11 giugno 2011

Crisi, Tremonti: ''Serve prudenza, fattori di instabilità ci sono ancora tutti''

"I fattori di crisi e di instabilità che si sono manifestati tre anni fa sono ancora tutti in essere". L'ennesimo invito alla ''prudenza'' arriva dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ospite al convegno a Santa Margherita Ligure dei giovani imprenditori di Confindustria. Per il ministro, dunque, la crisi non è passata anche se il ''Governo ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare e ha detto quello che doveva dire''.

Rivendica con forza quanto fatto. "Ringrazio quando sento dire che abbiamo tenuto i conti in ordine, ma lo considero un po' riduttivo, abbiamo fatto molto di più, abbiamo tenuto il bilancio dello stato''. ''Tenere il bilancio dello Stato - ha sottolineato il ministro - significa contenere il bilancio delle famiglie, tenere la coesione sociale, favorire il finanziamento alla imprese''. Tremonti insiste. ''Servono ragionamenti improntati alla prudenza e alla precauzione perché l'era della prudenza non è finita''.
Detto questo, Tremonti passa al capitolo del taglio delle tasse, su cui il premier Silvio Berlusconi punta per rilanciare l'azione di Governo. Anche qui nessuna fuga in avanti, le sue parole sono improntate alla prudenza. ''Abbiamo alcuni vincoli il primo è il bilancio. Non possiamo fare riforme in deficit, non possiamo fare una riforma che crea deficit''. Ma si può ragionare sul ''recupero dell'evasione per una riduzione della pressione fiscale" perché l'evasione fiscale ''è un grosso serbatoio. Il dividendo recuperato va messo sui giovani e gli anziani''.
Sempre parlando di tasse, il ministro dell'Economia ha assicurato: "Non abbiamo intenzione di tassare la prima casa e i risparmi delle famiglie. Questa è una cosa che lasciamo ad altri".
Altro tema affrontato dal ministro quello del lavoro. Per Tremonti ''c'è una eccessiva forma di abuso del tempo determinato. Perché, oggettivamente, un conto è la flessibilità e un conto è l'abuso delle forme a tempo determinato". Sarebbe un ''bene che ci fosse un limite a queste forme contrattuali", dice, ipotizzando anche la possibilità di uno scambio tra la contrattazione aziendale, "che porterebbe ad un sistema di produzione piu' moderno", e la riduzione nell'utilizzo dei contratti a tempo determinato.