Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare, erogato ai nostri deputati, risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento". E' quanto precisa una nota dell'ufficio stampa della Camera in merito al rapporto della commissione Giovannini sullo stipendio dei parlamentari. L'indennità parlamentare in valori netti dei deputati italiani non è superiore a quella dei colleghi di Francia e Germania. Anzi, secondo dati elaborati dalla Camera, è leggermente inferiore: nel nostro Paese l'indennità è di circa 5000 euro contro i 5030 della Francia, i 5100 della Germania e i 5400 dell'Austria. Inferiore invece nei Paesi Bassi dove l'indennità degli onorevoli si ferma a 4600 euro.
La nota dell'ufficio stampa della Camera è arrivata in serata dopo la pubblicazione dei risultati della commissione Giovannini. A scatenare le polemiche tra i Poli è stato il confronto tra le indennità in Italia e nel resto dell'Ue: dai dati risulta che i deputati e senatori italiani si mettono in tasca il 60% in più rispetto alla media europea. Le reazioni sono varie. C'è chi si difende: ''Prendiamo meno di tutti''. Chi fa commenti sarcastici, come l'esponente pidiellina Alessandra Mussolini: ''Affidiamo il completamento del lavoro della Commissione a Stella e Rizzo, i due giornalisti che hanno scritto sui privilegi della 'casta politica'''. Tutti all'unisono denunciano: ''Basta con l'antipolitica''. Il presidente del Senato, Renato Schifani, contesta: ''Il documento è stato provvisoriamente acquisito dal sito del Dipartimento della Funzione pubblica, in assenza di una tempestiva e opportuna trasmissione ufficiale'' al Senato da parte del governo. Poi precisa: ''Le decisioni sui tagli saranno prese dal Consiglio di presidenza, unico organo deputato a decidere sulla materia''. In serata si fa sentire anche l'ufficio stampa della Camera che sottolinea: ''Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento''.Al di là dei risultati, provvisori peraltro, della commissione Giovannini, Camera e Senato sono già al lavoro sui costi della politica e, spiegano ambienti parlamentari, Renato Schifani e Gianfranco Fini sono intenzionati a mantenere l'impegno di ridurre ulteriormente le spese entro la fine di gennaio. Il prossimo capitolo su cui si interverrà è quello dei collaboratori. Finora ogni parlamentare disponeva di una somma destinata alle spese per lo staff. Una cifra forfettaria, senza alcun obbligo di dimostrare se e quanto pagato per i collaboratori. Si tratta si 3690 euro per ciascun deputato e 4180 per ogni senatore. L'intenzione, viene spiegato da fonti parlamentari, e' quella di eliminare questa voce per far gestire direttamente alle amministrazioni di Camera e Senato le spese per gli staff. "Sarà il primo punto all'ordine del giorno della prossima riunione dell'ufficio di presidenza", si spiega da ambienti della Camera. Tra le ipotesi di lavoro sulla riduzione dei costi c'è anche quella di intervenire sul capitolo trasporti: basta voli e treni gratis per i parlamentari. Dei tagli, al Senato, si occuperà il consiglio di presidenza, come specificato dallo stesso Schifani. Il presidente del Senato, però, ha voluto oggi coinvolgere nella questione anche i capigruppo di tutte le forze politiche di palazzo Madama, facendo inviare a tutti una copia del rapporto Giovannini.
La nota dell'ufficio stampa della Camera è arrivata in serata dopo la pubblicazione dei risultati della commissione Giovannini. A scatenare le polemiche tra i Poli è stato il confronto tra le indennità in Italia e nel resto dell'Ue: dai dati risulta che i deputati e senatori italiani si mettono in tasca il 60% in più rispetto alla media europea. Le reazioni sono varie. C'è chi si difende: ''Prendiamo meno di tutti''. Chi fa commenti sarcastici, come l'esponente pidiellina Alessandra Mussolini: ''Affidiamo il completamento del lavoro della Commissione a Stella e Rizzo, i due giornalisti che hanno scritto sui privilegi della 'casta politica'''. Tutti all'unisono denunciano: ''Basta con l'antipolitica''. Il presidente del Senato, Renato Schifani, contesta: ''Il documento è stato provvisoriamente acquisito dal sito del Dipartimento della Funzione pubblica, in assenza di una tempestiva e opportuna trasmissione ufficiale'' al Senato da parte del governo. Poi precisa: ''Le decisioni sui tagli saranno prese dal Consiglio di presidenza, unico organo deputato a decidere sulla materia''. In serata si fa sentire anche l'ufficio stampa della Camera che sottolinea: ''Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento''.Al di là dei risultati, provvisori peraltro, della commissione Giovannini, Camera e Senato sono già al lavoro sui costi della politica e, spiegano ambienti parlamentari, Renato Schifani e Gianfranco Fini sono intenzionati a mantenere l'impegno di ridurre ulteriormente le spese entro la fine di gennaio. Il prossimo capitolo su cui si interverrà è quello dei collaboratori. Finora ogni parlamentare disponeva di una somma destinata alle spese per lo staff. Una cifra forfettaria, senza alcun obbligo di dimostrare se e quanto pagato per i collaboratori. Si tratta si 3690 euro per ciascun deputato e 4180 per ogni senatore. L'intenzione, viene spiegato da fonti parlamentari, e' quella di eliminare questa voce per far gestire direttamente alle amministrazioni di Camera e Senato le spese per gli staff. "Sarà il primo punto all'ordine del giorno della prossima riunione dell'ufficio di presidenza", si spiega da ambienti della Camera. Tra le ipotesi di lavoro sulla riduzione dei costi c'è anche quella di intervenire sul capitolo trasporti: basta voli e treni gratis per i parlamentari. Dei tagli, al Senato, si occuperà il consiglio di presidenza, come specificato dallo stesso Schifani. Il presidente del Senato, però, ha voluto oggi coinvolgere nella questione anche i capigruppo di tutte le forze politiche di palazzo Madama, facendo inviare a tutti una copia del rapporto Giovannini.