1 aprile 2012

Crisi, ok a fondi salva-stati da 800 mld

L'Eurogruppo riunito a Copenaghen ha dato il via libera al rafforzamento dei fondi salva-stati dell'eurozona, il cui volume complessivo sarà ora pari a 800 miliardi di euro, inclusi i finanziamenti già mobilitati per i Paesi sotto programma. La capacità di prestito combinata tra Esm, che entrerà in vigore a luglio, ed Efsf, già attivo, avrà però un tetto fissato a 700 miliardi di euro. E' quanto si legge in una nota dei 17 paesi dell'eurozona diffusa a Bruxelles.
Si devono, poi, sommare gli "ulteriori 49 miliardi di euro dell'Efsm (il fondo della Commissione Ue, ndr) e 53 miliardi del meccanismo di prestito bilaterale per la Grecia che sono già state impegnate per sostenere i paesi attualmente sotto programma", precisa il documento diffuso a Bruxelles.
L'Esm sarà il "principale strumento per finanziare nuovi programmi" di assistenza "a partire da luglio 2013", mentre l'Efsf "di regola, resterà attivo solo nel finanziamento dei programmi che sono cominciati prima di quella data", anche se "per un periodo di transizione sino a metà 2013, si può impegnare in nuovi programmi per assicurare una piena capacità di nuovi prestiti da 500 miliardi" di euro.
A Copenaghen i ministri delle finanze dell'eurozona hanno anche confermato la decisione di anticipare il pagamento delle quote di capitale dell'Esm, che entrerà in vigore il primo luglio. Le quote cash saranno rese "disponibili più velocemente rispetto a quanto inizialmente previsto dal Trattato istitutivo dell'Esm, nel rispetto delle procedure nazionali" necessarie. Per questo, si legge nel documento, "due tranche saranno pagate nel 2012, la prima a luglio, la seconda entro ottobre", mentre le restanti saranno pagate rispettivamente nel 2013 e nella prima metà del 2014. Ma, si precisa, "il pagamento sarà ulteriormente accelerato se necessario per garantire un rapporto del 15% tra le quote di capitale e le emissioni dell'Esm".
Prima della riunione, il commissario europeo per gli affari economici Olli Rehn ha parlato della Spagna. "E' in una situazione molto difficile", ha detto Rehn. D'altro canto, ha aggiunto, ''la Spagna ha molte potenzialità ed è importante che continui in forma coerente a migliorare la sostenibilità delle sue finanze pubbliche e dia impulso alle riforme che aiutano la crescita e il lavoro". Le parole di Rehn arrivano nel giorno in cui il governo conservatore di Mariano Rajoy presenta una finanziaria di austerity, da 27 miliardi di euro, per arrivare alla riduzione del deficit promesso a Bruxelles. E all'indomani dello sciopero generale indetto dai sindacati spagnoli contro la riforma del Lavoro.
Luis De Guindos, il ministro dell'Economia spagnolo, da parte sua ha detto che "il governo rispetta a pieno le proteste ma è convinto che le sue riforme siano le riforme di cui la Spagna ha bisogno" per combattere la disoccupazione. Secondo De Guindos, poi, ''la Spagna non sarà più un problema per l'Unione europea''. Nel 2012 il bilancio del Paese ''rispetterà gli impegni per le misure di austerità, è vincolato dagli obiettivi fissati dal governo insieme all'Eurogruppo".