Conto alla rovescia per l'attesa decisione della Corte costituzionale sull'ammissibilità dei referendum abrogativi della legge elettorale. E' stata aggiornata a domani mattina alle 9.30 la camera di Consiglio della Corte costituzionale, chiamata a decidere sull'ammissibilita' dei referendum sull'attuale legge elettorale.
In mattinata la Consulta si è riunita in Camera di Consiglio: i 15 giudici dovevano decidere dei quesiti firmati da 1,2 milioni di cittadini per l'abrogazione dell'attuale legge. Ma alla Corte costituzionale non sono bastate le quasi sei ore di Camera di Consiglio per la decisione sull'ammissibilità dei referendum sull'abrogazione, totale o parziale, della attuale legge elettorale, in vigore dal 2005. Una discussione molto approfondita, quella di oggi alla Consulta, che proseguirà domani mattina fino a giungere all'attesa pronuncia dei magistrati. La riunione a porte chiuse era iniziata questa mattina intorno alle 11.30, subito dopo la Camera di Consiglio 'partecipata' per l'audizione dei rappresentanti legali del Comitato referendario per i collegi uninominali -Alessandro Pace, Vincenzo Palumbo, Federico Sorrentino, Nicolo' Lipari- e dell'Associazione nazionale giuristi democratici -gli avvocati Pietro Adami, Paolo Solimeno, Roberto Passini- durata circa un'ora e mezzo.
In attesa di sciogliere il verdetto, tra suspence e fiaccolate dei promotori del referendum, tra le forze politiche si registra un generale accordo sulla necessità di mandare in soffitta il 'Porcellum', disinnescando la miccia di altre polemiche.
Gli occhi sono puntati dunque su Piazza del Quirinale. I giudici della Consulta dovranno valutare anzitutto se la richiesta referendaria è ammissibile o meno. Vanno verificate le condizioni di chiarezza, omogeneità o non contradditorietà dei quesiti e anche la matrice unitaria della richiesta. Il giudizio, come da prassi, avviene in camera di consiglio. Prima di iniziare, gli avvocati dei comitati promotori tengono le loro conclusioni sostenendo l'ammissibilità dei referendum e ribadendo le memorie già presentate alla Corte. Dopo queste esposizioni, si allontanano dalla camera di consiglio e i 15 giudici decidono con un 'si' o un 'no' sull'ammissibilità della richiesta.
Il verdetto slitta a giovedì mattina. La Corte decide con sentenza da pubblicarsi entro il 10 febbraio, in base alla legge 25 maggio 1970, n. 352.
In mattinata la Consulta si è riunita in Camera di Consiglio: i 15 giudici dovevano decidere dei quesiti firmati da 1,2 milioni di cittadini per l'abrogazione dell'attuale legge. Ma alla Corte costituzionale non sono bastate le quasi sei ore di Camera di Consiglio per la decisione sull'ammissibilità dei referendum sull'abrogazione, totale o parziale, della attuale legge elettorale, in vigore dal 2005. Una discussione molto approfondita, quella di oggi alla Consulta, che proseguirà domani mattina fino a giungere all'attesa pronuncia dei magistrati. La riunione a porte chiuse era iniziata questa mattina intorno alle 11.30, subito dopo la Camera di Consiglio 'partecipata' per l'audizione dei rappresentanti legali del Comitato referendario per i collegi uninominali -Alessandro Pace, Vincenzo Palumbo, Federico Sorrentino, Nicolo' Lipari- e dell'Associazione nazionale giuristi democratici -gli avvocati Pietro Adami, Paolo Solimeno, Roberto Passini- durata circa un'ora e mezzo.
In attesa di sciogliere il verdetto, tra suspence e fiaccolate dei promotori del referendum, tra le forze politiche si registra un generale accordo sulla necessità di mandare in soffitta il 'Porcellum', disinnescando la miccia di altre polemiche.
Gli occhi sono puntati dunque su Piazza del Quirinale. I giudici della Consulta dovranno valutare anzitutto se la richiesta referendaria è ammissibile o meno. Vanno verificate le condizioni di chiarezza, omogeneità o non contradditorietà dei quesiti e anche la matrice unitaria della richiesta. Il giudizio, come da prassi, avviene in camera di consiglio. Prima di iniziare, gli avvocati dei comitati promotori tengono le loro conclusioni sostenendo l'ammissibilità dei referendum e ribadendo le memorie già presentate alla Corte. Dopo queste esposizioni, si allontanano dalla camera di consiglio e i 15 giudici decidono con un 'si' o un 'no' sull'ammissibilità della richiesta.
Il verdetto slitta a giovedì mattina. La Corte decide con sentenza da pubblicarsi entro il 10 febbraio, in base alla legge 25 maggio 1970, n. 352.