1 gennaio 2012

Sindacati: 'Serve piano per lavoro rischio tensioni sociali'

La prospettiva di un 2012 all'insegna della recessione e della disoccupazione fa tremare i sindacati, che lanciano l'allarme sulla coesione sociale. "C'é un rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi", dice il leader della Cgil, Susanna Camusso, che va contrastato con un Piano per il lavoro. Sulla stessa linea il numero uno della Uil: "C'é il rischio di andare verso una fase di recessione e, quindi, di riduzione dei posti di lavoro. L'aumento della disoccupazione non è certo un antidoto alla pace sociale, anzi é benzina sul fuoco", afferma Luigi Angeletti. Un rischio di cui parla anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: per "evitare il pericolo di tensioni sociali" è necessario "essere più positivi" e "creare più coesione" sia nel lavoro sia nella società. Concorda il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Solo con la concertazione ed il dialogo sociale si possono affrontare i problemi gravi del paese, distribuendo il peso dei sacrifici". Il "rischio tensioni" è "da contrastare con un Piano per il lavoro, la vera emergenza", chiede Camusso perché la "recessione avrà un impatto duro su occupazione e redditi".C'é, quindi, il "rischio che cresca il conflitto sociale - avverte ancora - con l'aumento delle diseguaglianze". I sindacati chiedono, dunque, di partire dall'occupazione, per arginare l'aumento di posti di lavoro persi: ad oggi, secondo il ministero dello Sviluppo economico, sono 30 mila i lavoratori a rischio, considerando solo i tavoli di crisi aziendali coordinati dallo stesso ministero, mentre è di 300 mila - spiega - il dato che si riferisce "al complesso di tutta l'occupazione diretta e indiretta (incluso ad esempio l'indotto) delle imprese a vario titolo coinvolte" ma che "non coincide assolutamente con il numero di posti di lavoro a rischio". Il richiamo delle organizzazioni dei lavoratori è ad agire per evitare il peggiorare del quadro occupazionale, con un tasso di disoccupazione stimato in salita al 9% alla fine del 2012 dal Centro studi di Confindustria e per il 2013, anche per via dell'attenuazione del reintegro delle persone in cig. "Questo é il problema su cui concentrarsi", dice Angeletti, e per farlo bisogna partire dalla "riduzione delle tasse sul lavoro" altrimenti "le parole occupazione e crescita sono solo uno slogan".
Ovviamente a questo si affianca la questione giovanile e della precarietà, insieme alla garanzia di un futuro previdenziale per i figli e i nipoti di oggi. Tutti temi cui ha fatto riferimento il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno. E che saranno al centro della riforma del mercato del lavoro, guidata dal ministro Elsa Fornero, che si appresta a partire (gli incontri prenderanno il via dopo la Befana, nella seconda settimana di gennaio). Ridurre la precarietà: da 46 forme di assunzione a tre o quattro e rendere le forme flessibili più costose, sono i punti da cui cominciare, sostiene la Cgil, rilanciando "con forza" la necessità di un piano per il lavoro e l'avvio di un confronto col sindacato. La questione della giungla contrattuale di certo approderà sul tavolo con il governo, insieme ai modi con cui incentivare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e come creare posti di lavoro: "Rimettere in moto l'occupazione. Questa è la nostra prima emergenza" ha detto solo pochi giorni Fornero. "Lavoro, il vero augurio per il 2012, buon anno!", scrive Camusso su Twitter.