25 aprile 2010

Traffico illecito di rifiuti, Legambiente: "A marzo 151 inchieste"

ROMA - "151 inchieste, 979 persone arrestate, 2.917 persone denunciate e 610 aziende coinvolte". Sono i dati aggiornati al 31 marzo scorso che Legambiente ha presentato al Systems for environmental projects- Sep 2010 di Padova, in occasione del convegno sulla 'Gestione del ciclo integrato dei rifiuti'. I dati aggiornati "mostrano chiaramente come i veleni delle 'Rifiuti Spa' continuano a viaggiare da un capo all’altro del nostro paese, senza soluzione di continuità- denuncia una nota- 151 le inchieste sull’unico delitto ambientale del nostro ordinamento giuridico, l’art. 260 del Dlgs 152/2006, che punisce le 'attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti': entrato in vigore nel 2002, ha sino ad oggi portato a 979 ordinanze di custodia cautelare e 2.917 denunce, coinvolgendo 610 aziende, 73 procure, 19 regioni (unica eccezione la Valle d’Aosta) e 13 stati esteri".

Solo nel 2009 si sono registrate "ben 24 inchieste, due in meno rispetto al 2008, che hanno prodotto però, un record di persone arrestate , 170, e denunciate, 241". Record che secondo la tendenza del 2010 "potrebbe essere superato: solo nei primi tre mesi del 2010 sono già 90 le persone arrestate". “L’ultimo dato Ispra aggiornato parla di un ammanco di 31 milioni di tonnellate di rifiuti che sono praticamente scomparsi dalla contabilità ufficiale– spiega Antonio Pergolizzi, coordinatore dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente– una mole impressionante di rifiuti che potrebbe essere rappresentata da una montagna alta 3.100 metri, quasi quanto l’Etna". Dopo anni in cui le rotte del traffico illecito erano solo in direzione nord-sud, il malaffare "attualmente coinvolge tutto il territorio nazionale, con 23 procure del nord, 25 del centro e 24 del sud", aggiunge Pergolizzi.
Come Legambiente "ribadiamo che per sconfiggere un businnes di circa 7 miliardi di euro l’anno occorre introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità penale anche delle persone giuridiche e non solo fisiche- dice il coordinatore dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente- che dovranno rispondere con il loro patrimonio, nel caso in cui venissero accertati traffici illeciti di rifiuti". La soluzione è semplice, "basta estendere ai delitti ambientali il d.lgs 231 del 2001 sulla sicurezza del lavoro- conclude Pergolizzi- un altro dato da non sottovalutare, emerso dall’analisi dell’Agenzia delle Dogane, è che un terzo delle aziende reitera il reato