11 giugno 2011

Marcegaglia: "La soluzione del precariato non è un indeterminato di massa"

La soluzione del precariato non passa da una trasformazione in massa di contratti flessibili in contratti indeterminati, come avvenuto nella scuola. E' il contrario di quello che serve, mentre bisogna fare un ragionamento serio". A dirlo è il leader di Confindustria Emma Marcegaglia al convegno dei Giovani Imprenditori. "Abusi non ne vogliamo fare - precisa -. Non saremo mai a loro favore perché i lavoratori sono la forza delle imprese, ma vogliamo forme di flessibilità in entrata". "Nell'industria il 97% di contratti è a tempo indeterminato. Quindi le forme di precariato si trovano altrove, nella pubblica amministrazione per esempio". A proposito poi dell'incontro della prossima settimana con Cgil, Cisl e Uil dice: "Vogliamo arrivare a un accordo interconfederale sulla esigibilità dei contratti tutti insieme, per far valere le regole in azienda". "L'accordo sulla riforma del modello contrattuale del 2009 è stato positivo - spiega -. Si potrà dunque ora concretizzare quanto previsto, dalle deroghe al contratto aziendale. Ma a tutto questo manca un tassello importante di cui si parla da decenni: quello della esigibilità dei contratti che dice che un accordo tra azienda e sindacati deve valere per tutti e non che possa non essere accettato da chi non ha firmato l'accordo". Quanto all'ipotesi, avanzata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, su un eventuale intervento legislativo, il numero uno di Confindustria replica che si arriverà a "una legge solo nel caso in cui non si riesca a fare un accordo interconfederale con tutte le parti".

Torna poi ad affrontare il tema dei conti pubblici. "Tremonti ha detto che il governo ha fatto scelte selettive. Bene. Ma ora non si può tagliare tutto allo stesso modo. Bisogna scegliere dove tagliare e dove investire"."Per noi l'equilibrio dei conti pubblici è fondamentale, l'obiettivo del governo di riportare il bilancio in pareggio nel 2014 è complesso e importante, ma va portato avanti. Questo vuol dire pensare a manovre importanti, da 35-40 miliardi, ma le manovre vanno fatte, non possiamo pensare che vengano fatte dopo le elezioni con un nuovo governo. E' un tema che va affrontato in modo fermo e con grande attenzione".
Quanto alla consultazione popolare sull'acqua, per la Marcegaglia "serve una liberalizzazione". "Non sono un partito politico e dico quindi quello che mi pare con chiarezza: chiamare a votare gli italiani su un referendum che dice salviamo l'acqua dagli avvoltoi privati - aggiunge - è una falsità che offende l'intelligenza degli italiani". Mentre sul nucleare invita a non prendere "decisioni affrettate". "Capisco le preoccupazioni dico anche che decisioni così importanti sul mix energetico che avranno conseguenze nei prossimi decenni vanno prese ragionando, non sulla base di decisioni affrettate", conclude.