La riforma Gelmini è legge. Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di riordino dell'università. Il provvedimento ha ottenuto 161 voti a favore, 98 contrari e 6 astenuti."Oggi e' una bella giornata per il Paese e per l'universita' perche' viene archiviata la cultura falsamente egualitaria del '68 e comincia una nuova stagione all'insegna della responsabilita' del merito, del no agli sprechi, a parentopoli e alla baronia negli atenei". Sono le parole del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che traccia un bilancio molto positivo dopo l'approvazione del ddl di riordino dell'universita'. "Siamo di fronte a una sfida imortante e credo che la riforma ponga le basi per dare ai giovani nuove opportunita', in particolare agli studenti che sono i veri protagonisti della riforma".
"Voglio ringraziare i senatori di maggioranza ma anche l'opposizione che in un dibattito inevitabilmente teso hanno fatto prevalere il senso di responsabilita' e la passione politica. L'approvazione del provvedimento e' un grande risultato di squadra, che testimonia ancora una volta come il governo Berlusconi sia il governo del fare, che scommette sulle riforme e sulla modernizzazione del Paese".
"Voglio ringraziare i senatori di maggioranza ma anche l'opposizione che in un dibattito inevitabilmente teso hanno fatto prevalere il senso di responsabilita' e la passione politica. L'approvazione del provvedimento e' un grande risultato di squadra, che testimonia ancora una volta come il governo Berlusconi sia il governo del fare, che scommette sulle riforme e sulla modernizzazione del Paese".
Subito dopo la pausa delle feste -ha puntualizzato Gelmini- incontrero' il Consiglio nazionale deli studenti universitari per discutere dei provvedimenti attuativi. Agli studenti dico pero' di non avere paura di un provvedimento che non destabilizza l'universita', non la privatizza ma, al contrario, mette al centro gli interessi legittimi degli studenti. Agli studenti -ha concluso il ministro- dico di diffidare di coloro che pensano che la risoluzione dei problemi passa solo per l'aumento delle risorse o nella difesa dello status quo. Chi si rifiuta di cambiare l'universita' piu' che al futuro dei giovani, pensa solo alle proprie rendite di posizione".
Nel giorno dell'approvazione della riforma, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto alla lettera ricevuta da Mattia Sogaro, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: quella universitaria e' una ''situazione rispetto alla quale io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
''Ho appena ricevuto la sua lettera, e innanzitutto la ringrazio per le parole di apprezzamento che mi ha gentilmente rivolto. E' la prima volta -rileva Napolitano- che il Presidente o altri rappresentanti del Cnsu mi chiedono un incontro, e io saro' ben lieto di fissarlo al piu' presto, cosi' come ho l'abitudine di fare con le piu' diverse rappresentanze che desiderano essere ricevute e ascoltate. Sono interessato a conoscere le vostre 'valutazioni critiche e proposte': non ho mai pensato di svolgere - e non c'era dunque motivo di temere che potessi farlo in questo caso - solo un'attivita' parziale di ascolto, anziche' svolgere il mio ruolo a 360 gradi''.
''Avremo modo di chiarire con lei e con gli altri rappresentanti del Cnsu tutti gli aspetti di una situazione complessa come quella che vivono, in modi diversi, le varie componenti del mondo universitario, situazione rispetto alla quale -precisa il Capo dello Stato- io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
Sul fronte della cronaca di questi giorni, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, riferendo alla Camera sugli scontri avvenuti a Roma lo scorso 14 dicembre e sulle iniziative studentesce di ieri, ha detto che le manifestazioni di ieri degli studenti si sono svolte "ovunque senza incidenti", ma è stata "una brutta cosa l'assalto alla Questura di Palermo, avamposto della lotta alla mafia.
La Questura di Palermo, ha ricordato ancora il ministro, è "simbolo della lotta alla mafia, sede della sezione catturandi della Squadra mobile, quella che ha arrestato i capimafia, da Riina a Provenzano, a Mimmo Racuglia. Vedere lanciare pietre, bottiglie e uova contro uno degli avamposti della lotta alla mafia mi ha profondamente rattristato".
Quanto alla mobilitazione nella capitale, "il dispositivo di prevenzione predisposto dalla Prefettura e dalla Questura" di Roma in occasione delle iniziative studentesche di ieri "ha funzionato egregiamente - ha sottolineato il titolare del Viminale - Il progressivo affinamento di questo dispositivo ha contribuito a far sì che la mobilitazione di ieri a Roma sia avvenuta senza incidenti".
"La scelta operata dal Prefetto di intesa con il Questore di disporre le Forze dell'Ordine in modo tale da garantire il pronto intervento senza creare zone rosse né militarizzare il territorio - ha proseguito il ministro - è stato un ulteriore elemento che ha contribuito a depotenziare il rischio di tutte quelle tensioni che si temevano visti i precdenti".
Più in generale Maroni, riferendosi anche a quanto accaduto lo scorso 14 dicembre, ha poi espresso "tutto l'apprezzamento per l'operato delle Forze dell'Ordine" che "hanno dato prova di grande equilibrio e di eccellente professionalità".
Alcune decine di persone si sono riunite intanto davanti al Tribunale di Roma per manifestare solidarietà ai fermati durante gli scontri del 14 dicembre. Oggi per sette di loro si celebra il processo. I partecipanti al presidio hanno esposto a poca distanza dal Tribunale uno striscione che riporta 'Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare. Libertà per tutti e tutte'.
Il Comune di Roma è stato ammesso come parte civile nel processo che vede imputato di resistenza a pubblico ufficiale Edoardo Zanetti, arrestato durante gli scontri. Zanetti è comparso oggi davanti alla quinta sezione del Tribunale di Roma accusato di resistenza a pubblico ufficiale. Gli si contesta di avere lanciato un sampietrino. Nella fase preliminare del giudizio che si svolge con rito direttissimo nella discussione è intervenuto l'avvocato del Comune per sostenere che il Comune dal comportamento dell'imputato ha subito pregiudizio per quanto riguarda la sua immagine.
L'udienza è stata poi rinviata al 25 gennaio prossimo perché il processo si svolgerà con rito ordinario. Dopo aver ammesso come parte civile il Comune di Roma il Tribunale ha accolto le istanze istruttorie delle parti ammettendo testimonianze e acquisizione di documenti. In particolare la difesa intende dimostrare che Zanetti, arrestato in via dei Pontefici, non ha commesso quanto gli è stato contestato. "Sono contento che ieri sia stata una giornata diversa rispetto al 14 dicembre scorso, perche' io sono contro gli scontri e gli atti di violenza", ha detto Zanetti lasciando il Tribunale. "Credo che la violenza non porti da nessuna parte. Sono totalmente convinto - ha aggiunto il giovane accompagnato dai famigliari e dal suo legale - che per manifestare le proprie idee e per andare avanti ed ottenere qualcosa si debba manifestare in maniera pacifica pero' se il 14 sono successi degli scontri questo deve far pensare il governo che la situazione in Italia non va bene".
Nel giorno dell'approvazione della riforma, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto alla lettera ricevuta da Mattia Sogaro, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: quella universitaria e' una ''situazione rispetto alla quale io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
''Ho appena ricevuto la sua lettera, e innanzitutto la ringrazio per le parole di apprezzamento che mi ha gentilmente rivolto. E' la prima volta -rileva Napolitano- che il Presidente o altri rappresentanti del Cnsu mi chiedono un incontro, e io saro' ben lieto di fissarlo al piu' presto, cosi' come ho l'abitudine di fare con le piu' diverse rappresentanze che desiderano essere ricevute e ascoltate. Sono interessato a conoscere le vostre 'valutazioni critiche e proposte': non ho mai pensato di svolgere - e non c'era dunque motivo di temere che potessi farlo in questo caso - solo un'attivita' parziale di ascolto, anziche' svolgere il mio ruolo a 360 gradi''.
''Avremo modo di chiarire con lei e con gli altri rappresentanti del Cnsu tutti gli aspetti di una situazione complessa come quella che vivono, in modi diversi, le varie componenti del mondo universitario, situazione rispetto alla quale -precisa il Capo dello Stato- io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilita' del governo e del Parlamento''.
Sul fronte della cronaca di questi giorni, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, riferendo alla Camera sugli scontri avvenuti a Roma lo scorso 14 dicembre e sulle iniziative studentesce di ieri, ha detto che le manifestazioni di ieri degli studenti si sono svolte "ovunque senza incidenti", ma è stata "una brutta cosa l'assalto alla Questura di Palermo, avamposto della lotta alla mafia.
La Questura di Palermo, ha ricordato ancora il ministro, è "simbolo della lotta alla mafia, sede della sezione catturandi della Squadra mobile, quella che ha arrestato i capimafia, da Riina a Provenzano, a Mimmo Racuglia. Vedere lanciare pietre, bottiglie e uova contro uno degli avamposti della lotta alla mafia mi ha profondamente rattristato".
Quanto alla mobilitazione nella capitale, "il dispositivo di prevenzione predisposto dalla Prefettura e dalla Questura" di Roma in occasione delle iniziative studentesche di ieri "ha funzionato egregiamente - ha sottolineato il titolare del Viminale - Il progressivo affinamento di questo dispositivo ha contribuito a far sì che la mobilitazione di ieri a Roma sia avvenuta senza incidenti".
"La scelta operata dal Prefetto di intesa con il Questore di disporre le Forze dell'Ordine in modo tale da garantire il pronto intervento senza creare zone rosse né militarizzare il territorio - ha proseguito il ministro - è stato un ulteriore elemento che ha contribuito a depotenziare il rischio di tutte quelle tensioni che si temevano visti i precdenti".
Più in generale Maroni, riferendosi anche a quanto accaduto lo scorso 14 dicembre, ha poi espresso "tutto l'apprezzamento per l'operato delle Forze dell'Ordine" che "hanno dato prova di grande equilibrio e di eccellente professionalità".
Alcune decine di persone si sono riunite intanto davanti al Tribunale di Roma per manifestare solidarietà ai fermati durante gli scontri del 14 dicembre. Oggi per sette di loro si celebra il processo. I partecipanti al presidio hanno esposto a poca distanza dal Tribunale uno striscione che riporta 'Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare. Libertà per tutti e tutte'.
Il Comune di Roma è stato ammesso come parte civile nel processo che vede imputato di resistenza a pubblico ufficiale Edoardo Zanetti, arrestato durante gli scontri. Zanetti è comparso oggi davanti alla quinta sezione del Tribunale di Roma accusato di resistenza a pubblico ufficiale. Gli si contesta di avere lanciato un sampietrino. Nella fase preliminare del giudizio che si svolge con rito direttissimo nella discussione è intervenuto l'avvocato del Comune per sostenere che il Comune dal comportamento dell'imputato ha subito pregiudizio per quanto riguarda la sua immagine.
L'udienza è stata poi rinviata al 25 gennaio prossimo perché il processo si svolgerà con rito ordinario. Dopo aver ammesso come parte civile il Comune di Roma il Tribunale ha accolto le istanze istruttorie delle parti ammettendo testimonianze e acquisizione di documenti. In particolare la difesa intende dimostrare che Zanetti, arrestato in via dei Pontefici, non ha commesso quanto gli è stato contestato. "Sono contento che ieri sia stata una giornata diversa rispetto al 14 dicembre scorso, perche' io sono contro gli scontri e gli atti di violenza", ha detto Zanetti lasciando il Tribunale. "Credo che la violenza non porti da nessuna parte. Sono totalmente convinto - ha aggiunto il giovane accompagnato dai famigliari e dal suo legale - che per manifestare le proprie idee e per andare avanti ed ottenere qualcosa si debba manifestare in maniera pacifica pero' se il 14 sono successi degli scontri questo deve far pensare il governo che la situazione in Italia non va bene".