4 agosto 2010

Respinta la sfiducia su Caliendo. Bossi: ''Resistiamo, niente voto''

La Camera ha respinto la mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Presenti 603 deputati, 75 gli astenuti, 229 i favorevoli, 299 i contrari. Il quorum necessario era 265.
E subito si ragiona sui numeri emersi dal voto, dal momento che la somma dei favorevoli e degli astenuti è stata superiore ai voti della maggioranza. "Duecentonovantanove non è 316. I numeri parlano da soli e la matematica, in questo caso, batte la politica", ha osservato il capogruppo del Pd Dario Franceschini.
''Interessante'', si è limitato a dire il leader Udc Pier Ferdinando Casini.
Per Umberto Bossi, invece, ''questo è il segnale che resistiamo. Non si va al voto ora''. ''No a esecutivi tecnici, siamo con Berlusconi - ha poi aggiunto -. Ma se si va al voto, la Lega stravince. Non temiamo il voto''. ''Maggioranze diverse non vanno bene'', ha ribadito il ministro per le Riforme, secondo cui il 'terzo polo' ''non ha futuro'' e rischia ''di fare male a chi vi partecipa''.


Giacomo Caliendo, da parte sua, non nasconde la propria soddisfazione e, parlando all'Adnkronos, non rinuncia a mettere in chiaro alcune cose: ''Io rispondo alla mia coscienza, se fosse scoperto un mio comportamento illecito, o solo scorretto, farei le valutazioni del caso. Nulla dei fatti che mi vengono contestati è vero''.
E' stata lunga la giornata in Aula a Montecitorio. Nel suo intervento, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha difeso Caliendo e rimarcato che "sui principi non ci si può astenere". Per il Guardasigilli, infatti, "questo Parlamento oggi non vota solo sul sottosegretario Caliendo, vota su un principio: il principio di non colpevolezza''. La mozione, sulla quale Alfano ha espresso il parere contrario del governo, ''c'è perché c'è l'inchiesta''. Con riferimento all'intervento di un deputato, il ministro ha poi osservato: "Credo che con efficacia abbia voluto affermare che non c'è niente, non c'è niente, non c'è niente e che financo la P3 sia probabilmente frutto di una costruzione di taluni pm e di una certa sinistra che accusa in base a quella costruzione". Noi, ha ancora aggiunto, crediamo che il ''garantismo non si applica sempre e comunque, perché noi non riteniamo che il garantismo equivalga a impunità''.
Annunciando il voto a favore della sfiducia, il leader Idv Antonio Di Pietro ha replicato al Guardasigilli: "Noi abbiamo presentato la mozione prima che fosse indagato. Le ragioni della mozione sono politiche". ''Noi - ha aggiunto il leader Idv - non chiediamo solo le dimissioni di Caliendo ma anche che il premier Berlusconi faccia al più presto le valigie". Berlusconi ''che se ne sta lì, novello Nerone, sulla sua terrazza dorata e con le sue ancelle prezzolate".
Sì alla sfiducia anche dal Pd. Per Dario Franceschini, "la politica non può attendere l'accertamento delle responsabilità penali" e quando si determina una situazione come quella che coinvolge il sottosegretario alla Giustizia "in un qualsiasi Paese normale ci si dimette subito". Quindi rivolto a Berlusconi: ''Non pensi di spaventare tutti minacciando le elezioni, ridotti come siete, a brandelli, le perdereste''.
Come annunciato si astengono centristi e finiani. ''Non decapitiamo gli uomini per qualche manciata di voti in più'', ha detto Pier Ferdinando Casini, in aula alla Camera. Poi chiarisce: ''Non c'è trasformismo, non c'è la Democrazia cristiana, non c'è il grande centro, non ci sono manovre di Palazzo. Non possiamo avere lezioni di trasformismo da chi in privato e in pubblico ha provato a chiederci atti di trasformismo, che noi abbiamo rifiutato, per aiutare questa maggioranza''.
Per il finiano Benedetto Della Vedova, "tocca al presidente del Consiglio, al ministro della Giustizia, ma innanzi tutto al sottosegretario Caliendo valutare serenamente se una sospensione delle sue deleghe fino al chiarimento definitivo della sua posizione non sarebbe la cosa migliore da fare".
Voto contrario di Pdl e Lega. La mozione, per il Carroccio, è solo ''un pretesto per un attacco al governo. E' una mozione strumentale per far mostrare ad alcuni deputati il proprio malumore. Vogliono impedire il prosieguo dell'azione di governo. Noi andiamo avanti'', ha detto Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord alla Camera.
Fabrizio Cicchitto, nel proclamare "un no alto e forte" alla mozione di sfiducia, concentra il suo intervento contro "il network della sorveglianza" e la pratica dello "sputtanamento personale per voyeur" messo in atto dalla "deriva giustizialista" dell'opposizione. "Non daremo lo scalpo di Caliendo che è innocente a Di Pietro e i suoi seguaci del Pd", ha concluso.