25 aprile 2010

V CONGRESSO FUSIE/ LA FEDERAZIONE DEVE ESSERE LA CASA COMUNE DELLA STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DE SOSSI

Un appello all’unità, ma anche al cambiamento all’interno di una Federazione “piccola e povera” ma che comunque è la casa comune della stampa italiana edita all’estero. Così Domenico De Sossi, presidente uscente della Fusie, nel suo intervento di questo pomeriggio al V congresso della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero, iniziato nella sede romana del Cnel. Un intervento di sintesi, quello di De Sossi, dopo 10 anni alla Presidenza, un tempo vissuto come “servizio e testimonianza” in cui è stato testimone di periodi “movimentati e difficili”.La Fusie, ha aggiunto, è “una federazione normale e povera, nata per l’iniziativa congiunta dei patronati e sindacati” che ora è chiamata a rinnovare il proprio direttivo nella consapevolezza del difficile periodo che vive l’intero settore dell’editoria. Anche De Sossi ha richiamato l’ingiustizia dei tagli comminati dal Milleproroghe che “per il loro effetto retroattivo sono costituzionalmente illegittimi”, così come l’operazione “vigliacca” che ha portato alla eliminazione delle agevolazioni delle tariffe postali.


Le ultime mosse del Governo, ha aggiunto, hanno “tagliato, forse per poca attenzione, la nicchia più debole della stampa italiana. Siamo anche vittime di un clima di ostilità, a volte creato anche da noi stessi e dal clima che c'è tra noi. E questo è uno spunto di riflessione”.La stampa italiana all’estero, ha aggiunto il presidente, “è vittima di un paradosso: nel 2004 si stavano raddoppiando i fondi, nel 2009 li hanno dimezzati”. Dopo aver ricordato che la normativa che regge i contributi per la stampa italiana all'estero risale all'81, De Sossi ha sostenuto che “non si può restare fermi” ma “trovare un ampio raggio di solidarietà e accordi funzionali, rapporti solidali con le altre organizzazioni dell'editoria” affinché la stampa italiana all'estero “sia parificata alla stampa italiana” cioè “richiedere maggiore rigore e finanziamenti uguali. Questa – ha sottolineato – è una linea in cui la Fusie non può che attestarsi”.Per farlo, la Federazione avrà bisogno anche dei parlamentari eletti all’estero cui De Sossi ha chiesto di “trovare momento di unità”. A chi siede in Parlamento il compito di concretizzare idee e proposte che giungono dagli addetti ai lavori, così come accennato dal direttore generale della Fnsi Tartaglia, di cui De Sossi ha apprezzato gli “spunti innovativi”.Sul futuro della stampa italiana all’estero, De Sossi vede certamente la Fusie che è “importante e necessaria” perché, ha spiegato, “rappresenta uno spaccato importante, un pezzo di storia italiana”. Detto questo, la Federazione dovrà essere anche “nuova, innovativa”, una “casa comune della stampa italiana all'estero”. Una casa che abbia una sede, ha ribadito De Sossi tornando su una delle note dolenti della sua presidenza, che sia “istituzionale e funzionale”.Una federazione attenta al cartaceo, ma anche ai nuovi media, che favorisca non solo incontri, ma anche “aggregazione” e che guardi con interesse alle nuove iniziative che gli editori italiani all’estero riescono a mettere in campo. “Con me – ha proseguito – finisce un periodo desossi-centrico, le energie nuove che verranno dopo di me dovranno avere una visione unitaria del settore, ma soprattutto portare unitarietà nel settore”. Insomma, si tratta di “mantenere viva un'organizzazione che anche se piccola e povera, ha avuto meriti ed apprezzamenti”.