28 novembre 2012

Pil, sempre peggio: per Confindustria "un nuovo aggravamento in autunno"

L'economia italiana osservera' un nuovo aggravamento della flessione del Pil, dopo il sorprendente dato estivo: lo suggeriscono i dati quantitativi e qualitativi da settembre in poi. L'indice Ocse anticipa la fine della contrazione a partire dalla seconda meta' del 2013. I produttori di beni manufatti e di servizi continuano a dichiarare cali degli ordini, ma un primo avanzamento c'e' stato in quelli dall'estero. La disoccupazione sale". Cosi' il Centro studi di Confindustria che pubblica oggi la 'Congiuntura flash'.
Il Csc sottolinea che "il pil italiano ha registrato nel 3° trimestre 2012 il quinto calo consecutivo, ma si e' attenuato il ritmo di contrazione: -0,2% congiunturale dopo il -0,7% del 2° e il -0,8% del 1°. Si delinea un contesto molto negativo nei mesi autunnali".
Secondo il Csc "l'attivita' industriale e' diminuita dello 0,5% in novembre, dopo il -0,4% in ottobre, portando la variazione acquisita a -1,2% nel 4° trimestre; le commesse in volume sono scese dell'1,0%. Gli ordini del Pmi manifatturiero sono saliti di 1,4 punti in ottobre (a 44,4) ma segnalano diminuzione da 17 mesi; quelli esteri indicano un incremento (51,6) per la prima volta da aprile. In settembre l'anticipatore Ocse per l'Italia e' marginalmente migliorato (0,05% da 0,01%) e suggerisce che il calo del pil si puo' interrompere dopo la primavera".



Napolitano: "Basta giochetti, cambiare subito la legge elettorale"

"Continuo a ritenere essenziale nell'interesse della nostra vita democratica che quell'impegno e quelle aspettative non vengano tradite", ovvero "l'impegno assunto da tutte le forze politiche" a modificare il porcellum.
In un messaggio a Roberto Giachetti, che oggi interrompe un lungo sciopero della fame con cui chiedeva la riforma della legge elettorale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a spronare il Parlamento affinche' modifichi l'attuale legge elettorale.
"Ancora di recente ho ricordato incontrando (con il presidente del consiglio) i presidente delle Camere, come gia' a fine gennaio avessi riferito loro degli incontri da me promossi con gli esponenti dei 5 partiti rappresentati in parlamento. Incontri nel corso dei quali si erano tutti dichiarati convinti della necessita' di modificare la legge del 2005". E purtroppo, prosegue Naplitano, "da allora, a 10 mesi di distanza, non si sa se si stia avvicinando la conclusione di questo interminabile braccio di ferro, giuoco degli equivoci, ripetuto alternarsi di opposti irrigidimenti, da cui e' stato messo a grave rischio il mantenimento di un impegno assunto da tutte le forze politiche in risposta ad aspettative piu' che comprensibili diffuse tra cittadini-elettori".
Napolitano invita Giachetti a "riflettere sull'esigenza di non mettere ulteriormente a repentaglio la sua salute e la sua vita" e ribadisce: "Continuando a esercitare la mia sollecitazione istituzionale per lo stesso obiettivo per cui lei si batte, saro' lieto, appena possibile anche per lei, di incontrarla al Quirinale".



Lazio, Consiglio di Stato: entro 5 giorni indire le elezioni

Entro 5 giorni la presidente dimissionaria della Regione Lazio Renata Polverini dovra' indire le elezioni regionali. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha respinto il suo ricorso in appello confermando la sentenza del Tar.
I giudici della V sezione presieduti da Stefano Baccarini hanno cosi' confermato la sentenza con la quale il 12 novembre scorso il Tar le impose di indire entro cinque giorni le elezioni, indicando il ministro dell'Interno di provvedervi in caso d'inadempimento. Il 16 novembre il presidente della V sezione del Consiglio di Stato, Baccarini, con decreto monocratico, sospese la sentenza del Tar almeno fino all'udienza di discussione di oggi del ricorso in sede collegiale.
Nel respingere il ricorso in Appello proposto dalla presidente Polverini in merito al voto nel Lazio, il Consiglio di Stato ha deciso di confermare la sentenza del Tar ''nella parte in cui - si legge nella sentenza - si e' accertato l'obbligo del presidente dimissionario della Regione Lazio di provvedere all'immediata indizione delle elezioni in modo da assicurare lo svolgimento entro il piu' breve termine tecnicamente compatibile con gli adempimenti procedimentali previsti dalla normativa vigente in materia di operazioni elettorali''. La legge elettorale regionale indica l'obbligo di indire le elezioni nei 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio regionale

Basta a figli e figliastri, Camera approva nuova legge

I figli nati dal matrimonio, oggi circa 120mila all'anno, sono in tutto e per tutto equiparati con quelli naturali e quelli adottati. E' quanto prevede la proposta di legge definitivamente approvata dall'Aula della Camera con 366 voti a favore, 31 contrari e 58 astensioni. Il testo e' passato malgrado la contrarieta' dell'Udc condivisa anche da diversi deputati del Pdl, sulla norma che estende la possibilita' del riconoscimento anche ai figli nati da un incesto, di cui i centristi avevano chiesto, senza risultato, lo stralcio. La norma, inserita al Senato, e' rimasta anche per evitare di far tornare il testo al Senato con il rischio di non farlo definitivamente approvare prima della fine della legislatura. La tesi dei deputati dell'Udc, che hanno visto bocciare a scrutinio segreto un loro emendamento soppressivo, era che non si può dare piena facoltà di riconoscimento del figlio nato da incesto.
Bene se a chiedere il riconoscimento è il figlio, ma questa facoltà non può essere data al genitore 'stupratore', sarebbe un riconoscimento indiretto dello stupro, un alleggerimento della posizione di chi ha esercitato violenza. ''Si sdogana l'incesto'', sostiene Paola Binetti. Ma alla fine e' prevalsa la tesi opposta, difesa dalla relatrice Alessandra Mussolini: ''come si può impedire ad una madre stuprata di riconoscere il proprio figlio?''. Il testo piace agli ex ministri per le Pari opportunita' dei governi Berlusconi e Prodi. Di ''grande prova di civilta''' parla Mara Carfagna, mentre per Livia Turco ''il Parlamento ha votato una legge di umanita' e civilta'''; l'''unico atto per il quale sara' ricordata questa legislatura'', dice la radicale Donatella Poretti. ''Ora tutti i bambini saranno uguali'', sottolinea Benedetto Della Vedova di Fli, mentre Anita Di Giuseppe dell'Idv definisce il testo ''Un passo fondamentale per l'Italia''

Primarie, Bersani: ''Vincerò io'' Renzi: ''Attento alle sorpresine...''

"Un centesimo su Renzi vincitore? "No. Penso di vincere io, francamente", dice secco Pier Luigi Bersani. ''Attento alle sorpresine.. Quando un favorito prende la partita sotto gamba, quelle sono le partite che si vincono più volentieri'', lo mette in guardia Matteo Renzi dal salotto di 'Porta a Porta'. Botta e risposta a parte, si sposta sulle regole la battaglia tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi in vista del ballottaggio di domenica. Per recuperare i nove punti di distacco con il segretario, il sindaco di Firenze punta ad ampliare la partecipazione e per farlo chiede di non mettere troppi paletti a chi non ha votato al primo turno ma vuole farlo domenica. Niente giustificazioni, dunque, e iscrizioni aperte non solo giovedì e venerdì ma fino a domenica. Da Bersani, però, arriva un altolà. ''Sulle regole non tratto, le primarie non sono un porto di mare'', dice il segretario del Pd, in videochat con il 'Corriere della Sera'.
"La giustificazione non la deve dare cittadino che vuole votare ma quei politici che sono lì da venti anni e non hanno cambiato le cose", dice Renzi intervenendo a 'La Telefonata'. Bisogna anche allungare i termini per le nuove registrazioni: "C'è una finestra giovedì e venedì, noi speriamo di arrivare fino a domenica. In Francia, per le primarie tra Hollande e la Aubry tra il primo e il secondo turno sono aumentate le registrazioni e i voti. E' normale, la gente vuole partecipare".  Poi insiste nella richiesta di pubblicare on line i verbali delle primarie, visto che nei risultati di domenica scorsa ci sono "alcune piccole incongruenze". "A Stumpo dico che se vuole lo compro io uno scanner per mettere on line i verbali, per 9mila verbali bastano tre ore. Ce la fa anche Stumpo".
Non si fa attendere la replica del Garante, Luigi Berlinguer che sottolinea come le regole siano state approvate all'unanimita', rappresentanti di Matteo Renzi compresi, il 15 ottobre scorso e non si cambiano in corsa. ''Una volta iniziata la partita le regole non si possono cambiare tra il primo e il secondo tempo - mette in chiaro il presidente del collegio dei Garanti delle primarie - Questo non è un principio derogabile, e' l'architrave della certezza del diritto''. Berlinguer rende onore allo ''straordinario lavoro dei centomila volontari'' che insieme alla ''chiarezza delle nostre regole ha consentito lo svolgimento regolare delle operazioni di voto e di scrutinio di fronte all'affluenza di oltre 3.100.000 votanti, come testimoniano i verbali approvati all'unanimita' in ogni parte d'Italia. Verbali che il Collegio dei Garanti mettera' a disposizione di tutti i cittadini con la pubblicazione on line sul sito www. primarie italiabenecomune.it''.
Forte della posizione del Garante, nette le parole di Bersani che chiude alla possibilità di cambiamenti per chi vorrà registrasi al secondo turno. "Ci sono delle regole che abbiamo approvato, il regolamento è stato votato da tutti all'unanimità. Non si cambiano le regole in corsa. Non intendo trattare un cambiamento delle regole con Renzi o altri''. Il segretario definisce una ''stupidaggine'' l'idea che se tanta gente va a votare rischia la sconfitta. ''Io ho preso tanti voti nelle grandi citta' dove non contano gli apparati. Le primarie sono aperte ma non un porto di mare dove ognuno viene quando vuole".
No anche ad un altro confronto tv con Renzi, dopo quello su Rai1 di domani sera. ''La Tv è importante ma non è mica tutto. Non rinuncio a un incontro su una sitazione difficile per una ospitata Tv. Dobbiamo darci una misura''.
Non ci sta poi Bersani a essere dipinto come ''uno che non sa cambiare''. ''Portate fatti, prove. Questo non l'accetto. Non mi offendo se Renzi mi da' del catenacciaro, ma io ho fatto la cancellazione del piccolo commercio da mattina a sera. Posso fare il centrocampista ma se mi mettono sull'ala corro. Questa idea che non sarei quello del cambiamento mi suona falsa, dove sono stato ho sempre cambiato. Magari non l'ho detto ma l'ho sempre fatto".
In vista del ballottaggio il segretario punta sull'appoggio del Governatore Vendola. "Stiamo vedendo di fare una iniziativa assieme, penso sia disponibile anche lui, una cosa nel Mezzogiorno, forse a Napoli". Mentre per il dopo chiude a Di Pietro: "Idv ha fatto una scelta chiara, politica, legittima. Un ritorno dell'alleanza con Idv mi pare molto improbabile".

27 novembre 2012

Natale 2012 sotto il segno dell'austerity, niente regali per il 13,7% degli italiani

A un mese dalle festività Natalizie, prevale tra le famiglie italiane un sentiment di "preoccupazione". Quasi sette italiani su dieci, infatti, ritengono che il Natale 2012 risentirà fortemente della grave crisi economica in atto. A questo clima di scarsa fiducia, si associa l'aumento della percentuale di coloro che non faranno gli acquisti per i regali, passando dall'11,8% del 2011 al 13,7% del 2012, anche se resta comunque molto elevata, 86,3%, la quota di chi, invece, i regali continuerà a farli. Questi i primi risultati di un'indagine sulle intenzioni di acquisto e il sentiment degli italiani a un mese dal Natale 2012 realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche.
Stando all'indagine di Confcommercio, inoltre, se per la metà degli italiani i regali di Natale rappresentano una spesa piacevole da affrontare, diminuisce la percentuale di chi considera questo tipo di acquisti una spesa di cui farebbe volentieri a meno (dal 42,5% al 31,2%), come a dire che aumentano coloro che cercano di compensare un minore investimento economico con un maggiore investimento emotivo, di autogratificazione.
Rispetto all'anno scorso, rileva Confcommercio, si registra in particolare l'aumento del canale Internet (+15,0%) per l'acquisto dei regali, diminuisce invece la propensione all'utilizzo de outlet (-13,9%).
Infine, sono sempre i familiari più stretti i principali destinatari dei regali (per il 50,2%), mentre al secondo posto, prima di parenti, amici e colleghi di lavoro, il 41,4% ha dichiarato che il regalo lo farà a se stesso.

 

Crisi, Inps: potere acquisto famiglie -5,2% Gli assegni sociali salvano i redditi

 Il potere d'acquisto delle famiglie, durante la crisi, si e' ridotto del 5,2%. La contrazione e' stata dell'1,4% nel 2008, del 2,5% nel 2009, dello 0,4% nel 2010 e dello 0,9% lo scorso anno. E' quanto emerge dalle tabelle contenute nel bilancio sociale dell'Inps. Secondo i dati dell'Istituto, elaborati dall'Adnkronos, i redditi lordi primari del 2007 sono rimasti invariati rispetto al 2011 (rispettivamente 1.163 miliardi di euro e 1.165 miliardi di euro); il reddito complessivo dimostra invece un incremento del 3,3%, grazie alle prestazioni sociali.
I redditi familiari ammontano, complessivamente, a 1.529 miliardi e si dividono in: redditi primari (1.165 miliardi), che si sommano a 219 miliardi di prestazioni sociali distribuite all'Inps (pensioni, trattamenti temporanei e altro), 119 miliardi di altre prestazioni sociali erogate da altri soggetti e 26 miliardi di altri trasferimenti vari. Una volta detratti contribuenti e imposte la somma effettivamente a disposizione delle famiglie e' scesa a 1.053 miliardi.
I redditi primari sono quindi passati dal 78,5% del totale nel 2007 al 76,2% del 2011, mentre le prestazioni sociali sono passate dal 21,5% al 23,8%. La situazione delle famiglie, quindi, avrebbe potuto essere ''ben piu' grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali'', osserva l'Inps.
Il reddito delle famiglie consumatrici, senza considerare l'effetto dell'inflazione, dal 2008 al 2011 e' aumentato di 5 miliardi di euro (+0,4%); il potere d'acquisto si e' pero' ridotto di 38,6 miliardi (-3,7%). Il reddito primario lordo disponibile in tre anni e' sceso di 23 miliardi, mentre in termini di potere d'acquisto si registra un crollo di 70,5 miliardi (-6,7%). Secondo le stime dell'Inps le prestazioni sociali hanno consentito di recuperare il 20% della caduta del reddito primario delle famiglie.
Il pagamento dell'assegno al nucleo familiare, secondo le stime dell'Istituto, nel 2011 spetta a circa 1,4 milioni di pensioni previdenziali, per un importo complessivo annuo di 785 milioni di euro. Piu' di un assegno su due va ai trattamenti di vecchiaia (57%), che vengono riscosse soprattutto dagli uomini (76%). Oltre la meta' degli assegni (53%) e' erogata al Sud e Isole, il 30,2% al nord e il 17% al centro.

I consumatori hanno perso la fiducia: dati Istat mai così male dal 1996

In novembre l'indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 diminuisce da 86,2 a 84,8. E' il livello più basso dal 1996, anno di inizio rilevamenti. Diminuiscono sia la componente riferita al clima economico generale (da 71,5 a 69,4 l'indice), sia quella personale (da 91,0 a 90,9). Lo comunica l'Istat. Aumenta l'indicatore del clima corrente (da 91,9 a 92,3) mentre quello riferito alla situazione futura e' in diminuzione (da 78,2 a 75,2).
Migliorano i giudizi sulla situazione economica dell'Italia (da -136 a -133 il saldo), mentre le aspettative future peggiorano (da -59 a -64). Le attese sulla disoccupazione sono in aumento (da 108 a 114 il saldo). Le opinioni e le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano (da -71 a -75 e da -33 a -35 i rispettivi saldi). Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare diminuisce (da -24 a -25), mentre, sia le opportunita' attuali di risparmio che le possibilita' future registrano un miglioramento (da 135 a 143 e da -95 a -94 i rispettivi saldi). I giudizi sull'opportunita' all'acquisto di beni durevoli risultano stabili (-111 il relativo saldo). A livello territoriale il clima di fiducia aumenta lievemente nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel resto del Paese.



L'orgoglio di Draghi: "L'intervento della Bce ha evitato il disastro"

La Bce "ha reagito in modo proattivo" alla crisi e con il programma di acquisto di titoli sovrani ha evitato "scenari disastrosi". Lo dice il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando a Francoforte al 'Frankfurt European Banking Congress'. "Siamo riusciti a calmare le tensioni, abbiamo evitato una stretta creditizia che altrimenti avrebbe avuto gravi conseguenze per l'economia della zona euro, l'occupazione e la stabilita' dei prezzi", dice nel suo discorso. "Questo e' stato il motivo per il quale la Bce ha deciso che l'azione era essenziale" e che serviva "una protezione credibile contro scenari disastrosi". Questo ha portato l'annuncio di operazioni monetarie Omt, il piano d'acquisto dei bond per abbassare gli spread. In questo senso, continua Draghi, la Bce "ha mostrato determinazione e lungimiranza nell'affrontare le sfide nell'ambito del mandato della situazione economica e finanziaria, in modo da contribuire alla stabilita' dell'economia dell'area dell'euro nel suo insieme".
C'e' un cauto "ritorno di fiducia nelle prospettive dell'area euro. I governi della zona euro devono continuare a portare avanti le riforme strutturali a livello nazionale". Il ritorno della fiducia, spiega Mario Draghi, "e' giustificata, ma si basa su tre cose: In primo luogo, dato che il ritorno della fiducia era legato in parte all'annuncio dell'Omt (il piano d'acquisto dei bond, ndr), vorrei rassicurare i mercati finanziari che siamo pronti ad attuare questo programma, come e quando richiesto". In secondo luogo, "i governi dell'area dell'euro devono continuare a perseguire le riforme strutturali a livello nazionale. Questo e' essenziale per recuperare competitivita'" e per "gettare le basi per una crescita sostenibile ed equilibrata in futuro". In terzo luogo, a livello europeo, insiste il presidente della Bce, "i leader devono seguire con determinazione il loro impegno a fare le riforme istituzionali necessarie per completare l'unione economica e monetaria". Questo e' cio' che serve per "ripristinare completamente la stabilita' nel nostro continente".

Monti: ''Contro l'evasione fiscale è guerra. Elezioni? Dibattito non sia solo sui leader''

Con il contrasto all'evasione fiscale voluto dal governo Monti ''siamo andati ai margini dell'infrazione della privacy, ma a livello fiscale siamo in uno stato di guerra ed è impossibile una pace tra cittadini e Stato se non viene ruvidamente contrastato il fenomeno dell'evasione''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo a Milano agli Stati generali della Cida.
Nel negoziato fra Italia e Svizzera sui patrimoni esportati oltre confine ''ci poniamo dei paletti'', perché non ci siano o siano molto limitate forme di condono'', ha poi chiarito spiegando: ''Anche noi siamo stati tentati di fare condoni in un campo o nell'altro e avremmo avuto anche più attenuanti morali e civili rispetto a governi che non avevano l'urgenza'' di intervenire per risanare le finanze pubbliche.
A proposito della crisi greca, in apertura del suo intervento, Monti ha riferito di avere avuto una conversazione telefonica ''con il cancelliere Merkel in vista dell'incontro dell'Eurogruppo sul caso Grecia'', in cui i ministri delle Finanze della zona Euro dovranno stabilire se il debito di Atene è sostenibile. Una decisione che aprirà la strada al via libera alla nuova tranche di aiuti alla Grecia.
L'Italia ''sta contribuendo alla soluzione di crisi finanziaria altrui senza essere al centro delle preoccupazioni del mondo come lo era qualche tempo fa''. Cosi' il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel suo intervento agli Stati generali della Cida a Milano. ''La discontinuita' causata dalla crisi -ha aggiunto- e' talmente profonda che serve uno sforzo collettivo per ripartire''. Poi, parlando del prossimo esecutivo, il premier ha sottolineato: ''Mi auguro che chi governerà l'Italia in futuro sappia esercitare una forza convincente in Europa che deriva dal modo in cui si adempie in casa propria alle regole europee''. ''Non esiste uno sviluppo delli''Italia fuori dall'Europa'', ha aggiunto Monti.
Il presidente del Consiglio ha espresso l'augurio che ''le prossime elezioni siano l'occasione per un dibattito a fondo e comprensibile non solo sulle leadership, che hanno un che di competitivo e sportivo''. Per Monti ''questa è la crosta del problema'', ma quello ''che conta veramente è cosa si farà con il potere grande che il Parlamento e il governo hanno. Spero - ha ribadito - che questo emerga sempre di più nel dibattito''.
Monti ha poi sottolineato che con le prossime elezioni politiche ''come cittadini affronteremo tutti un momento importante per la definizione del futuro dell'Italia nei prossimi 5 anni''.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che quello ''che è più rilevante è che si sarebbe potuto fare di più, ma non si potrà fare di più in futuro, soprattutto se verrà meno la spinta dell'emergenza, che è sgradevole ma che spinge ad agire, se non cambierà la cultura economica e politica del Paese''.
Nel suo intervento, Monti ha detto che rispetto alle proposte del suo governo ''il Parlamento in diversi punti ha portato dei miglioramenti, ma c'è stato un carico pesante di resistenze a livello individuale e di gruppi''.
Il premier infine ha scherzato sulla fragilità del suo esecutivo al momento della nascita. ''All'inizio - ha dichiarato - era temerario pensare che il governo potesse durare 15 mesi'' e che ''l'oggetto elettrico più menzionato era quello della spina elettrica''. Ma, ha aggiunto il premier, ''a volte le spine sono dure da inserire e da togliere''.


Napolitano: "Allo scadere del mandato siamo tutti sostituibili"

"Un cardine della normalita' del sistema democratico e' che allo scadere del mandato tutti siamo sostituibili ed e' questa da parte mia una serena prova di fiducia nelle istituzioni e nel Paese". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Quirinale per la consegna delle insegne di Cavaliere dell'ordine 'al merito del lavoro'.
"Voglio concludere con un'urgente raccomandazione: e' necessario un largo e responsabile sforzo per una costruttiva conclusione della legislatura". "Abbiamo davanti settimane dense di impegni in Parlamento- esorta- si evitino passi falsi, si evitino passi indietro che rischierebbero di appannare quella ripresa di fiducia, di credibilita' e dignita' nell'Italia che ho toccato con mano incontrando", nei giorni scorsi, "diversi capi di stato e recandomi in visita in Francia". Una ripresa di fiducia e credibilita' verso il nostro Paese, sottolinea Napolitano, che ho potuto toccare con mano, "traendone motivi di soddisfazione" e "che sento di dover condividere con tutti gli italiano esposti a sacrifici e difficolta' con alto senso degli interessi generali e del futuro del paese".



Parte la corsa verso il ballottaggio Bersani avanti di 9 punti su Renzi

Il giorno dopo il primo turno delle primarie del centrosinistra, con Pier Luigi Bersani avanti di 9 punti su Matteo Renzi, parte la corsa al ballottaggio di domenica prossima. Secondo i dati ufficiali, il segretario del Pd ha ottenuto, con lo scrutinio di 9361 su 9365 seggi, il 44,9% delle preferenze con 1.393.900 voti, mentre il sindaco di Firenze si è fermato al 35,5% con 1.103.790.
Nichi Vendola si è attestato sul 15,6 per cento con 485.158 44.030 voti, seguito da Laura Puppato con il 2,6 e 80.600 voti. Infine, Bruno Tabacci con l'1,4% e 44.030 voti. Il totale dei votanti è stato di 3.107.568 voti. Archiviato il primo turno, scoppia la polemica sui dati definitivi, arrivati nel pomeriggio, e sulle regole del ballottaggio. In mattinata il comitato di Renzi, in base ai dati acquisiti dai propri rappresentanti di lista, parlava ancora di un distanza tra i due candidati non di 9 ma di 5 punti.
''I dati ci consegnano un distacco con Bersani colmabile", ha sottolineato Renzi. ''Che siano 5 o 9 i punti di distacco, la partita è aperta'', ha detto ancora. "Chiediamo di mettere online i verbali e non gli aggregati delle segreterie provinciali - ha poi aggiunto - naturalmente lo diciamo senza mettere in dubbio la correttezza di nessuno ".
A chiarire le regole per il ballottaggio è il presidente dei Garanti Luigi Berlinguer, che spiega: "La causa della mancata registrazione" al primo turno delle primarie "dovrà essere valutata" dagli uffici elettorali provinciali. "Ci sarà un ufficio elettorale in ogni comune capoluogo di provincia perché la grande massa delle registrazione è già avvenuta. L'aspirante elettore andrà lì e il collegio della commissione elettorale si pronuncerà sulla base dell'attendibilità della motivazione", ha precisato Berlinguer ricordando che le operazioni saranno riaperte i prossimi 29 e 30 novembre.
Per quel che riguarda la richiesta avanzata da Renzi di mettere on line i verbali dei seggi, Berlinguer ha spiegato: "Abbiamo detto che lasciamo la massima pubblicità possibile, ma i verbali arrivano con corposa documentazione cartacea allegata. C'è una quantità di materiale tale che è un problema realizzare un'informatizzazione così completa".
Sull'esito del ballottaggio, Renzi si è detto fiducioso: "E' già passata la gioia di ieri sera, ci stiamo mettendo sotto convinti di potercela fare". ''Può accadere la grande impresa del cambiamento'', ha aggiunto. ''I risultati sono molto positivi, e sono particolarmente contento del clima. Ora bisogna andare a convincere i delusi del centrodestra, che possono essere coinvolti da noi'', ha detto Renzi.
Il ballottaggio sarà "un grande derby tra usato sicuro e innovazione", ha continuato. "Chi pensa che la classe dirigente di centrosinistra abbia fatto bene, credo faccia molto bene a scegliere Bersani - ha osservato -. Chi ha voglia di cambiare credo possa scegliere noi. Il ballottaggio è un aut aut: chi si accontenta voti Bersani ma chi vuole investire sul cambiamento può votare per noi".
Vendola si è impegnato a "non farmi vincere: questo non significa che il travaso dei suoi voti vada tutto su Bersani", ha detto Renzi. Anche perché "l'elettore di Vendola cerca il cambiamento ed è naturale che voglia una profonda rottura nel gruppo dirigente del centrosinistra".
"Non vogliamo sfasciare il Pd ma far vincere il Pd", ha poi sottolineato. "L'unico modo è quello di cambiare lo schema di gioco, qualche giocatore deve avere più coraggio nell'affrontare le partite - ha concluso il sindaco di Firenze -. Non stiamo proponendo di cambiare squadra o casacca ma di cambiare giocatori e allenatore".
Soddisfatto del risultato il segretario Bersani che ha rivendicato la scelta del doppio turno anche se il turno unico l'avrebbe visto trionfatore: ''L'ho voluto io il ballottaggio e se tutto quello che stiamo facendo ci fa crescere in questo modo, raddoppiando l'interesse su di noi, io ne faccio 7 di ballottaggi''.
"Io voglio dare questa cifra, questa indicazione fondamentale - ha sottolineato -: un cambiamento non a chiacchiere. Credo di avere esperienza e anche la determinazione per andare avanti in una strada di cambiamento di cui Paese ha bisogno. Il cambiamento va fatto con coraggio e bisogna saper dove mettere le mani".
Quanto al risultato personale ha evidenziato "un dato molto forte in tutte le grandi città, nel Sud, e ne sono orgoglioso. Io sono andato a vedere sia le sofferenze di quella grande parte del Paese sia le energie di riscossa. Nell'insieme è un risultato che per me è assai incoraggiante, guardo con fiducia all'appuntamento di domenica".
Ma dal giorno dopo il ballottaggio, ha assicurato con lo spirito di chi pensa sempre alla 'ditta', "saremo in condizione, assieme, di cominciare la strada che ci porta alle elezioni. Che saranno un passaggio storico".
Per questo, ha evidenziato, "Matteo ha un difettuccio che va corretto: dice 'noi' e 'loro'. Ma c'è solo 'noi', siamo tutti noi, siamo questa grandissima squadra. 'Loro' è Berlusconi, è la destra. Ora sono un po' in confusione, ma qualcosa faranno. Non ci mancheranno gli avversari".
Riguardo all'endorsement di Berlusconi a Renzi e alla convinzione espressa dal Cavaliere di poter battere Bersani qualora decidesse di tornare in campo, il leader Pd ha replicato ironico: ''Se la pensa così, che sia per lui una buona scelta, si presenti pure. Stavolta ce la vediamo. Questa volta non frega più gli italiani''.
Quanto alle alleanze in vista del ballottaggio, Bersani ha sottolineato: "Non stiamo aprendo tavoli o tavolini ma è chiaro, nelle cose che dico, che ci sono evidenti punti di assonanza e convergenza" con Vendola come sulla "centralità del lavoro e la precarietà".
l leader di Sel dal canto suo conferma che non sosterrà Renzi e annuncia che se Bersani vuole il suo sostegno dovrà convincere gli elettori che hanno votato per lui. "Dalla mia bocca - ha affermato Vendola - non uscirà il sostegno per Matteo Renzi che ha condotto la sua campagna elettorale in modo brillante ma ha occupato la scena con un equivoco di fondo: che il ricambio delle classi dirigenti, fosse semplicemente un ricambio ai vertici del Pd''.
''Pur descritto come un innovatore non esito a dire che Renzi rappresenta senza dubbio un modello di conservazione. Il mio non appoggio a Matteo Renzi, non comporta automaticamente un sostegno a Bersani", che, secondo il presidente di Sel, "dovrà convincere gli oltre 480 mila elettori che mi hanno votato ieri".
Appoggio al segretario Pd arriva intanto del candidato che ha preso meno voti, Bruno Tabacci: "Non è un mistero che con lui abbia maggiori affinità", ha spiegato.

20 novembre 2012

L'ultima di Grillo dal blog: misuriamo il reddito dei politici con il 'politometro'

Giusto punire l'evasione fiscale, ma il redditometro parte dal presupposto inaccettabile che gli italiani siano un popolo di evasori. Misuriamo allora la ricchezza accumulata da politici e funzionari pubblici con il politometro. E' la proposta lanciata da Beppe Grillo sul suo sito."Sono contro l'evasione fiscale -premette il leader del Movimento 5 stelle- e ritengo che gli evasori vadano perseguiti, in particolare i grandi evasori. La dichiarazione dell'Agenzia delle Entrate odierna chiama in causa 4,3 milioni di famiglie che potenzialmente evadono il fisco. Lo afferma lo staff di Befera, in virtù di un algoritmo, il 'redditometro', che valuta entrate e spese. In Italia, come sanno anche i cani, molte famiglie vivono di prestiti dei parenti per sopravvivere o attingono ai risparmi. Sono anche loro potenziali evasori? Quello che disturba non è la lotta all'evasione in sé, ma l'accanimento mediatico, nel voler far passare gli italiani come popolo di evasori, come se la causa del disastro economico, di cui non si vede la fine, non sia attribuibile al debito pubblico, alla corruzione, alla totale incapacità e rapacità nell'amministrare la cosa pubblica".
"Viene introdotta -prosegue Grillo- la presunzione di reato affidata a un programma. Befera ha garantito che entrerà in funzione a gennaio 2013 e che 'noi lo adopereremo con la massima cautela e soltanto per differenze eclatanti tra le spese e i redditi dichiarati'. Cioè? Chi decide? Su che base? Con quali regole? Che vuol dire 'massima cautela'? Che significa 'differenza eclatante'?. Il risultato è che nessuno, anche se disoccupato, spenderà, o dichiarerà più nulla, per non finire sul banco degli imputati".
"Vorrei integrare la proposta del redditometro con il 'politometro'. Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall'atto della loro nomina nell'arco degli ultimi vent'anni. Non è difficile realizzare un'applicazione che faccia la differenza tra patrimonio attuale (P2), patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C). Quindi il risultato, che chiameremo Z, sarà dato da Z = P2 - P1 + C. Se Z sarà superiore a 0, escludendo partite straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, la differenza dovrà essere restituita alle casse dello Stato con l'aggravio fiscale del 60%". Il politometro -conclude il leader di '5 stelle' potrebbe essere applicato dalla prossima legislatura. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere".

Ddl stabilità, il governo pone la fiducia

Il governo ha posto tre voti di fiducia alla Camera sulla legge di stabilità. Lo ha annunciato nell'aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. La tabella di marcia. La prima delle tre fiducie sarà votata domani alle 12,30 dall'aula di Montecitorio. Nella giornata seguirà il secondo voto (ore 15,30) e il terzo (ore 18,30). L'ok della Camera al provvedimento è fissato per giovedì: dopo le dichiarazioni di voto finali al ddl stabilità è prevista la votazione (alle ore 12,00); quindi il Cdm si riunirà per la nota di variazione al Bilancio, poi ci sarà la discussione degli ordini del giorno al ddl bilancio e infine la votazione del secondo provvedimento.
"Voteremo contro questa ennesima fiducia", afferma Antonio Di Pietro in una conferenza stampa alla Camera. L'Idv, spiega, non farà come quei partiti che "nascondono" le loro perplessità dietro "l'ipocrisia istituzionale del voto di fiducia".
Intanto, secondo l'Ufficio studi della Cgia di Mestre con la legge di stabilità le imprese pagheranno meno Irap. Per un'impresa del Centro Nord il vantaggio fiscale per ogni dipendente assunto a tempo indeterminato con più di 35 anni sarà di 241 euro. Se donna o giovane con meno di 35 anni, sempre assunti con un contratto full time, il vantaggio salirà a 382 euro. Per un'azienda del Sud e delle Isole, invece, un dipendente con un contratto a tempo indeterminato costerà 238 euro in meno, mentre una donna od un giovane con meno di 35 anni, sempre assunti con un contratto fisso, il vantaggio fiscale salirà a 460 euro.

Inps: Ugl, dati preoccupanti. Distinguere previdenza da assistenza

''Il quadro delineato dal bilancio sociale dell'Inps non lascia spazio a dubbi: il fatto che oltre il 70 per cento dei pensionati italiani percepisca un assegno mensile sotto i 1000 euro, e quasi il 20 per cento inferiore ai 500 euro, dovrebbe dissuadere il governo da qualsiasi ulteriore intervento riduttivo della spesa previdenziale. Anzi, sarebbe necessario un puntuale adeguamento al costo della vita delle pensioni erogate''.
Cosi' il segretario confederale dell'Ugl, Nazzareno Mollicone, al termine della presentazione dei dati Inps al Cnel, aggiungendo come ''inoltre, le spese per gli ammortizzatori sociali non superano nell'anno i 20 miliardi di euro, cifra alla quale in parte contribuiscono le imprese e che e' comunque sostenibile dalla fiscalita' generale.
Tuttavia, non possiamo non essere preoccupati per un calo che non si e' tradotto in una ripresa occupazionale''.
Secondo il sindacalista ''ad ogni modo, per garantire maggiore chiarezza, sarebbe stato opportuno elaborare, nell'ambito del report generale dell'Inps, due bilanci paralleli, quello della parte previdenziale e quello della parte di assistenza: in tal modo, si sarebbe evidenziato da un lato l'equilibrio della gestione previdenziale, che non necessita d'interventi restrittivi nelle modalita' e nelle prestazioni, e dall'altro il vero costo netto degli interventi di tutela sociale, a carico della collettivita'''.
''Infine - conclude Mollicone -, visti gli ingenti compiti assegnati all'Inps, un ente che, con l'assistenza dei patronati, si trova in prima fila nel rispondere alle esigenze ed alle necessita' di lavoratori, pensionati e disoccupati, occorrerebbe potenziarne gli uffici ed il personale anziche' procedere ad ulteriori tagli, peraltro ingiustificati dai risultati produttivi dell'Istituto, testimoniati anche dal bilancio sociale''.



19 novembre 2012

Napolitano: "Il prossimo governo dovrà proseguire il cammino di Monti"

 Vedremo come si esprimeranno i cittadini e in base al risultato elettorale si troveranno le soluzioni per governare stabilmente il Paese, mettendo a frutto il lavoro del Governo Monti le cui decisioni hanno segnato il cammino dal quale l'Italia non potrà discostarsi". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso di una conferenza stampa al termine del vertice con i Presidenti della Repubblica tedesca e polacca a Napoli. "Partiti con posizioni diverse - ha aggiunto - potranno al massimo aggiungere qualcosa e non distruggere quello che ha fatto. Mi pare che questo sia un elemento che possa dare fiducia e tranquillità ai nostri 'amici' per il futuro dell'Italia". Quindi, parlando delle elezioni Napolitano ha detto che "quando sono libere nessuno può prevedere il risultato. C'è sempre un certo grado di rischio quando si vota, vogliamo per questo non votare? O per essere tranquilli vogliamo scrivere a tavolino il risultato delle elezioni? Vedremo come si esprimeranno i cittadini".
Quanto all'Unione Europea, "le novità istituite dal Trattato di Lisbona, cioè la figura del responsabile unico per la politica estera europea e la costituzione del cosiddetto servizio europeo di azione esterna, non hanno dato tutti i frutti sperati".
Con riferimento alla situazione in Medio Oriente, Napolitano ha ricordato che "l'Europa fa parte del quartetto che per la comunità internazionale dovrebbe seguirne le vicende e creare prospettive per la pace. Mi pare probabile che l'Europa, in questo quartetto, non abbia dato il contributo sperato perché siamo stati totalmente assorbiti dalle questioni relative alla crisi finanziaria ed economica".
In una nota congiunta al termine del loro primo incontro il Capo dello Stato, con il suo omologo polacco, Bronislaw Komorowski, e tedesco Joachim Gauck hanno inoltre lanciato un "messaggio di incoraggiamento" assicurando che "supereremo questa grave crisi economica e finanziaria". E nell''Appello di Napoli' firmato oggi nella residenza presidenziale di Villa Rosebery i tre presidenti scrivono: "L'Europa deve essere all'altezza delle sue responsabilità e agire unita nel mondo. Opponiamoci con forza ai reciproci risentimenti e ad ogni ricaduta in visioni ristrette e nazionalistiche. Solo restando uniti saremo in grado di affrontare le sfide del mondo globalizzato".
Ai suoi omologhi, Napolitano ha fatto anche un appello per i giovani: "Non possiamo lasciare in eredità il terribile peso del debito pubblico", sostiene ribadendo che la disoccupazione giovanile un "problema fondamentale anche e soprattutto dal punto di vista morale". Fondamentale per il Presidente della Repubblica una "maggiore integrazione tra le politiche di formazione dei paesi europei. Solo in questo quadro si possono collocare azioni efficaci per dare lavoro ai giovani, soprattutto dove la disoccupazione è insopportabilmente alta. Tra queste, il nostro Sud".

Legge elettorale, l'impegno di Fini: ''Discussione rapida alla Camera''

Sulla legge elettorale il presidente della Camera Gianfranco Fini assicura "il suo impegno volto a favorire la rapida discussione del progetto di legge, attualmente all'esame del Senato, non appena esso giungerà alla Camera dei deputati". Lo ha garantito al deputato del Pd Roberto Giachetti, nel corso di una telefonata durante la quale, in primo luogo, si è informato sulle sue condizioni di salute, dopo che da mesi sta conducendo uno sciopero della fame (35 giorni continuativi, tra luglio e agosto, e 78 giorni consecutivi dal 2 settembre a oggi) per sollecitare l'approvazione, da parte del Parlamento, della riforma della legge elettorale. 
  Fini, riferisce una nota, ha confermato "l'apprezzamento e la sua costante attenzione all'iniziativa dell'esponente del Partito democratico", manifestando allo stesso tempo "il suo impegno volto a favorire la rapida discussione del progetto di legge, attualmente all'esame del Senato, non appena esso giungerà alla Camera dei deputati".
Scade domani alle 12 il termine per i subemendamenti al testo Malan di riforma della legge elettorale, in discussione nella prima commissione di palazzo Madama. "Verificheremo quanto il terreno è arido o, al contrario, fertile, coltivabile per far nascere la riforma", dice il presidente Carlo Vizzini, che domani riunisce la seduta plenaria alle 14.30.
Vizzini spera che le forze politiche, che tanto si danno da fare per le primarie volte a scegliere il candidato premier, non siano da meno rispetto alla riforma del 'porcellum': "Se non se ne fa niente, ci si troverà ad aver fatto tutti questi sforzi per poi ritrovarsi comunque, dopo le elezioni, di fronte al paradosso di partiti, che pure hanno svolto le primarie per la premiership, che devono trattare tra loro, individuando un programma, accordandosi sul nome di un presidente del Consiglio" da proporre al capo dello Stato cui spetta la nomina. "Praticamente, sarebbe un ritorno al 1992, e credo che il verdetto dei mercati sarebbe impietoso", aggiunge.
Sul tappeto c'è la nuova proposta del leghista Roberto Calderoli, definita "dell'ascensore", in quanto prevede premi a scaglioni progressivi: al primo partito, che prende tra il 25 e il 30% dei seggi andrebbe un premio di aggregazione di 15% dei seggi già conseguiti. A chi ottiene tra il 30 e il 35%, andrebbe il 20%. A chi si aggiudica tra il 35 e il 40% dei seggi andrebbe il 25% e chi si attesta oltre il 40% si porta a casa il 30% (che corrisponde, in sostanza, al 12% dei seggi totali). Nella previsione dell'ex ministro della Semplificazione, chi superasse il 40% dei voti si ritroverebbe con il 52,8% dei seggi.
I tempi si stanno accorciando rapidamente e il presidente Vizzini ribadisce che il presidente del Senato Renato Schifani gli ha detto di attendersi il ddl in aula per il 26 novembre. Domani potrebbe esserci una conferenza dei capigruppo a formalizzare la 'deadline'. Quindi questa è l'ultima settimana utile per licenziare un testo per l'assemblea. Ma gli spazi di manovra per un'intesa sembrano esigui: a fronte della disponibilità del Pdl, si registra la diffidenza del Pd verso un meccanismo che non assicurerebbe la governabilità.
Ma i partiti sono chiamati a decidere in fretta, in un senso o nell'altro, incalzati come sono dalle sollecitazioni del Quirinale che ancora venerdì scorso ha ricordato "l'esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo".

18 novembre 2012

Montezemolo lancia la sua sfida: ''Basta tribuna, ora in campo''

Non firmeremo mai più deleghe in bianco alla classe politica". Lo dice Luca Cordero di Montezemolo nel suo intervento alla convention 'Verso la terza Repubblica' organizzata da ItaliaFutura.  Il presidente della Ferrari ha detto che dopo "venti anni perduti" in cui "nessuno tra noi non ha provato almeno una volta vergogna per le umiliazioni subite dall'Italia" all'estero, è giunto il momento di dire "basta stare in tribuna: andiamo in campo per dare il nostro contributo".
"Mai più - ha proseguito - accetteremo di vedere l'Italia ridotta ad essere l'anello debole" sullo scenario politico ed economico internazionale.
"Dobbiamo riconoscere - ha sottolineato - che è stato Monti colui che ha saputo giocare meglio la partita dei mercati globalizzati e di recupero di credibilità dell'Italia nel mondo".
"Non gli chiediamo di guidare questo movimento ma - ha continuato - ci proponiamo di dare fondamento democratico e popolare a favore del proseguimento dell'azione del suo governo e affinché possa proseguire nella strada delle riforme anche nella prossima legislatura".
Montezemolo, che ha reso omaggio alla saggezza e all'equilibrio di Giorgio Napolitano nell'aver scelto Monti come premier, ha criticato quei politici che dopo aver contribuito con posizioni di responsabilità al governo del Paese ora criticano l'operato del'esecutivo "come se arrivassero da Marte o da un altro pianeta", ha sottolineato con trasparente riferimento a quanto affermato l'altro giorno dall'ex premier Silvio Berlusconi.
"Non esiste alcuna alternativa ad un vasto schieramento civico, economico, associativo e politico per la ricostruzione nazionale", ha detto Montezemolo. Per il presidente della Ferrari bisogna lavorare tutti insieme "alla ricostruzione economica, civile, etica" del Paese in modo da sfuggire al rischio di due alternative nefaste. Da un lato, ha detto Montezemolo "la politica con le sue vecchie e fallimentari proposte, e di là, ancora peggio, chi pensa di dover distruggere tutto".
"Questo movimento civico vuole essere centrale rispetto ai problemi senza cercare definizioni sulla base di categorie ideologiche che non esistono più", ha osservato. "Già si vedono formarsi alleanze - ha avvertito - che al loro interno contengono tutto e il contrariio di tutto, che danno peso alle componenti più ideologiche e populiste: con questo modo di fare non si va da nessuna parte".
"La prossima dovrà essere una legislatura costituente" in cui "uno Stato che rispetta i cittadini, e non li tratta da sudditi, otterrà il rispetto degli stessi cittadini", ha affermato il leader di ItaliaFutura.
Montezemolo ha sottolineato almeno tre punti come riforme da introdurre: "meno parlamentari, riforma degli enti locali e la regolazione del conflitto di interessi. E' tutta l'architettura del Paese - ha osservato - che deve essere riconsiderata".
E tutto questo dopo "vent'anni della retorica di destra e di sinistra che non ha prodotto le scelte che servono" e per questo il Paese rischia "la paralisi e il declino" una prospettiva che dopo le prossime elezioni comunque non ci possiamo permettere.
Nel suo intervento il presidente della Ferrari ha sottolineato alcune priorità come la necessità "di un meccanismo automatico che destini i proventi della lotta all'evasione fiscale a favore di una riduzione della pressione fiscale" oltre a misure volte ad alleggerire il fardello burocratico che pesa sulle piccole e medie imprese.
Per Montezemolo, inoltre, "lo Stato è coinvolto in troppe attività" molte delle quali devono essere semplicemente privatizzate a cominciare da certe municipalizzate che servono solo come "poltronificio per politici trombati".
"Sono tutte cose più che fattibili - ha assicurato - la riduzione del debito, della spesa pubblica, la lotta all'evasione e l'alleggerimento delle tasse non sono problemi irrisolvibili e bisogna respingere quella retorica secondo cui i problemi italiani derivano dallo scarso senso civico del Paese, che in realtà è un alibi per il fallimento di una classe dirigente politica ed amministrativa".
Poi, rispondendo ai giornalisti a margine della convention, ha chiarito: "Non mi candido e non chiedo niente per me". E a chi gli chiedeva se la sua proposta possa essere definita di 'rottamazione' degli ultimi vent'anni di storia politica italiana, ha risposto: ''Rottamazione è una parola che non mi piace" perché contiene una certa "mancanza di rispetto" ma "in sostanza sì".

Rush finale per le primarie del centrosinistra, ecco il vademecum dell'elettore

Aquí escribes la parte del post a mostrar.Rush finale per le primarie del centrosinistra. L'ultima settimana prima del voto, fissato per domenica prossima 25 novembre, è quella decisiva per mettere insieme la platea di votanti e portare alle urne il numero di elettori sperato. "Saranno due-tre milioni", ha detto qualche giorno fa Pier Luigi Bersani. I precedenti fanno ben sperare. Nel 2009, per la corsa alla segreteria del partito che vedeva di fronte Bersani e Dario Franceschini, andarono a votare in 3.102.709. Il record spetta alle primarie che incoronarono, nel 2005, Romano Prodi candidato premier: 4.311.149 votanti. Per questi motivi negli ultimi due fine settimana il Comitato per le primarie ha attivato una mobilitazione speciale con l'allestimento di gazebo nelle principali città italiane per raggiungere un numero totale di circa 6600 uffici elettorali in cui è possibile registrarsi per poi votare. Comunque sia, secondo gli ultimi dati diffusi, le registrazioni certe (quelle di chi ha firmato l'appello 'Italia bene comune', si è iscritto all'albo degli elettori e ha ritirato la tessera elettorale) hanno superato le 400mila unità (almeno 180.000 online e quasi 250.000 negli uffici elettorali). La questione partecipazione è diventata anche politica, soprattutto per la 'decisione' del Comitato per Matteo Renzi che più di una volta ha accusato i sostenitori di Bersani di voler frenare in tutti i modi la partecipazione alle primarie ritenendolo un elemento a favore del segretario. L'elettore delle primarie deve comunque seguire una precisa procedura per poter scegliere domenica prossima (con eventuale ballottaggio tra i primi due il 2 dicembre se nessuno dei candidati supera il 50%) tra Pier Luigi Bersani, Bruno Tabacci, Laura Puppato, Nichi Vendola e Matteo Renzi.
 Ordine, questo, che tra l'altro sarà quello con cui i nomi dei concorrenti saranno ordinati sulla scheda elettorale.
Ma come si vota? Prima di tutto bisogna chiarire che si potrà votare per un solo candidato, segnando la casella abbinata al nome scelto. Il diritto di voto ce l'hanno tutti i cittadini italiani che avranno compiuto 18 anni entro domenica prossima, i cittadini di altri Paesi europei residenti in Italia e i cittadini di altri Paesi con regolare permesso di soggiorno e carta d’identità. I seggi verranno aperti domenica prossima dalle 8 del mattino fino alle 20 e saranno 9000. Allo stesso numero (9000) arriveranno gli uffici elettorali (che sono quelli in cui ci si registra, si firma l'appello e si ritira il certificato elettorale) nel giorno del voto. L'elenco dei seggi (come quello degli uffici elettorali con gli orari di apertura e tutte le altre informazioni utili) è disponibile sul sito primariebenecomume.it . Seggi e uffici elettorali non dovrebbero essere distanti tra di loro, anzi. In linea di massima il seggio è collegato alla propria sezione elettorale per le elezioni politiche. Ma prima di poter votare bisogna registrarsi. E questo si può fare in qualunque ufficio elettorale. Inoltre, passaggio fondamentale, sarà possibile registrarsi anche il giorno stesso del voto.
Chi vuole votare deve fornire i propri dati anagrafici, sottoscrivere l'appello a sostegno della coalizione di centrosinistra, iscriversi all’albo degli elettori, versare un contributo di almeno 2 euro e ritirare il certificato elettorale. E' prevista anche una procedura di registrazione on line, al sito delle primarie, sottoscrivendo l’appello e stampando la pagina relativa al termine della procedura. Con la stampa si dovrà poi andare all'ufficio elettorale, versare il contributo di due euro e ritirare il certificato elettorale (anche il giorno stesso del voto).
Al momento della registrazione si può lasciare il proprio indirizzo di posta elettronica o il proprio numero di cellulare per avere mail o sms di informazione sulle primarie o su dove andare a votare. Chi non si registra per il primo turno non può votare per il secondo. Però i termini di iscrizione verranno riaperti per 48 ore tra il 27 novembre e l'1 dicembre per chi dimostrerà di essersi trovato nell’impossibilità di registrarsi nei termini previsti. Molto dibattuta la questione della privacy. L'elenco dei firmatari dell'appello non sarà reso pubblico. Però sarà consultabile da parte dei comitati promotori della primarie relativamente al corretto svolgimento del voto.

16 novembre 2012

Berlusconi: dopo anno governo tecnico dati disastrosi

''I dati dopo un anno di governo tecnico sono disastrosi, credo si debba cambiare assolutamente quella politica economica imposta dalla Ue e soprattutto dall'egemonia tedesca che non e' solidale, non pensa al bene di tutti ma al bene di se' stessa. Credo che questo sia assolutamente da invertire''. Lo ha detto Berlusconi sottolineando che e' il segretario Alfano ad occuparsi della conferma a meno della fiducia all'esecutivo. "Noi vogliamo sperare che le elezioni regionali e nazionali si svolgano tutte nello stesso giorno, se no ci introdurremmo in un troppo lungo periodo di campagna elettorale". Così Silvio Berlusconi parlando con i giornalisti e primarie del Pdl si faranno? "Adesso vediamo dalla data delle elezioni che sarà decisa - ha risposto Berlusconi -. Questa sera c'é un incontro del capo dello Stato con i presidenti di Camera e Senato e con il presidente del Consiglio e credo che da questo incontro si potrà sapere la data precisa per le elezioni. "Le elezioni siciliane hanno confermato quanto dicevano tutti i sondaggi: il 70% degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti". Lo ha detto Silvio Berlusconi sottolineando che "bisogna avere il coraggio di cambiare, vediamo un po' cosa si potrà fare da qui alle elezioni". "Anche il 30% che ha votato per i partiti, in un'indagine sommaria che abbiamo fatto, per metà - ha spiegato Berlusconi - ha votato per antica vicinanza, per abitudine, per senso di responsabilità, ma è scontento dei partiti stessi a cui ha dato il voto". "Quindi - ha proseguito il leader del Pdl - abbiamo un 70% più un 15% di italiani che non sono in sintonia con l'attuale politica italiana".


Auto: discesa rallentata per le vendite in Europa. Aumenta la quota Fiat

 Rallenta la caduta del mercato dell'auto in Europa. A ottobre infatti le immatricolazioni registrano un calo del 4,8% con 959 mila auto mentre nei primi 10 mesi il mercato europeo accusa una contrazione del 7,3%.
Tra i principali mercati ancora una buona performance della Gran Bretagna che vede aumentare le vendite a ottobre del 12,1%, stabile il mercato tedesco con un +0,5%, mentre la Francia registra un calo del 7,8%, Spagna -21,7% e Italia -12,4%.
Malgrado la contrazione del mercato italiano sia superiore rispetto alla media europea, il Gruppo Fiat in ottobre immatricola quasi 65 mila vetture e ottiene una quota del 6,5 per cento, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al 5,9 per cento di settembre 2012. Nel progressivo annuo le registrazioni del Gruppo Fiat sono circa 689 mila e la quota e' al 6,4 per cento, la stessa di settembre.Da segnalare i risultati ottenuti dal Gruppo in Germania e nel Regno Unito. Nella prima nazione i volumi sono in crescita del 7,8 per cento (in un mercato che aumenta dello 0,5 per cento) e la quota e' al 2,8 per cento, 0,2 punti percentuali in piu' rispetto all'anno scorso. Nel Regno Unito, in un mercato che cresce del 12,1 per cento, il Gruppo Fiat registra un +31 per cento nelle vendite e la quota passa dal 2,9 per cento di ottobre 2011 al 3,4 per cento di quest'anno.



In pensione e in povertà: il 35% di quelle di vecchiaia è sotto 1.000 euro

Pensioni pubbliche basse e la vecchiaia preoccupa gli italiani. Degli 11,6 milioni di pensionati con pensione di vecchiaia, piu' di 4 milioni (oltre il 35%) beneficia di un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro. Di questi, 741mila (il 6,4%) ricevono meno di 500 euro al mese. E il futuro non sara' piu' roseo. scarsa fiducia anche nello strumenti della previdenza complementare, che rimane ai piu' poco conosciuta. e preoccupano i continui cambi notmativ. È il quadro che emerge da una ricerca realizzata dal Censis per la Covip.I lavoratori italiani pensano che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. Un quarto dei lavoratori crede che avra' una pensione inferiore al 50% del reddito da lavoro e il 43% che al massimo sara' compresa tra il 50% e il 60% del reddito.In particolare, i dipendenti pubblici si aspettano una pensione pari al 62% del loro reddito, i dipendenti privati pari al 55% e gli autonomi al 51%. I giovani di 18-34 anni prevedono che avranno una pensione pari al 54% del reddito e i piu' anziani pari al 60%. Secondo l'opinione del 46% degli attuali occupati si va incontro a una vecchiaia di ristrettezze, senza grandi risorse da spendere: il 24,5% ritiene che non potra' vivere nell'agiatezza, anche se qualche sfizio potra' toglierselo, il 21,5% afferma che la situazione e' molto incerta e non riesce a immaginare come sara' la propria vecchiaia. Solo l'8% pensa che potra' godersi un po' di serenita' anche grazie a buoni redditi.
L'84% dei lavoratori italiani, poi, e' convinto che le regole della previdenza cambieranno ancora.La loro variabilita' genera inquietudine e, nella crisi, le pensioni diventano il catalizzatore delle paure. L'insicurezza riguarda anche il percorso previdenziale personale: il 34% dei lavoratori (percentuale che sale al 41% tra i dipendenti privati) teme di perdere il lavoro e di rimanere senza contribuzione, il 25% di dover affrontare una fase di precarieta' con una contribuzione intermittente, il 19% di avere difficolta' a costruirsi, oltre la pensione pubblica, fonti integrative di reddito, come ad esempio la previdenza complementare. Lo stop and go normativo mina la fiducia nella certezza delle regole della previdenza e nella sua capacita' di dare sicurezza alle persone in vista di una prolungata longevita'. Nella crisi la previdenza, come sistema e come percorso personale, catalizza paure e incertezze, creando ansia piuttosto che sicurezza.

'Italia disorientata e dirigenti mediocri', una famiglia su 2 boccia la politica italiana

Costi, sprechi e corruzione mantengono alta l'insofferenza degli italiani nei confronti della politica; non è dunque un caso se una famiglia su due giudica l'Italia un Paese disorientato e con una classe dirigente mediocre. Nonostante ciò, le famiglie non protestano e anche di fronte al permanere di un ciclo depressivo dei consumi e alle evidenti difficoltà economiche, tasse troppo alte, compressione dei redditi, erosione dei risparmi, problemi nella restituzione delle rate dei mutui, si adattano rimodulando i propri stili di consumo. E' quanto emerge dall'Osservatorio Censis-Confcommercio su aspettative e clima di fiducia delle famiglie.

Secondo lo studio, sono poche le famiglie che riescono a cogliere qualche segnale positivo sul fronte delle misure di politica economica messe in atto nell'ultimo anno; anzi, è abbastanza diffuso il senso di insofferenza nei confronti di tutto ciò che riguarda la classe politica e le misure approntate nell'ultimo anno dal Governo.Infatti, quasi il 69% degli intervistati considera ormai intollerabili i costi e gli sprechi della politica a cui si aggiunge quasi il 48% di chi considera inaccettabile il livello raggiunto in termini di malaffare nella gestione dei beni pubblici. In una percentuale consistente (pari al 22%) si posizionano inoltre coloro che considerano ormai eccessivo il livello raggiunto dalla pressione fiscale.

Stando allo studio dell'Osservatorio Censis-Confcommercio su aspettative e clima di fiducia delle famiglie, per la metà degli intervistati inoltre l'Italia resta un Paese disorientato, e con una classe dirigente mediocre, mentre per quasi un quarto del campione nel nostro Paese ci sono ancora troppe differenze sociali.
Eppure al di là di problemi che schiacciano gran parte delle famiglie, dalla rilevazione emerge un diffuso atteggiamento adattativo: le famiglie non protestano ma adattano i propri stili di vita alla congiuntura di crisi, tagliano e rimodellano i propri budget di spesa, procedendo in un tunnel il cui termine sembra ancora lontano.
Solo il 10% degli intervistati dichiara di sentirsi confuso dalla crisi perdurante, mentre il 40,8% dichiara che taglierà i consumi, a cui si aggiunge un 29% di coloro che hanno dichiarato di non voler rinunciare a nulla, rimodulando le priorità di spesa. La rilevazione, sottolinea l'Osservatorio Censis-Confcommercio, è stata svolta nel corso delle ultime due settimane di settembre 2012.

Crisi, Napolitano: "Tra imprese e giovani oggi il dialogo è più che mai necessario"

 Il dialogo tra le imprese e le nuove generazioni è ''più che mai necessario in questo momento di particolare difficoltà per l'accesso al mondo del lavoro''. Lo sottolinea il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato alla Giornata nazionale OrientaGiovani in corso a Firenze su iniziativa di Confindustria.Il capo dello Stato ricorda, tra l'altro, che proprio OrientaGiovani ''rappresenta ormai un punto fermo'' in questo necessario dialogo. Napolitano esprime poi il suo ''convinto apprezzamento per lo sforzo con cui Confindustria, da ben 19 anni, persegue lo scopo di far conoscere il mondo delle imprese ai giovani e di aiutarli nella individuazione di scelte formative più consone al loro inserimento professionale''.
Il presidente della Repubblica infine formula al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e a tutti i partecipanti al convegno di Firenze ''i migliori auguri'' affinché anche questa Giornata nazionale ''possa contribuire ad instaurare un rapporto più stretto tra la scuola, l'università e il mondo del lavoro, promuovendo al contempo la qualità della formazione, la crescita professionale delle persone e la competitività delle imprese italiane''.
La giornata si è conclusa con il discorso di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: ''Dico ai giovani: mai cercare scorciatoie, perché possono essere appaganti nel breve periodo, ma nel medio e lungo termine non portano mai al successo''.
''Dobbiamo credere nei giovani -ha aggiunto Squinzi parlando ad una platea di 1.000 studenti toscani delle scuole superiori- e io nei giovani ci credo moltissimo. Così come i giovani devono credere nel loro futuro ed essere innovativi. Credere nei giovani è l'unica cosa che possiamo fare per aiutarli''.
In questa fase di crisi economica e di sfiducia dilagante, il presidente di Confindustria ha voluto lanciare un altro messaggio di ottimismo: ''Dobbiamo credere nel nostro Paese e in particolare nel nostro sistema formativo. I giovani che escono dalle nostre università e dalla nostre scuole tecniche sono di assoluta eccellenza a livello mondiale''.