7 novembre 2010

Bersani attacca il premier sul caso Ruby. E annuncia: "Manifestazione l'11 dicembre"

"Faremo l'11 dicembre a Roma una grande manifestazione" contro il governo su "democrazia, lavoro e solidarieta' e parleremo a un paese sbandato". Lo annuncia Pier Luigi Bersani intervenendo all'assemblea dei circoli del Pd.
"C'e' un passaggio non da poco davanti a noi, non e' un semplice passaggio da un governo all'altro e questo passaggio ce l'abbiamo in mano noi". "Siamo di fronte a una politica che si avvita su un'agenda umiliante rispetto ai problemi del Paese. E noi -rivendica il segretario del Pd- siamo l'unico vero partito nazionale di questo Paese. E' inutile che vengano a dirmi con un po' di sociologia, un po' di politilogia, che noi siamo arroccati in due, tre regioni. Non e' vero, noi abbiamo 6800 circoli, facciamo 2000 feste dell'Unita'. A noi la Lega ci fa un baffo, Berlusconi ci fa un baffo".
"Il nostro non e' un partito personale, plebiscitario ma della partecipazione con tutte la fatica e i problemi che comporta e sul simbolo di partito io, Bersani, non ce lo scrivo
Aquí escribes el resto del post.Il leader del Pd va all'attacco quindi sul caso Ruby e le vicende che stanno coinvolgendo il premier Silvio Berlusconi. "Se vuoi avere la patente per fare l'uomo pubblico devi essere una persona per bene. Non ci si puo' dimenticare che un minore e' un minore, anche se non lo sembra, e non lo puoi sbattere sulla strada, non sono mica noccioline questa cose qua: sono idee devastanti". Il fatto che siano coinvolti minori, incalza, "e' drammatico e, al di la' di tutto il chiacchiericcio, questo non e' venuto fuori. Ma, dico, come immaginiamo l'adolescenza in questo Paese? E' una vergogna. Non si possono fare e dire certe cose e governare un paese".
Mentre negli stessi minuti in cui parla Bersani, a Perugia si apre la convention dei finiani e il leader del Pd si rivolge a Gianfranco Fini, innanzitutto, ma anche a tutti coloro che nella maggioranza "hanno senso di responsabilita''' affinche' ''facciano un passo avanti, perche' il Paese e' allo sbando". "Io forse non sono ancora riuscito a trasmettere un concetto: io non chiedo a Fini questo o quello. Io dico che il Paese sta andando alla sbando e che Berlusconi si deve dimettere. Chiunque abbia senso di responsabilita', stacchi la spina. Punto". "E' allo sbando perche'? Primo: Berlusconi non ci ha preso sui temi della crisi. Secondo: c'e' un'evidente crisi politica della maggioranza che non consentira' di avere un governo piu' stabile e incisivo. Terzo: saremo sempre piu' avvitati in problemi notturni e diurni del presidente del Consigio. Non possiamo star li' a mangiare il lodo Alfano mattina, pomeriggio e sera", incalza Bersani. Quindi ribadisce la disponbilita' del Pd a un governo di transizione "non per fare ribaltoni, ma per una ripartenza del Paese".
Bersani ne ha anche per la Lega. "Servono orgoglio e combattimento perche' l'avversario non e' solo Berlusconi ma anche questa Lega che ci ha messo in testa anche a noi che non c'entra, ma invece e' sempre stata li'. E non dicano 'Roma ladrona' se stanno da 10 anni coi quattro ladroni di Roma che hanno fatto le leggi della cricca".
Bersani commenta poi le vicende interne al Pd, proprio nel giorno in cui a Firenze, guidati dal sindaco Renzi, si sono riuniti gli oltre 2mila 'rottamatori'. Da Roma si alzano fischi all'indirizzo di Renzi e Civati.
"Noi siamo una squadra. Critica, dibattito anche all'aperto, ma con rispetto per la ditta e per i membri dell'associazione". Il segretario chiede e pretende rispetto. "Affetto, atteggiamento amichevole, ma non consentiro' che ne' da fuori ne' da dentro si manchi di rispetto perche' noi tra poco, lo scommetto, saremo il primo partito del Paese e un partito cosi' non si tira per la giacca. Vi chiedo amicizia, apertura, dialogo, confronto verso tutti quelli che vogliono fare qualcosa. Ma rispetto e orgoglio per il Pd perche' noi siamo il principale strumento di alternativa di questo Paese".
Un messaggio infine diretto agli alleati dell'opposizione. "Indebolire il Pd e' sport che non da' medaglie. Senza il Pd, ci si tiene Berlusconi e il berlusconismo". Parole che sembrano dirette a Di Pietro. "Faccio un appello a tutte le forze politiche, a quelle sociali e culturali, agli alleati: noi dobbiamo trovare la chiave in cui si collabora. Agli alleati dico basta lucrare per un punto in piu' e ai nostri chiede meno autolesionismo".