1 gennaio 2012

Crisi: 1 italiano su 4 rischia poverta'. Giovani in prima fila

In Italia sembra allargarsi la forbice tra ricchi e poveri, tutto a discapito della cosiddetta ''fascia media'', una classe che al momento pare destinata a un progressivo tramonto, sempre piu' indebitata e soffocata da mutui, tasse e rincari con il rischio indigenza dietro l'angolo. Il mix, dunque, tra la crisi e le manovre finanziarie degli ultimi anni, sta provocando disequilibrio non solo economico ma anche sociale. Un italiano su quattro, secondo l'Istat, e', infatti, a rischio poverta' o esclusione sociale ma ad essere maggiormente colpiti sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni. Il 18,2% delle persone residenti in Italia risulta attualmente esposto al rischio di poverta', il 6,9% si trova in condizioni di grave deprivazione materiale e il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensita' di lavoro. L'indicatore sintetico del rischio di poverta' e di esclusione sociale, che considera vulnerabile chi si trova in almeno una di queste tre condizioni, e' pari al 24,5%. Le altre due maggiori economie dell'area dell'euro, Germania e Francia, mostrano valori inferiori sia del rischio di poverta', sia dell'indicatore di grave deprivazione materiale. In Italia e in Francia e' particolarmente marcato il rischio di poverta' per i giovani fra i 18 e i 24 anni, rispetto alle generazioni piu' anziane. Nel Belpaese, inoltre, e' piu' alto il rischio di poverta' per i minori di 18 anni. Nel biennio 2009-2010 risultano sostanzialmente stabili sia il rischio di poverta' (dal 18,4 al 18,2%) sia quello di grave deprivazione materiale (dal 7% al 6,9%), mentre e' aumentata dall'8,8% al 10,2% la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensita' di lavoro, dove cioe' le persone di 18-59 anni di eta' lavorano meno di un quinto del tempo. Inevitabili le ripercussioni anche sulle famiglie. Nel 2010 il 16% dei nuclei residenti in Italia ha, infatti, dichiarato di arrivare con molta difficolta' alla fine del mese. L'8,9% si e' trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l'11,2% con l'affitto o il mutuo; l'11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione. Il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno e' gravemente deprivato, valore piu' che doppio rispetto al Centro (5,6%) e piu' che triplo rispetto al Nord (3,7%). Un segnale del crescente disagio sociale emerge dalle tante organizzazioni no-profit che riscontrano quotidianamente sul campo cio' che gli economisti studiano sui grafici. Secondo il portavoce della Comunita' Sant'Egidio, Mario Marazziti in Italia ''abbiamo purtroppo un aumento del disagio, in contemporanea pero' una crescita della solidarieta' come a Roma. Qui - ha sottolineato - abbiamo piu' centri di emergenza. Soprattutto le parrocchie si stanno attrezzando per rispondere in maniera nuova per far fronte a questa poverta' che mostra tratti vecchi, ma anche nuovi''. Solo nella Capitale sono oltre 6 mila le persone in strada, esclusi gli insediamenti rom. Di queste, circa 5 mila trovano posto nei centri di accoglienza delle associazioni, mentre 1.000 restano fuori. Tra le persone che usufruiscono dei servizi di assistenza, sempre un'inchiesta della comunita' di Sant'Egidio svolta nel 2011 mostra come la maggioranza di loro sono stranieri e di sesso maschile: gli italiani senza un tetto sono il 18,5%, mentre quelli di nazionalita' straniera l'82%, il 40% sono rifugiati o richiedenti asilo. Non a caso, ha sottolineato Marazziti, ''Roma e' la Capitale dell'emergenza abitativa, degli sfratti per morosita'''. In Italia, su 65.489 sfratti 56.147 sono per morosita', mentre nel 2011 a Roma ci sono stati 2.505 sfratti e, sempre nella Capitale, fra coloro che pagano un affitto, una famiglia su 60 rischia lo sfratto. La conferma, non certo positiva, arriva direttamente dalla Caritas che quest'anno ha incontrato nei centri d'ascolto della piu' popolosa citta' d'Italia come Roma, circa 38 mila persone e offerto nei suoi ostelli circa 170 mila pernottamenti a 2.500 persone, servito 357 mila pasti nelle mense e visitato quasi 5 mila pazienti nel poliambulatorio alla stazione Termini