7 agosto 2010

Governo, i finiani rilanciano: "Cambiare i vertici del Pdl". Bufera su Bocchino

Lo spiraglio di trattativa tra Pdl e finiani, aperta dal piano in quattro punti (federalismo, fisco, Sud e giustizia) proposto da Silvio Berlusconi, incontra gia' la prima botta d'arresto. La giornata comincia con un'intervista al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che al 'Corriere' mette in chiaro come la "prova del fuoco della maggioranza" si giochera' su giustizia e processo breve. Il Guardasigilli garantisce che su questo non si molla: "Se ci sara' intesa su questi argomenti si potra' andare avanti, viceversa -scandisce- se non ci sara' l'intesa, o se essa, pur siglata in Parlamento, non dovesse funzionare, si tornera' al popolo".
A stretto giro arriva la risposta del capogruppo di Futuro e Liberta', Italo Bocchino, sul sito di Generazione Italia. Bocchino ribadisce la disponibilita' dei finiani a discutere la proposte di Berlusconi e quindi arrivare a stringere un nuovo patto che consenta alla legislatura di proseguire, ma chiede che il possibile rilancio sia accomopagnato dal rinnovo dei vertici del partito. Via Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini, insomma. Via i 'falchi' per puntare magari sui "tre colombe" come Angelino Alfano, Sandro Bondi e Maria Stella Gelmini.
La richiesta scatena la bufera con una raffica di dichiarazioni all'attacco del capogruppo di Fli. Dice Gianfranco Rotondi: "Nel Pdl e' di moda sparare sui coordinatori, io invece trovo abbiano fatto il miglior lavoro possibile dentro un progetto che non e' decollato a dispetto degli elettori che l'hanno costantemente votato". Interviene anche Bondi, uno dei tre diretti interessati: "Cio' che solitamente afferma l'onorevole Bocchino ha il sapore della provocazione, come conferma anche la sua ultima dichiarazione" ma, aggiunge, "non saro' certamente io a frappormi, cosi' come gli amici Verdini e La Russa, ad un ulteriore rinnovamento del partito quando sara' il momento".
Bocchino conferma la disponibilita' di aprire un dialogo sul piano proposto da Berlusconi: "L'ipotesi che il governo si presenti al Parlamento per chiedere la fiducia su un programma per la seconda meta' della legislatura e' estremamente positiva e ci vede attenti e interessati. E' una mossa che va incontro, seppur tardivamente, alla richiesta di Fini".
Ma per facilitare l'intesa sui punti del nuovo patto di legislatura, Bocchino chiede che ci sia un cambio ai vertici del partito: ""Non sappiamo se Berlusconi riuscira' a far dimettere Verdini, La Russa e Bondi, va pero' detto che questa mossa cambierebbe in meglio il Pdl e renderebbe piu' facile il dialogo con Fli e gli altri componenti dell'area della responsabilita'. Tra l'altro puntare su tre colombe come Alfano, Gelmini e Meloni che hanno guardato e guardano con interesse a Fini per ragioni sia politiche sia generazionali e' un fatto assai positivo. Non sappiamo se i colonnelli e i falchi consentiranno a Berlusconi questa bella mossa, ma non sarebbe male".
Per Bondi, coordinatore del partito, quella di Bocchino e' un'altra delle tante 'provocazioni', "non ho percio' molto interesse a interloquire con il capogruppo di Futuro e Liberta'. Una cosa tuttavia -sottolinea Bondi- mi preme testimoniare. Ho sempre pensato e detto che se la mia persona fosse stata d'ostacolo ad una ricomposizione mi sarei immediatamente fatto da parte, cosi' come gli altri coordinatori hanno piu' volte dichiarato".
Per quanto riguarda l'opposizione, nel Pd prosegue il dibattito su alleanze e primarie. Enrico Letta torna a insistere sull'asse privilegiato con Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini: "Fini e Casini possono essere piu' o meno simpatici ma in questo momento sono essenziali per liberarci a casa Berlusconi", dice il vicesegretario del Pd rivolgendosi "soprattutto a chi come Di Pietro continua ad attaccarli giorno dopo giorno. E' evidente che chi fa cosi' e' piu alleato di Berlusconi di quanto voglia mandarlo a casa. Noi vogliamo mandarlo a casa".
Ribatte Osvaldo Napoli del Pdl: "Sa il vice segretario del Pd Enrico Letta che quando dice di voler mandare a casa Berlusconi senza passare dalle urne, sta minacciando il ruolo e le prerogative del Capo dello Stato? Affermazioni simili, non sostenute da nessuna norma costituzionale, sono quasi insultanti per il ruolo di Giorgio Napolitano".
Intanto, Sergio Chiamparino nel ribadire la disponibilita' a correre alla primarie (di fatto in pista gia' ci sono tre candidati: Bersani, Nichi Vendola ed ora anche il sindaco di Torino) sollecita il partito ad aprire una nuova fase: "Serve un Lingotto due", spiega Chiamparino. E quindi "dobbiamo interloquire per fare un'alleanza che metta insieme, attorno al nostro Lingotto, una parte della sinistra e una parte del centro".