26 aprile 2010

Premier: per divorziare basta uno. Fini: garantiamo lealtà al governo

Ancora acque agitate all'interno del Pdl. I due cofondatori Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, dopo le scintille alla Direzione di giovedì scorso, continuano il confronto a distanza. Il premier ha avvisato che per ''divorziare basta uno...''. Mentre il presidente della Camera ha riunito i suoi e messo in chiaro che ''non è in discussione la permanenza nel Pdl e nella maggioranza''.
"Sono esperto di molte cose, urbanistica, sport, editoria, televisione e amministrazione pubblica - ha detto il presidente del Consiglio, nella conferenza stampa conclusiva del vertice Italia-Russia di Lesmo -. Ma sul segreto di una collaborazione proficua in politica non mi esprimo, del resto non ho un'esperienza particolarmente felice nei matrimoni. Comunque ho già detto di non aver litigato con nessuno, per litigare bisogna essere in due, per divorziare basta uno".

Intanto, l'ex leader di An ha riunito questo pomeriggio i 'fedelissimi', 40-50 circa, nella sala Tatarella alla Camera. "Assoluta lealtà alla maggioranza, al governo e al programma elettorale", avrebbe detto Fini ai parlamentari del Pdl a lui vicini. Quindi niente voto anticipato ma dobbiamo essere competitivi con la Lega su alcuni temi, in particolare il federalismo, di cui si deve capire esattamente la quantificazione degli oneri.
"Tutti voi avete capito - avrebbe affermato Fini nella sala rimasta lontana dalla portata dei giornalisti - che non è in discussione la permanenza nel Pdl e nella maggioranza", mentre ha spiegato che all'origine dell'incontro odierno c'era la necessità di fare il punto dopo la Direzione di giovedì scorso anche in vista dell'organizzazione di questa nuova "area politico-culturale di minoranza". Ma, ha chiarito, non siamo una corrente organizzata, né vogliamo rifare An, vogliamo essere un arcipelago con le sue strutture per dire la nostra. Il nostro obiettivo, avrebbe detto, come raccontano alcuni presenti, è trovare consenso nel Pdl, recuperando in particolare i delusi. Non a caso, il presidente della Camera ha lanciato un grande convegno che getterà le basi di una piattaforma programmatica. In quell'occasione saranno presentate 10 proposte per dare un contributo forte al Pdl.
Il presidente della Camera ha affrontato anche il caso di Italo Bocchino che domani presenterà le sue dimissioni da vicepresidente vicario del Pdl. E' giusto dimettersi in questo momento, bisogna evitare polemiche e strumentalizzazioni politiche, avrebbe detto l'ex leader di via della Scrofa. Secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti alla riunione, il presidente della Camera non avrebbe invece affrontato i temi della giustizia e delle intercettazioni.
Sono pronte, dunque, le dimissioni da vicepresidente vicario dei deputati del Popolo della libertà di Italo Bocchino. La lettera arriverà sul tavolo di Fabrizio Cicchitto entro domani. Spetterà poi al presidente dei deputati del Popolo della libertà e al suo omologo al Senato, Maurizio Gasparri, valutare il caso e sottoporlo all'attenzione dei coordinatori nazionali del partito e, soprattutto, di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, infatti, avrà l'ultima parola sulla vicenda (vale a dire, respingere o accogliere le dimissioni).