13 giugno 2011

Sì sì sì sì: plebiscito referendum. Affluenza al 57%, e parte l'attacco al governo. Berlusconi: "Non ignoreremo l'esito"

I numeri non potrebbero essere più chiari: 57 e 95. Praticamente ufficiali, e dicono già tutto. Ha vinto il referendum: perché l'affluenza al 57% taglia fuori anche le polemiche sul voto degli italiani all'estero. Il quorum c'è, anche se il ministro degli Interni, Roberto Maroni, lo annuncia troppo presto scatenando i referendari, timorosi di una eventuale turbativa sul voto. Nessun timore, perché chi è andato a votare c'è andato per votare "sì": il 95% appunto, con variazioni minime, ha scelto di abrogare le norme oggetto dei quattro quesiti: acqua (privatizzazione e profitti), nucleare e legittimo impedimento. Ad urne ancora aperte, prima delle 15, le dichiarazioni del premier e del ministro dell'Interno hanno dato il via alla bagarre politica con un po' di anticipo sull'orario previsto, ma la sostanza non cambia. Tra la festa (anche in piazza) di referendari e ambientalisti, adesso tutto il movimento punta in un unica direzione: Silvio Berlusconi e le sue eventuali dimissioni (chieste a gran voce del segretario del Pd, Bersani). Con la maggioranza a trincersarsi, come da compione, dietro un generale: "Non era un test per il governo".


BERLUSCONI: "NON IGNOREREMO L'ESITO DEI REFERENDUM" - "L'alta affluenza nei referendum dimostra una volontà di partecipazione dei cittadini alle decisioni sul nostro futuro che non può essere ignorata. Anche a quanti ritengono che il referendum non sia lo strumento più idoneo per affrontare questioni complesse, appare chiaro che la volontà degli italiani è netta su tutti i temi della consultazione". Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aggiunge: "Il governo e il Parlamento hanno ora il dovere di accogliere pienamente il responso dei quattro referendum".
LA RUSSA: "NESSUNA INCIDENZA SUL GOVERNO" - Devo dire che "noi per un attimo ci abbiamo anche sperato che non si raggiungesse il quorum". Se cosi' fosse stato "sarebbe stato, questo si', un grande boomerang per la sinistra che ha politicizzato i referendum". Ma ora "averlo averlo raggiunto e' l'assoluta normalita', e non ha nessuna incidenza sulle politiche del governo". Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
DI PIETRO: "PER ME COME MANI PULITE" - "Dopo aver fatto qualcosa da magistrato con Mani Pulite, sono orgoglioso di averlo fatto anche con Idv stabilendo che la legge e' uguale per tutti. Una cosa che da troppo tempo si e' dimenticata". Lo ha detto Antonio Di Pietro in conferenza stampa commentando l'esito del referendum. Il leader Idv appare commosso: "Con tutti i miei limiti e i miei errori, io sono particolarmente orgoglioso", dice l'ex pm.IL TERZO POLO: "UN GROSSO NO AL GOVERNO" - "La grande partecipazione popolare ai Referendum dimostra la volonta' degli italiani di tornare ad essere protagonisti: e' ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire cio' che vogliono gli italiani". É la dichiarazione congiunta di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, rilasciata al termine di una riunione dei leader del Terzo Polo. "Nel raggiungimento del quorum e' stato determinante il Terzo Polo, con la decisione di invitare tutti al voto al di la' delle scelte di merito che consapevolmente rivendichiamo. Il SÌ ai referendum e' un NO grande come una casa a questo governo. E' tempo che Berlusconi ne prenda atto. Minimizzare, come ha fatto dopo le amministrative, sarebbe irresponsabile e dannoso per gli interessi nazionali" concludono Fini, Casini e Rutelli.