16 marzo 2010

Centrosinistra in piazza: "Siamo in 200 mila, da qui nasce la riscossa democratica"

ROMA - "Da oggi inizia una grande riscossa democratica". Pier Luigi Bersani infiamma Piazza del Popolo, a Roma, e annuncia da qui l'inizio di un'alternativa per il governo del paese. "Lo combatteremo- dice- ma non avremo lui negli occhi. Avremo l'alternativa possibile per il governo del Paese. Un'alternativa fatta di lavoro, serietà, regole, civismo. Sono le parole, queste, di una grande riscossa democratica. Le cose cambiano, le cose cambiano. Andiamo a vincere. Viva il lavoro, viva la Costituzione, viva l'Italia democratica". Il popolo viola e il centrosinistra si uniscono in una piazza stracolma: 200 mila persone, secondo gli organizzatori (25 mila dirà la Questura). Tutti contro il governo Berlusconi, il premier e il decreto salva-liste del Pdl in vista delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo prossimi. "Si mettano bene in testa- dice Bersani nel suo intervento- che non e' una lista in più' o in meno che ci preoccupa. Noi vinciamo, lista o non lista. Sono le regole che ci preoccupano, quelle bisogna rispettarle
E accettino un consiglio- aggiunge il segretario del Pd- quello di farsi fare le liste dalla protezione civile. Impediremo- aggiunge- che Berlusconi nel suo livoroso e pericoloso tramonto travolga nel discredito le istituzioni e ferisca l'unità della nazione". Bersani ne è certo: "Un'altra Italia è possibile. Combatteremo Berlusconi, ma non ci rispecchieremo in Berlusconi perché lui non può più parlare del futuro del nostro paese. Lui è troppo forte per essere finito ma è troppo finito per essere forte. Lo combatteremo ma non avremo lui nei nostri occhi, avremo negli occhi un'Italia positiva".
DI PIETRO: "L'ITALIA BRUCIA E NERONE RIDE E SE LA CANTA" - "Ci troviamo di fronte a un novello Nerone che ride, se la canta e se la suona con le sue barzellette mentre l'Italia brucia". Il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, dal palco di piazza del Popolo prende l'impegno da parte del suo partito di andare uniti alle prossime elezioni per ciò che riguarda il centrosinistra. D'altra parte, aggiunge Di Pietro, "con Berlusconi non si scherza, gli dai un dito e si prende il braccio. Quello è un piduista e pensa solo ai suoi interessi. Dobbiamo tutti insieme impegnarci in uno sforzo comune per abbattere nelle urne il governo Berlusconi. Ma per fare questo dobbiamo essere uniti, vincere e convincere". L'ex pm poi si rivolge alla piazza dicendo che "occorre fare squadra con gli altri partiti dell'opposizione, però dite loro che alcune regole vanno rispettate, se ci sono delle mele marce mettiamole fuori per distinguerci dagli altri" e questo perché "se poi vinci e da Berlusconi vai a Berluschini non cambia nulla".
BONINO: "SI' PUO' VINCERE PER UN NUOVO INIZIO" - "Penso che ce la possiamo fare, che possiamo vincere qui e in altre Regioni". Emma Bonino, molto applaudita dalla piazza, sale sul palco e invita i militanti del centrosinistra a trasmettere "un messaggio di speranza". Cita Ghandi e Anna Politkovskaja per ricordare "che i sentimenti tiepidi non bastano a conquistare la fiducia della gente. Io non ho sentimenti tiepidi- dice alla piazza- non abbiateli neanche voi". Quindi, rivolta ai partiti che la sostengono nella corsa alla presidenza della Regione Lazio, dopo aver chiesto ai manifestanti di abbassare le bandiere "perché voglio vedervi in faccia", spiega che "c'è bisogno di discussioni, ma non di divisioni" e che bisogna "rivolgersi ai cittadini, non ai sudditi". Qui sta la chiave di un "nuovo inizio, di una storia altra e laica, di un'alternativa che non vuole escludere gli altri, quelli che pur avendo votato il centrodestra sentono lo stesso bisogno di legalità e rispetto delle regole che sentiamo noi. Sono molti- dice Bonino- di là di cittadini per bene ce ne sono". Quindi, un messaggio, l'unico nel suo discorso, indirizzato direttamente a Silvio Berlusconi: "Chi è prepotente lo fa perché si sente moribondo, l'arroganza è segno di debolezza. Noi- conclude Bonino- dobbiamo essere l'alternativa a questo regime da basso impero". Per farlo, qui nel Lazio, serve l'impegno di tutti: "Ognuno di voi- dice Bonino alla piazza- si senta candidato presidente al posto mio. Non siete voi a stare con me, ma sono io con voi".
VENDOLA: "BERLUSCONISMO, BESTIA FERITA CHE COLPISCE IL PAESE"- "La crisi del berlusconismo esibisce una bestia ferita che con i suoi colpi di coda cerca di colpire ancora il Paese". Così il governatore della Puglia, ricandidato alla carica, Nichi Vendola dal palco della manifestazione di piazza del Popolo. Per Vendola "il racconto del berlusconismo non convince più, è pieno di smagliature e di crepe". E' venuto il momento "di costruire un altro racconto, quello di un popolo che non si fa più incantare dal populismo". "Se è vero che il racconto del berlusconismo è finito tra le macerie dell'Aquila- aggiunge Vendola- dobbiamo sapere che non possiamo stare seduti sulla sponda del fiume per vedere passare il cadavere dell'avversario". Dobbiamo anche essere consapevoli "che noi del centrosinistra non abbiamo ancora un racconto credibile. Per questo oggi da qua riparte il cantiere. Il centrosinistra ritrova la propria piazza e quel popolo che per lungo tempo aveva smarrito". Dobbiamo "parlare chiaro per rendere netto il percorso del nostro cammino. Il centrosinistra apra la porta alla speranza di chi non ce la fa più. O facciamo questo o falliremo".
E LA PIAZZA NON RISPARMIA NEMMENO NAPOLITANO - Nonostante le rassicurazioni della vigilia, la piazza del centrosinistra non risparmia critiche al presidente della Repubblica. Quando piazza del Popolo si va riempiendo delle bandiere di tutti i partiti che aderiscono alla manifestazione, nei pressi del gazebo di Italia dei Valori si distribuiscono magliette che paragonano l'intransigenza di Sandro Pertini al capo dello Stato Giorgio Napolitano. "Pertini non avrebbe mai firmato", recitano le t-shirt. Anche alcuni cartelli innalzati a piazza del Popolo se la prendono con il presidente della Repubblica. Uno recita: "Nano e Napolitano datevi la mano".
Ma, come ampiamente annunciato, è il presidente del Consiglio l'obiettivo principale dei manifestanti. Un manichino lo raffigura con una clava in una mano e nell'altra un fascio di banconote. Al petto un cartello con la scritta: "Due milioni di disoccupati ma a Berlusconi interessa solo non essere processato!". Il Berlusconi-fantoccio è ripreso da una telecamera finta con il logo 'Rai-set', retta sulla testa di un manifestante. Lo striscione più esplicito è issato sul muraglione di piazza del Popolo. "Legge interpretativa?? Interpreta questo!!". E una gigantesca mano con il dito medio alzato rende inequivoco chi sia il destinatario del messaggio.