Nasce il coordinamento parlamentare tra Udc, Fli, Api, Mpa, Liberaldemocratici, Repubblicani e Liberali "verso un nuovo polo politico". Questa la risposta alla avances di Silvio Berlusconi ai delusi di Fli e Udc. E circolano già ipotesi sul nome e quella in pole position sarebbe 'Polo della Nazione'. "Sarebbe meglio Polo per l'Italia, ma non è il problema di adesso", dice Pier Ferdinando Casini. Ci confronteremo con il governo -spiega Casini al termine della riunione con Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, tra gli altri- per tutte le iniziative da assumere e per contrastare quelle che non condividiamo. E' un'iniziativa che è nella direzione della chiarezza, del coraggio e dell'unità: che più di 100 parlamentari aderiscano a questo coordinamento è un elemento molto positivo".
L'obiettivo è chiaro: "esercitare un ruolo di opposizione responsabile", affermano i fondatori in un comunicato. Prima tappa: un'assemblea di tutti i parlamentari, in programma a gennaio, "per individuare modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo e con le altre forze di opposizione responsabile".
L'obiettivo è chiaro: "esercitare un ruolo di opposizione responsabile", affermano i fondatori in un comunicato. Prima tappa: un'assemblea di tutti i parlamentari, in programma a gennaio, "per individuare modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo e con le altre forze di opposizione responsabile".
"Per noi -si legge nel comunicato - è necessario operare per il bene dell'Italia e per una autentica coesione nazionale. Si è deciso di avanzare, con questo spirito, proposte per il futuro del Paese e di esercitare un ruolo di opposizione responsabile, pronta a confrontarsi su eventuali provvedimenti che vadano incontro agli interessi generali degli italiani, a partire da quelli economici e sociali e dalle grandi riforme che servono al Paese".
"Il premier dice che il Terzo polo è morto, io dico che è vivissimo e gode di ottima forma", commenta Rutelli e Casini aggiunge: "Credo che Berlusconi possa essere facilitato nel dialogo dal fatto che più di 100 parlamentari possano parlare con una sola voce e interloquiscano costruttivamente con il governo". Il finiano Italo Bocchino poi precisa: "Nasce un coordinamento parlamentare di tutte le forze responsabili che hanno deciso di lavorare assieme nelle due Camere per avere un atteggiamento utile all'interesse degli italiani'', ma "escludiamo la nascita di gruppi unici".
Prima ancora di entrare al vertice, tenutosi all’Hotel Minerva a Roma, è stato Adolfo Urso di Futuro e Libertà per l'Italia ad annunciare che i partiti sopra citati da oggi "si uniscono in un unico polo e da domani opereranno insieme in Parlamento e nel Paese. Ci comporteremo in modo responsabile ed esamineremo in Parlamento ogni proposta senza pregiudizi".
Insieme ad Urso alla riunione erano presenti il presidente della Camera Gianfranco Fini e Italo Bocchino; Pier Ferdinando Casini, con Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione (secondo cui "nasce il nuovo polo e sembra robusto"); Giovanni Pistorio e Carmelo Lo Monte per l'Mpa; Francesco Rutelli e Bruno Tabacci per l'Api; Giorgio la Malfa per i Repubblicani; Paolo Guzzanti per i Liberali e Italo Tanoni per i Liberaldemocratici.
Dal Pdl arriva il commento di Fabrizio Cicchitto: "Il terzo polo è una operazione asfittica e contraddittoria. Dentro questo polo c'è di tutto e quindi è destinato prima a esplodere di fronte a posizioni assai diverse". Mentre dal versante Pd, la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, vede nella nascita del 'Polo della nazione' il fallimento della strategia di Berlusconi: "La nascita del Polo della Nazione segna, a dimostrazione della fragilità del progetto berlusconiano e della sua 'vittoria' di ieri, il primo fallimento della strategia del premier".
In mattinata Fli aveva definito ''una vittoria di Pirro'' quella di Berlusconi e, guardando al terzo polo, la necessità di serrare i ranghi: "Bisogna andare avanti, altrimenti rischiamo di fare il gioco del Cavaliere, che punta a dividerci''. Qualcuno aveva recriminato, perché se Italo Bocchino avesse fatto un intervento più moderato in Aula forse Moffa non avrebbe strappato: la ''moderazione paga sempre e questa volta la carenza di moderazione nelle parole di Bocchino è sotto gli occhi di tutti''. Ma c'è chi aveva detto che ''prendersela con Italo'' ''significa solo creare un'alibi ai fuoriusciti''.
Futuro e libertà. insomma, tiene, dice Roberto Menia che ha cercato fino all'ultimo di 'trattenere' Moffa: ''Sapevo del travaglio interiore di Moffa, ma ero convinto che alla seconda chiama venisse su a votare, non me l'aspettavo proprio. Rispetto la sua decisione, ma alla fine la sua scelta non è politica. Io gliel'ho detto di persona: 'Silvano, farti chiamare traditore dagli uni e dagli altri che senso ha?'''.
E al presidente del Consiglio aveva anche replicato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: "Berlusconi in 24 ore ha cambiato tre volte opinione. Prima ha parlato di coinvolgere l'intero gruppo, poi di tre parlamentari, oggi di singoli parlamentari. Io gli rispondo che non c'è trippa per gatti". "Cominciasse ad occuparsi seriamente dei problemi del Paese, degli italiani, se lo farà -prosegue il leader centrista rivolto al premier- troverà qua i 35 deputati compatti e coesi a cercare di risolvere i problemi della gente. Tutto il resto è fiction".
"Il premier dice che il Terzo polo è morto, io dico che è vivissimo e gode di ottima forma", commenta Rutelli e Casini aggiunge: "Credo che Berlusconi possa essere facilitato nel dialogo dal fatto che più di 100 parlamentari possano parlare con una sola voce e interloquiscano costruttivamente con il governo". Il finiano Italo Bocchino poi precisa: "Nasce un coordinamento parlamentare di tutte le forze responsabili che hanno deciso di lavorare assieme nelle due Camere per avere un atteggiamento utile all'interesse degli italiani'', ma "escludiamo la nascita di gruppi unici".
Prima ancora di entrare al vertice, tenutosi all’Hotel Minerva a Roma, è stato Adolfo Urso di Futuro e Libertà per l'Italia ad annunciare che i partiti sopra citati da oggi "si uniscono in un unico polo e da domani opereranno insieme in Parlamento e nel Paese. Ci comporteremo in modo responsabile ed esamineremo in Parlamento ogni proposta senza pregiudizi".
Insieme ad Urso alla riunione erano presenti il presidente della Camera Gianfranco Fini e Italo Bocchino; Pier Ferdinando Casini, con Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione (secondo cui "nasce il nuovo polo e sembra robusto"); Giovanni Pistorio e Carmelo Lo Monte per l'Mpa; Francesco Rutelli e Bruno Tabacci per l'Api; Giorgio la Malfa per i Repubblicani; Paolo Guzzanti per i Liberali e Italo Tanoni per i Liberaldemocratici.
Dal Pdl arriva il commento di Fabrizio Cicchitto: "Il terzo polo è una operazione asfittica e contraddittoria. Dentro questo polo c'è di tutto e quindi è destinato prima a esplodere di fronte a posizioni assai diverse". Mentre dal versante Pd, la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, vede nella nascita del 'Polo della nazione' il fallimento della strategia di Berlusconi: "La nascita del Polo della Nazione segna, a dimostrazione della fragilità del progetto berlusconiano e della sua 'vittoria' di ieri, il primo fallimento della strategia del premier".
In mattinata Fli aveva definito ''una vittoria di Pirro'' quella di Berlusconi e, guardando al terzo polo, la necessità di serrare i ranghi: "Bisogna andare avanti, altrimenti rischiamo di fare il gioco del Cavaliere, che punta a dividerci''. Qualcuno aveva recriminato, perché se Italo Bocchino avesse fatto un intervento più moderato in Aula forse Moffa non avrebbe strappato: la ''moderazione paga sempre e questa volta la carenza di moderazione nelle parole di Bocchino è sotto gli occhi di tutti''. Ma c'è chi aveva detto che ''prendersela con Italo'' ''significa solo creare un'alibi ai fuoriusciti''.
Futuro e libertà. insomma, tiene, dice Roberto Menia che ha cercato fino all'ultimo di 'trattenere' Moffa: ''Sapevo del travaglio interiore di Moffa, ma ero convinto che alla seconda chiama venisse su a votare, non me l'aspettavo proprio. Rispetto la sua decisione, ma alla fine la sua scelta non è politica. Io gliel'ho detto di persona: 'Silvano, farti chiamare traditore dagli uni e dagli altri che senso ha?'''.
E al presidente del Consiglio aveva anche replicato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: "Berlusconi in 24 ore ha cambiato tre volte opinione. Prima ha parlato di coinvolgere l'intero gruppo, poi di tre parlamentari, oggi di singoli parlamentari. Io gli rispondo che non c'è trippa per gatti". "Cominciasse ad occuparsi seriamente dei problemi del Paese, degli italiani, se lo farà -prosegue il leader centrista rivolto al premier- troverà qua i 35 deputati compatti e coesi a cercare di risolvere i problemi della gente. Tutto il resto è fiction".