21 giugno 2011

Berlusconi: ''Avanti fino al 2013'' Bossi: ''Domani niente è scontato''

Una crisi di governo ora sarebbe ''una sciagura'', ''non c'è alternativa'' a questo esecutivo e con la Lega l'alleanza è ''solida''. Silvio Berlusconi lo mette in chiaro nel suo intervento in aula al Senato per la verifica chiesta dal capo dello Stato. Un intervento di 40 minuti scandito da dodici applausi. Accanto al premier una poltrona vuota. Alle 16 in punto Berlusconi fa il suo ingresso nell'emiciclo del Senato per l'informativa del governo; alla sua destra i ministri leghisti Calderoli e Maroni, mentre alla sua sinistra un posto rimane vuoto: è quello generalmente occupato da Bossi o dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, oggi assenti.
In serata, rispondendo ad una domanda dei cronisti su cosa potrà succedere domani alla Camera in occasione della verifica di maggioranza, il Senatur ha detto che "niente è scontato. Vediamo".
All'inizio del suo discorso a Palazzo Madama, il presidente del Consiglio sottolinea che chiedere le dimissioni del governo è "un mero esercizio di propaganda" ed è "fuori luogo" se si considerano le attuali "difficoltà economiche".


Inoltre, "se allarghiamo lo sguardo alle grandi Nazioni occidentali, vediamo - spiega - che né le opposizioni, né i media, né l'opinione pubblica reclamano le dimissioni di presidenti e capi di governo in seguito a risultati elettorali di medio termine nelle elezioni locali. La vera anomalia è pretendere la caduta di un governo democraticamente eletto e, nel nostro caso, legittimato in Parlamento da più voti consecutivi di fiducia".
Berlusconi si dice ''certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio" parlamentare e definisce "opportuna" la richiesta del presidente Giorgio Napolitano di un "passaggio in Parlamento" sulle novità intervenute nella compagine di governo, come pure condivide ''l'appello alla responsabilità e alla coesione'' del presidente della Repubblica, ''convinto che tutte le forze politiche e sociali debbano lavorare nell'interesse del Paese. Bisogna ritrovare unità intorno a valori comuni".
Il governo, sottolinea il Cavaliere, intende portare avanti il suo programma "andando avanti fino al 2013". "Voglio ribadire - afferma - la nostra ferma intenzione di completare il programma di governo per il 2013, arrivando alla scadenza naturale della legislatura. I cittadini potranno giudicare complessivamente il nostro operato attraverso le elezioni politiche generali, come prescrive la Costituzione e come avviene in tutte le democrazie".
"E' nell'interesse degli italiani che il governo arrivi a fine legislatura" rimarca Berlusconi, sarebbe "folle", sarebbe una "sciagura" rimettere "tutto in discussione con una crisi al buio, proprio ora che dobbiamo riagganciare la crescita". ''Le agenzie di rating ci tengono sotto osservazione e le locuste della speculazione - avverte - aspettano solo l'occasione giusta per colpire le prossime prede che mostrino segni di debolezza". "Il nostro governo deve continuare a lavorare - insiste il premier - perché sono gli italiani che ci hanno scelto e anche perché non c'è alternativa a questo governo. Le tre o quattro opposizioni esistenti in Aula e nel Paese sono profondamente divise tra loro e non sono in grado di esprimere un leader o un programma''.
Riguardo alla leadership, "non voglio rimanere a vita a fare il leader del centrodestra - dice - non voglio rimanere per sempre a palazzo Chigi. Voglio però fortissimamente lasciare all'Italia, come mia eredità politica, un grande partito ispirato al Partito popolare europeo, un partito trasparente, democratico, che sia per il nostro Paese il baluardo primo della democrazia e della libertà".
Berlusconi lamenta che nonostante l'appello rivolto ad entrare nella maggioranza, "tra i centristi è prevalso il tentativo di continuare a giocare di rimessa" ma ''non lascerò nulla di intentato pur di avere una maggioranza e un governo più forti e autorevoli".
Quindi enuncia le prossime tappe. "Prima della pausa estiva attueremo misure necessarie a rispettare gli impegni europei con scelte sostenibili dalla nostra economia - dice Berlusconi - Il governo presenterà al Parlamento la delega per la riforma del sistema fiscale". Una riforma che verrà realizzata senza produrre "buchi di bilancio", garantendo un sistema "più equo e più benevolo nei confronti di chi è in condizioni più disagiate", con "tre aliquote e più basse e cinque imposte" annuncia il premier, favorevole anche alla "revisione del patto di stabilità interno" per "premiare i comuni virtuosi" e "punire" quelli che non lo sono.
Berlusconi non dimentica le riforme istituzionali, fissando anche in questo caso a prima delle ferie il termine per la presentazione del disegno di legge di modifica costituzionale, che "sarà per il Parlamento un'occasione straordinaria per realizzare una riforma storica", che farà riferimento fondamentale a tre questioni, vale a dire "la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto con il Senato federale, infine il rafforzamento dell'esecutivo".
Quanto alla missione in Libia "il governo assumerà ogni decisione dopo il Consiglio superiore di difesa presieduto dal capo dello Stato. In quella sede verrà illustrato il piano di contrazione dei costi e di graduale diminuzione del nostro contingente, in accordo con gli organismi internazionali". "Condividiamo la preoccupazione di quanti temono il prolungarsi delle operazioni" dichiara Berlusconi, ricordando che "la Nato ha fissato il termine per settembre".
In chiusura del suo intervento il Cavaliere affronta il tema dei rapporti con la Lega. "Hanno provato in tutti i modi a dividerci ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno mai - scandisce - Insieme completeremo il federalismo. Ho ascoltato con attenzione le parole di Bossi a Pontida. Con la Lega c'è un'alleanza leale e solida. Insieme - assicura - faremo la riforma costituzionale, del fisco e della giustizia nel totale rispetto del programma votato dagli italiani".