Le stime di Unioncamere rilevano gli ormai strutturali problemi che attanagliano il nostro sistema occupazionale e sui quali occorre mettere in atto serie politiche in grado di invertire la tendenza anche ai fini di una più celere uscita dalla crisi.
Quando, infatti, si stima che le uscite dal mercato del lavoro supereranno di oltre il doppio le nuove assunzioni e che tale riduzione coinvolgerà maggiormente i lavoratori con contratti a termine, mentre solo 1/3 dei nuovi ingressi sarà con contratto a tempo indeterminato, sicuramente si pone un problema di sostenibilità del sistema i cui risvolti negativi saranno l’innalzamento del tasso di disoccupazione, soprattutto nel meridione dove la perdita occupazionale è rilevante e crea maggior disagio socio-economico.
Quando, infatti, si stima che le uscite dal mercato del lavoro supereranno di oltre il doppio le nuove assunzioni e che tale riduzione coinvolgerà maggiormente i lavoratori con contratti a termine, mentre solo 1/3 dei nuovi ingressi sarà con contratto a tempo indeterminato, sicuramente si pone un problema di sostenibilità del sistema i cui risvolti negativi saranno l’innalzamento del tasso di disoccupazione, soprattutto nel meridione dove la perdita occupazionale è rilevante e crea maggior disagio socio-economico.
Anche a fronte di questo quadro occupazionale di Unioncamere è urgente che venga data linfa ed impulso a buone forme di ingresso che, oltre ad incentivare le imprese a creare nuova occupazione, consentano nel contempo una graduale stabilizzazione del lavoratore grazie a percorsi formativi mirati.