurostat'', che ''consente di confrontare correttamente le retribuzioni e il costo del lavoro all'interno dell'UE: da tale confronto, il posizionamento relativo dell'Italia risulta in linea con la media europea, e il valore assoluto nazionale supera ampiamente quello della Spagna e ancor piu' il valore della Grecia''.

I primi cento giorni del governo Monti: "L'Italia sarà modello in Europa"

Tutte le componenti della societa' devono partecipare allo sforzo per la salvezza e il rilancio dell'Italia". Comincia cosi' un lungo documento, pubblicato sul sito del governo, in cui si riassume l'attivita' dei primi 100 giorni dell'esecutivo Monti. Dal 'Salva Italia' al 'Cresci Italia', dall'Europa alle misure sulle carceri.
Sui due pacchetti piu' corposi del governo Monti ovvero le misure di novembre sul rigore e quelle di gennaio sulle crescita, la nota di palazzo Chigi spiega che con il primo provvedimento si e' voluto dare il via a "misure urgenti per assicurare la stabilita' finanziaria, la crescita e l'equita'. Il compito di questo governo e' quello di far uscire il Paese dalla zona d'ombra in cui era stato confinato, di porre fine all'emergenza e, soprattutto, di gettare le basi per una rinascita economica e sociale".
Sul 'Cresci Italia' si spiega: "Si tratta di un pacchetto di riforme, varato il 20 gennaio, che mirano a rimuovere due grandi vincoli che hanno compresso per decenni il potenziale di crescita dell'Italia: l'insufficiente concorrenza dei mercati e l'inadeguatezza delle infrastrutture. Il provvedimento contribuira' nel breve periodo a traghettare l'economia nazionale fuori dalla spirale recessiva e, nel medio/lungo periodo, ad allinearla ai ritmi di crescita dei partner europei e internazionali. In particolare l'attenzione del governo si e' focalizzata sui giovani, puntando alla valorizzazione del merito come fattore premiante. L'insieme delle misure si basa su due pilastri: crescita ed equita'. La prima direttrice, quella della crescita, e' stata perseguita".
Il Governo sottolinea di aver messo il massimo sforzo per dare attuazione agli impegni con l'Europa. Tra questi, in particolare il raggiungimento del pareggio gia' nel 2013 come da impegni presi dal precedente esecutivo. Il governo inoltre sta mettendo in atto un ampio piano di riforme strutturali, a partire dal mercato del lavoro. Una strategia che mira a "trasformare l'Italia da paese in emergenza a modello per uscire dalla crisi dell'eurozona".
Un punto importante riguarda poi le liberalizzazioni. "La competitivita' del sistema Paese aumenta soprattutto grazie alla concorrenza. Per questo il governo ha varato una serie di misure per aprire il mercato con l'obbiettivo di abbattere i privilegi e garantire maggior crescita". Le liberalizzazioni, infatti, "incidendo in modo diretto sulle politiche aziendali delle imprese sono in grado di determinare una sensibile riduzione dei prezzi, con vantaggi evidenti per i consumatori".
Un'altra priorità del governo è il contrasto all'evasione fiscale, si legge nel documento pubblicato online in cui si ricordano i recenti blitz delle Fiamme gialle in alcune localita' turistiche e nelle grandi citta' del Paese. L'emersione del sommerso e la lotta alle frodi fiscali "sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore ed equita', garantendo allo stesso tempo piu' risorse da destinare alla crescita".
Dal Rapporto emergono anche il taglio alle spese della presidenza del Consiglio, con risparmi per quanto riguarda il personale, i trasporti aerei e gli automezzi, e la chiusura del censimento delle auto blu della pubblica amministrazione.
In tutto ammontano a 43 milioni di euro i risparmi della presidenza del Consiglio messi in campo nei primi 100 giorni di governo. Meno spese per quanto riguarda il personale, i trasporti aerei e gli automezzi: - 4 milioni di euro per i dipendenti nelle strutture generali stabili (blocco del turnover, congelamento dei contratti, pensionamenti); - 12,2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione relativi al Presidente, ai Ministri senza portafoglio ed ai Sottosegretari presso la Presidenza del Consiglio. In questi uffici si registra una riduzione di 241 unita' in termini di personale addetto; - 2,3 milioni di euro per le strutture di missione, con una riduzione di 51 unita' di personale; - 750 mila euro per esperti e consulenti, il cui numero complessivo e' diminuito di 99 unita'. Per quanto riguarda i trasporti aerei di Stato, c'e' stata una contrazione significativa dei voli pari al 92%, con un risparmio complessivo di 23,5 milioni. Infine, nel servizio automezzi il risparmio ammonta a circa 270 mila euro, su base annua.
L'esecutivo sottolinea quindi che con incisivi taglia alla spesa pubblica si potrebbe evitare l'aumento dell'Iva. I risultati che si produrranno in termini di risparmi con la spending review "potrebbero contribuire ad evitare (in tutto o in parte) l'aumento delle aliquote Iva, previsto a partire da ottobre 2012" si legge nel documento. In via programmatica, entro il mese di aprile sara' presentata al Consiglio dei Ministri una valutazione delle criticita' rilevata sul complesso dei programmi di spesa di ciascun dicastero.
Si e' concluso poi il censimento del parco auto delle Pubbliche amministrazioni per il 2011. Il censimento e' stato effettuato su 8.276 amministrazioni, centrali e locali, ed ha avuto l'adesione del 90.8% delle amministrazioni. I risultati: 59.216 vetture censite, di cui 9.855 blu (cioe' riservate ai vertici delle P.a.) e 49.361 grigie (cioe' destinate ad un uso di servizio); 64.524 autovetture e' la stima totale (aggiungendo le auto, in proprieta' o in noleggio, degli enti non rispondenti) cosi' distribuite: 10.634 blu e 53.890 grigie - riduzione del 10% delle auto rispetto al 2010, con una riduzione piu' accentuata sulle auto blu (13%).
Per quanto concerne la distribuzione geografica delle risposte, prevale il Nord con una percentuale abbondantemente sopra il 90%, il Centro con percentuali intorno all'80%, mentre le Regioni meridionali si attestano poco sopra il 70% (fanalini di Governo Monti: attivita' dei primi 100 giorni 15 coda sono Calabria, Sicilia e Campania).
Sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, il governo sottolinea che ''dal 17 novembre 2011 la Polizia di Stato ha portato a termine 46 importanti operazioni di polizia giudiziaria con l'arresto di 634 soggetti; contemporaneamente sono stati sciolti 6 Consigli comunali per infiltrazione mafiosa. Alle organizzazioni di tipo mafioso sono stati sequestrati 2.276 beni per un valore complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro e confiscati 729 beni per un valore superiore ai 707 milioni di euro''.
Per quanto riguarda infine il settore della Difesa, il governo ha compiuto una riforma basata "sia su una profonda analisi di tipo strategico in relazione allo scenario internazionale, sia su considerazioni economiche non eludibili in un momento di grande attenzione agli equilibri di bilancio''. Una riforma, spiega il documento, che ''ha come perno l'obiettivo di rendere piu' efficiente e duttile il sistema di Difesa adeguandolo agli standard europei e atlantici, i quali a loro volta tengono conto dell'evoluzione geopolitica in corso nel Mediterraneo (e non solo)". La riforma quindi "non avra' alcuna conseguenza negativa in termini di dotazione militare e tecnologica''.

20 febbraio 2012

Napolitano: ''Non rappresento le banche. Migliorare il sistema del Welfare''

''Dobbiamo preoccuparci di chi 'non ha' perché l'attuale sistema lascia scoperte zone di povertà. Occorre rinnovare il sistema del Welfare per migliorarlo''. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano oggi a Cagliari.
''Per la crescita del paese - ha quindi osservato - è importante la coesione sociale che non significa immobilismo, ma creare un sistema diverso da quello che abbiamo conosciuto nel passato''. Inoltre "dobbiamo liberare le giovani generazioni dal peso del debito pubblico per dare loro possibilità intatte di prospettive di occupazione nazionale".
Il capo dello Stato è tornato anche sui temi del federalismo fiscale e del processo di unificazione del Paese. ''Continuo ad insistere su una chiara piattaforma di federalismo fiscale, perché la commissione faccia il punto. Il lavoro è stato un po' sospeso '', ha osservato Napolitano. ''La maggiore incompiutezza del processo di unificazione d'Italia è il divario tra il Nord e il Sud del Paese ha aggiunto -. Una questione non solo economica e sociale ma anche istituzionale, assolutamente ineludibile''.
Durante la visita ci sono state delle contestazioni. ''Sento la responsabilità di sostenere il rilancio del Paese e non rappresento le banche e il capitale finanziario come qualcuno grida'', ha detto il capo dello Stato replicando alle contestazioni dei movimenti di pastori, popolo delle partita Iva e movimento commercianti all'uscita dal municipio e all'esterno del Teatro Lirico. ''In ogni caso sarò accanto a chi darà il suo apporto allo sforzo collettivo per rilanciare l'Italia ed alla costruzione di una nuova Europa''.
''Capisco il malcontento - ha detto ancora il capo dello Stato intervenendo nel pomeriggio al Consiglio regionale della Sardegna -. Credo però che si debba parlare di molti problemi, alcuni pregressi, per mancanza di risposte che ci trasciniamo da anni. I dati oggettivi riguardano la crisi dell'Italia e dell'Europa, ma faccio appello a voi rappresentanti delle istituzioni perché si affronti il malessere con lucidità e freddezza per individuare le soluzioni ai problemi''.
La visita del capo dello Stato nel capoluogo sardo è iniziata questa mattina alla 10.30 con l'inaugurazione della 'Pietra Tricolore' al porto di Cagliari.
Domani il presidente partirà per Sassari, dove parteciperà, alle 11, al nuovo Teatro comunale in piazza Cappuccini, alle celebrazioni del 450esimo anniversario dell'istituzione dell'Università. Nel pomeriggio il presidente andrà ad Alghero in visita al museo 'Giuseppe Manno'.

Lavoro: Monti, riforma in Parlamento entro marzo, anche senza accordo

Il governo presentera' entro marzo il pacchetto sulla riforma del mercato e lo fara' anche senza accordo con le parti sociali. Lo ha annunciato il presidente del consiglio, Mario Monti, durante il suo intervento davanti alla comunita' finanziaria riunita alla Borsa di Milano. ''Sono fiducioso - ha detto il premier - che entro marzo potremo presentare al Parlamento un provvedimento anche senza l'accordo con le parte sociali''. L'auspicio del governo, ha precisato ancora Monti, e' ''che si possa trovare un'intesa''

Crisi, lettera di Monti e 11 leader Ue: otto priorità per la crescita

E' ora il momento di dimostrare leadership e di prendere decisioni coraggiose" sulla crescita. E' quanto si legge nella lettera, di cui l'Adnkronos ha una copia, che Mario Monti e i leader di altri 11 Paesi Ue hanno inviato al presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy e al presidente dell'esecutivo di Bruxelles Jose Manuel Durao Barroso.
La crisi che stiamo affrontando, sottolineano i leader di Italia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Irlanda, "è anche una crisi di crescita: gli sforzi che ciascuno di noi sta facendo per rimettere le finanze nazionali su un percorso sostenibile sono essenziali". Senza questi, avvertono Monti e gli altri 11 capi di Stato e di governo nella lettera inviata ai vertici di Bruxelles, "non getteremo le basi per una ripresa economica forte e duratura". Per questo, scrivono, "è necessaria anche un'azione per modernizzare le nostre economie, costruire una maggiore competitività e correggere gli squilibri macroeconomici". E serve, continuano, "ripristinare la fiducia, tra i cittadini, le imprese ed i mercati finanziari, nella capacità dell'Europa di crescere con forza e in modo sostenibile in futuro e di mantenere la sua quota di prosperità globale". "La posta in gioco è alta - ammoniscono ancora i leader Ue alla vigilia del summit dell'1 e 2 marzo - Con un'azione coraggiosa, efficace e politicamente forte potremo recuperare il dinamismo dell'Europa e rimettere le nostre economie sul percorso della ripresa".
Secondo i 12 leader, "per rafforzare la crescita, l'azione deve essere concentrata su otto chiare priorità". Anzitutto, scrivono, "dobbiamo portare il mercato unico alla fase successiva di sviluppo, rafforzando la governance e elevando gli standard di attuazione". In questo contesto, "l'azione dovrebbe iniziare dal settore dei servizi", agendo "con urgenza a livello nazionale e a livello europeo per eliminare le restrizioni che ostacolano l'accesso e la concorrenza". In secondo luogo, "dobbiamo rafforzare i nostri sforzi per creare un vero mercato unico digitale entro il 2015", quindi, ed è la terza delle priorità, dobbiamo "rispettare i nostri impegni per creare un mercato interno dell'energia vero, efficiente ed efficace entro il 2014".
I leader dei 12 Paesi sottolineano la necessità di "raddoppiare il nostro impegno per l'innovazione, creando un'Area di ricerca europea, con il migliore ambiente possibile perché gli imprenditori e gli innovatori commercializzino le loro idee e creino posti di lavoro". La quinta priorità elencata è quella di "un'azione decisa per mercati globali aperti". Quest'anno, sollecitano i leader, "dovremmo concludere accordi di libero scambio con India, Canada, i Paesi del partenariato orientale e con alcuni partner dell'Asean".
Le ultime tre priorità per rafforzare la crescita elencate nella lettera dei 12 Paesi ai vertici di Bruxelles riguardano la necessità di "sostenere e rendere più ambizioso il nostro programma per ridurre l'onere dei regolamenti Ue". Poi, "dobbiamo agire a livello nazionale e, nel rispetto delle competenze nazionali, collettivamente per promuovere il buon funzionamento dei mercati del lavoro che diano opportunità di occupazione e, più cruciale, promuovano livelli più elevati di partecipazione al mercato del lavoro, tra i giovani, le donne e gli anziani". Infine, "dobbiamo prendere provvedimenti per costruire un settore servizi finanziari robusto, dinamico e competitivo che crei posti di lavoro e fornisca un sostegno vitale ai cittadini ed alle imprese".
La lettera inviata ai presidenti di Consiglio e Commissione Ue, ha affermato il ministro per le Politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi, "non bisogna viverla come una lettera contrapposta" a Francia e Germania, ma si tratta piuttosto di un'iniziativa volta a "nutrire il dibattito" in seno al Consiglio europeo.

19 febbraio 2012

Crisi: Visco, 2012 in recessione. Tornare a creare occasioni di lavoro

''Il 2012 sara' un anno di recessione. Come abbiamo indicato negli scenari presentati nel nostro ultimo Bollettino economico, prevediamo una flessione del prodotto in media annua dell'ordine dell'1,5 per cento. Ma bisogna guardare avanti, operare perche' con la normalizzazione delle condizioni sui mercati finanziari e del credito sia possibile stabilizzare l'attivita' produttiva in Italia gia' nella seconda meta' del 2012 e tornare a un'espansione del reddito nel prossimo anno''. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, nel corso del suo intervento al Congresso Assiom-Forex che si svolge a Parma. Visco ha anche affermato che per quanto riguarda il credito erogato dalle banche italiane al settore privato non finanziario, fino allo scorso novembre ''aveva continuato a aumentare se pur con ritmi decrescenti. In dicembre i prestiti alle imprese si sono pero' contrattti di circa 20 miliardi, l'entita' della diminuzione - sottolinea - e' molto elevata nel confronto storico, anche se puo' avere in parte risentito della volatilita' dei dati di fine anno''. Sulle famiglie, invece, Visco ha evidenziato che i prestiti ''sono solo leggermente calati, e un'ulteriore contrazione 'lieve' si e' verificata a gennaio''. ''La nostra economia deve essere messa in grado di crescere stabilmente a tassi sostenuti, rafforzando la competitivita' della imprese. Rispetto ai livelli raggiunti nel 2007, prima della crisi, il prodotto interno e' ancora inferiore di circa 5 punti percentuali, il reddito reale procapite delle famiglie di 7 punti, la produzione industriale di un quinto. Il disavanzo della bilancia dei pagamenti resta elevato'', ha aggiunto il Governatore, che ha tra l'altro sollecitato: ''Guardiamo con fiducia a una politica economica che, volta alla stabilita' finanziaria e orientata alla promozione di un ambiente favorevole a una crescita bilanciata dell'economia, consenta di accrescere le opportunita' di investimento, di ritornare rapidamente a creare nuove e permanenti occasioni di lavoro''. Visco ha quindi sottolineato che ''le banche dovranno dimostrare di saper svolgere la loro funzione di allocazione del credito, in una gestione 'sana e 'prudente', con ''acuta capacita' selettiva''. Il Governatore ha anche osservato che il sistema italiano e' 'solido', e ha ribadito le posizioni della Banca d'Italia sulle raccomandazioni dell'Eba per la patrimonializzazione delle banche italiane, gia' espressa sostanzialmente dal direttore generale Fabrizio Saccomanni, nel corso di una recente audizione in Parlamento. E' cruciale - ha detto - che ''l'economia non entri in asfissia creditizia, deperendo e trascinando con se' anche le prospettive del sistema bancario''. E' nello stesso tempo necessario ''che si accresca l'impegno al riequilibrio dei bilanci e alla rimozione dei nodi strutturali che condizionano l'efficienza e la redditivita' del sistema bancario italiano''. ''Siamo convinti - ha affermato infine Visco - non solo che si debba, ma che si possa guardare con fiducia alla capacita' dei nostri intermediari di affrontare questa sfida con successo''

Lavoro, Camusso frena su tempi accordo: ''Intesa a fine marzo? Un po' presto''

Dire che siamo vicini è un po' presto". Parola del segretario generale Cgil, Susanna Camusso che ospite di Fabio Fazio a 'Che tempo che fa' alla vigilia di una settimana cruciale tra governo e sindacati sul tema del lavoro, frena. "E' necessario che il Paese abbia un intervento sul mercato del lavoro e credo - spiega - sia necessario farlo con il contributo delle parti. Ma alla domanda diretta se sarà raggiunta l'intesa a fine marzo replica: anche qui applicherei la categoria dell'ottimismo. Dire che siamo vicini è un po' presto".
Quanto all'articolo 18 ribadisce che non si può toccare perché "è una norma di civiltà". "Che ci sia stato un carico ideologico non c'è dubbio, ma non si può cambiare nella sua sostanza perché dice che 'non si può licenziare se non c'è un giustificato motivo'".
Dunque oltre a una norma di civiltà è "soprattutto una norma deterrente. Il contenzioso giudiziario sull'articolo 18 è basso, non ha numeri infiniti, ed è per questo che non si può indebolire la norma. Il messaggio che verrebbe ricavato, altrimenti, è 'potete fare quello che volete'" trasformando il lavoro in una forma di "servitù".
Sempre in tema di lavoro, Camusso ricorda che c'è un tema su cui "bisogna ragionare. Il procedimento giudiziario per un licenziamento dura 6 anni, questa è un'incertezza eccessiva per il lavoratore e per l'impresa. Non bisogna cambiare l'articolo 18 ma - conclude - trovare procedure per risolvere in tempi più rapidi questi contenziosi".

17 febbraio 2012

Corte dei Conti, luce sulla corruzione: "Un enorme fenomeno sommerso"

L'illegalita', la corruzione e il malaffare sono "fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce". E' quanto dice Luigi Giampaolino nella sua relazione per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2012 della Corte dei Conti da lui presieduta. Essere a conoscenza della "mappatura" dei fenomeni di corruzione, aggiunge, "interessa per effettuare una ricognizione degli episodi piu' ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perche' inefficace, inefficiente, diseconomica. Giampaolino si riferisce a tutti i comportamenti che arrecano "un danno alle finanze pubbliche": dalla corruzione nell'ambito dell'attivita' sanitaria, allo smaltimento dei rifiuti, dal "gravemente colposo" utilizzo di strumenti derivati o prodotti finanziari simili, per arrivare alla costituzione e gestione di societa' a partecipazione pubblica e alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Vengono inclusi anche gli errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi".
EVASIONE D'IVA - "Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto, l'iva, evidenziano per l'Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il piu' elevato tra i grandi paesi europei, con l'eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%"
SPA PUBBLICHE, GUSCI ARTIFICIOSI - Gli enti sostanzialmente pubblici che assumono la forma di societa' si riducono talvolta "a vuota forma o artificioso guscio quando le sue regole, flessibili per consentire una gestione efficiente dell'impresa, vengono, talvolta, strumentalizzate ad una amministrazione non orientata all'economicita' e, di fatto, esonerata da responsabilita'". "In un tale quadro- sottolinea- la giurisdizione contabile deve necessariamente supplire, in presenza di impiego e gestione di pubbliche risorse, alla mancata adozione dei rimedi societari da parte del socio se non, frequentemente, all'inadeguatezza dei medesimi".

Berlusconi, a Milano tribunale speciale

E' una "persecuzione giudiziaria, una operazione diffamazione senza limiti che ha fatto del Tribunale di Milano un tribunale speciale che vuole far fuori Berlusconi dalla politica e distruggerlo come persona": così Silvio Berlusconi alla Telefonata di Belpietro su Canale 5.
"Tutte le prove dimostrano il contrario - ha proseguito Berlusconi a proposito del processo Mills - perché mai avrei dovuto ringraziare e compensare un signore che proprio per le sue deposizioni è stato determinante per due condanne in primo grado; perché - ha continuato - avrei dovuto pagare seicento milioni di dollari a chi aveva testimoniato contro di me, tutto questo fa a pugni con la logica e le stesse dichiarazioni di Mills".
MILLS: BERLUSCONI, MALAGIUSTIZIA, IO TRATTATO COME CRIMINALE
"Sono stati ammessi solo i testimoni dell'accusa e fatti fuori quelli della difesa: più malagiustizia di così...": Silvio Berlusconi, ospite de La Telefonata di Belpietro, su Canale 5, reagisce così alle domande del giornalista sul processo Mills, e parla di "montatura giudiziaria". "Io sono trattato come un criminale", ha protestato l'ex premier, sottolineando come una riforma della giustizia sia ormai "necessaria: lo vedono anche i ciechi".
PM CHIEDE 5 ANNI PER BERLUSCONI
MILANO - Cinque anni di carcere per Silvio Berlusconi sono stati chiesti oggi al processo Mills dal pm di Milano Fabio De Pasquale.
La richiesta del pm di condannare Berlusconi a 5 anni è arrivata al termine della sua requisitoria, iniziata sabato scorso e ripresa questa mattina. De Pasquale ha ribadito che "c'è certezza, al di là di
ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell'imputato".
Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver versato 600 mila dollari all'avvocato inglese David Mills in cambio di dichiarazioni reticenti nei processi per la Guardia di finanza e All Iberian.
De Pasquale nella sua requisitoria al processo Mills a carico di Silvio Berlusconi, ha parlato di "difesa falsificata". Il pm ha detto ai giudici che è stata creata "una fittizia sequenza di carte per sostenere la tesi" che i 600 mila dollari, ritenuti il 'prezzo della corruzione', provenivano dall'armatore Diego Attanasio.

Successo alla Dante Alighieri di Mar del Plata della scuola d'estate per bambini

In questa estate argentina, la Dante Alighieri di Mar del Plata ha dato vita ad una nuova iniziativa, una scuola d'estate per i bambini, la prima in questa città plurilingue e con diverse attività per i più piccoli. Il direttivo del Comitato della Dante ( la cui sede è nel centro di Mar del Plata) approfittando del fatto che in gennaio e febbraio questo territorio argentino riceve tanti turisti da tutto il Paese, ha deciso di aprire questa “colonia di vacaciones”, come si dice in spagnolo, per l'insegnamento non solo dell'italiano, ma anche dell'inglese e del cinese, una delle lingue del futuro, accompagnandolo con lezioni di teatro, pittura e disegno, musica e canto, e lezioni di educazione civica.
Veramente un grande successo: la presenza di tanti ragazzini che la mattino si recano nella sede della Dante per proseguire nella loro preparazione nei mesi estivi.Vogliamo informare su questa iniziativa, così tutti si potranno preparare per l'anno prossimo in tempo, ha detto Valeria Brattelli, direttrice della Dante Alighieri locale.

Riforme: Bersani, procedura complessa, dobbiamo dare ritmo in parlamento

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, conferma l'intesa con Alfano e Casini per le riforme ma -parlando ai miocrofoni di Sky Tg24- avverte che si tratta di una ''procedura molto complessa''. ''Ma ora -ha aggiunto- bisogna far prendere bene il ritmo alle riforme in Parlamento''.
''Oggi -ha spiegato Bersani- abbiamo discusso di questo.
Come si sa ci sono contatti in corso: tutti parlano con tutti, anche di riforma elettorale. Anche in questo caso si tratta di verificare se si condividono alcuni criteri di affidare la discussione parlamentare. Qui il discorso e' un po' piu' complicato ma devo dire che anche qui qualche passo avanti sta avvenendo''.

Bce: taglia stima Pil 2012 e 2013. Disoccupazione a nuovi picchi storici

Un 2012 caratterizzato da una modesta recessione nell'Eurozona ma accompagnata da un deciso aumento dei senza lavoro. E' quanto dicono i numeri del sondaggio condotto dalla Bce tra gli economisti ( Survey of Professional Forecasters) e pubblicato sul Bollettino. Per il 2012 la previsione sul Pil dell'Eurozona scende da +0,8% a -0,1%, per il 2013 da +1,6% a +1,1%. Rivisto al rialzo il dato sul tasso di inflazione 2012 che sale a +1,9% da +1,8%, scende invece a +1,7% da +1,8% la previsione per il 2013. La crescita economica potenziale di lungo termine del Pil resta invariata a +1,8%. Pessime le prospettive del mercato del lavoro dove il tasso di disoccupazione, attualmente gia' al livello record del 10,4%, tocchera' nuovi massimi storici: nel 2012 10,6% ( precedente previsione 10%), nel 2013 10,6% (precedente previsione 9,7%).

Pd: D'Alema, il dopo si costruisce sostenendo Monti

"Noi dobbiamo ragionare sul dopo, nella consapevolezza che sostenendo il governo Monti si costruisce il dopo". Lo ha spiegato Massimo D'Alema, in un passaggio del suo intervento al seminario 'Il mondo dopo la destra'.

Riforme costituzionali e legge elettorale Intesa a vertice Alfano-Bersani-Casini

I segretari del Pdl e del Pd, Angelino Alfano e Pierluigi Bersani, insieme al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, si sono incontrati questa mattina alla Camera per verificare i punti di convergenza sulle riforme istituzionali e sulle modifiche alla legge elettorale.
''Pensiamo di potercela fare entro la legislatura'' afferma Alfano al termine dell'incontro a cui hanno partecipato anche il vicepresidente di Futuro e liberta', Italo Bocchino, il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, Ferdinando Adornato per l'Udc e Luciano Violante, come responsabile delle riforme istituzionali del Pd.
"Procederemo con una priorita', che e' quella della riforma delle istituzioni, che contempla la diminuzione del numero dei parlamentari. E' chiaro che, dovendo e volendo diminuire i parlamentari, la legge elettorale la faremo subito dopo" annuncia il segretario del Pdl, secondo cui la riforma elettorale va fatta subito dopo, "in modo tale da tener conto del numero dei parlamentari nuovi, stabiliti con le scelte del Parlamento".
Sulla stessa linea il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo deciso di dare un segnale subito sulla riduzione dei parlamentari. Si apre una fase nuova, che ci consente di raggiungere nuovi traguardi: vogliamo passare cosi' dalle parole ai fatti".
Alfano, Bersani e Casini hanno dato il via libera ai contenuti raccolti dai tavoli sulle riforme e al calendario, le cui tappe sono state ipotizzate, oggi nel corso del vertice, dai 'coordinatori' dei partiti che si stanno occupando di questa materia. Abc (abbreviazione con la quale viene ormai chiamato il terzetto formato dai segretari Pdl e Pd e dal leader dell'Udc) hanno sostanzialmente approvato il quadro delle modifiche che si dovrebbero apportare alla Costituzione: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione dei meccanismi per la sfiducia costruttiva, potere di nomina e di revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio e superamento del bicameralismo perfetto.
I tempi dovranno essere necessariamente ravvicinati, visto che il processo di riforma costituzionale prevede una doppia lettura sia alla Camera che al Senato a distanza di tre mesi l'una dall'altra. Per cui il calendario abbozzato oggi prevede la conclusione della fase istruttoria e la presentazione di un testo condiviso in Parlamento entro 2-3 settimane. Dopo la prima lettura verra' incardinata la legge elettorale e, successivamente, si arrivera' alla seconda lettura in autunno per completare l'iter entro dicembre-gennaio.
Si dice ottimista il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che parla di "segnali positivi''. "Il confronto tra le forze politiche -sottolinea- si e' avviato dopo una lunga fase di assoluta incomunicabilita'; si stanno registrando delle importanti convergenze sia per la riduzione del numero dei parlamentari, sia per un diverso assetto del nostro sistema bicamerale; e necessariamente si dovra' dar corso anche ad un riforma della legge elettorale. Manca un anno e qualche settimana al termine della legislatura, i tempi ci sono se c'e' la volonta' politica di procedere nel senso che e' stato indicato dai primi incontri''.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, ''i tempi sono ristretti, ma con un po' di buona volonta' e se c'e' condivisione politica, ce la possiamo fare''.

16 febbraio 2012

Lavoro, allarme disoccupazione giovanile: -80mila occupati nei primi 9 mesi del 2011

Dopo la forte caduta nel biennio 2009-2010, l'occupazione dei giovani tra 18 e 29 anni continua a calare: a fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre trimestri del 2011, l'occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5% (circa 80 mila unità). E' quanto evidenzia in audizione alla Camera il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini.
Al contempo, il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia, se consideriamo la fascia di età 15-24, come proposto dall'Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la più alta dopo la Spagna.
Meno di una donna su due lavora nel nostro Paese, evidenzia Giovannini, e solo il 30% nel Sud, nonostante dal 1995 al 2008 si sia assistito a un aumento quasi ininterrotto dell'occupazione femminile. Le donne, inoltre, continuano ad essere occupate in lavori precari più frequentemente degli uomini e permangono in condizioni di precarietà più a lungo nel tempo.
La distanza dell'Italia dai principali paesi europei nei tassi di occupazione, evidenzia, "nonostante i progressi compiuti, resta estremamente elevata: circa 16 punti percentuali in meno rispetto a Francia e Spagna". Specularmente, il tasso d'inattività delle donne italiane, ricorda il presidente dell'Istat, "rimane tra i più alti in ambito europeo, determinando un'incidenza relativamente modesta della disoccupazione femminile e pari al 9,6%, un punto al di sopra della media nazionale, anche se con una punta del 15,4% nel Mezzogiorno".
Per definire le strategie complessive per l'occupazione, secondo Giovannini, "è necessario, quindi, affrontare le criticità del rapporto delle donne con il mercato del lavoro". Esiste, ad esempio, "una difficoltà delle donne a permanere sul lavoro in concomitanza con una gravidanza". Le 'dimissioni in bianco' "hanno riguardato 800 mila donne nel corso della loro vita".
Nel corso dell'audizione Giovannini ha parlato anche di pensioni. Un risparmio netto di quasi 13 miliardi di euro nel triennio deriverebbe dalla "mancata indicizzazione delle pensioni", ha affermato. ''Altri 4 miliardi sono attesi dalla revisione del sistema pensionistico - ha aggiunto - si tratta di cifre relativamente modeste nell'immediato, ma che hanno natura strutturale e, nel caso della revisione dell'età pensionabile, crescenti nel tempo".
Il presidente dell'Istat ha osservato che nel 2010, circa un quarto (il 24,5%) della popolazione in Italia, in base all'indicatore di Europa 2020, "risulta a rischio povertà ed esclusione sociale, un valore più elevato della media europea (21,5% se calcolata sui soli 17 paesi dell'area euro e 23,4% tra i 27 paesi)". "Il rischio si concentra nel Mezzogiorno (39,4%), tra le famiglie numerose (36,3%), - ha precisato Giovannini - le madri sole (39,0%) e gli anziani soli (32,4%). Tra gli immigrati, l'incidenza arriva al 51% tra le famiglie con almeno un componente straniero".

15 febbraio 2012

Legge elettorale, intesa tra Pd e Lega sul taglio dei parlamentari dal 2013

Una ''piena intesa'' su alcuni temi della riforma elettorale e costituzionale, a partire dalla riduzione dei parlamentari dal 2013, ''si è registrata'' stamane nell'incontro tra le delegazioni del Pd e della Lega Nord.
L'annuncio dell'intesta tra Pd e Lega è contenuto in un comunicatio diffuso dall'ufficio stampa dei Democratici: ''Si è registrata una intesa piena sulla riduzione del numero dei parlamentari con effetti a partire dalla legislatura del 2013. La delegazione della Lega ha ribadito il proprio primario interesse per una riforma costituzionale che preveda il Senato federale; pieno consenso sui meccanismi della sfiducia costruttiva e sui nuovi poteri del presidente del Consiglio e del Parlamento''.
La legge elettorale, si legge nel comunicato, ''dovrà essere coerente con le riforme costituzionali, riconoscere lo stretto rapporto tra eletto e elettore senza l'utilizzazione delle preferenze''. Le delegazioni si sono impegnate a ulteriori incontri al fine di approfondire gli aspetti più specifici dei singoli interventi. Hanno partecipato all'incontro i leghisti Roberto Calderoli, Federico Bricolo e Gianpaolo Dozzo e per il Pd, Gianclaudio Bressa , Luciano Violante e Luigi Zanda.

13 febbraio 2012

Napolitano: ''Riforma del lavoro per accrescere la produttività''

"E' fondamentale concepire la riforma del mercato del lavoro in funzione dell'accrescimento della produttività, in Italia stagnante da troppo tempo". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nelle dichiarazioni alla stampa al termine dell'incontro al Quirinale con il presidente tedesco Christian Wullf, in visita ufficiale in Italia.

12 febbraio 2012

Cassa integrazione: dai dati di gennaio arriva il segnale di crisi per nuove imprese. Dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

Dai dati a nostra disposizione, peraltro pubblicati dallo stesso sito ufficiale dell’Inps, il totale delle ore di cassa integrazione autorizzate nel mese di dicembre è pari a 60,8 milioni da rapportare ai 55 milioni di gennaio 2012. Pertanto il raffronto tra i dati di gennaio e quelli del mese precedente segnalano un calo del 9,5% e non del 26,7%.
Ciò precisato, dunque, non si registra una diminuzione, ma un aumento della cassa integrazione ordinaria dell’1,4% seppur in un quadro di generale di diminuzione delle richieste di ore di cassa integrazione totali. Sono infatti state autorizzate 20,3 milioni di ore nel mese appena trascorso, a fronte dei 20 milioni di richieste di dicembre 2011.
Viceversa, positiva la minor richiesta di cassa straordinaria (-9,1% rispetto a dicembre) ed il costante calo, da settembre, delle richieste di cassa in deroga (- 22,8%) che potrebbero indicare sia un non allargamento del bacino delle imprese più violentemente colpite dalla crisi, sia la tenuta del sistema delle piccole imprese.
In sintesi, la complessiva flessione del 9,5% rispetto a dicembre 2011, segnala anche la sostenibilità del sistema degli ammortizzatori sociali.
Continuiamo, comunque, a ritenere necessario affiancare a doverose politiche di sostegno al reddito, vere e proprie politiche di crescita e di sviluppo.

Crisi, Napolitano: "L'Italia non è la Grecia, ma non ci sono alternative ai sacrifici"

Le condizioni imposte dall'Europa "a volte sono state impossibili, però stiamo soddisfacendo queste richieste: ciò significa affrontare grandi sacrifici, ma non ci sono alternative". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la conferenza stampa ad Helsinki, dove si è svolto un meeting informale di otto presidenti europei.
Il capo dello Stato ha quindi assicurato che ''la situazione dell'Italia è differente da quella della Grecia. Noi abbiamo accolto le domande che sono giunte dalle istituzioni europee e dai Consigli europei. L'Italia sta rispondendo", ha aggiunto Napolitano ribadendo che in Europa, per affrontare la crisi economica, serve "solidarietà" tra i Paesi, anche con "quelli che sono più in difficoltà". "Ogni singolo Paese - ha insistito - deve assumersi le proprie responsabilità".

Imprese: Cgia, banche hanno chiuso 'rubinetti' del credito


Negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti sono diminuiti dell'1,5%. A dicembre addirittura del 2,2%. Gli aumenti dei tassi di interesse sono costati alle imprese 3,7 miliardi di euro.
La stretta e' stata dovuta anche all'aumento delle insolvenze in capo alle aziende: nel 2011 hanno superato gli 80 miliardi di euro (+36% rispetto al 2010). La notizia era nell'aria da qualche mese, ma l'ufficialita' e' arrivata solo nei giorni scorsi con la presentazione del Supplemento statistico al Bollettino economico della Banca d'Italia: negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese sono diminuiti dell'1,5% e nell'ultimo mese di dicembre la contrazione e' stata addirittura del 2,2%. La denuncia viene dalla Cgia di Mestre.
''Questi dati - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - confermano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria stretta creditizia.
Le banche hanno chiuso i rubinetti del credito ed in una fase recessiva, come quella che stiamo vivendo in questo momento, corriamo il rischio che il nostro sistema produttivo, costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, collassi''. I numeri, prosegue la Cgia ''sono impietosi: se nel 2011 l'ammontare complessivo dei prestiti erogati alle imprese ha superato i 995 miliardi di euro, facendo segnare una variazione del +3% rispetto l'anno precedente, va comunque sottolineato che e' stata inferiore alla crescita dell'inflazione, che l'anno scorso e' stata del +3,3%.
Purtroppo, la situazione e' peggiorata nell'ultima parte dell'anno, dopo che il nostro spread ha cominciato a crescere a ritmi vertiginosi. Se negli ultimi tre mesi dell'anno l'erogazione e' diminuita dell'1,5%, in dicembre la contrazione e' stata del - 2,2%''.
''Oltre alla stretta creditizia - prosegue Bortolussi - nel 2011 le imprese hanno dovuto subire anche un forte aumento dei tessi di interesse che si e' tramutato in un costo aggiuntivo per l'intero sistema produttivo pari a 3,7 miliardi di euro''.
''Nel 2011 - conclude Bortolussi - le insolvenze in capo alle imprese italiane hanno toccato gli 80,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto l'anno precedente pari al + 36%. Questa situazione ha sicuramente indotto molti istituti di credito a ridurre i prestiti soprattutto a quelle realta' produttive che non erano piu' in grado di dimostrare una certa affidabilita'''.

Maltempo: mezza Italia sotto la neve. Allerta in E.Romagna e Marche

L'Italia continua a lottare contro neve e ghiaccio. Le situazioni piu' critiche si sono registrate in Emilia Romagna e Marche dove anche mezzi e soccorritori hanno avuto grandi difficolta'. Secondo la Protezione Civile il continente europeo e' interessato da una vasta struttura depressionaria che presenta due minimi relativi in quota: il primo sul Tirreno settentrionale e il secondo sui settori occidentali della Russia. Il minimo sull'area italiana manterra' in giornata ancora condizioni di maltempo su Emilia-Romagna e regioni centro-meridionali con precipitazioni a prevalente carattere nevoso. Per domani ancora neve in mattinata su Romagna, Marche ed Abruzzo, mentre sul resto del paese si assistera' a precipitazioni a carattere isolato. Tra lunedi' e martedi' ancora circolazione depressionaria sull'Italia, seppur in quadro di lento miglioramento, con precipitazioni residue su versanti tirrenici centro-meridionali e regioni del medio ed alto adriatico.
In particolare le nevicate si registrano a tutte le quote su Emilia Romagna e Marche, con apporti al suolo elevati su Appennino emiliano, Romagna e Marche settentrionali, da moderati ad elevati sulle restanti aree; sulle restanti zone del Centro, con apporti al suolo da moderati ad elevati sui settori orientali di Toscana, Umbria e Lazio e su Abruzzo e Molise, da deboli a moderati sulle restanti aree; su Piemonte occidentale e meridionale, entroterra ligure, Lombardia meridionale ed orientale, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con apporti al suolo generalmente da deboli a moderati, specie lungo i rilievi; al di sopra dei 100-300 m, con sconfinamenti fino al livello del mare, su Campania centro-settentrionale, Sardegna e sui settori settentrionali di Basilicata e Puglia, con apporti al suolo da moderati ad elevati sulle zone interne e rilievi della Campania e sulla Basilicata, da deboli a moderati altrove; al di sopra dei 200-400 m sui restanti settori di Campania, Basilicata e Puglia e sulla Calabria, con apporti al suolo da moderati ad elevati sui versanti tirrenici, moderati altrove; al di sopra dei 500-800 m sulla Sicilia, con apporti al suolo da deboli a moderati.

10 febbraio 2012

I GIOVANI? PRECARI E PRONTI AD EMIGRARE PUR DI LAVORARE/ L’INDAGINE DELLA FONDAZIONE STUDI CONSULENTI DEL LAVORO: I “MAMMONI” NON ESISTONO

Giovane, precario e pronto ad emigrare pur di lavorare. Uno sguardo alla realtà occupazionale del nostro Paese conferma questa equazione, sintomo di uno Stato non in salute. I giovani, anche quelli che restano a casa, non sono “mammoni” o “bamboccioni” ma sono costretti ad esserlo per via di un mercato del lavoro asfittico e non sorretto da percorsi accademici disallineati.
È questo il quadro che emerge da un'indagine della Fondazione Studi Consulenti del lavoro - categoria di professionisti nei cui studi sono gestiti oltre 7 milioni di rapporti di lavoro - che fotografa la realtà giovanile italiana , in questi giorni al centro dell'attenzione mediatica, dopo la battuta del Ministro Cancellieri.
"L'indagine – spiega Rosario De Luca, Presidente della Fondazione – si avvale della collaborazione di più di mille professionisti della categoria dislocati su tutto il territorio nazionale, ricchi dell'esperienza maturata nella gestione dei rapporti di lavoro e dei colloqui di lavoro normalmente svolti nell’ambito della propria attività professionale. Inoltre, vi sono le testimonianze dei datori di lavoro giornalmente assistiti. Ne emerge un quadro significativamente diverso rispetto al messaggio trasmesso in questi giorni, che quasi voleva rappresentare una debolezza voluttuaria dei “giovani” che non accedono alla professione perché attratti dalle coccole familiari".
"In realtà – prosegue – i dati obiettivi offrono una chiave di lettura profondamente distinta. Posta la precarietà, patologica, figlia della crisi e di un mercato del lavoro asfittico, non già frutto di una flessibilità dinamica e virtuosa, va detto che ben pochi elementi consentono di addossare agli stessi inoccupati la responsabilità del loro stato. Gran parte degli intervistati non pone alcun limite geografico alla ricerca della propria occupazione, ed anzi, intravede nel lavoro all’estero (88%) una migliore soddisfazione delle proprie esigenze ed aspirazioni. È così sfatata la falsa rappresentazione dei giovani italiani che non vogliono muoversi da casa (12%)".
Alla domanda "il lavoro, dove lo vorresti?", il 60% risponde "preferibilmente all’estero", il 28% "indifferente, anche all’estero", l’11% nella propria regione e l’1% nel proprio comune.
"Il problema – commenta De Luca – verosimilmente è strutturale: ciò che impedisce un livello occupazionale accettabile per un paese sano, che conduce in maniera sempre più rilevante addirittura alla resa quanto alla ricerca di una occupazione, non risiede tanto nelle scelte – giuste o sbagliate – di chi si accinge al mondo produttivo, ma piuttosto nella crescente inadeguatezza del sistema formativo: l’Università appare sempre più inadeguata a creare professionisti dotati delle competenze effettivamente richieste dalle imprese (90%) , né i percorsi formativi successivi rispondono adeguatamente alle richieste conoscenze specifiche".
Nella tabella "Gli introvabili" si dà conto delle figure di difficile reperimento nel mercato del lavoro italiano, e cioè: informatici e telematici (40,7%), idraulici ed esperti di impiantistica (36%), personale delle professioni sanitarie (36%), ingegneri meccanici (36%), cuochi in alberghi e ristoranti (33,4%), conduttori di macchine per il movimento a terra (34,8%) e, infine, camerieri e assimilati (28%).
Questo a significare che in Italia "c’è un sistema di istruzione – formazione del tutto disallineato rispetto al mondo produttivo, con una insensibilità alla domanda, che invece proviene forte, di figure tecnico-professionali da impiegare in ruoli e settori chiave".
Alla domanda sull’utilità della laurea nella ricerca del lavoro, il 60% ha risposto che è stata "utile ma non sufficiente", il 30% inutile e il 10% utile.
Emerge, spiega De Luca, "la necessità di ripensare profondamente al ruolo dell'Università, che dovrebbe essere oggetto di uno dei prossimi provvedimenti d'urgenza del Governo Monti, se veramente si ha a cuore lo sviluppo del lavoro in Italia. La presenza strutturale di settori del mondo produttivo che non riescono a trovare in Italia figure professionali specialistiche da inserire all'interno della propria organizzazione aziendale la dice lunga sull'insufficienza dell'orientamento accademico che gestito con altre logiche . Carenze che aprono la strada all'ingresso nel nostro mercato del lavoro a lavoratori stranieri che occupano i posti di lavoro che i giovani italiani non possono occupare per via del deficit formativo".
Ma cos’è che mette il freno alle nuove assunzioni? Secondo i datori di lavoro che hanno risposto all’indagine il primo fattore è il costo del lavoro (62%), segue la crisi economica (16%), i vincoli normativi come l’articolo 18 (12%), e, infine, la confusione normativa prodotta da troppe norme contrattuali (10%).
"La crisi, è evidente, c’è e rappresenta un elemento, negativo, importante per le dinamiche occupazionali, ma – commenta De Luca – è anche vero, sono ancora i dati obiettivi dell’indagine a testimoniarlo, che rappresenta solo in minima parte un motivo di inibizione per lo sviluppo dell’occupazione, da rinvenirsi soprattutto nelle ragioni appena rilevate nonché, a maggior ragione, nel costo del lavoro, che nel nostro Paese continua a rappresentare un impedimento fondamentale del perseguito aumento del tasso di occupazione. Emblematica è la risposta dei datori di lavoro sulla questione. Non c'è articolo 18, flessibilità o contratto unico che tenga: il motivo per cui non assumono (62%) è l'elevato costo del lavoro ai limiti della sostenibilità aziendale".
I dati e i grafici sono in rete sul sito www.consulentidellavoro.it.

Lavoro, Fornero: "Riforma entro marzo, lavoriamo per un accordo"

ROMA - Domani, verso le 11, il ministro del Lavoro Elsa Fornero incontrera' la leader degli Industriali Emma Marcegaglia sulla riforma del lavoro. Lo riferisce il ministro stesso a margine di una audizione alla Camera. Rispetto all'incontro di oggi con Susanna Camusso e agli altri in programma il ministro osserva: "La porta del ministro e' sempre aperta, tutti quelli che vogliono parlarmi sulla riforma del lavoro con l'agenda definita mi trovano disponibile". Riguardo alla convocazione ufficiale del tavolo Fornero indica nell'inizio della prossima settimana la data probabile: "Quando avremo qualcosa di piu' concreto, quando saremo piu' pronti ci vedremo tutti insieme".
RIFORMA ENTRO MARZO - La riforma del mercato del lavoro sara' varata entro marzo. A chi le chiede se si fara' anche senza accordo con le parti, il ministro risponde: "Noi lavoriamo per l'accordo. Sappiamo che e' importante avere l'accordo". Ma il sentiero e' stretto? "E' un bel sentiero largo", risponde Fornero. "Sappiamo bene che abbiamo vincoli di risorse che sono drammatici, enormi. Non solo per questo capitolo, ma per tutti i temi della spesa pubblica". Il ministro ricorda che l'Italia ha "il debito e un piano di restituzione molto impegnativo". Insomma, osserva, "non abbiamo risorse aggiuntive, ma almeno abbiamo evitato il depauperamento. Abbiamo arginato le perdite e questo non e' un motivo di grande soddisfazione ma almeno e' un risultato abbastanza importante".
"MIA FIGLIA E' IN GRADO DI DIFENDERSI DA SOLA e ne ha tutti i mezzi". Cosi' il ministro Elsa Fornero risponde ai cronisti che alla Camera la interpellano sulla polemica legata a sua figlia che lavora nella stessa universita' di sua mamma e di sua papa'.

Immigrati: Cgil-Cisl-Uil, rivedere tassa su permesso di soggiorno

Cgil, Cisl e UIL, chiedono ''una decisa revisione della soprattassa sul permesso di soggiorno e della sua finalizzazione e chiedono al Governo di avviare da subito un confronto serio con le Parti Sociali per trovare soluzioni condivise, ragionevoli, equilibrate ed eque al fenomeno dell'immigrazione, per evitare cosi' situazioni di disagio diffuso a quanti, lavoratori e famiglie, presenti onestamente sul nostro territorio, contribuiscono al benessere economico e sociale del Paese''.
Secondo i sindacati ''con l'introduzione della soprattassa si richiede alle famiglie immigrate un sforzo economico oneroso e insostenibile. La soprattassa, non tiene conto delle difficolta' di coloro che hanno perso il lavoro o che sono in cerca di occupazione cosi' come non tiene in considerazione la composizione ed il reddito del nucleo familiare degli immigrati. E' inoltre iniquo che gli immigrati debbano pagare di piu' un servizio che lo Stato non riesce a fornire nei tempi di legge previsti''.
Per questo Cgil, Cisl e Uil, ''sono in mobilitazione oggi e nei prossimi giorni, per dare voce a chi e' chiamato a pagare un costo sociale iniquo e per ribadire la necessita' di affrontare attraverso strumenti organici, l'implementazione di politiche di integrazione degli immigrati e delle loro famiglie che sono presenti sul nostro territorio e che come tutti i cittadini, hanno dei doveri, ma anche dei diritti che vanno rispettati''.

Lavoro: Monti, ridurre gap tra Italia e paesi nordici

Il terzo grande pilastro dell'azione di governo, oltre alla disciplina di bilancio e alle liberalizzazioni, "e' la riforma del lavoro sulla quale". Lo evidenzia il premier Mario Monti, intervenendo al Peterson Institute for International Economics. "Non si poteva procedere con decreto e ci sono attualmente dei negoziati in corso, orientati a ridurre la segmentazione del mercato, la distanza tra chi e' dentro e chi e' fuori e a cambiare alcuni meccanismi anche in termini di flexsecurity che riducano le distanze tra il nostro paese e quelli nordeuropei", spiega il presidente del Consiglio

DAL 28 FEBBRAIO A ROMA LA PRIMA PLENARIA DEL 2012 DEL CGIE

Convocata dal segretario generale Elio Carozza, inizierà il 28 febbraio alla Farnesina la prima assemblea plenaria del 2012 del Cgie. I lavori, che proseguiranno fino a giovedì 1, inizieranno con la commemorazione del Ministro Mirko Tremaglia, scomparso il 30 dicembre scorso.
Questo l’ordine del giorno: Relazione del Governo; Relazione del Comitato di Presidenza; Indirizzo di saluto dei capi delegazione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica; Interventi dei vice segretari generali e dei presidenti delle Commissioni tematiche; Elezioni Comites e CGIE: anagrafe, calendario, informazione e procedure; Istituti di rappresentanza degli Italiani all’Estero: ruolo e funzioni; Lingua e cultura: reperimento di risorse straordinarie per evitare la chiusura dei corsi e riforma delle politiche d’intervento in materia; Rete consolare: sospensioni delle chiusure e apertura del confronto per assicurare una equilibrata presenza nei territori; Politiche sociali: ripristino delle risorse per gli italiani che vivono all’estero in condizioni di indigenza, indebiti INPS, certificazione esistenza in vita, ICI, Convenzioni internazionali di previdenza sociale; Giovani Italiani all’estero e nuove emigrazioni: seguito Prima Conferenza mondiale; Intervento straordinario per la tutela di Rai Internazionale e per la stampa italiana all’estero; Varie ed eventuali.

8 febbraio 2012

Crisi: Eurostat, 23,4% europei a rischio poverta', italiani 24,5%

Nel 2010 il 23,4% della popolazione europea, pari a 115 milioni di persone, era a rischio poverta' o esclusione sociale. Gli italiani nelle stesse condizioni erano invece circa 14,7 milioni, pari al 24,5% della popolazione. Sono i dati diffusi oggi da Eurostat, l'Ufficio statistico dell'Unione europea. La fascia di popolazione Ue piu' colpita e' quella dei bambini e in generale dei minorenni, dove erano a rischio il 26,9% (in Italia il 28,9%).

Legge elettorale, Pdl-Pd: sì a riforma, cittadini tornino a scegliere rappresentanti

Alle prossime elezioni i cittadini devono poter tornare a scegliere i loro rappresentanti. Su questo Pdl e Pd hanno raggiunto un'intesa al termine del primo round di incontri, oggi è stata la volta di Pd e Lega mentre domani toccherà al Terzo Polo, per una riforma dell'attuale legge elettorale, meglio nota come 'Porcellum'. Basta con i nominati, insomma. Ma come, in che modo, con quale sistema elettorale: tutto questo resta sullo sfondo. Compresa la reale volontà di superare il Porcellum da parte del Pdl.Per quanto attiene alla legge elettorale -si legge in una nota congiunta di Pdl e Pd- si è convenuto sulla necessità di cambiare l'attuale sistema elettorale restituendo ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti". "Il nuovo sistema elettorale -si sottolinea- dovrà evitare la frantumazione della rappresentanza parlamentare e mantenere un impianto tendenzialmente bipolare".
Prima dell'incontro con il Pd, c'era stato il faccia a faccia tra Pdl e Lega. A fare il punto sull'esito degli incontri il coordinatore Ignazio La Russa che annuncia la nuova linea del partito: ''Una cosa è certa il Pdl non vuole più un Parlamento di soli nominati'' . Per il resto la Lega ''è per modificare l'attuale legge elettorale ed è contraria all'introduzione delle preferenze, mentre il Pd ne vuole una nuova". Con il Carroccio, aggiunge, ''abbiamo individuato i punti critici del Porcellum ma non abbiamo indicato i rimedi''.
A ''fare chiarezza'' sulla posizione leghista ci pensa Roberto Calderoli , 'padre' dell'attuale 'Porcellum'. ''Si sentono troppe chiacchiere in libertà sulla legge elettorale: la Lega è categorica in proposito nel ribadire che prima si riduce il numero dei parlamentari e poi si affronta la materia elettorale. Non vorrei dover pensare che il dibattito sulla legge elettorale serva soltanto ad evitare la riduzione del numero dei parlamentari''.
Un altolà arriva da Antonio Di Pietro che mette in guardia da quelli che bolla come ''pericolosi'' ''incontri nei sottoscala'', richiamando le forze politiche a un confronto nelle sedi competenti, ovvero le commissioni parlamentari. "Noi dell'Idv - attacca - riteniamo oscuri e pericolosi per la democrazia questi incontri da sottoscala e non alla luce del sole. La modifica della legge elettorale va fatta all'interno della commissione competente, in sede pubblica e in modo trasparente. Questa idea che ci si mette d'accordo prima fra partiti e poi andare a fare una legge, non è nell'interesse dei cittadini, ma dei partiti che la fanno, a me pare che contenga in sé gli estremi di una scelta antidemocratica e pericolosa". Anzi ci sembra ''un'idea da prima Repubblica''.
''Se sono rose fioriranno'', commenta in serata Pierluigi Bersani, ospite di 'Otto e mezzo'. Certamente oggi c'è stato ''un incontro positivo, anche perché fino a ieri Berlusconi e Bossi dicevano di voler andare avanti con questa legge".
"Oggi -aggiunge il segretario del Pd- è stata manifestata l'esigenza comune di andare a una legge elettorale che dia lo scettro in mano a cittadini". Con le preferenze? "Le preferenze non mi piacciono, servono i collegi e un impianto bipolare seppur flessibile, evitare l'eccesso di frammentazione e che i cittadini scelgano i parlamentari".
Poi una replica ai 'sottoscala' citati da Di Pietro. "Lontano dai riflettori, noi è da un po' di tempo che facciamo incontri, anche con l'Idv, sulla legge elettorale. Non ci sono sottoscala. Se si vuole fare una legge elettorale bisogna parlarsi tra tutti".

PENSIONI ITALIANE ALL’ESTERO: IL MINISTRO TERZI INCONTRA IL PRESIDENTE INPS MASTRAPASQUA

Discutere di previdenza italiana all’estero, anche alla luce di un possibile accordo Mae-Inps per definire le questioni di maggior rilievo. Di questo hanno parlato ieri alla Farnesina il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e il Presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua.
Durante l’incontro, Terzi e Mastrapasqua hanno approfondito i possibili termini di una rinnovata e "sempre più efficace" collaborazione fra INPS e Farnesina, con particolare attenzione al settore dei servizi ai connazionali all'estero e dell'assistenza alle imprese straniere che investono in Italia.
Sui servizi consolari, Terzi - che nell'incontro era assistito dal suo Consigliere per gli Affari Economici, Onorevole Alessandro Ruben - ha indicato, quali ambiti di prioritario intervento, la semplificazione delle procedure, la verifica delle pratiche pensionistiche e l’informatizzazione.
Al contempo, il capo della diplomazia italiana ed il responsabile dell’Ente previdenziale hanno concordato sull’esigenza di favorire l’intensificarsi degli investimenti esteri diretti in Italia anche attraverso un ruolo più attivo dello stesso INPS nell’illustrare regole e procedure previdenziali italiane alle imprese straniere che intendono investire nel nostro Paese.
Terzi e Mastrapasqua hanno anche convenuto sull’opportunità di esplorare, al livello tecnico, la messa a punto di un possibile Accordo fra Ministero degli Esteri e INPS, volto a definire le questioni di maggiore rilievo in materia di pensioni con contributi italiani ed esteri, quali la verifica dell’esistenza in vita del pensionato e della sua residenza estero, e l’erogazione della pensione all’estero. Durante il colloquio si è infine parlato degli Accordi bilaterali sui regimi pensionistici

7 febbraio 2012

Unipol, Berlusconi a processo: e' il quarto

Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio dal gup Maria Grazia Domanico per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte legata alla tentata scalata a Bnl da parte di Unipol. Quello che si aprirà è il quarto processo a Milano per l'ex premier. Il processo a Silvio Berlusconi si aprirà davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano il prossimo 15 marzo. Gli altri tre processi in cui l'ex premier è imputato sono quelli sul caso Mills, sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset e quello sulla vicenda Ruby.
Berlusconi, difendendosi dall'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio, ha detto di non aver mai ''ascoltato'' l'intercettazione tra l'allora leader dei Ds Piero Fassino e l'ex numero uno di Unipol Giovanni Consorte, ''altrimenti me la sarei ricordata''.
Da quanto si e' saputo, Berlusconi davanti al gup Maria Grazia Domanico, ha spiegato di non ricordare di aver mai ascoltato quel 'nastro' con l' intercettazione Fassino-Consorte, ''altrimenti me lo sarei ricordato''. L'ex premier, inoltre, sempre stando a quanto e' filtrato, ha anche chiarito di non essersi assopito quella sera del 24 dicembre 2005, quando, secondo l'accusa, gli imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli si recarono ad Arcore per far ascoltare l'intercettazione, che poi venne pubblicata sul Giornale il 31 dicembre 2005. In un interrogatorio, invece, uno degli indagati aveva raccontato che Berlusconi si era addormentato quella sera.
Berlusconi e' imputato per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, perche', stando a quanto stabilito dal gup Stefania Donadeo nei mesi scorsi, che ha formulato l'imputazione coatta, sarebbe stato consapevole che l'intercettazione era stata trafugata quando esisteva solo come file agli atti dell'indagine sulla tentata scalata alla Bnl. Sempre secondo il gup, l'ex premier ascolto' quella conversazione e dimostro' gratitudine verso i due imprenditori e acconsenti' che il fratello Paolo Berlusconi (e' a processo per questa vicenda) ''completasse il regalo ricevuto'' pubblicando la notizia. Il pm di Milano, Maurizio Romanelli, dopo un' iniziale richiesta di archiviazione in fase di indagini, in udienza ha chiesto il rinvio a giudizio del leader del Pdl, mentre la difesa ha sollevato una serie di eccezioni, tra cui quella di competenza territoriale, chiedendo di mandare gli atti a Monza.
Silvio Berlusconi non ha negato di aver ricevuto ad Arcore due imprenditori che il 24 dicembre del 2005 sono stati accompagnati a Villa San Martino dal fratello Paolo per fargli ascoltare, secondo l'accusa, il file audio dell'intercettazione Fassino-Consorte. ''Ricevo tanta gente'' avrebbe aggiunto l'ex premier interrogato oggi durante l'udienza preliminare nel corso della quale ha pero' affermato di non aver mai sentito la conversazione al centro della vicenda, poi pubblicata qualche giorno dopo su 'Il Giornale'.

Bankitalia: riserve ufficiali salgono a gennaio a 142 miliardi

A gennaio, le riserve ufficiali della Banca d'Italia sono ammontate a 142 miliardi di euro, in aumento rispetto i 133,9 di dicembre 2011. Lo rende noto la Banca d'Italia che mette in luce come le riserve in valuta estera siano stabili a 26,2 miliardi mentre quelle in oro sono aumentate da 95,9 a 104,3 miliardi di euro grazie a rivalutazioni per oltre 8 miliardi.

L.elettorale: oggi il Pdl incontra Lega e Pd, rispunta modello tedesco

Riflettori puntati sulla riforma della legge elettorale, matassa che spetta ai partiti e non al governo sbrogliare come ha chiarito piu' volte il premier Mario Monti. Da oggi il Pdl prova a sondare gli umori delle altre forze politiche su come cambiare l'attuale legge elettorale che piace a pochi per l'assenza di preferenze a disposizione del singolo elettore.
Si inizia con gli incontri con Lega (ieri sera hanno cenato insieme Silvio Berlusconi e Umberto Bossi) e Pd. Il primo si terra' in mattinata, il secondo nel pomeriggio. Il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, Donato Bruno presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio e Gaetano Qualiariello, vice capogruppo del Pdl al Senato, hanno intenzione piu' di ascoltare che di proporre.
A guidare la delegazione del Pd sara' Luciano Violante, responsabile per le riforme istituzionali del suo partito, che ha voluto subito chiarire come sia necessario allargare il dialogo con tutti ''perche' le riforme si fanno col maggior numero di forze politiche possibili''. Con lui ci saranno i rappresentanti dei gruppi parlamentari del Pd, probabilmente Gianclaudio Bressa per la Camera e il vice capogruppo al Senato Luigi Zanda. Violante partecipera' mercoledi' anche al convegno promosso dalla Fondazione Italia Protagonista (gli ex An del Pdl) proprio sulla riforma elettorale.
Domani il Pdl ha in calendario gli incontri con Terzo Polo e Sel. Giovedi' tocchera' a La Destra, Grande Sud, Rifondazione comunista e Idv. L'iniziativa del Pdl nasce su impulso di Silvio Berlusconi che in una intervista al quotidiano ''Libero'' ha auspicato una legge elettorale che salvaguardi il bipolarismo ed eviti un eccesso di frammentazione elevando la percentuale di voti necessari per entrare alla Camera (attualmente e' il 4%).
Sollecitazioni ripetute a riformare le norme elettorali vigenti sono venute negli ultimi mesi dal presidente Giorgio Napolitano che individua in questa necessaria correzione legislativa un possibile elemento della piu' volte auspicata riforma della politica. Da qui anche l'auspicio di Renato Schifani, presidente del Senato, e di Gianfranco Fini, presidente della Camera, a fare presto e bene. In caso di accordo tra i partiti, spettera' decidere a loro se l'iter della riforma dovra' avere una corsia preferenziale a Palazzo Madama o a Montecitorio.
Il Pdl preferirebbe che alla riforma elettorale fossero collegate altre riforme istituzionali (riduzione del numero dei parlamentari, fine del cosiddetto bicameralismo perfetto, poteri dell'esecutivo). Il Pd parte dalla sua proposta di riforma elettorale (doppio turno di collegio, 70% di seggi assegnati con sistema maggioritario e il 30% con il proporzionale) ma non ha preclusioni su altre ipotesi.
Violante, in una intervista a ''La Stampa'', ha tenuto a sottolineare che ''il Pdl ha rinunciato al premio di maggioranza e noi abbiamo rinunciato al doppio turno di collegio, ci si orienta verso un sistema simile al tedesco''.
Quest'ultima ipotesi piace molto al Terzo polo che a iniziare dall'Udc ha sempre caldeggiato il superamento del bipolarismo e una quota di parlamentari eletti con metodo proporzionale.
Tradizionalmente scettico sul modello tedesco e' il Pdl che non vorrebbe rinunciare del tutto a un meccanismo elettorale che favorisca il bipolarismo.
Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, mette un paletto al confronto: ''Non siamo disposti a escludere il Terzo polo da un eventuale accordo. Serve una intesa larga.
Alla trattativa devono partecipare tutti, compresi Idv e Lega''. E' d'accordo Italo Bocchino, vicepresidente di Fli: ''Le fughe in avanti servono solo a inasprire il clima''.
In prospettiva c'e' un altro problema all'orizzonte.
Mentre Pier Luigi Bersani, in una intervista al ''Corriere della Sera'', fa coincidere la fine del governissimo guidato da Monti con la scadenza naturale della legislatura, non la pensa cosi' Pier Ferdinando Casini. Il leader dell' Udc fa balenare lo scenario di una grande coalizione. Ha spiegato ieri sera, intervenendo nella trasmissione ''Otto e mezzo'' su La7: ''Chi pensa che Monti possa risolvere i problemi in un anno e mezzo vive sulla luna. Questa tipologia di governo di armistizio deve durare 4-5 anni''.
Casini e' ottimista sulla possibilita' di riformare la legge elettorale: ''Bene Berlusconi, finalmente ha cambiato giudizio sul Pd. Bisogna collaborare. Finalmente pensa di non avere a che fare con i comunisti, con il nemico, e che e' importante lavorare insieme. Io sono d'accordo con Berlusconi: ci vuole una soglia di sbarramento molto alta. Va bene anche perche' sono convinto che mi presentero' alle elezioni con un partito che avra' la maggioranza relativa''.

LAVORO: ANGELETTI, LEGGE LICENZIAMENTO PER MOTIVI ECONOMICI E PRECEDENZA CAUSE CON GIUDICE LAVORO, ANCHE CGIL NE DISCUTEREBBE

''Sono disposto a dire si' ad una legge che dica esplicitamente - fatte salve le ragioni discriminatorie - quando il licenziamento e' consentito per motivi economici''. Lo afferma il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, in un'intervista alla Stampa, in cui si dice convinto che questa proposta sara' ancora piu' accettabile dal governo ''se verra' accompagnata da una norma che crea una corsia preferenziale per le cause di licenziamento di fronte al giudice del lavoro''. In questa formulazione, secondo Angeletti, anche ''la Cgil sara' disposta a discutere''. In caso contrario, il segretario della Uil sottolinea che non ci sara' una divisione dei sindacati sul tema della riforma del lavoro, ''su terreni come questi non si puo' - aggiunge riferendosi al sindacato guidato da Susanna Camusso - Su temi come questi non possiamo andare allo strappo con loro''. In cambio di un'apertura sull'art. 18, Angeletti valuta positivamente una proroga della riforma degli ammortizzatori sociali. ''Chiamiamola moratoria, per un periodo che speriamo sia il piu' breve possibile - sottolinea - Un anno, al massimo un anno e mezzo'', mentre sulla possibilita' di introdurre una norma che nega la cassa integrazione a chi rifiutasse un nuovo lavoro: ''non saremmo noi a dire no'', precisa.

5 febbraio 2012

Gas: record consumo in Italia,e'allerta

Il consumo di Gas ha raggiunto in Italia i 385 milioni di metri cubi e domani, con l'apertura delle industrie, tocchera' il record assoluto di 440 milioni di metri cubi consumati, livello mai raggiunto in passato. Lo rende noto il ministero dello Sviluppo che parla di ''allerta per il picco eccezionale'' e annuncia che si stanno ''valutando ulteriori misure'' che non riguarderanno pero' le utenze domestiche.

Lavoro: 47% giovani occupati 'a tempo'

I giovani (15-24 anni), risultati dipendenti a tempo determinato sono pari al 46,7% del totale dei dipendenti occupati in quella stessa fascia d'eta'. E' quanto emerge da elaborazioni su dati Istat relativi alla media annua del 2010. Prendendo in considerazione i dipendenti over 35, solo l'8% di questi e' figurato come a tempo determinato.

Maltempo: al nord mai cosi' freddo da 50 anni, nuova ondata entro 10/2

''La neve e' finita a Roma ma prosegue sulle regioni Adriatiche nelle prossime 72 ore. In particolare saranno Romagna, Marche, Abruzzo le regioni piu' colpite, con nevicate quasi ininterrotte fin sulla costa. Se per domenica si trattera' di accumuli di 10cm circa, tra lunedi' e martedi' ci attendiamo una intensificazione delle nevicate, con altri 30-50cm di neve fresca. La neve cadra' ancora anche su Emilia, Romagna con qualche fiocco fin sul Veneto. Il maltempo continuera' a imperversare al sud, dove la neve cadra' in pianura sulla Campania interna e il Gargano, altrove a quote collinari''. Sono le previsioni meteo del meteorologo di 3bmeteo.com, Sergio Brivio.
Molto probabilmente, aggiunge, ''la neve tornera' ancora anche al nord. Tra Lunedi' notte e Martedi' nevicate si porteranno dalla Romagna verso Emilia e basse pianure di Veneto, Lombardia, Piemonte. Accumuli di altri 20cm tra Bologna e Forli'. Ma sara' da Giovedi' che un nuovo nucleo gelido potrebbe invadere il nord, portando una nevicata copiosa su tutte le Regioni''. Sul fronte delle temperature non ha mai fatto cosi' freddo in febbraio da 50 anni: ''Anche nelle prossime ore si segneranno valori di temperatura a tratti record al nord. In particolare gia' nella notte scorsa a Milano (stazione di Malpensa) e' stato superato il precedente record per febbraio, con -16 gradi, cosi pure a Piacenza, con -15 gradi. E nei prossimi giorni potranno cadere altri record, come Torino e Bologna''.
Infine, ''con buona probabilita', il freddo siberiano ci terra' compagnia per gran parte del mese di Febbraio''.
Secondo Brivio, infatti, ''l'anticiclone russo continuera' a sospingere nuclei gelidi dall'est Europa verso l'Italia, dove le temperature continueranno a rimanere di 5-8 gradi sotto le medie del periodo''.

Lega Nord-Pdl: Bossi, se Berlusconi si ritira risolto il problema

''Non so cosa faranno, ma se Berlusconi si ritira e' risolto il problema''. Cosi' Umberto Bossi, leader della Lega Nord, alla domanda se ci sara' un riavvicinamento tra il Carroccio e il Pdl di Alfano. Bossi e' a Sarego, in provincia di Vicenza, dove si tiene il Parlamento del Nord. ''Se non c'e' piu' Berlusconi - spiega -, anche noi dovremo renderci conto della necessita' di trovare un'altra strada. Meglio, cosi' diventeremo il partito di maggioranza assoluta del Nord. Il primo obiettivo e' sempre stato questo. Tra il dire ed il fare, fino ad esso e' sempre stato impossibile''.
Ad una successiva domanda, sempre sull'alleanza tra la Lega Nord ed il Pdl di Alfano, ha comunque aggiunto: ''Non lo so, penso che sia lontano''. E alla curiosita' dei giornalisti se sente spesso Berlusconi, Bossi ha specificato: ''Ogni tanto''.

Berlusconi al Financial Times: "Non correrò più come premier, c'è Alfano"

Silvio Berlusconi ha dichiarato che e' pronto a 'farsi da parte', ad abbandonare la politica in prima linea, rivelando di non avere intenzione di candidarsi ancora come primo ministro". E' quanto si legge in un articolo pubblicato sul sito del Financial Times, frutto di un'intervista all'ex premier e leader Pdl.
Nell'articolo, firmato da due cronisti del giornale finanziario inglese, si legge che "comunque Berlusconi, un magnate miliardario dei media, ha mostrato di non avere alcuna intenzione di abbandonare del tutto la politica, spiegando di volere restare influente ma dietro le scene come il 'padre fondatore' del partito. Ha anche detto che potrebbe ricandidarsi al Parlamento, sostenendo di avere sondaggi che gli danno un gradimento maggiore di quelli di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel".
Il Financial Times riporta una frase di Berlusconi: "Mi sono fatto da parte, anche nel mio partito" e poi spiega: "Berlusconi ha sottolineato come le sue tre vittorie elettorali dal 1994 lo abbiano gia' fatto il piu' longevo primo ministro italiano del dopoguerra. Spero che questo governo, che per la prima volta ha il sostegno di tutto il Parlamento, avra' la possibilita' di proporre grandi riforme strutturali, partendo dall'architettura istituzionale, senza la quale non possiamo pensare di avere un Paese moderno, democratico e veramente libero".
"SONO ANCORA UN PERICOLO PUBBLICO" - Il bunga bunga? Semplice "scalpore fomentato dai media". Le sue dimissioni? Fatte per "responsabilita'" e con "eleganza". Dopo tante polemiche con i media stranieri, Silvio Berlusconi concede un'intervista al Financial Times, l'autorevole quotidiano finanziario di Londra. In una lunga intervista, dove i virgolettati attribuiti all'ex premier sono pochi, Berlusconi si mostra "pimpante" e si dice "ancora giovane" a 75 anni, arrivando a mostrare ai cronisti del foglio inglese "un livido che dice di essersi fatto giocando a hockey su ghiaccio con Vladimir Putin". Non nasconde il suo "odio" verso i magistrati "di sinistra", ma si dice "sereno" riguardo ai processi in cui e' ancora coinvolto. Poi, assicura: "Ho ancora un forte sostegno popolare, quasi il doppio dei mie colleghi Merkel e Sarkozy. I sondaggi mi danno un gradimento del 36%. Se cammino per strada fermo il traffico. Sono un pericolo pubblico e non posso nemmeno uscire a fare shopping".

Bersani: "Il governo durerà fino al 2013. Noi leali, ma no a prese in giro"

''Il governo Monti durera' fino al 2013, per noi almeno''. Pierluigi Bersani assicura lealtà al governo Monti ma non nasconde le critiche per alcuni provvedimenti che, afferma, sono stati approvati ''con il meccanismo di vecchia maggioranza, anche contro le indicazioni del governo stesso: questo e' un problema. Noi siamo leali, sosteniamo il governo, ma non ci lasciamo prendere in giro''. Bersani segnala in particolare "alcuni fatti: un colpo di mano sulle nomine Rai, una norma anti-magistrati e degli emendamenti al Senato sulle liberalizzazioni". Il leader del Pd lancia poi un monito sulla riforma del lavoro: "Noi come Pd le nostre proposte le abbiamo consegnate al Parlamento e a quel tavolo vigileremo su quel che accade e nessuno interferisca, tutti quanti debbono sottolineare che non abbiamo bisogno di tensioni, divisioni, di fasi di rottura in un anno difficilissimo".
A stretto giro arriva la replica del capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto. ''Bersani parla come se avesse vinto le elezioni e se questo governo fosse di sua proprieta'. Capiremo nei prossimi giorni il senso reale di questa inusitata offensiva. Allo stato attuale delle cose ci sembra evidente che si tratta di un fuoco di sbarramento nei confronti della impostazione e della realizzazione di parti del programma di governo'''.
A difendere l'intervento del leader democratico interviene infine Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. "Le parole di Pier Luigi Bersani sul sostegno al governo Monti non possono essere in alcun modo essere giudicate arroganti. La situazione del Paese e' delicata e quelle forze che hanno deciso di sostenere il governo Monti, insieme con equilibrio e attenzione, mettendo da parte la propaganda e i meri interessi di parte, devono agire con responsabilita'''. L'intervento di Bersani, sottolinea ancora Finocchiaro, era "un appello alla responsabilita' dei comportamenti. Non e' dovere solo di qualcuno, pur nelle legittima difesa delle proprie posizioni, la sostenibilita' di questo quadro poltico".