Maggioranza allargata altrimenti si va al voto. Nessun riavvicinamento con Fini ma sì a un tavolo con il terzo polo. L'annuncio che non si ricandiderà a premier nel 2013 e che il Pdl cambierà nome. E poi l'ennesimo attacco a ''certa'' magistratura. Nella conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, traccia il bilancio del suo governo guardando al futuro immediato dopo le fibrillazioni di questo periodo. Ultimo in ordine di tempo il caso Prestigiacomo che, assicura, ''è risolto".Il Cavaliere mette in chiaro di non avere nessuna intenzione di ''continuare a galleggiare'' e spiega di puntare a una maggioranza che consenta di fare "importanti riforme". ''Dobbiamo ampliare la maggioranza alla Camera'' dice, e il termine ultimo per verificare questa condizione è "fine gennaio''. Se così non sarà meglio tornare alle urne, nonostante la prima opzione sia quella di portare a termine la legislatura. Berlusconi chiarisce di aver posto lui ''alla Lega il termine di gennaio per prendere una decisione definitiva'' sul da farsi.
"Se, come penso - sottolinea - avremo una maggioranza che ci consentirà di portare al voto del Parlamento le riforme che riteniamo utili e necessarie per nostro Paese potremo continuare nella legislatura''. Berlusconi pensa ''di arrivare ad avere almeno 325 parlamentari alla Camera e ad aumentare anche quelli del Senato", e il riferimento è "ai tanti parlamentari di tutte le forze politiche in campo che si trovano in contrasto con i loro gruppi". Il premier coglie l'occasione per smentire ancora una volta ''l'acquisto di deputati. Non abbiamo mai offerto posti di governo a nessuno. Non c'è stato alcun calcio mercato e non abbiamo promesso cariche di governo''.
Quanto a Fini, con lui ''la collaborazione è durata 16 anni e quindi ho recepito con estremo dolore gli avvenimenti degli ultimi mesi". Ma "non ci sarà un riavvicinamento". E rimarca: "Il presidente della Camera deve essere super partes. Così non è stato e così non è soprattutto ora che è leader di un partito che si è collocato all'opposizione".
Berlusconi però è disposto anche a valutare accordi con il 'terzo polo' pur di evitare una campagna elettorale, che considera dannosa per il Paese. A chi gli chiede se piuttosto che andare al voto non sarebbe meglio trovare un'intesa minima su alcuni punti essenziali, il Cavaliere replica: ''Sì, sarebbe ragionevole. Peraltro - ribadisce - dico che penso di essere sicuro di riuscire ad allargare la maggioranza anche senza accordi con i partiti del cosiddetto 'terzo polo'. Però, credo che sarebbe assolutamente ragionevole fare come lei ha indicato, piuttosto che andare alle elezioni. Da parte mia c'è la volontà di mettere in campo tutte le iniziative che ci consentano di continuare a governare''.
In vista del voto del 2013, se la legislatura dovesse arrivare a termine, il premier spiega poi che nel Pdl ci sono tanti esponenti preparati cui lasciare il testimone. ''Sono convinto che stiano crescendo nuove forze assolutamente capaci di diventare presidente del Consiglio e portare avanti il Popolo della libertà e il centrodestra. Mi auguro - aggiunge - si appalesino e che io possa partecipare alla campagna elettorale per dare il mio contributo, ma interrompere lì il mio impegno che è un grande sacrifico''.
Non c'è nemmeno il Colle tra i suoi obiettivi: "Se mi si chiede chi possa essere il capo di Stato migliore, io rispondo che ho un mio candidato e che non sono io". Il suo auspicio è che ''le nuove elezioni portino a una maggioranza capace di eleggere un Presidente che venga dal centrodestra dopo tre Presidenti della Repubblica che sono venuti invece dal centrosinistra''.
Berlusconi annuncia poi che il Pdl cambierà nome, ''ma non torneremo a Forza Italia. L'acronimo Pdl non dà più emozione, non commuove, stiamo cercando un nome che dia un'emozione, ma non si torna al passato''.
GIUSTIZIA - Il premier affronta anche il tema della giustizia. "Credo - rimarca - che sarà più facile approvare la riforma della giustizia ora con la dipartita dall'interno del Popolo della libertà della fazione che faceva riferimento a Fini, ai suoi collaboratori e all'attuale ancora presidente della commissione Giustizia".
Il Cavaliere non è preoccupato per i suoi processi e per un eventuale bocciatura della Consulta sul legittimo impedimento. La nuova versione, dice, ''tiene conto della dottrina, della Costituzione e delle precedenti sentenze'' e poiché ''c'è un limite all'indecenza, non credo che la Consulta, sebbene sia costituita per la maggior parte da esponenti di altro orientamento, possa superare questo limite di indecenza''. Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare il legittimo impedimento ''ci troveremmo di fronte a un ulteriore sentenza politica'' sottolinea Berlusconi il quale, se sarà necessario, proporrà l'istituzione di una commissione parlamentare per verificare "se in parte della magistratura" vi sia un'"associazione a delinquere a fini eversivi".
POLITICA ESTERA - ''L'Italia non è mai stata così autorevolmente sulla scena della politica estera'' scandisce il premier. Rispondendo a una domanda dell'Adnkronos, Berlusconi sottolinea in particolare tre aspetti: i suoi ''280 impegni internazionali, di cui la metà in Italia e la metà all'estero e in ogni incontro posso assicurare che ho agito nell'interesse dell'Italia, dei suoi cittadini e delle sue imprese"; la sua politica, che è ''sempre stata di collaborazione con gli Stati Uniti''; e il finanziamento ad Arafat, perché "fino in fondo ebbi la speranza che fosse l'uomo giusto per arrivare alla pace".
La conferenza stampa è stata l'occasione per parlare anche dei figli, ai quali Berlusconi ''impedirebbe di entrare in politica''. Poi, a una domanda sulla recente intervista a 'Vanity Fair' della figlia Barbara che ha mostrato apprezzamento per il sindaco di Firenze, il democratico Matteo Renzi, il Cavaliere ha risposto: ''Non c'è stata nessuna debolezza: i figli naturalmente sono influenzabili dalle madri e come tutte le famiglie si possono verificare situazioni di questo genere. Voglio bene a Barbara, è molto brava, ma in questo caso ha subito le influenze della madre''.
Quanto a Fini, con lui ''la collaborazione è durata 16 anni e quindi ho recepito con estremo dolore gli avvenimenti degli ultimi mesi". Ma "non ci sarà un riavvicinamento". E rimarca: "Il presidente della Camera deve essere super partes. Così non è stato e così non è soprattutto ora che è leader di un partito che si è collocato all'opposizione".
Berlusconi però è disposto anche a valutare accordi con il 'terzo polo' pur di evitare una campagna elettorale, che considera dannosa per il Paese. A chi gli chiede se piuttosto che andare al voto non sarebbe meglio trovare un'intesa minima su alcuni punti essenziali, il Cavaliere replica: ''Sì, sarebbe ragionevole. Peraltro - ribadisce - dico che penso di essere sicuro di riuscire ad allargare la maggioranza anche senza accordi con i partiti del cosiddetto 'terzo polo'. Però, credo che sarebbe assolutamente ragionevole fare come lei ha indicato, piuttosto che andare alle elezioni. Da parte mia c'è la volontà di mettere in campo tutte le iniziative che ci consentano di continuare a governare''.
In vista del voto del 2013, se la legislatura dovesse arrivare a termine, il premier spiega poi che nel Pdl ci sono tanti esponenti preparati cui lasciare il testimone. ''Sono convinto che stiano crescendo nuove forze assolutamente capaci di diventare presidente del Consiglio e portare avanti il Popolo della libertà e il centrodestra. Mi auguro - aggiunge - si appalesino e che io possa partecipare alla campagna elettorale per dare il mio contributo, ma interrompere lì il mio impegno che è un grande sacrifico''.
Non c'è nemmeno il Colle tra i suoi obiettivi: "Se mi si chiede chi possa essere il capo di Stato migliore, io rispondo che ho un mio candidato e che non sono io". Il suo auspicio è che ''le nuove elezioni portino a una maggioranza capace di eleggere un Presidente che venga dal centrodestra dopo tre Presidenti della Repubblica che sono venuti invece dal centrosinistra''.
Berlusconi annuncia poi che il Pdl cambierà nome, ''ma non torneremo a Forza Italia. L'acronimo Pdl non dà più emozione, non commuove, stiamo cercando un nome che dia un'emozione, ma non si torna al passato''.
GIUSTIZIA - Il premier affronta anche il tema della giustizia. "Credo - rimarca - che sarà più facile approvare la riforma della giustizia ora con la dipartita dall'interno del Popolo della libertà della fazione che faceva riferimento a Fini, ai suoi collaboratori e all'attuale ancora presidente della commissione Giustizia".
Il Cavaliere non è preoccupato per i suoi processi e per un eventuale bocciatura della Consulta sul legittimo impedimento. La nuova versione, dice, ''tiene conto della dottrina, della Costituzione e delle precedenti sentenze'' e poiché ''c'è un limite all'indecenza, non credo che la Consulta, sebbene sia costituita per la maggior parte da esponenti di altro orientamento, possa superare questo limite di indecenza''. Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare il legittimo impedimento ''ci troveremmo di fronte a un ulteriore sentenza politica'' sottolinea Berlusconi il quale, se sarà necessario, proporrà l'istituzione di una commissione parlamentare per verificare "se in parte della magistratura" vi sia un'"associazione a delinquere a fini eversivi".
POLITICA ESTERA - ''L'Italia non è mai stata così autorevolmente sulla scena della politica estera'' scandisce il premier. Rispondendo a una domanda dell'Adnkronos, Berlusconi sottolinea in particolare tre aspetti: i suoi ''280 impegni internazionali, di cui la metà in Italia e la metà all'estero e in ogni incontro posso assicurare che ho agito nell'interesse dell'Italia, dei suoi cittadini e delle sue imprese"; la sua politica, che è ''sempre stata di collaborazione con gli Stati Uniti''; e il finanziamento ad Arafat, perché "fino in fondo ebbi la speranza che fosse l'uomo giusto per arrivare alla pace".
La conferenza stampa è stata l'occasione per parlare anche dei figli, ai quali Berlusconi ''impedirebbe di entrare in politica''. Poi, a una domanda sulla recente intervista a 'Vanity Fair' della figlia Barbara che ha mostrato apprezzamento per il sindaco di Firenze, il democratico Matteo Renzi, il Cavaliere ha risposto: ''Non c'è stata nessuna debolezza: i figli naturalmente sono influenzabili dalle madri e come tutte le famiglie si possono verificare situazioni di questo genere. Voglio bene a Barbara, è molto brava, ma in questo caso ha subito le influenze della madre''.