31 gennaio 2010

Assemblea Uim Abruzzo: assistenza agli abruzzesi nel mondo e servizi ai nuovi migranti tra i progetti per il futuro

PESCARA - Si è svolta a Pescara il 28 gennaio l’assemblea dell’Unione Italiani nel Mondo dell’ Abruzzo. Tra i partecipanti, in rappresentanza della Uil Abruzzo il segretario generale Roberto Campo, che – riferisce una nota Uim - riconosce alla Uim regionale “un elemento in più di politica estera a disposizione della regione Abruzzo che ha in programma un gemellaggio tra l’Università de L’Aquila e quella di Detroit per rilanciare l’insegnamento della lingua e cultura italiana da parte dei nostri docenti negli Stati Uniti”.
A presiedere l’assemblea Germana Temporin, presidente dell’associazione che ha delineato il programma di interventi per il prossimo futuro, tra questi quello di “realizzare con l’aiuto di Giuseppe Carosi, membro del Cram, un servizio di assistenza sugli indennizzi per gli immobili colpiti dal terremoto di proprietà degli abruzzesi residenti all’estero”. Tra gli esponenti della Uil, il segretario generale della Uil Cpo Abruzzo, Maurizio Sacchetta che ha promosso una collaborazione con la Uim “per offrire servizi di orientamento ai molti giovani che dall’Abruzzo emigrano”.
In rappresentanza delle realtà territoriali è intervenuto Luciano Fragasso, presidente della Uim Chieti che insieme alla compagnia di Teatro “Renato Bevilacqua”, inizierà “un progetto che vedrà coinvolti ragazzi stranieri ed italiani realizzare un spettacolo per combattere il razzismo”.
Ha presenziato ai lavori una delegazione della Uim composta da Alberto Sera e Gabriele Di Mascio. Ha concluso l’assemblea, Alberto Sera, segretario generale della Uim. “Sempre più professionisti – ha detto Sera - si spostano quotidianamente nel mondo, in un sistema di mobilità che vede sempre di più l’Europa protagonista del domani; la Uim deve adattarsi alle nuove esigenze dei nuovi lavoratori in mobilità”.

Rapporto Eurispes: immigrati, per il 64,7% degli italiani aumentano la criminalità

ROMA - Gli immigrati? Sono un po' troppi e la loro presenza massiccia in Italia aumenta la criminalità. Ecco come la pensano gli italiani, intervistati dall'Eurispes, sulla questione immigrazione per il Rapporto Italia 2010. Lo studio parla di una convivenza fatta di luci e ombre. Il 64,7% dei nostri concittadini, infatti, ritiene che gli immigrati aumentino la criminalità, il 46,1% pensa che un atteggiamento di diffidenza nei loro confronti sia giustificabile, seppur solo in alcuni casi (il 22,8% lo reputa pericoloso, il 17,7% riprovevole). L'86,4% è dell'idea che svolgano i lavori che nessun altro ormai vuole fare, ma quasi un italiano su quattro (il 24,8%) è convinto che gli stranieri rubino il lavoro ai cittadini del Belpaese. A quest'ultima opinione si affianca quella del 60,4% di italiani secondo i quali i migranti aiutano la crescita del Paese, mentre per il 59,1% permettono l'arricchimento culturale. La convinzione che gli immigrati tolgano il lavoro agli italiani risulta tanto più diffusa quanto più a destra si collocano gli intervistati: si passa dal 17,3% dei soggetti di sinistra al 33,3% di quelli di destra.
Gli immigrati aumentano la criminalità per il 51,2% del campione orientato a sinistra e per il 75% di quello di destra e centro-destra. In totale, il 58,8% degli italiani pensa che si sia raggiunto il limite: la capacità ricettiva del Paese è stata superata (lo pensa anche il 53,4% degli elettori del centro-sinistra). Per quanto concerne il diritto di voto, quasi la metà dei cittadini (49,1%), ritiene che gli stranieri regolarmente residenti, ma privi di cittadinanza, non debbano votare alle elezioni italiane. Un occhio di riguardo in più c'è per i bambini: il 60,3% degli intervistati ritiene che può essere cittadino italiano anche chi è nato in Italia da genitori stranieri.

Ricerca: terremoti, esperimento Italia: 'super tornio' studia le rocce

ROMA - Sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia- Ingv è da poco visibile un esperimento spettacolare: un sofisticato apparato simile a un tornio, costruito in Italia, imprime una rotazione ad alta velocità (3mila giri al minuto) ad un cilindro di roccia di qualche centimetro di diametro. Il cilindro è inoltre sottoposto alle pressioni che si trovano a qualche chilometro di profondità nella crosta terrestre. In una frazione di secondo, l'apparato scarica sul campione una grande potenza, pari a quella consumata da 100 appartamenti. Il risultato non è la banale frammentazione e disgregazione della roccia che noi ci aspetteremmo, ma addirittura la sua fusione istantanea in lava incandescente. Questo apparato sperimentale chiamato 'Shiva', dalle iniziali di 'Slow to high velocity apparatus' (ma è anche il dio distruttore della religione Indù), è da poco entrato in funzione nei laboratori del gruppo di Roma 1 (sezione di sismologia e tettonofisica) dell'Ingv in via di Vigna Murata a Roma e "rappresenta attualmente la più potente macchina al mondo per effettuare esperimenti di frammentazione delle rocce utili a capire i processi meccanici che precedono e accompagnano lo scatenarsi dei più violenti terremoti della Terra".
Shiva è "uno dei pilastri di un progetto di più ampio respiro, finanziato dalla Unione Europea, che comprende rilevamenti geologici, o studi di terreno, come diciamo noi geologi- aggiunge l'esperto- e altri studi ancora (mineralogici, geochimici, eccetera)". L'idea del progetto è di "offrire un'informazione complementare a quella che otteniamo dall'analisi delle onde sismiche (i tracciati sismici)".

30 gennaio 2010

Green Economy una alternativa alla disoccupazione: crescita delle professioni ambientali, 8 su 10 al lavoro dopo l'eco-master

ROMA - Ambiente? Sì, grazie. Soprattutto se si cerca un lavoro o ci si vuole costruire un futuro. Appena un anno dopo il completamento di un master o di un percorso formativo negli eco-settori, infatti, l'80,6% delle persone coinvolte risulta essere occupato. E' questo il dato che emerge dalla ricerca condotta dall'Isfol (Progetto Ambiente) relativa alle ricadute sul versante dell'occupazione della formazione ambientale. Il dato diventa ancora più significativo se lo si studia nel dettaglio: l'80% di chi ha trovato lavoro, dopo il percorso formativo, non ha atteso più di sei mesi dalla sua conclusione; inoltre, l'occupazione trovata è di alto profilo e in buona misura coerente con la formazione realizzata.
Circa il 58% degli occupati ha raggiunto l'obiettivo di far coincidere il proprio percorso di studi con le aspirazioni professionali e il lavoro svolto. Il 68% degli occupati ha trovato una collocazione rispondente al livello formativo acquisito: il 31% circa ha un lavoro nell'ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, il 31,7% svolge professioni di tipo tecnico ed il 5,2% è collocato nelle posizioni di legislatore, dirigente, imprenditore. A dare maggiori garanzie di successo per quanto concerne la collocazione lavorativa sono i master ambientali di II livello, con l'85% di occupati, seguono i master privati con l'83%.
La formazione ambientale è diffusa ampiamente su tutto il territorio nazionale. Ogni anno vengono realizzati mediamente circa 2000 corsi da più di 500 enti pubblici e privati (scuole, enti di formazione, università, consorzi, associazioni, imprese, etc.). Significativi i dati su la partecipazione media annuale stimata tra le 50.000 e le 55.000 persone. Un importante aumento dell'attività formativa programmata si registra nel Mezzogiorno che segna un incremento del 29,9% nell'anno accademico 2007-2008.
Altro dato interessante è quello legato all'età degli occupati in relazione alla variabile sessuale: solo il 25% delle donne (contro il 49% degli uomini) ha più di 45 anni. Ma la componente femminile del mercato del lavoro ambientale non è solo la più giovane è anche la più qualificata. L'87% delle donne impegnate ha livelli di scolarità medio-alti, contro appena il 54,6% degli uomini. Questo spiega il perché il 61,7% delle donne (contro il 32,2% degli uomini) occupi posizioni di livello medio-alto in professioni intermedie di tipo tecnico.

Una terapia d'urto per il lavoro. Dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale Uil

Ormai i dati sul calo dell’occupazione non fanno più notizia essendo diventati la “norma” e non l’eccezione ed indicano che sia la ripresa economica che quella occupazionale, non sono alle nostre spalle. Il 2010 sul versante del lavoro fa presagire un ulteriore anno nero, le cui avvisaglie sono già state annunciate, a partire dal ricorso alla cassa integrazione per gli oltre 30 Mila lavoratori della Fiat, cui si sommeranno certamente altrettante decine di migliaia di lavoratori dell’indotto.
Se nell’anno appena passato, con gli oltre 1,2 Miliardi di euro spesi per la cassa integrazione “in deroga”, sono stati tutelati circa 713 Mila lavoratori che altrimenti sarebbero andati ad aumentare il bacino dei disoccupati, quest’anno ci si dovrà concentrare per finanziare l’occupazione e non la disoccupazione.
Per fare questo, va prevista una terapia d’urto con un piano straordinario per l’occupazione che dovrà riguardare tanto il Centro-Nord quanto, a maggior ragione, il Mezzogiorno. Da questo punto di vista sono necessari, e quanto mai urgenti, incentivi alle imprese che rinnovano i contratti a termine e salvaguardano i livelli occupazionali, insieme ad un rapido ed efficace piano di sostegno alle infrastrutture, piccole e medie, rivedendo i parametri del Patto di Stabilità degli Enti Locali, che possono movimentare oltre 5 Miliardi di euro che sono ossigeno ad un settore, quale quello dell’edilizia, che già nel 2009, ha visto dissolversi oltre 150 Mila posti di lavoro.

Disoccupazione: oltre 2 milioni di persone senza lavoro

Con 2 milioni di persone senza lavoro, in Italia la disoccupazione sale all'8,5%, il dato peggiore dal 2004. Numeri che arrivano dall'Istat, che spiega come, sulla base delle informazioni finora disponibili, il numero di occupati a dicembre 2009 è pari a 22 milioni 914 mila unità (dati destagionalizzati), sostanzialmente invariato rispetto a novembre e inferiore dell'1,3 per cento (-306 mila unità) rispetto a dicembre 2008. Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento (invariato rispetto a novembre e inferiore di 1,1 punti rispetto a dicembre 2008). Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 138 mila unità, in crescita del 2,7 per cento (+57 mila unità) rispetto al mese precedente e del 22,4 per cento (+392 mila unità) rispetto a dicembre 2008. Il tasso di disoccupazione raggiunge così l'8,5 per cento (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e +1,5 punti percentuali rispetto a dicembre 2008). Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 26,2 per cento, invariato rispetto al mese precedente ma in aumento di 3 punti percentuali rispetto a dicembre 2008.