29 giugno 2010

Nuovo accordo fra Israele ed Italia in materia pensionistica

GERUSALEMME - Il Comites d'Israele, in collaborazione con patronato Ital e Uim di Gerusalemme, ha organizzato, nella sala delle Conferenze del Tempio Italiano di Gerusalemme in Rechov Hillel, una conferenza dal titolo: “La recente Convenzione che deve essere ratificata fra Italia e Israele in materia di sicurezza sociale raccontata da chi l'ha creata”. Dell’incontro riferisce con una nota Lello Dell'Ariccia, responsabile Ital in Israele. Il presidente del Comites avv. Beniamin Lazar ha informato il pubblico presente del fatto che da diversi anni ha lavorato a questa problematica attraverso incontri e scambi di lettere con le autorità competenti sia in Italia che in Israele.
Ha preso poi la parola l’avv. Jakov Sasporte, direttore del Mosad Le Bituah Leumi, responsabile della divisione convenzioni internazionali, che ha raccontato il percorso, durato circa 13 anni, attraverso il quale ha cercato di accordarsi con le istituzioni italiane senza essere mai riuscito a sbloccare la situazione, come era invece accaduto con altri paesi nel corso della sua carriera. In pratica, tutto era pronto e non appena l'Inps ha avuto l'ok ufficiale da parte del governo italiano, in dieci giorni di intenso lavoro tutta la documentazione era in ordine per essere presentata alla delegazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il 2 febbraio scorso.
Il responsabile del patronato Ital Uim ha ribadito che appena l'accordo sarà effettivo dopo la ratifica dei due parlamenti e dei due governi, sarà a disposizione della comunità italiana per ogni chiarimento
L’avv. Sasporte ha spiegato che l'accordo prevede tre tipi di pensioni: anzianità, invalidità, assegni familiari per vedove e orfani. Non contempla invece accordi sul lavoro, maternità , assegni famigliari per i figli, accordi che Israele ha firmato invece con altri paesi.
Lo spirito dell'accordo tutela soprattutto i diritti di chi ha lavorato alcuni anni sia in Italia che in Israle. Quando l’ accordo sarà ratificato dai due governi, si potranno finalmente totalizzare i periodi contributivi in un'unica pensione.
Inoltre, fino a ieri, se un cittadino israeliano andava a lavorare in Italia doveva effettuare i versamenti alla Bituach Leumi fino a quando non fosse ufficialmente emigrato all'estero, ovvero solo dopo quattro anni.
In seguito a questo accordo, versando i contributi in Italia si sarà esonerati dall'effettuare i versamenti in Israele.
Un’altra novità riguarda il lavoratore che abbia subito una invalidità sul lavoro: la pensione sarà elargita dal paese nel quale sia incorso l`incidente. Il pubblico presente ha avuto l’opportunità di sollevare alcuni quesiti che hanno avuto approfondite risposte, conclude la nota del responsabile Ital Israele Lello Dell'Ariccia.

Manovra, si cambia sulle Regioni: "Tagli restano ma sono flessibili"

Per modifiche alla manovra "lo spazio c'è", dice il ministro Umberto Bossi ai cronisti alla Camera. Il leader del Carroccio annuncia che vedrà il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti: "Tra poco vedo Tremonti, voglio sentire che dice lui e vedrò di convincerlo".
Critiche immediate sono arrivate dall'opposizione: ''La valutazione e le modifiche alla manovra sono in discussione al Senato, non sono materia di scambio tra i compari Bossi e Tremonti. La Lega se finalmente riconosce i pesanti tagli ai servizi sociali e la mortificazione delle regioni e degli enti locali si confronti in commissione Bilancio con gli emendamenti presentati dal Pd e dalle altre opposizioni'', dice per il Pd Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria.
Le proposte di modifica, attese già nel primo pomeriggio, sono poi giunte con gli emendamenti del relatore, Antonio Azzollini, in commissione Bilancio al Senato. ''Mi riservo di presentare altre 2-3 proposte domani'', ha aggiunto il relatore spiegando che gli emendamenti contengono misure sul fisco, sull'innalzamento delle pensioni per le donne nella pubblica amministrazione, sul patto di stabilità interno, sulla soglia per l'assegno di invalidità e sulla proroga del pagamento dei tributi in Abruzzo.
Nel dettaglio queste le modifiche presentate:
PENSIONI DONNE P.A.: Arriva la norma che innalza l'età pensionabile per le donne nel P.i. I requisiti anagrafici per andare in pensione, si legge nell'emendamento, ''sono incrementati di 4 annu a partire dal primo gennaio 2012 ai fini di raggiungere l'età di sessantacinque anni''. Le economie in arrivo dall'attuazione della norma andranno al fondo strategico per il paese a sostegno dell'economia reale per interventi dedicati ''a politiche sociali e familiari, con particolare attenzione alla non autosufficienza e all'esigenza di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare delle lavoratrici''.
INVALIDITA': L'a soglia per accedere all'assegno di invalidità resterà ferma al 74% per alcune categorie, tra cui la cecità monoculare, le malattie respiratorie, il sordomutismo, la paresi. Sono tredici, complessivamente, le categorie per cui resta la vecchia soglia di invalidità mentre per le altre sarà applicata il nuovo tetto, previsto dalla manovra, pari all'85%.
TAGLI REGIONI: Restano i tagli per le regioni, pari a 4 miliardi nel 2011 e 4,5 miliardi a partire dal 2012, che però potranno essere ripartite ''secondo i criteri e le modalità stabiliti in sede di conferenza Stato-regioni'' entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge.
FISCO: Arriva la norma che allunga i tempi di riscossione dei debiti fiscali, rispetto alla norma contenuta nel decreto legge. La manovra prevede l'accorpamento tra l'avviso di accertamento e la cartella di pagamento, rendendo così subito esigibile il debito che il contribuente, secondo l'Agenzia delle entrate, ha contratto con l'erario. Grazie all'emendamento vengono invece dati 60 giorni di tempo prima che il ruolo possa essere riscosso.

Pd: "Più tasse e più debito pubblico, ecco i record di Berlusconi"

ROMA - "Scaliamo la classifica europea per il peso delle tasse e insieme abbiamo un debito pubblico che, sfiorando il 116% rispetto al Prodotto interno lordo, resta sempre il più alto della Ue. Questi sono i record del governo Berlusconi così come li fotografa l'Istat". E' quanto afferma Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd.
"Gli effetti della crisi sulle finanze pubbliche- sottolinea- si manifestano su tutti i Paesi avanzati, ma colpiscono in particolar modo l'Italia dove la spesa pubblica ha sfiorato nel 2009 gli 800 miliardi, perché, insieme ai necessari interventi sugli ammortizzatori sociali, non sono state previste iniziative atte a favorire la crescita. Anche l'impegno appena preso dai grandi del G20 per il dimezzamento dei deficit dal 2013 non porterà risultati se non verranno messe in campo azioni per la ripresa". Secondo Ventura, "questo governo, com'è dimostrato dalla manovra presentata è incapace di fare qualsiasi cosa, sia di tenere i conti in ordine, che di vigilare sulla pressione fiscale. Altro che meno tasse". (Agenzia DIRE-www.dire.it)

Sale la pressione fiscale, Italia quinta in Europa . Boom spesa pubblica

ROMA - La pressione fiscale in Italia è aumentata, passando dal 42,9% del 2008 al 43,2% del 2009. A comunicarlo è l'Istat. Con questi numeri, sottolinea l'Istituto di statistica, l'Italia si colloca al quinto posto nell'Unione Europea, insieme alla Francia, mentre nel 2008 era al settimo per peso del fisco sul prodotto interno lordo. I dati più elevati sono quelli di Danimarca e Svezia, rispettivamente al 49% e 47,8%, mentre i livelli più bassi di pressione fiscale si riscontrano in Lettonia (26,5), Romania (28), Slovacchia e Irlanda (29,1), Lituania (29,3) e Bulgaria (30,9).
SPESA PUBBLICA AL 52,5% DEL PIL - Nel 2009, la spesa pubblica sfiora gli 800 miliardi di euro e supera la metà del prodotto interno lordo. "La spesa pubblica complessiva, calcolata al netto della produzione dei servizi vendibili e al lordo degli ammortamenti, ha registrato una crescita del 3,1%- si legge nel bollettino Istat- evidenziando una decelerazione rispetto al 2008 (+3,6%). La sua incidenza sul Pil è aumentata, passando dal 49,4% nel 2008 al 52,5%". Hanno pesato i costi degli ammortizzatori sociali. L'incidenza della spesa sul Pil ha fatto registrare i valori più alti in Danimarca (58,6%), Svezia (56,5%), Finlandia e Francia (55,6%), i più bassi in Romania (40,4%), Bulgaria (40,7%) e Slovacchia (40,8%). (Agenzia DIRE-www.dire.it)

FORMAZIONE PER GIOVANI TOSCANI ALL’ESTERO: ENTRO IL 24 LUGLIO LE DOMANDE DI AMMISSIONE AL CORSO "MARIO OLLA" DELLA REGIONE

L'anno scorso ne beneficiarono in sette. Quest'anno potranno essere anche otto. La Regione Toscana mette infatti a disposizione dei giovani di origine toscana che vivono nel mondo dalle sei alle otto borse di formazione professionale intitolate a Mario Olla, uno dei primi che ha creduto nel recupero di un forte legame con le comunità dei toscani che risiedono all'estero: un modo per mantenere vivi i rapporti con la terra dei genitori o dei nonni e con le aziende che vi operano, un filo utile per entrambi, un modo per impratichirsi in quell'abilità artigiana ed artistica di cui la Toscana è ancora oggi maestra ma anche un'occasione per migliorare l'uso dell'italiano.La borsa durerà quattro mesi – un mese d'italiano e tre di stage presso un'azienda o un laboratorio della regione - ed è riservata a diplomati, laureandi o laureati tra 18 e 32 anni. Occorre conoscere la lingua. Non potranno partecipare i giovani che lavorano nel pubblico, mentre tutti dovranno dimostrare una conoscenza generale nella materia oggetto della borsa di formazione. Priorità avranno i giovani disoccupati e quelli che si trovano in condizioni disagiate. "Merito e bisogno sono i criteri che abbiamo scelto come guida anche in questo caso", conferma l'assessore regionale ai toscani all'estero, Riccardo Nencini.
La borsa copre le spese di soggiorno (vitto e alloggio), i trasferimenti quotidiani e le spese di assicurazione per tutti e quattro i mesi. Le spese di viaggio per arrivare e tornare dalla Toscana saranno rimborsate per metà. La formazione potrà riguardare quest'anno il design per l'abbigliamento, l'oreficeria e la lavorazione delle pietre dure, la lavorazione della ceramica, la falegnameria e il restauro del legno, il restauro di pittura su tela e su tavola, la lavorazione artistica del marmo, le professioni d i cuoco, gelataio e pasticcere, l'architettura, l'ingegneria e il restauro architettonico, la grafica pubblicitaria. Le domande di ammissione al concorso, corredate dei documenti richiesti, dovranno arrivare all’indirizzo "Regione Toscana, Settore Attività internazionali, Ufficio dei Toscani all'Estero, piazza Unità Italiana 1, 50123 Firenze" entro le ore 13.00 del 24 luglio 2010: preferibilmente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

IL CONSORZIO "OPERATORI DEL GRAN SASSO D’ITALIA" OFFRE UNA CONVENZIONE PER GLI ABRUZZESI ALL’ESTERO CHE VOGLIONO SOGGIORNARE A L’AQUILA

Il Consorzio operatori del Gran Sasso d’Italia, quale organizzazione che unisce le piccole realtà imprenditoriali presenti nel territorio del Gran Sasso aquilano e della piana di Navelli, offre, a tutti gli abruzzesi che vivono al di fuori dei confini nazionali, la possibilità di ritornare a visitare il proprio territorio e ad assisterli nella loro permanenza". Queste sono le parole con le quali il Presidente del Consorzio "Operatori del Gran Sasso d’Italia", Paolo Baldi, annuncia la proposta di convenzione con le Associazioni degli Abruzzesi nel mondo per favorire il ritorno nei luoghi di origine in seguito al terremoto dell’anno scorso a prezzi accessibili. Una convenzione che vuole venire incontro ai tanti cittadini abruzzesi all’estero che hanno avuto l’abitazione danneggiata dal sisma e che pertanto hanno bisogno di recarsi sul posto per espletare le dovute pratiche per la ricostruzione."Il personale del Consorzio", afferma la presidenza dell’ente, "fornirà un supporto tecnico nella scelta delle strutture ricettive più in linea con le esigenze, nell'orientamento amministrativo per le pratiche da espletare per la ricostruzione, nonché di tutto ciò che occorre per muoversi nel territorio e visitare le zone circostanti". Per maggiori informazioni sull’iniziativa vi segnaliamo il sito internet http://www.gransassoitalia.it/. (aise)

27 giugno 2010

MEZZOGIORNO: ANGELETTI, DEINDUSTRIALIZZAZIONE ROVINA PER SUD

TARANTO - "Non può esserci ripresa senza un mezzogiorno industrializzato, evoluto, competitivo. Pensare a un sud deindustrializzato significa desertificare le regioni meridionali, condannare i nostri giovani a un futuro di disoccupazione o peggio di emigrazione". Lo ha detto il segretario nazionale della Uil, Luigi Angeletti, oggi a Taranto. "Parlare oggi di deindustrializzazione - ha aggiunto - è sottocultura, significa essere avulsi da qualsiasi logica economica. Per quanto riguarda lo stati di crisi delle aziende, abbiamo chiesto al governo di garantire le risorse per coprire la cassa integrazione fin quando è necessario".


L'Argentina stende il Messico, tris con l'aiutino di Rosetti

L'Argentina stende il Messico per 3-1 negli ottavi di finale dei Mondiali e, con la spinta determinante dell'arbitro italiano Roberto Rosetti, vola ai La seleccion allenata da Diego Armando Maradona cala il tris nella spettacolare serata di Johannesburg, complicata solo per mezz'ora. Il Messico parte benissimo e si fa vivo all'8' con il siluro di Carlos Salcido: l'esterno tricolor va al tiro da distanza siderale, traversa piena. Contro avversari organizzati e capaci di chiudere gli spazi, l'Argentina crea poco o nulla per 20 minuti abbondanti. Bisogna aspettare che Leo Messi accenda la scintilla al 26'. La 'pulce' si incolla la palla al piede e affonda nella difesa avversaria, l'uscita di Oscar Perez è solo un ostacolo parziale. Messi recupera la sfera e la deposita sulla testa di Carlos Tevez: deviazione comoda e 1-0. Rosetti, dopo un lungo conciliabolo con l'assistente Stefano Ayroldi, convalida la rete. Grave errore, perché Tevez è in fuorigioco solare: tra lui e la porta, al momento dell'assist di Messi, non c'è nemmeno un giocatore con la maglia verde. Gli uomini di Javier Aguirre protestano, ma il pasticcio ormai è cosa fatta. Il Messico perde la testa e al 33' si suicida. Ricardo Osorio litiga con il pallone al limite della propria area, regalando una chance colossale a Gonzalo Higuain.
Il centravanti dell'Argentina ringrazia, evita Perez con un pregevole dribblig e insacca: 2-0. La tensione è palpabile, come dimostra l'accenno di rissa all'intervallo. A spegnere gli ardori provvede al 52' ancora Tevez. Destro terrificante da 20 metri, palla all'incrocio e 3-0.
Il Messico non merita un passivo così severo e riduce il gap al 71'. Merito di Javier Hernandez, che si gira e dal cuore dell'area fa centro sul primo palo con un sinistro implacabile: 3-1. L'Argentina congela il gioco fino al 90' e pazienza se il primo gol mondiale di Messi non arriva.
L'appuntamento è rinviato alla sfida con la Germania l'altra squadra che deve ringraziare una colossale svista arbitrale nella domenica nera dei fischietti.

G20, troppi disoccupati. Dare vigore alla ripresa

TORONTO - La ripresa è "fragile" e l'ordine di scuderia è ridarle "vigore". Anche perché resta l'allarme lavoro con livelli di "occupazione inaccettabili in molti paesi". Ma sulle strategia per una crescita sostenibile e sostenuta il G20 di Toronto non dà grandi risposte.
E, confermando le previsioni della vigilia, appare in ordine sparso. Con una dichiarazione finale 'cerchiobbottista', che mette d'accordo tutti sulla carta, ma che di fatto non segna la strada per quella strategia concordata senza la quale si rischia - aveva paventato l'Fmi solo l'altro ieri - di perdere 30 milioni di lavoro e 4 mila miliardi di dollari di produzione. Niente riferimento all'atteso dossier sulle tasse su banche e transazioni finanziarie. E passa il 'liberi tutti' sulle misure da mettere in campo: "differenziate e concepite sulla base delle discrezionalità nazionali", cita la bozza di documento finale.
Se l'accordo - forse l'unico sostanziale - si raggiunge sul dimezzamento dei deficit entro il 2013 delle economie mature (che consente alla cancelliera tedesca Angela Merkel di tornare a casa soddisfatta), sulle politiche da mettere in campo "per favorire la crescita" il G20 non detta la linea. "Sono necessarie finanze sane" avverte. Ma il precorso di aggiustamento dei conti dovrà essere "attentamente calibrato". Ci sono infatti "rischi che adeguamenti fiscali sincronizzati in alcune delle principali economie possano ripercuotersi negativamente sulla ripresa". Così come esiste il pericolo che "il mancato consolidamento, ove questo risulti necessario, possa minare la fiducia e ostacolare la crescita". Un colpo al cerchio ed uno alla botte, insomma.
Dopo il summit - quello di Pittsburg e prima ancora di Londra e Washington - dove i numeri della debacle dell'economia mondiale 'mordevano', i Grandi sembrano così accontentarsi, per ora, di quei modesti segnali di crescita, seppur a macchia di leopardo (con gli emergenti che corrono di più e più velocemente). E quei "passi per garantire un pieno ritorno alla crescita", a Toronto latitano. Anche se tutti sono d'accordo sul fatto che "si può fare di più", scongiurando con "un cammino di riforme più ambizioso nel medio termine", gli allarmi del Fmi e della Banca Mondiale.
E "bisogna fare di più" anche sul fronte della riforma finanziaria, sottolineano i Grandi che, anche a Toronto, si "impegnano ad agire di concerto per una riforma del sistema finanziario", sulla strada di quanto già messo nero su bianco nei precedenti vertici. Alla ricerca di "nuovi standars" che dovranno tener conto dell'impatto macroeconomico. Ma anche in quella del rafforzamento delle Ifi (le istituzioni finanziarie internazionali). Ancora una volta, poi, da Toronto si alza una sola voce contro il protezionismo. "In un momento in cui la crisi economica mondiale rpovocava il più brusco calo degli scambi commerciali in più di 870 anni, il G20 ha scelto di lasciare i mercati aperti". E questa - si ribadisce - "é la scelta giusta". La 'palla' quindi passa a Seul, dove tra meno di cinque mesi - l'11 ed il 12 novembre - il G20 tornerà a riunirsi.
NUOVI INCIDENTI A TORONTO, ARRESTI SALGONO A OLTRE 580 - La polizia di Toronto ha lanciato per il secondo giorno consecutivo gas lacrimogeni contro i dimostranti anti-G20 facendo scattare una nuova serie di arresti che hanno portato il totale a oltre 500. I nuovi incidenti sono divampati quando un gruppo di alcune centinaia di dimostranti si sono diretti verso un centro di detenzione temporaneo allestito dalla polizia di Toronto facendo scattare la reazione della polizia e il lancio dei lacrimogeni. Quasi ventimila poliziotti hanno pattugliato le strade della città effettuando tra sabato e domenica 584 arresti. Un raid della polizia al campus dell'Università di Toronto ha portato a settanta arresti, si ritiene non si tratti di studenti. Sostenitori degli arrestati hanno circondato un film studio trasformato in centro di detenzione per protestare contro gli arresti. Una protesta pacifica si è svolta in un parco del centro con alcune centinaia di persone. Questi episodi si sono svolti non senza polemiche. Nel corso di una conferenza stampa, il Toronto Mobilization Network ha denunciato la brutalità della polizia che non ha difeso le vetrine dei negozi o delle banche, ma ha circondato e fermato i dimostranti con aggressività. Durante la mattina la polizia aveva fatto una incursione preventiva nell'area della università di Toronto arrestando una serie di giovani Sugli episodi di violenza di sabato, in cui hanno marciato circa trentamila persone, il capo della polizia di Toronto Bill Blair ha dichiarato che "non si era mai visto un tale livello di sfrenata criminalità e distruzione sulle nostre strade". La polizia ha invitato chiunque abbia scattato fotografie di fornirle per poter compiere ulteriori indagini sulle violenze di sabato pomeriggio.

Ora Nazionale nel mirino, Calderoli: ''Stop a immigrati di lusso nel calcio''

Che vergogna''. ''Abbiamo sbagliato tutto''. ''La Nazionale della Padania avrebbe giocato meglio''. Finita 3-2 la partita con la Slovacchia, l'Italia è fuori dal Mondiale e bersaglio delle critiche che arrivano anche dal mondo politico.
Dà fuoco alle polveri il leghista Roberto Calderoli. ''Semplicemente ridicoli. Pagati milioni, gambe di gelatina e fiato corto - ha dichiarato il ministro della il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie della Lega Nord -. Con questa sconfitta si conclude indecorosamente questa via crucis della Nazionale, il cui epilogo era comunque scontato. Mi spiace per i tifosi, mi spiace decisamente di meno quando penso all'arroganza di Marcello Lippi e ai capricci di alcuni 'bambini viziati' della Nazionale, che non volevano neppure rinunciare a dei premi che tanto tutti sapevano che mai avrebbero preso".

.Questa prematura eliminazione - ha aggiunto - non è altro che il risultato di una demenziale politica sportiva, che ha portato alla cancellazione dei nostri vivai e che ha fatto sì che a vincere il Campionato e la Coppa Italia, oltre che la Champions League, sia una squadra che di nostrano non ha neppure l'allenatore. Purtroppo per Lippi, però, in Nazionale non possono giocare gli immigrati di lusso dello sport e questi risultati ne sono la logica conseguenza. Ora, pensiamo a far giocare nelle nostre squadre di club i giocatori nostrani, i prodotti dei nostri vivai, e prima di finire tutti 'nel pallone' lasciamo perdere le discussioni sulla Nazionale e sul calcio - ha concluso - torniamo ad affrontare i problemi veri del Paese, i problemi che interessano le famiglie, i lavoratori e le imprese....".
Per il leghista Matteo Salvini, ''vent'anni fa Fini avrebbe detto che la Slovacchia non esisteva, perché in realtà non esisteva. Oggi invece si è accorto che esiste, eccome. Così, speriamo che tra vent'anni potrà dire che esiste anche la Padania''. ''Speravo - ha detto commentando il match al 'Salotto dei Mondiali', in diretta streaming sul sito www.adnkronos.com - che l'Italia andasse avanti e l'esultanza a Radio Padania è stata solo per i gol azzurri, ma ho visto la formazione più triste della mia vita, con l'allenatore più antipatico ed è uscita fuori questa figuraccia. La Nazionale della Padania avrebbe giocato meglio'', ha aggiunto.
Delusione anche nelle parole di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, rilasciate all'ADNKRONOS: ''C'è la conferma che abbiamo sbagliato tutto. Non si possono lasciare a casa giocatori come Cassano, Balotelli e Totti...''.
Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, replica a Calderoli. ''E' più molesto di una vuvuzela. Il ministro ci conceda un po' di tregua e per un po' smetta di lanciare proposte provocatorie e razziste", ha detto Donadi, osservando che anche quattro anni fa, quando abbiamo vinto il Mondiale, ''il nostro campionato era pieno di stranieri''.

MASTELLA: ANNUNCIA FINE UDEUR E NASCITA DI POPOLARI PER IL SUD

Alla fine e' tornato. Clemente Mastella si ripresenta sulla scena politica italiana con un nuovo partito: i 'Popolari per il sud'.Archiviata tra luci ed ombre la storia dell'Udeur, oggi a Roma nella sala dell'Assunta della Chiesa del Gesu' e in mezzo ad un centinaio di sostenitori giunti nella capitale da Campania, Calabria, Molise e Puglia, Mastella ha annunciato la nascita del nuovo movimento. Un soggetto che, come spiega lo stesso ex-Guardasigilli, vuole ''colmare il vuoto politico nel sud a livello locale, confermando al contempo la strategica alleanza con il Pdl''.
I Popolari per il sud sono nati per volonta' autonoma del suo leader -tiene a precisare- senza patrocini o beneplaciti da parte del premier Silvio Berlusconi, al quale pero' deve la propria rinascita politica grazie alla candidatura concessagli alle scorse elezioni europee dopo che gli scandali e le inchieste che lo avevano travolto sembravano aver definitivamente concluso la sua vita politica.La nuova sfida di Clemente Mastella non e' a Strasburgo, ma in Italia. E a guidare la nascita della sua nuova creatura sono soprattutto valori e virtu'. Valori, spiega, che si ispirano alla ''forte tradizione territoriale''. E virtu' come ''autogoverno e responsabilita''', prese a prestito da uno frase di Don Sturzo e riportate in una scritta che campeggia sopra il palco. ''Chiamo a raccolta tutti coloro che credono nei nostri valori e non solo all'idea della convenienza. Le zeppole -dice l'ex-ministro, azzardando un parallelo culinario- senza farina non si fanno''.Tra fragorosi applausi, Mastella spiega di non avere alcuna velleita' di contrapposizione con la Lega e il nord d'Italia e che il suo nuovo partito e' aperto a tutte le altre forze disposte a parlare e a fare il bene del meridione: ''Non vogliamo porci in contrapposizione con il Nord, vogliamo pero' competere e collaborare. Perche' la questione meridionale e' diventata appendice di quella settentrionale.Il sud non puo' essere lasciato a se stesso. Il rischio e' che si crei una separazione di fatto, come in Belgio. Mentre in Italia, il nord e il sud sono complementari''.Il passato, le note vicende giudiziarie che hanno colpito l'Udeur e poi la moglie Sandra, ex-presidente del consiglio regionale campano, presente in sala, vengono solo sfiorate nel discorso di Mastella. ''Rispetto a quanto successo - ribadisce a piu' riprese l'ex-ministro, tra l'ovazione dei sostenitori - dobbiamo andare avanti. Andare avanti, nonostante sia stato bastonato da qualche magistrato con eccesso di zelo. Esserci, dobbiamo essere presenti quando sara' il momento. Esserci per contare''.Ovazione che si e' poi trasformata in apoteosi quando ad una domanda dei giornalisti, Mastella ha risposto d'essersi preso gioco dei media, ingenui nel credere che veramente avrebbe accettato di partecipare all'Isola dei famosi, come sembrava qualche settimane fa. ''Ho giocato con voi giornalisti. Potete mai pensare che uno come me possa perdere la testa, uno che ha la politica nel sangue, non il potere, ma la politica nel sangue. Ebbene come potete credere che sia cosi' imbecille da andare all'isola dei famosi'', ha dichiarato. ''Ci sarei andato - ha aggiunto, chiudendo la presentazione del suo nuovo partito - solo per perdere peso''.

25 giugno 2010

Bersani: "Basta favole, manovra frutto di 2 anni di stupidaggini"

ROMA (Agenzia Dire) - "Devono smetterla tutti quanti di raccontare delle favole. C'e' modo e modo di far le manovre e c'e' modo e modo di fare politica economica. Se noi arriviamo a questa manovra e' perche'" sono state fatte "delle stupidaggini in questi due anni". Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a margine della manifestazione della Cgil a Milano ai microfoni di Sky Tg24. In ogni caso, aggiunge, "adesso ci siamo e c'e' modo e modo di fare la manovra: Se andassimo a prendere i soldi dove sono e li mettessimo dove vanno messi, e abbiamo fatto proposte precise a questo fine, vedremmo che un po' di stimolo all'economia lo si puo' dare, qualcosa per l'occupazione giovanile si puo' fare. Naturalmente se si continua a caricare il peso sui redditi medi, i redditi medio-bassi, si abbassano i consumi e si abbassano le attivita' economiche". Bersani invita il governo a guardare "all'Inghilterra, Cameron e' un conservatore", eppure "ha aumentato l'aliquota sulle rendite finanziarie dal 15% al 28%", mentre in Italia "sono al 12%".

24 giugno 2010

CONFINDUSTRIA: ITALIA FUORI DALLA RECESSIONE. NEL 2011 PIL +1,6%. MA E' RECORD PER LA DISOCCUPAZIONE

''L'economia italiana e' fuori dalla recessione''.Confindustria conferma che il peggio per l'economia italiana e' ormai alle spalle e, nelle consuete previsioni del centro studi, stima per ''il 2010 e il 2011 un biennio di recupero parziale''.Secondo gli industriali, infatti, ''la ripresa si profila piu' solida rispetto alle stime rilasciate a dicembre'' con il prodotto interno lordo previsto in crescita all'1,2% per quest'anno e all'1,6% per il 2011. Inoltre, secondo la Confindustria la manovra economica correttiva non avra' nessun impatto quest'anno sul prodotto interno lordo.Nel 2011, invece, il pil subira' un impatto negativo dello 0,4%, cosi' come per il 2012.Il governo aveva previsto, invece, un impatto negativo dello 0,1% per quest'anno, e dello 0,2% sia per il 2011, sia per il 2012.
LAVORO: IN 2 ANNI DI CRISI PERSI 528 MILA POSTI. Sono 528 mila i posti di lavoro persi in Italia durante il periodo di crisi compreso tra il primo trimestre del 2008 e il quarto trimestre del 2009.Nello stesso periodo a crescere e' stato anche il ricorso alla cassa integrazione con 335 mila persone in piu'. Non considerando le persone in cig, le unita' di lavoro complessive (Ula) perse ammonterebbero a 1 milione e 54 mila.Complessivamente gli industriali stimano per il 2010 una crescita del tasso di disoccupazione all'8,6%, rispetto al 7,8% del 2009, mentre nel 2011 il rialzo dovrebbe essere al 9,2%.L'occupazione totale (Ula) alla fine di quest'anno dovrebbe registrare un calo dell'1,3%, mentre nel 2011 si segnerebbe un rialzo dello 0,5%.Le ricadute della crisi sono certificate anche dall'Istat secondo cui nel primo trimestre di quest'anno il tasso di disoccupazione e' in salita al 9,1% (7,9% nel corrispondente trimestre dello scorso anno). Su base territoriale emergono queste differenze: nel nord il tasso di disoccupazione e' pari al 6,4%, nel centro all'8,4% e nel mezzogiorno al 14,3%.Nel 2010 il numero di occupati risulta pari a 22.758.000 unita' in calo rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente dello 0,9 per cento (-208.000 unita'). La perdita dell'occupazione e' la sintesi di una significativa riduzione della componente italiana (-391.000 unita') e di una sostenuta crescita di quella straniera (+183.000 unita').Prosegue la forte riduzione del numero degli occupati nell'industria in senso stretto, soprattutto nel Nord.CORTE CONTI, DALLA MANOVRA ELEVATO RISCHIO IMPATTO NEGATIVO SULLA CRESCITA. Di tutt'altro avviso sui riflessi della manovra e' la Corte dei Conti, secondo cui e' elevato rischio di ''un impatto negativo sulla crescita economica''.Il presidente di Sezione della Corte dei Conti, Gian Giorgio Paleologo, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato mette in evidenza ''alcuni aspetti critici'' della manovra, ''che attengono all'articolazione e alla problematicita' dei singoli provvedimenti''. Il primo apetto critico e' quello, appunto'' del rischio di un impatto negativo sulla crescita economica; ''e, di conseguenza, il rischio di un assottigliamento degli effetti attesi sul disavanzo, soprattutto per via della flessione del gettito fiscale connessa ad un piu' basso livello di attivita' economica''.Inoltre, la Corte dei Conti avverte come ''non sia priva di rischi'' nemmeno ''la stima circa gli effetti di risparmio attesi dai 'tagli' lineari alle spese delle Amministrazioni statali; ed cio' con riguardo sia alle spese per consumi intermedi, sia alle spese di investimento, per le quali l'effetto stimato sembra troppo rapido''.Quanto ai provvedimenti in materia di pubblico impiego, la Corte sottolinea come ''le misure di blocco delle procedure negoziali e degli automatismi'' siano ''molto impegnative'' e, soprattutto, ''debbano essere rese coerenti con i percorsi gia' positivamente avviati in tema di revisione delle regole per i rinnovi contrattuali ed anche in tema di erogazione selettiva dei trattamenti accessori''.Per quanto riguarda le misure destinate a ridurre la spesa delle amministrazioni locali, '''alle quali e' chiesto un contributo al riequilibrio dei conti pubblici pari a circa il 50% dell'intera manovra 2011-2012'', si tratta, dice la Corte, di un ''taglio ambizioso la cui realizzabilita' e sostenibilita' e' messa in dubbio dalla distribuzione dei suoi effetti tra enti e dall'interazione con un meccanismo come il Patto di stabilita' interno, che si applica in modo indifferenziato ad un universo molto ampio e con caratteristiche gestionali molto variegate''

Azzurri ko con la Slovacchia: 3-2 Addio al Mondiale tra i fischi

Addio Mondiali: l'Italia campione del mondo torna a casa. La Slovacchia ha emesso il verdetto definitivo battendo gli azzurri per 3-2 a Johannesburg. Zero vittorie per la prima volta nella storia, fuori al primo turno come nel lontano 1974, ultimi del girone alle spalle anche della Nuova Zelanda: il bilancio finale degli azzurri in Sudafrica e' spietato. Il ct Marcello Lippi non solo non e' riuscito a ripetere l'impresa di quattro anni fa in Germania, ma lascia la panchina azzurra nel peggior modo possibile. Contro la Slovacchia gli azzurri si svegliano solo nel finale, rivitalizzati dall'ingresso di Pirlo. Ma stavolta non ci sono miracoli. Per un'ora c'e' solo la Slovacchia. Montolivo, fra i migliori contro la Nuova Zelanda, sembra spaesato. Iaquinta e' costantemente spalle alla porta.
Gli azzurri non riescono mai a sfondare sulle fasce e la difesa e' in affanno. Come al 6', quando Cannavaro e compagni si fanno scavalcare da un lancio lungo, spizzato di testa da Vittek: palla ad Hamsik in area e sinistro strozzato, Marchetti respira. Il patatrac matura al 25' dopo un errore di De Rossi: il centrocampista della Roma sbaglia il retropassaggio, Vittek vola via e con un destro rasoterra firma l'1-0. Un durissimo colpo alle ambizioni azzurre. E al 34' Cannavaro, gia' ammonito, viene graziato dall'arbitro Webb per un brutto fallo su Hamsik. L'unica occasione all'Italia gliela procura lo slovacco Skrtel al 41' con una deviazione in corner di testa che per poco non si trasforma in un clamoroso autogol. La Slovacchia pero' chiude il primo tempo davanti e terrorizza Marchetti con un destro al volo di Kocka a fil di palo.
In avvio di ripresa, Lippi cambia tutto: fuori Gattuso e Criscito, dentro Maggio e Quagliarella. L’azzurro resta sbiadito e Lippi è costretto a fa la mossa della disperazione: terzo cambio al quarto d’ora della ripresa, è il momento di Pirlo al posto di Montolivo. L’Italia aumenta i giri, attacca a testa bassa, supportata più dalla forza dei nervi che dal gioco. Ma l’occasione arriva e Quagliarella non è fortunato. Cross di Pepe, uscita a vuoto di Mucha e destro del bomber del Napoli che Skrtel respinge sulla linea di porta.L’Italia si sgonfia al 73’, quando ancora Vittek punisce gli azzurri sfruttando un cross basso di Hamsik: anticipo su Chiellini, destro che vale il 2-0. Sembra finita, ma nel quarto d’ora finale l’Italia ha un moto d'orgoglio. All’82’ Quagliarella penetra in area dopo una bella triangolazione con Iaquinta e va al tiro: palla respinta, tap-in di Di Natale e 2-1.L’Italia si illude all’85’ sul gol del possibile pareggio annullato per fuorigioco a Quagliarella, poi si dispera per il 3-1 del neo-entrato Kopunek all’89, complice una dormita della difesa. Quagliarella regala una flebile speranza siglando il 3-2 in pieno recupero con un destro morbido da fuori. Un bel gol, un'altra occasione divorata da Pepe a fil di sirena. Poi è finita: l'Italia lascia la coppa.

Maradona dopo le tre vittorie: ''Potrei chiamare Mourinho per un consiglio''

(Adnkronos) - ''Mi piace molto Mourinho. Potrei chiamarlo per un consiglio''. Diego Armando Maradona sta ottenendo ottimi risultati ai Mondiali con la sua Argentina. In caso di necessità, però, il ct dell'albiceleste potrebbe fare una telefonata allo Special One per un 'aiutino'.
''Mi piace molto, mi piace molto. Mi sembra un tipo molto disponibile, a cui fare domande ogni volta che serve qualcosa: cosa fare in questo caso, cosa fare in quell'altro... Sarei capace di chiamarlo per chiedergli un consiglio'', dice il Pibe in un'intervista a La Nacion. Mourinho, da poche settimane allenatore del Real Madrid, ha chiuso l'avventura con l'Inter vincendo tutto. Il gioco dei nerazzurri non ha entusiasmato Maradona. ''Però gli ha portato risultati, no? Ha vinto la Champions'', dice.
L'ex stella del Napoli sta crescendo come tecnico. Durante le qualificazioni ha vissuto momenti estremamente complicati. Ai Mondiali, finora, la squadra ha sempre vinto. ''Se non c'è feeling con i giocatori, non c'è storia. La storia si scrive grazie ai calciatori. Sono loro a fare le magie, nessun altro deve sentirsi un mago'', dice prima di analizzare con schiettezza il proprio lavoro. ''Ho avuto il c... di trovare questi giocatori tutti insieme. Magari un altro tecnico avrebbe dovuto rinunciare a qualcuno. Io li ho tutti sani''. ''Amo la mia squadra, muoio per questi 23 giocatori. Non mi preoccupa nulla, penso solo a migliorare con questi 23. Penso solo a migliorare giorno per giorno come gruppo e come squadra''.

Quanto al fuoriclasse, appena 23enne, Leo Messi, ''è pronto per andarsene con la corona'', dice il ct. La stella del Barcellona, pur senza segnare, è stato determinante nelle tre vittorie in altrettante partite. ''E' come una Formula 1'', dice Maradona. ''Lasciamo perdere i paragoni'', dice il ct, che non vuole essere coinvolto nel confronto con il suo giocatore. ''Messi è così perché vuole essere così'', aggiunge il Pibe nell'intervista a La Nacion. ''Sta bene, è felice, si diverte, vuole giocare. Mi chiede di giocare. Rendere Messi felice è un motivo orgoglio per tutti, anche per i compagni'', aggiunge. La 'pulce', poco brillante nelle problematiche qualificazioni, ha cambiato marcia ai Mondiali. La svolta, dice Maradona, è avvenuta con una chiacchierata a quattro occhi. ''Ho raccontato a Messi che a me nessuno ha detto dove avrei dovuto giocare. Quindi, io non dovevo dire a lui dove doveva mettersi in campo. Doveva giocare dove preferiva'', aggiunge il ct, che sul terreno di gioco non vuole vedere il talento ''statico''. ''Voglio un crack che stia sempre vicino alla palla. Questo ci dà la possibilità di partire in contropiede, di gestire il possesso, di creare occasioni e di servire un assist'', spiega ancora. Tutto questo è possibile perché Messi è cresciuto. ''Chi compie 23 anni non è lo stesso dei 18. Sta maturando come una Formula 1 perché lo chiede il Barcellona, la Nazionale, il mondo''.
La prossima sfida dell'Albiceleste è con il Messico. Il centrocampista messicano, Gerardo Torrado, non ha paura dell'Argentina di Maradona e Messi, la sua squadra giocherà alla morte l'ottavo di finale del Mondiale sudafricano. "Abbiamo davanti a noi un incontro molto bello: bisogna goderselo, giocarlo alla morte e vincere in qualunque modo - dice -. Contro l'Uruguay è mancata forse determinazione, ma ogni partita ha circostanze che la rendono unica, ci sono fattori diversi. Questa partita, contro l'Argentina, bisogna vincerla per continuare con questo sogno", ha assicurato Torrado

23 giugno 2010

NUCLEARE: LA CONSULTA RESPINGE IL RICORSO DELLE REGIONI

La Corte costituzionale ha rigettato i ricorsi sollevati da undici Regioni (poi divenute 10) sulla legge delega del 2009 sul nucleare. In particolare, spiega una nota della Consulta, ''su ricorso di 11 Regioni e' stata chiamata a giudicare su questioni relative al riparto della competenza legislativa fra Stato e Regioni in tema di produzione dell'energia elettrica nucleare; le ricorrenti ritenevano costituzionalmente illegittime alcune disposizioni contenute nella legge di delega n. 99 del 2009''.La Corte costituzionale, conclude la nota, ''ha dichiarato queste censure in parte infondate ed in parte inammissibili.La motivazione verra' depositata nelle prossime settimane''.
Violazione delle competenze in materia energetica sancite dal titolo V della Costituzione e mancato passaggio alla Conferenza Stato-Regioni. Erano questi i due pilastri dei ricorsi contro le disposizione sul nucleare della Legge Sviluppo presentati alla Corte Costituzionale da Lazio, Umbria, Basilicata, Toscana, Calabria, Marche, Molise, Puglia, Liguria ed Emilia Romagna (il Piemonte, inizialmente aderente al ricorso, se ne e' chiamato fuori dopo l'insediamento della nuova giunta Cota).
Prevista una procedura accentrata, con i dicasteri di Sviluppo Economico ed Ambiente, sul tipo di centrali da autorizzare dopo una delibera del Cipe. La legge richiede un'intesa con la Conferenza Unificata, a cui partecipano le Regioni e gli enti locali, solo per la costruzione e l'esercizio degli impianti.Prossima scadenza ad ottobre quando la Consulta dovra' discutere il ricorso, questa volta del governo, contro le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che vietano la costruzione di centrali nucleari sul loro territorio.Intanto, domani a margine del Consiglio dei Ministri si discutera' di come accelerare le procedure per l'Istituzione dell'Agenzia per il Nucleare. Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo commentando la decisione della Consulta.Una decisione, dice in una nota, che ''fuga ogni dubbio sulla legittimita' della impostazione del Governo su questo tema chiave per lo sviluppo del paese''.''Ho affrontato oggi il tema con il premier Berlusconi - prosegue il Ministro - chiedendogli di accelerare le procedure per l'avvio dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare e che domani approfondiremo a margine del consiglio''.Secondo Prestigiacomo ''ora bisogna andare avanti senza indugio per definire le scelte concrete da adottare, i costi e i benefici per i territori e per il paese. Credo sia oggi ancora piu' valida la proposta di un tavolo di confronto concreto de-ideologizzato che consenta di affrontare uno snodo dello sviluppo del paese come quello del ritorno al nucleare non cercando impossibili unanimita' ma la piena consapevolezza di tutti in materia di sicurezza, ambiente, costi e bilancio energetico. Sgombrando il campo sia da allarmismi ingiustificati che da facili entusiasmi.Incontrero' oggi il prof. Veronesi e sono pronta ad incontrare Emma Bonino e quanti si sono dichiarati disponibili ad un confronto franco su questa sfida''.

MANOVRA: D'ALEMA, PAGHIAMO PREZZO SUPERIORE PERCHE' ABBANDONATO RIGORE

''Le nostre manovre economiche sono manovre restrittive volte a prevenire il rischio di speculazioni: e' giusto difendere l'Euro ed e' giusto vi sia un rigore finanziario ma se questo non fosse stato abbandonato forse ora pagheremmo un prezzo minore''. Cosi' Massimo D'Alema, esponente di primo piano del Pd, in un incontro questa sera a Venezia.Dopo aver definito ''tardivo'' l'intervendo del nostro Governo, e privo di una strategia per investimenti e sviluppo, D'Alema ha detto che ''queste manovre hanno il difetto di essere solo restrittive; in Usa invece - oltre ad interventi di tipo economico - si sta investendo in ricerca in maniera gigantesca: c'e' una manovra di grande politica economica volta a cercare una nuova frontiera dello sviluppo''. ''In Cina - ha concluso D'Alema - c'e' stato un crollo dell'export ma comunque la Cina ha continuato a crescere grazie al mercato interno e all'investimento. In Cina stanno facendo, diversamente da qui''.


TREMONTI CONFERMA L'EFFETTO-MANOVRA SUL PIL: MEZZO PUNTO IN MENO DAL 2010 AL 2012. ''MA L'ALTERNATIVA E' IL COLLASSO''

Tesoro e Bankitalia sulla stessa lunghezza d'onda. La manovra avra' un effetto depressivo sull'economia: mezzo punto in meno di pil nel triennio 2010-2012. Cosi' come anticipato in audizione a Palazzo Madama dal direttore generale Fabrizio Saccomanni, anche gli uffici del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in una tabella consegnata alla Commissione Bilancio del Senato, confermano nei 3 anni una riduzione della crescita dell'0,5% ed un pil 2010 dell'0,9% contro l'1% previsto dalla Ruef (relazione unificata economica finanziaria). Comunque, la manovra economica ''e' necessaria'' perche' ''l'alternativa e' il collasso. Non e' un problema di crescita perche' noi abbiamo il terzo debito pubblico del mondo'', ha spiegato il ministro dell'Economia in una conferenza stampa tenuta al termine dell'incontro con i presidenti delle regioni, affermando che ''non abbiamo alternative sui saldi, sui soldi e sulla distribuzione''.

Lo stesso Tremonti, intanto, ''si e' detto disponibile a rivedere le modalita' del Patto di stabilita''.Lo ha spiegato il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, al termine dell'incontro di questo pomeriggio con il ministro.''L'incontro e' stato interlocutorio ma qualche apertura sui tagli da parte del ministro c'e' stata ma a saldi invariati'' ha aggiunto Chiamparino, parlando anche della possibilita' di una maggiore liquidita' sui residui passivi per il 2010, e della service tax, o Imu, che comunque dovrebbe escludere i proprietari di prima casa.Sono questi i risultati principali ottenuti dalla delegazione di sindaci dell'Anci.''Con la giornata di oggi - afferma Chiamparino - possiamo dire di aver smosso le acque sui temi che ci riguardano piu' da vicino''.Sul federalismo, innanzitutto: ''Aspettiamo di essere convocati entro breve per conoscere il testo del decreto che dovrebbe restituire autonomia impositiva ai Comuni''. Proprio facendo camminare insieme manovra e federalismo fiscale, spiega infatti Chiamparino, ''potrebbe essere possibile ottenere un alleggerimento della manovra per i Comuni''.Intanto ''abbiamo anche registrato la disponibilita', da parte del governo, a tentare una via per sbloccare dopo l'estate il 4% dei residui passivi che i Comuni hanno in cassa ma non possono spendere a causa dei vincoli del Patto''.Sulla manovra in se', avverte pero' Chiamparino, ''restiamo per ora su posizioni interlocutorie: abbiamo cercato di impostare un percorso che porti ad una redistribuzione del peso dei sacrifici tra i diversi centri di spesa, invece che solo a carico degli enti locali''.Infine la service tax, gia' proposta proprio dall'Anci e che sarebbe allo studio del governo sotto l'appellativo di 'Imu': ''Credo di poter dire che si tratti di quello che avevamo proposto, e che da questa tassa unica comunale verranno escluse come oggetto le prime case, riaccorpando invece le altre tasse sugli immobili''.La commissione Bilancio del Senato ha intanto iniziato l'esame degli emendamenti al ddl sulla manovra finanziaria.Dopo che ieri si era proceduto all'illustrazione della prima tranche delle proposte emendative (complessivamente 2450 di cui circa la meta' della maggioranza) si inizia dunque ad entrare nel vivo della questione. Il presidente della commissione e relatore del provvedimento, Antonio Azzollini (Pdl) ricorda che per ora sono stati dichiarati inammissibili solo 2 emendamenti (3.01 e 3.02), mentre un terzo, facente parte del pacchetto Baldassarri, e rimasto 'sub judice', e' stato poi accolto in seguito ad una modifica nella copertura finanziaria.''Cominceremo ad affrontare l'art.1 del ddl e i suoi emendamenti - spiega Azzollini - si tratta dell'articolo con le norme piu' corpose e di rilievo, per cui daremo spazio al dibattito con l'opposizione, che in proposito ha depositato svariate proposte. Ma la manovra e' nostra, non loro, per cui non vedo grossi spazi. Cio' nonostante - aggiunge - non ci tireremo indietro ad un approfondito confronto''.Azzollini auspica di riuscire a esaminare 200-300 emendamenti in questa prima seduta 'operativa' sul fronte del voto. ''Nel pomeriggio andremo avanti ad oltranza, poi ci sara' anche la notturna, che prevedo anche per domani. Si comincia!'' annuncia energicamente Azzollini, rimboccandosi metaforicamente le maniche e ricordando le numerose finanziarie-'monstre' ''affrontate'' dalla commissione negli anni passati.

22 giugno 2010

Fini ridimensiona la Lega: "La Padania non esiste e non è mai esistita"

ROMA - "La Padania non esiste e non e' mai esistita". Passati pochi giorni dall'incontro del disgelo con Umberto Bossi, Gianfranco Fini torna all'attacco della Lega nord e delle sue politiche 'secessioniste'. Ospite del convegno 'Patriottismo repubblicano e unita' nazionale', organizzato da FareFuturo, il presidente della Camera ridimensiona le aspirazioni del Carroccio: "Il compito della politica- esorta il presidente della Camera- e' contrastare in modo molto netto queste invenzioni propagandistico-letterarie".

Per Fini "quello che deve preoccupare e' che il senso dell'appartenenza alla comunita' nazionale e' molto piu' flebile di quanto dovrebbe essere". Sul banco degli imputati le "provocazioni di qualche amico della Lega". "Io- incalza Fini- non temo per l'unita' nazionale, ma per la coesione nazionale. Temo l'affievolirsi delle ragioni dello stare insieme; temo il modo surrettizio ma molto abile con cui si sono radicate nell'immaginario delle identita' inesistenti".Ed ecco il cuore della critica: "E' di tutta evidenza che la Padania non esiste e non e' mai esistita". E con essa buona parte della propaganda leghista come, aggiunge Fini, "la bandiera del sole delle Alpi o il Va' pensiero".Il ragionamento dell'ex leader di An investe i "ricorrenti, abili tentativi di far percepire un'identita' diversa da quella nazionale". Non si puo' far finta di niente, prosegue il presidente della Camera, perche' il folklore leghista "non e' derubricabile come semplice goliardata". Quindi "il compito della politica e' contrastare in modo molto netto queste invenzioni propagandistico-letterarie" e "riaffermare cosa si debba intendere per nazione". Ma come? Non affidandosi, conclude Fini, a delle "operazioni museali", ma ragionando su qual e' il "senso dell'italianita' oggi".www.dire.it

IL SOTTOSEGRETARIO MANTICA RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DELL’ON. GARAVINI (PD) CHE REPLICA: IL GOVERNO SI TIRA INDIETRO

Nel giugno dell’anno scorso, l’onorevole Laura Garavini (Pd), insieme ai colleghi eletti all’estero, ha presentato una interrogazione al Minsitro degli Esteri Frattini per sapere se il Governo aveva intenzione di siglare la convenzione-quadro Mae-Patronati prevista dalla legge 151/2001 il cui sblocco, scriveva Garavini, poteva "aprire la strada alla stipula degli accordi locali con concreto ed immediato beneficio per lo svolgimento dei servizi consolari di maggiore interesse per gli utenti". A quasi un anno di distanza, alla deputata è giunta la risposta della Farnesina che, attraverso il Sottosegretario Mantica, spiega che il Mae "rileva anzitutto la necessità di valutare ulteriormente alcune problematiche che hanno finora ostacolato il raggiungimento di una intesa, quali l’affidamento a strutture esterne di attività tipicamente consolari, i vincoli di bilancio che impedirebbero di incrementare i contributi erogati a favore dei Patronati per le suddette nuove attività, nonché le questioni giuridiche connesse alla gestione dei dati e alla tutela della privacy". Mantica, quindi, fa presente che "è in corso la ristrutturazione consolare, intervento che, attraverso la ottimizzazione delle risorse e la piena informatizzazione degli Uffici all’estero, dovrebbe condurre al miglioramento dei servizi, razionalizzando i costi. Inoltre – prosegue il sottosegretario – va detto che la futura predisposizione dei servizi consolari online potrebbe rendere superflua, in prospettiva, una Convezione ad hoc con gli Enti assistenziali".

In merito alle difficoltà lamentate dai connazionali – rileva, quindi, Mantica – si può riferire che le stesse sono in molti casi riconducibili alle difficoltà nei rapporti tra i patronati italiani e gli enti previdenziali stranieri, superabili attraverso specifici accordi operativi tra gli stessi, come avvenuto di recente in Brasile laddove l’Ente previdenziale brasiliano "Instituto Nacional do Seguro Spocial" (INSS) ha firmato un accordo con i principali patronati italiani operanti nell’area di San Paolo". Per Mantica, quindi, "può ragionevolmente prevedersi che, attraverso tali accordi, ancor più che con la Convezione-quadro, si potranno rendere più efficienti i servizi offerti agli italiani residenti all’estero. In tal caso – conclude il sottosegretario – si ritiene che la Convenzione ipotizzata, di fatto, non apporterebbe significativi contributi rispetto a quanto tali Enti già garantiscono in termini di assistenza e informazione per i connazionali". Dura la replica dell’on. Garavini: "servizi meno burocratici, ma più efficaci e più vicini alla gente? Per le comunità all’estero è un sogno - e resterà tale, a giudicare dalla posizione del Governo sulla convenzione-quadro tra patronati e Farnesina. Dopo un anno di attesa apprendiamo che le priorità dell’esecutivo sono ben altre, a cominciare dalla razionalizzazione e dall’informatizzazione della rete consolare. Nel frattempo, la convenzione-quadro, da anni pronta a tutti gli effetti per entrare in vigore, viene licenziata come una mera "ipotesi" da sottoporre a ulteriori verifiche, come se non si avesse avuto abbastanza tempo per fare tutti gli accertamenti opportuni", commenta la deputata secondo cui "ad uscirne sconfitti sono ancora una volta i nostri connazionali residenti all’estero, che così vengono penalizzati doppiamente".La risposta del Governo, continua la parlamentare, "delude le aspettative di tutti coloro che, dopo la chiusura di diversi consolati in Europa e nel mondo, speravano in un rafforzamento delle competenze degli enti assistenziali capace non solo di assorbire le difficoltà della rete consolare, ma anche di rendere più accessibili, più celeri e meni burocratici i servizi di maggiore interesse per le nostre comunità".

Inaugurazione Nuova Sede ITAL UIL Buenos Aires

15 giugno 2010

Debito pubblico: dichiarazione di Antonio Foccillo, Segretario confederale UIL

Viviamo in un Paese con moltissime contraddizioni, infatti, mentre la manovra economica taglia le spese improduttive, nel contempo, le entrate fiscali diminuiscono di 2 miliardi di euro rispetto all’anno scorso, con un debito pubblico che registra record su record.
È lo stesso Paese nel quale l’Istat, oggi, registra aumenti delle retribuzioni nel settore privato superiori all’inflazione dovuti soprattutto ad incentivazioni al pensionamento anticipato nelle grandi aziende del comparto estrattivo.
Pertanto, continuiamo a sostenere che è giunto il momento di sedersi a un tavolo e iniziare a programmare politiche occupazionali e fiscali che rimettano in moto il Paese, grazie a una condivisa correzione dei conti pubblici da raggiungere attraverso politiche economiche che favoriscano la crescita ed evitino un lungo periodo di deflazione.

Conti, l'allarme di Bankitalia: ad aprile debito pubblico record

ROMA - Nel mese di aprile 2010 il debito pubblico e' salito a 1.812,790 milioni di euro, rispetto a 1.797,734 milioni del mese precedente e a 1.749,288 milioni di aprile del 2009. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" al Bollettino statistico

RETRIBUZIONI IN CRESCITA - Nel primo trimestre del 2010 le retribuzioni lorde per Ula (Unita' di lavoro equivalenti a tempo pieno), al netto degli effetti stagionali, hanno registrato nel complesso dell'industria e dei servizi un incremento, rispetto al trimestre precedente, dello 0,7%. Lo riferisce l'Istat, secondo il quale l'aumento congiunturale e' stato dello 0,7% nell'industria e dello 0,5% nei servizi. Per gli indici grezzi l'aumento tendenziale (ovvero rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente) e' risultato del 3,6%. Il tasso di crescita tendenziale delle retribuzioni per Ula nel primo trimestre del 2010 e' stato del 4,1% nell'industria e del 3,2% nei servizi.
Al netto degli effetti stagionali, gli oneri sociali per Ula hanno segnato una variazione congiunturale di piu' 0,5% nel totale, con un incremento dello 0,4% nell'industria e dello 0,3% nei servizi. La dinamica tendenziale degli oneri sociali per Ula nel primo trimestre del 2010 e' stata, nell'insieme dei settori dell'industria e dei servizi, leggermente inferiore a quella delle retribuzioni, con un incremento del 3,4%. Nell'industria, gli oneri sociali per Ula hanno registrato un incremento tendenziale del 4,1%. Nei servizi la variazione e' stata di piu' 3,1%.
A sintesi delle dinamiche delle retribuzioni e degli oneri sociali, nel primo trimestre del 2010 la variazione congiunturale dell'indice destagionalizzato del costo del lavoro per Ula e' stata di piu' 0,7 per cento nel totale, con un variazione di piu' 0,6 per cento nell'industria e piu' 0,4 per cento nei servizi.
In termini tendenziali, il costo del lavoro per Ula nell'insieme dell'industria e dei servizi e' aumentato del 3,6 per cento. Il tasso di crescita tendenziale del costo del lavoro per Ula nel primo trimestre del 2010 e' stato maggiore nell'industria (piu' 4,2 per cento) che nei servizi (piu' 3,2 per cento).
14 giugno 2010 Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «www.dire.it»

14 giugno 2010

VISITA IN BRASILE E ARGENTINA PER IL VICEPRESIDENTE MARIO CASTELLENGO (ITAL)

Intenso viaggio di lavoro in America Latina del Vice Presidente del patronato ITAL, Mario Castellengo, che inizierà da San Paolo e terminerà a Buenos Aires. A San Paolo, Castellengo, con il Coordinatore per l’America Latina José Tucci, incontrerà il responsabile della struttura in Brasile, Guido Moretti, i dirigenti delle varie sedi del Brasile nonché la Rappresentanza diplomatico-consolare italiana per fare il punto della situazione in cui si trova attualmente la comunità italiana per quanto riguarda, in particolare, l’assistenza e la tutela alle fasce sociali più deboli. Nel corso del suo soggiorno a San Paolo, Mario Castellengo, con il responsabile della UIM in Brasile Plinio Sarti, avrà anche incontri di carattere politico-sindacale con i dirigenti del sindacato brasiliano, con il quale la UIL intrattiene da anni stretti rapporti di collaborazione, e con il Vice Sindaco di San Paolo Alda Marcantonio. Il viaggio in America Latina del responsabile dell’Area Estera del patronato Ital si concluderà, poi, a Buenos Aires dove, con il Segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ed altri dirigenti dell’organizzazione in Sud America, verrà inaugurato un Centro Servizi Uil che, oltre al patronato, ospiterà la Uim, la Uilp, il Caf-Uil e diverrà anche un punto di riferimento per alcune categorie della Uil presenti organizzativamente pure all’estero con propri iscritti come, per esempio, la Uil Scuola e la Uil Esteri.

13 giugno 2010

Aumenta la popolazione in Italia: oltre 60 milioni, solo grazie agli stranieri

ROMA (Agenzia DIRE) - Al 31 dicembre 2009 risiedono in Italia 60.340.328 persone, con un incremento di 295.260 unità (+0,5%) rispetto alla fine del 2008, dovuto esclusivamente alle migrazioni dall’estero. E' quanto comunica l'Istat. Il movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro. Il saldo naturale risulta positivo soltanto nelle regioni del Sud.

.Di particolare rilievo rispetto all'andamento demografico dell’anno precedente, sono la contenuta diminuzione delle nascite, la significativa diminuzione delle migrazioni dall’estero e la flessione dei trasferimenti di residenza interni.
Le famiglie anagrafiche sono 24 milioni e 905 mila: il numero medio di componenti per famiglia è pari a 2,4 e stabile rispetto al 2008.

CRISI: NAPOLITANO, CONDIVISIONE INDISPENSABILE PER INTERESSE ITALIA

''Comprensione e condivisione da parte delle diverse forze politiche e sociali''.Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e' questo un obiettivo ''molto arduo'' ma nello stesso tempo ''indispensabile nel comune interesse dell'Italia''.In una lettera inviata ai giovani di Confindustria riuniti a Santa Margherita, il capo dello Stato si sofferma sulla necessita' di arrivare al ''massimo di comprensione e, senza soffocare la dialettica della vita democratica, di condivisione almeno nell'individuare obiettivi e grandi linee da perseguire con la necessria coesione e continuita''', specie quando ci sono in gioco ''scelte di medio e lungo periodo cui e' legato il futuro del Paese e delle giovani generazioni''.

Proprio il forum di Santa Margherita puo' rappresentare un'occasione di confronto: ''Sono certo - puntualizza Napolitano - che ne scaturiranno indicazioni significative sui temi che saranno affrontati nelle diverse sessioni''. Il capo dello Stato non manca di esprime il proprio ''rammarico'' per ''non aver potuto manntenere il mio programma che prevedeva la mia pe'artecipazione a queswto vostro incontro, ma l'imprevisto accavallarsi di numerosi impegni in ITlia e all'estero nelle ultime settimane e negli ultimi giorni - spiega - mi ha reso difficile raggiungervi oggi a Santa Margherita''.

Intercettazioni, Bersani: "Legge contro la legalità". Alfano: "Ignorate la privacy"

Non si ferma lo scontro politico sul ddl intercettazioni. Il provvedimento ieri è stato approvato al Senato e ora è pronto per il passaggio alla Camera. "E' stato cambiato ma su aspetti del tutto marginali. E' una legge contro la legalita', oltre che una legge contro l'informazione". Le correzioni introdotte sul testo approvato ieri dall'assemblea di Palazzo Madama sono quindi, a parere del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, del tutto ininfluenti. "Noi - ha ribadito il segretario del Pd in un'intervista al Tg3 - siamo contro e dato che c'e' da fare una battaglia alla Camera, vogliamo rendere evidente all'opinione pubblica di che tipo di legge stiamo parlando. Per questo, nella manifestazione del 19 giugno indetta contro la manovra economica, inseriremo anche il ddl sulle intercettazioni".


Proseguendo sulla via dello scontro, il Partito democratico ha chiesto formalmente al presidente dell'aula di Montecitorio, Gianfranco Fini, di rispettare regolamento e tempi per l'iter del ddl intercettazioni a Montecitorio. "Qualunque forzatura sara' considerata dal Pd inaccettabile", sottolinea il capogruppo Dario Franceschini che oggi ha scritto una lettera al presidente Fini e alla presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.
"In base al regolamento - spiega Franceschini ai cronisti - il provvedimento non puo' arrivare in aula prima di settembre". Infatti l'articolo 81, cita il capogruppo Pd, prevede la discussione di due mesi in commissione.
Parole che non sono piaciute al vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera Osvaldo Napoli, che ribatte: "Ha perso la trebisonda. Anzi, ha perso qualche foglio nel suo calendario. Con una dichiarazione tanto confusa quanto insultante per l'autonomia delle istituzioni, pretende di dettare il calendario dei lavori al presidente della Camera; di far credere che questo sia gia' scritto e immodificabile come le Sacre scritture; congettura malamente su presunti scambi di interesse fra il presidente della Camera e il leader della minoranza interna del Pdl, riuscendo a portare due offese in una volta sola".
Sempre dal Pd, il vicesegretario Enrico Letta è netto: "Alla Camera sara' battaglia e mi sento di dire che il passaggio del ddl intercettazioni alla Camera per la maggioranza sara' un Vietnam". "Faremo di tutto - aggiunge- per cambiare quel testo in Parlamento e la caduta che la maggioranza ha avuto questa settimana su due ddl dimostra che la situazione per loro non e' facile e, appunto, che alla Camera non sara' una situazione indolore. Faremo di tutto per cambiare il provvedimento".
A stretto giro la replica di Margherita Boniver del Pdl: ''A chi nell'opposizione minaccia il 'Vietnam' a Montecitorio sul ddl intercettazioni suggerisco quanto meno di aspettare la fine della stagione delle piogge. L'opposizione fa il suo mestiere, ma esagera. Sono ben altri i problemi''. Ironizza Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: "Francamente non riusciamo a vedere Enrico Letta nei panni di un vietcong".
Dal suo blog tuona il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Stamattina l'Italia s'e' svegliata meno libera. Un altro pezzo di democrazia conquistato negli anni le e' stato scippato dal governo Berlusconi. La legge bavaglio, approvata ieri in Senato, aiutera' le organizzazioni criminali, nascondera' gli affari delle cricche, blocchera' le inchieste, imbavagliera' la stampa libera''. Sul suo blog il leader dell'idv, Antonio Di Pietro, torna ad annunciare battaglia sul ddl intercettazioni.
''L'Italia dei Valori -annuncia- si battera' con ogni mezzo affinche' questa ennesima legge porcata non venga approvata. Abbiamo occupato l'aula del Senato, faremo resistenza anche alla Camera. Infine, se la Consulta e il presidente della Repubblica non dovessero bloccare la legge, lo faremo noi indicendo un referendum abrogativo. Il quarto, dopo quelli contro il legittimo impedimento, contro la privatizzazione dell'acqua e contro il nucleare''.
Sempre dall'opposizione, netto il giudizio di Pier Ferdinando Casini, ex presidente dell'aula di Montecitorio e leader dell'Udc: "E' un pessimo inizio e va cambiata alla Camera di tutto punto".
Dal governo replica alle polemiche il ministro della Giustizia Angelino Alfano: “La sinistra demagogica ignora il diritto alla privacy dei cittadini”, sottolineando che “la sinistra pratica tecniche dilatorie e metodi perditempo che hanno un solo scopo: ignorare il diritto alla riservatezza e alla privacy dei cittadini. Per la sinistra, l'art. 15 della Costituzione, semplicemente, non esiste. Noi, invece, vogliamo difendere 'l'inviolabilità della libertà e della riservatezza delle comunicazioni personali', senza impedire le indagini, né la pubblicazione dei fatti”.

Tremonti: ''Piano per la libertà d'impresa, blocchi frenano l'Italia''

''La settimana prossima il Consiglio dei ministri potrebbe considerare e presentare un piano, sviluppato come sempre prima'', sulla libertà d'impresa. Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in corso a Santa Margherita, sulle misure a favore della libertà di impresa. ''Noi - ha spiegato - crediamo che sia fondamentale cominciare a intervenire sulla legislazione della libertà d'impresa''.
Per il ministro dell'Economia ''il tempo di una legge costituzionale può essere assolutamente gestibile se c'è volontà da parte del Parlamento. Una riforma costituzionale può avvenire in tempo reale''. Per rimuovere l'eccesso di regole e i blocchi che frenano l'Italia bisogna aggiungere un comma all'articolo 41 della Costituzione, ''con una particolare enfasi sulla libertà di impresa'', e modificare l'articolo 188. Occorre ''introdurre la responsabilità dell'individuo, l'autocertificazione, la segnalazione di inizio attività, il controllo ex post e il principio di buona fede'', per cui ''tutto è libero tranne quanto è vietato dalle leggi penali ed europea. Questo può essere un passaggio rivoluzionario''

L'intervento per le misure per la libertà d'impresa, ha continuato il ministro, ''si può e si deve anticipare in modo da fare prima una legge ordinaria, che viene blindata da una legge costituzionale. L'effetto istantaneo lo puoi ottenere da subito. La riforma costituzionale può avvenire in tempo reale''. Rivolto alla platea di imprenditori Tremonti ha affermato che ''se voi tutti ci credete e vi impegnate, una legge costituzionale occupa un tempo minimo e se parte c'è un'ulteriore idea che potrebbe essere quella di riportare al centro le grandi infrastrutture nazionali''.
L'Italia è come ''un'auto che ha davanti un blocco, un tronco o un sasso - continua Tremonti -. E' fondamentale la benzina, ma fondamentale è anche rimuovere i blocchi. Se non hai sussidi, almeno devi avere la libertà. E' inaccettabile che il tasso di libertà economica sia così basso''. Tremonti ha criticato l'eccesso di produzione normativa. ''Le regole necessarie - ha detto - sono un investimento, le regole inutili sono un costo e quelle eccessive il costo dei costi''. Per il ministro l'assetto attuale ''non può più continuare. E' intollerabile e da superare'', soprattutto ''in tempi non normali di crisi''.
Dal palco del convegno dei giovani imprenditori, il ministro parla anche di pensioni: "In base al decreto di luglio dello scorso anno, attualizzato quest'anno, il nostro sistema pensionistico è il più stabile di Europa, pari a quello della Finlandia - sottolinea -. Dunque, all'invocazione rituale, 'fate una riforma delle pensioni', l'invito è: trovatevi un altro tema di discussione da salotto".

Pensioni: dichiarazione di Domenico Proietti, Segretario confederale della UIL

Per la UIL i dati resi noti oggi dall’Istat dimostrano come i pensionati italiani siano tra i più poveri d’Europa. I recenti provvedimenti contenuti nella manovra economica hanno contribuito a garantire, ulteriormente, la piena stabilità e sostenibilità economica del sistema previdenziale italiano, occorre che per il prossimo futuro venga inserita in agenda la ripresa del processo di rivalutazione delle pensioni in essere, valorizzando gli anni di contributi versati


Povere pensioni: il 45% prende meno di 500 euro, il 72% meno di mille

ROMA (Agenzia Dire) - Oltre venti milioni di pensioni erogate, per un totale che supera i 240 milioni di euro. Poco meno della metà, il 45%, ha importi mensili inferiori a 500 euro mentre il 72% non supera i 1.000. Lo rende noto l'Istat che ha diffuso i dati sui trattamenti pensionistici e beneficiari al 31 dicembre 2008. Nel periodo in questione sono state erogate esattamente 23,8 milioni di prestazioni pensionistiche previdenziali e assistenziali, per un importo complessivo annuo di 241.109 milioni di euro ed un importo medio annuo di 10.129 euro.

Riguardo il tipo di pensione, quelle di invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) sono 18,6 milioni, con una spesa complessiva di 217.216 milioni di euro (90,1% del totale) ed un importo medio annuo di 11.662 euro. Il 50,5% dei trattamenti pensionistici è rappresentato da pensioni di vecchiaia o anzianità, per una spesa pari a 168.897 milioni di euro (70% del totale) ed un importo medio annuo di 14.063 euro; il 20,6% riguarda pensioni ai superstiti (14,9% in termini di spesa) e il 7,2% si riferisce ad assegni ordinari di invalidità o a pensioni di inabilità, che assorbono il 5,1% della spesa destinata al complesso delle pensioni. Le pensioni assistenziali rappresentano la seconda tipologia di prestazioni pensionistiche in termini di spesa erogata. Secondo l'Istat, inoltre, al 31 dicembre 2008, guardando ai dati di spesa, si osserva che l’importo pensionistico omplessivo annuo cresce del 3,5% rispetto all’anno precedente, passando da 232.976 milioni di euro del 2007 appunto ai 241.109 milioni di euro dell’ultimo anno. Il maggiore incremento della spesa complessiva annua si registra per le pensioni di invalidità civile (+6,5%); tale crescita è dovuta all’aumento del numero delle prestazioni più che alla variazione del loro importo medio (Figura 2); per quanto riguarda la spesa per pensioni di vecchiaia l’incremento è pari al 4,2%.
Più contenuto appare l’aumento della spesa per le pensioni e assegni sociali (+4,3%), per le prestazioni indennitarie (+4,0%) e per le pensioni ai superstiti (+2,0%). Risulta in diminuzione, invece, la spesa per pensioni di invalidità e assegni ordinari di invalidità (-3,8%) e per pensioni di guerra (-1,0%). In questi casi il calo di spesa è dovuto alla riduzione del numero delle prestazioni che ha più che controbilanciato la variazione positiva degli importi medi. Il gruppo più numeroso di pensionati è rappresentato dai titolari di pensioni di vecchiaia (11,4 milioni) ai quali è destinato un reddito pensionistico pari a 190.908 milioni di euro, di cui l’11,5% deriva dal cumulo con appartenenti ad altre tipologie. A livello di ripartizione geografica, nelle regioni settentrionali si concentra la maggior parte delle prestazioni pensionistiche, dei relativi titolari e della spesa erogata (rispettivamente 48%, 48,5% e 50,9%); nelle regioni meridionali si rileva il 31,5% delle pensioni erogate e il 31,4% dei pensionati, a fronte di una spesa che raggiunge il 27,6% del valore complessivo; le regioni centrali, infine, detengono quote inferiori, pari al 20,5% in termini di numero di trattamenti, al 20,1% se si guarda ai pensionati e al 21,5% in termini di spesa erogata.
Per quanto riguarda l'importo, il 45,9% delle pensioni percepisce mensilità inferiori a 500 euro e il 26% ha importi mensili compresi tra 500 e 1.000 euro: una cifra, quest'ultima, che non viene superata da circa il 72% dei pensionati. Un ulteriore 13,4 per cento di pensioni vigenti al 31 dicembre 2008 presenta importi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 14,7% del totale ha importi mensili superiori a 1.500 euro.

9 giugno 2010

Oltre 16 lavoratori su 100 irregolari. L'economia sommersa pesa per il 10,3% del PIL.

Fenomeno invisibile ma con effetti reali: un fatturato “nascosto” e sottratto ad ogni tipo di tassazione di oltre 154 Miliardi di euro con un’incidenza del 10,3% sul Prodotto Interno Lordo. Sono questi, in termini economici, gli effetti del sommerso nel 2009 che producono meno entrate per l’erario.
La situazione non è meno rassicurante sul versante del lavoro dove la Uil stima 3,7 milioni di persone che lavorano in assenza, totale o parziale, di tutele, facendo registrare un tasso di irregolarità, ad aprile 2010, pari al 16,4% rispetto al numero degli occupati.

Ciò ha come ricaduta una più forte capacità concorrenziale delle imprese che si avvalgono di manodopera irregolare, basata su costi del lavoro estremamente più bassi, creando al contempo una concorrenza sleale tra imprese “non virtuose” ed imprese “virtuose”.
In un tempo di crisi come quello attuale, la continua crescita del lavoro sommerso è un rischio concreto che attanaglia indistintamente tutto il Paese e a cui vanno date risposte innovative che affrontino più di un tema, a partire dalle politiche sull’immigrazione che fino ad oggi sono state più legate a farraginosi meccanismi burocratici, piuttosto che a dare reali risposte ai bisogni concreti di imprese e lavoratori.
Essendo tale metastasi connessa a quella, non meno preoccupante, dell’evasione fiscale, su cui il Governo ha improntato una parte consistente della Manovra al fine di un suo recupero, è necessario un maggiore impegno di tutti i livelli istituzionali, da quelli nazionali a quelli locali, anche per una più efficace e coordinata azione dei soggetti preposti al controllo.

CONTINENTALE AMERICA LATINA DEL CGIE/ NARDELLI INVITA LE ASSOCIAZIONI A PARTECIPARE ALLA RIUNIONE DI SABATO 19

Si terrà a Buenos Aires dal 17 al 19 giugno prossimi la terza ed ultima continentale "anticipata e allargata" del Cgie. Come quelle di Francoforte e Vancouver – che inizierà domani – anche a Buenos Aires la continentale, convocata dal vice segretario per l’America Latina Francisco Nardelli, si concluderà con una riunione aperta ad associazioni e collettività, chiamati a raccolta dal Consiglio generale per protestare contro la politica migratoria del Governo. A Buenos Aires l’appuntamento sarà ospitato dalle 15 dal Club Italiano al 4731 dell’Avenida Rivadavia. In vista di questo appuntamento, Nardelli ha inviato una lettera al presidente di Feditalia, Luigi Pallaro, affinché si faccia portavoce dell’importanza della riunione presso le associazioni che fanno parte della federazione invitandole a partecipare.

BICENTENARIO DELL'INDIPENDENZA ARGENTINA: LA PRESIDENTE LAINO (COMITES BUENOS AIRES) ALLA INAUGURAZIONE DEL MUSEO STORICO DI SAN MIGUEL

Nei giorni scorsi, nell'ambito delle manifestazioni per il Bicentenario dell'Indipendenza argentina, la località di San Miguel (Prov. di Buenos Aires) ha inaugurato il suo Museo Storico Municipale nella sede dell'antica stazione ferroviaria. Invitata da José Bianco, Presidente dell'Associazione Italiana di San Miguel e del CINOBA (Comitato italiano della Zona Nord-Ovest), e dal Sindaco Joaquín De La Torre, alla inaugurazione ha partecipato anche la Presidente del Comites di Buenos Aires, Graciela Laino.Oltre al Direttore del Museo, Julio D. Ghío, erano presenti anche numerosi esponenti della locale collettività italiana, tra cui membri del Consiglio Direttivo della locale Associazione Italiana, autorità municipali e residenti.Anche in questa occasione, Laino ha ribadito l'importanza del coinvolgimento della collettività a tutte le manifestazioni che riguardano la presenza degli italiani in Argentina ed il loro contributo nella costruzione del Paese che li ha accolti. Contributo di cui proprio nei musei si trova testimonianza grazie al supporto della comunità locale.La presidente del Comites – che ha portato i saluti di tutto il Comitato – ha donato una targa commemorativa in segno di ringraziamento e di testimonianza della partecipazione del Comites all’apertura della nuova sede del museo. Targa che è stata scoperta insieme a quella offerta dalla locale Associazione Italiana con l'adesione del CINOBA e della FELCI.

Berlusconi: un inferno governare con questa architettura Costituzione

ROMA - "Cari colleghi, voi dovete sapere che vista da fuori, l'attività del governo e del Parlamento nel fare le leggi è una cosa, vista da dentro è un inferno", ha premesso il presidente del Consiglio. "Non è che manchino le buone intenzioni o gli ottimi progetti - ha aggiunto -, è che abbiamo una architettura istituzionale che rende difficilissimo trasformare questi progetti in leggi compiute, concrete e operanti". "I tempi - ha proseguito - sono incredibili e sono i tempi che poi vedete nella burocrazia, nella giustizia civile, nella giustizia penale, in tutto ciò che attiene allo Stato che si è sviluppato in una maniera eccessiva, prendendo a tutti noi cittadini il 50% di ciò che produciamo e dà in termini di servizi molto meno di quanto ci si aspetti"."La Costituzione è molto datata. Si parla molto di lavoratori e quasi mai di impresa e di mercato". Lo afferma Silvio Berlusconi parlando all'Assemblea di Confartigianato, sottolineando quindi l'importanza di aggiornarla anche attraverso la revisione dell'articolo 41 della Carta.

INTERCETTAZIONI: "DDL NON BASTA, PIÙ AVANTI MIGLIOREREMO" - "Continueremo decisi in questa direzione; questa legge non risolve tutti i problemi, ma è un primo passo importante, cercheremo di migliorarla più avanti". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso dell'assemblea di Confartigianato, a proposito della disegno di legge sulle intercettazioni. "Solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti è contraria alla legge sulle intercettazioni, la grandissima maggioranza italiana è stanca di non poter usare il telefono per tema di essere spiata" Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso dell'Assemblea annuale di Confartigianato.
proposito del giro di vite sulle intercettazioni, il presidente del Consiglio ha detto: ''Bisogna andare avanti decisi in questa direzione perche' il diritto alla riservatezza e all'inviolabilita' della comunicazione verbali e scritte e' in cima ai diritti dei cittadini. L'attuale ddl - ha aggiunto davanti alla platea di Confartigianato - non risolve tutti i problemi, ma e' un primo passo importante: cercheremo di migliorarlo piu' avanti. ''Su questa legge - rimarca il Cavaliere - c'e' stata molta baraonda sui giornali: a favore delle intercettazioni'' e ''contro'' le norme del ddl ''c'e' solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti'' mentre ''la grandissima maggioranza e' stanca di non poter usare il telefono per paura di essere spiata''.
NESSUNA CRICCA,GENTE SERIA - "Abbiamo risposto bene dopo il terremoto. Mi spiace si getti fango sulla Protezione civile. Io non ho partecipato ad alcun appalto ma ho visto lavorare e in 390 appalti non c'é stata alcuna cricca, niente di meno che positivo". Lo afferma Silvio Berlusconi intervenendo all'Assemblea di Confartigianato. "D'altro canto da parte degli imprenditori che hanno perso le gare non c'é stata alcuna protesta. Abbiamo fiducia - aggiunge - è gente seria"
STATUTO PMI SARA' LEGGE ENTRO AUTUNNO - "Ci impegniamo a fare sì che la proposta di legge sullo Statuto delle piccole e medie imprese sia legge entro l'autunno". Lo afferma Silvio Berlusconi parlando all'Assemblea di Confartigianato in merito alla proposta di legge all'esame del Parlamento che prevede l'introduzione di un vero e proprio Statuto per le imprese che tra l'altro prevede un "limite alla tassazione complessiva" per le aziende, come ricorda lo stesso premier.
MIO CONSENSO OLTRE 60%,GOVERNO A 50%, LO MERITIAMO - Il consenso del presidente del Consiglio è "oltre il 60% e quello del governo è del 50% e credo che lo meritiamo": lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento all'Assemblea di Confartigianato. "E' un miracolo che in un momento di crisi così ci sia un tale apprezzamento che certo - aggiunge - non trova riscontro nei giornali e sulla tv ma c'é nel cuore dei cittadini".MARCEGAGLIA,BENE IMPEGNO SEMPLIFICAZIONE E ART.41 - Apprezzamento da parte del presidente della Confindustria Emma Marcegaglia per "l'impegno del premier Silvio Berlusconi a una semplificazione molto forte. A partire - ha detto Marcegaglia, lasciando l'assemblea della Confartigianato - dallo statuto per le imprese e poi a seguire con la modifica dell'art.41 della Costituzione". Giudizio positivo di Marcegaglia anche sulla relazione del presidente della Confartigianato. "Molti dei punti che Guerrini ha sollevato sono gli stessi sollevati da noi - ha detto - il problema delle liberalizzazioni, della pubblica amministrazione, della crescita". ZANDA, EVERSIVO IL SUO ATTACCO ALLA COSTITUZIONE - "Oggi Silvio Berlusconi è arrivato a contestare addirittura la nostra 'architettura costituzionale'. E' il più radicale attacco alla nostra Carta che sia mai stato pronunciato da un uomo di governo dal '48 a oggi''. Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che sottolinea come "Berlusconi non contesta una o più norme della nostra Costituzione. Non sostiene che essa sia da aggiornare in alcune sue parti". "Oggi - osserva Zanda - ha fatto sapere al Paese che a lui non va bene l'intera architettura costituzionale. Torno a ripetere: fino a quando l'Italia dovrà sopportare l'eversione al governo?".
BERSANI, SE A BERLUSCONI NON PIACE COSTITUZIONE VADA A CASA - "A Berlusconi dico: tu hai giurato su Costituzione, se non ti piace vai a casa". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani risponde, a Repubblica tv, al premier Silvio Berlusconi che, all'assemblea di Confartigianato, ha definito "un inferno" governare con le regole di questa architettura istituzionale. "La realtà - ha aggiunto Bersani - è che Berlusconi fa sempre così quando deve deviare l'attenzione da ciò che lo preoccupa di più: in questo momento con la manovra chiude con il tempo delle favole e questo a lui pesa perché questa nota Apicella non gliel'ha data"