19 febbraio 2010

Industria: 2009 nero, riscatto a dicembre

Nella media dell'intero 2009 il fatturato dell'industria italiana è crollato del 18,7% rispetto al 2008 e gli ordinativi sono colati a picco del 22,4%. Lo comunica l'Istat precisando che si tratta dei peggiori cali da quando viene registrata la serie storica, ovvero almeno dal 2000. Forte la ripresa per gli ordini dell'industria a dicembre: +4,7% rispetto a novembre e +10,1% rispetto a dicembre 2008. Lo comunica l'Istat precisando che l'incremento su base annua e il migliore da febbraio 2008.
Sempre considerando l'intero 2009 il fatturato totale dell'industria è calato del 17,4% sul mercato interno e del 21,6% su quello estero. Analogo andamento per gli ordinativi totali: quelli nazionali sono calati del 21,7% e quelli esteri del 23,7% rispetto all'intero 2008. Per quanto riguarda i diversi settori di attività economica il calo più forte ha riguardato, sempre nell'intero periodo gennaio-dicembre 2009, il settore della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-34% tendenziale). Male anche la fabbricazione di coke e petroliferi raffinati (-27,6%), macchinari (-22,9%), e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico (-21,6%). Hanno "contenuto le perdite" i settori della produzione di prodotto farmaceutici (rispetto al 2008 hanno perso solo lo 0,3%), e l'industria alimentare (-4% tendenziale).
"Sono dati che ci aspettavamo, perché l'Italia è stata colpita duramente da questa crisi. C'é qualche miglioramento rilevato negli ultimi mesi, però siamo ancora nell'ambito di una congiuntura complessa, dove i miglioramenti, appunto, saranno lenti", afferma Emma Marcegaglia. Il presidente di Confindustria, a margine di un convegno alla Fiera del Levante, ha anche sottolineato "l'impatto sull'occupazione. Siamo ad un tasso di disoccupazione all'8,5%. Nei prossimi mesi dovremmo gestire situazioni complesse di ristrutturazioni. L'importante - ha detto - è farlo insieme, governo, istituzioni, sindacati e Confindustria, cercando però non di salvare stabilimenti che non possono stare in piedi, ma assolutamente salvando i posti di lavoro e cercando di reimpiegare le persone", ha concluso Marcegaglia.