L'indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane - generato dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, e così via - ha raggiunto, al 30 settembre di quest'anno, i 19.491 euro. E' quanto emerge da un'analisi della Cgia di Mestre.Rispetto alla fine di settembre del 2008 (data di inizio della crisi finanziaria che ha colpito anche il nostro Paese), l'indebitamento medio nazionale è cresciuto del +28,7%. A livello provinciale le ''esposizioni'' maggiori sono a carico delle famiglie della Provincia di Roma (28.790 euro), seguite da quelle di Milano (28.243 euro) e da quelle di Lodi (27.516 euro). Al quarto posto figura Prato (26.294 euro), di seguito Como (25.217 euro), Varese (25.069 euro) e, successivamente, tutte le altre.
A vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare agli istituti di credito sono le famiglie delle province delle 2 grandi isole: infatti, al quartultimo posto troviamo Medio Campidano, con un indebitamento medio pari a 8.845 euro, al terzultimo Enna, con 8.833 euro, al penultimo Carbonia-Iglesias, con 8.687 e, nell'ultimo gradino della classifica, troviamo la provincia di Ogliastra, con 7.035 euro.
Il record della crescita del debito delle famiglie avvenuta tra il 30 settembre 2008 e il 30 settembre 2010, appartiene alla provincia di Grosseto, che in questi 2 anni è stata del +48,8%. Seguono Livorno, con un aumento del +47,5%, Asti, con +42,3 %, Foggia, con +41,7% ed Arezzo, con +41%. Infine, dalla Cgia segnalano che, al 30 settembre 2010, la maggiore incidenza percentuale delle sofferenze spetta alla provincia di Crotone, con il 5,9%. Vale a dire che in questo territorio, a fronte di 100 euro erogati alle famiglie crotonesi, quasi 6 euro non sono stati restituiti agli istituti di credito. Al secondo posto di questa particolare graduatoria troviamo Caltanisetta (incidenza in percentuale delle sofferenze pari al 5,7) ed al terzo Enna e Benevento (5,5). Il dato medio nazionale è pari al 3,5%.
Come interpretare questi dati ? ''Innanzitutto - esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre che ha curato l'indagine - le province più indebitate sono anche quelle che registrano i livelli di reddito più elevati. E' chiaro che tra queste famiglie vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, la forte esposizione bancaria di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti in questi ultimi anni nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Più allarmante, invece, è il risultato che emerge dalla lettura dei dati riferiti all'incidenza percentuale delle sofferenze sull'erogato. In questo caso - conclude - notiamo che nelle prime posizioni troviamo tutte realtà territoriali del Mezzogiorno, a dimostrazione che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie delle aree economicamente più arretrate del Paese''.
Il record della crescita del debito delle famiglie avvenuta tra il 30 settembre 2008 e il 30 settembre 2010, appartiene alla provincia di Grosseto, che in questi 2 anni è stata del +48,8%. Seguono Livorno, con un aumento del +47,5%, Asti, con +42,3 %, Foggia, con +41,7% ed Arezzo, con +41%. Infine, dalla Cgia segnalano che, al 30 settembre 2010, la maggiore incidenza percentuale delle sofferenze spetta alla provincia di Crotone, con il 5,9%. Vale a dire che in questo territorio, a fronte di 100 euro erogati alle famiglie crotonesi, quasi 6 euro non sono stati restituiti agli istituti di credito. Al secondo posto di questa particolare graduatoria troviamo Caltanisetta (incidenza in percentuale delle sofferenze pari al 5,7) ed al terzo Enna e Benevento (5,5). Il dato medio nazionale è pari al 3,5%.
Come interpretare questi dati ? ''Innanzitutto - esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre che ha curato l'indagine - le province più indebitate sono anche quelle che registrano i livelli di reddito più elevati. E' chiaro che tra queste famiglie vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, la forte esposizione bancaria di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti in questi ultimi anni nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Più allarmante, invece, è il risultato che emerge dalla lettura dei dati riferiti all'incidenza percentuale delle sofferenze sull'erogato. In questo caso - conclude - notiamo che nelle prime posizioni troviamo tutte realtà territoriali del Mezzogiorno, a dimostrazione che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie delle aree economicamente più arretrate del Paese''.