7 aprile 2010

Sì al legittimo impedimento, Napolitano ha firmato la legge

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato la legge su 'Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza',approvata in via definitiva dal Senato il 10 marzo scorso. A renderlo noto è un comunicato del Quirinale.
La legge sul legittimo impedimento permette al presidente del Consiglio e ai ministri di ottenere lo stop dei processi per 18 mesi.
A quanto si apprende in ambienti della Presidenza della Repubblica, punto di riferimento del capo dello Stato nel promulgare la legge, dopo approfondito esame, è rimasto il riconoscimento - già contenuto nella sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004 - dell'"apprezzabile interesse" ad assicurare "il sereno svolgimento di rilevanti funzioni" istituzionali, interesse che "può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali di diritto".
In questo quadro, la legge approvata dal Parlamento il 10 marzo scorso - sempre secondo gli ambienti del Quirinale - è apparsa rivolta a 'tipizzare' l'impedimento legittimo disciplinato dall'articolo 420-ter del Codice di Procedura Penale, che la legge espressamente richiama, "in un contesto di leale collaborazione istituzionale tra autorità politica e autorità giudiziaria".

"Contesto" che, a quanto si apprende da fonti del Quirinale, si attende ora il presidente della Repubblica dopo aver promulgato la legge.
Immediata la reazione di Antonio Di Pietro. "Cosa fatta capo ha - ha commentato il leader dell'Italia dei Valori - Per quanto ci riguarda non perderemo neppure un momento a disquisire di chi sia la colpa e, soprattutto, a chi giovi questo provvedimento che riteniamo incostituzionale e immorale".
"Per questo - spiega - chiederemo direttamente ai cittadini, tramite referendum, come abbiamo fatto con il lodo Alfano, se sono d'accordo sul fatto che in uno stato di diritto, come riteniamo debba essere il nostro, si possa accettare che alcune persone non vengano sottoposte a processo come succede a tutti gli altri cittadini quando vengono accusati di aver commesso un reato''.
Anche il Pd ribadisce la contrarietà alla legge. "Pieno rispetto per la decisione del presidente Napolitano'' dice Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Partito democratico, ma ''restano inalterati, per il Partito democratico, tutti i motivi politici che ci hanno fatto dire no, in Parlamento e nel Paese, alla legge sul legittimo impedimento". "Si tratta di un provvedimento, l'ennesimo, che prova come il governo e la maggioranza si muovano non nell'interesse degli italiani e delle istituzioni ma solo per difendere il premier dai processi", conclude Orlando.
Di tutt'altro avviso la maggioranza. "Il presidente Napolitano si conferma un garante ineccepibile - afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl - Chi sperava di usare l'arma giudiziaria come strumento improprio per ostacolare l'attività di un governo democraticamente scelto dagli italiani è rimasto ancora una volta deluso".
"Quanto a Di Pietro - conclude Capezzone - è ormai un disperato politico: continua a solleticare gli istinti più aggressivi di una piccola minoranza di antiberlusconiani ossessionati, inchiodando la sinistra a posizioni indifendibili e strutturalmente minoritarie e marginali. Contenti loro".