18 settembre 2011

Manovra, Confesercenti avverte: "Per le famiglie una stangata da 33 mld di euro"

'Sulla crescita economica i conti, dopo la approvazione della manovra, non tornano: dalle previsioni aggiornate Confesercenti-Ref risulta che le speranze di ripresa nel 2012 svaniscono con un Pil che crescera' solo dello 0,1% e con i consumi delle famiglie bloccati su una allarmante crescita zero rispetto al 2011 (dopo aver registrato nel 2010 l'1% e quest'anno solo lo 0,5%)''. E' quanto ha sostenuto Marco Venturi, il presidente nazionale di Confesercenti in apertura del meeting nazionale in corso a San Martino in Campo a Perugia, e in streaming sul sito di Confesercenti. ''La nostra stima e' che gli interventi diretti e indiretti della manovra - ha aggiunto Venturi - graveranno sulle famiglie per 33 miliardi dei 54 complessivi. Se a questo scenario aggiungiamo il dramma di migliaia di chiusure di imprese commerciali e del turismo il quadro e' assai preoccupante: non si dimentichi che se il saldo negativo fra aperture e chiusure prima della recessione, nel triennio 2005-2007, era stato di 80 mila imprese in meno, nel solo biennio di congiuntura negativa 2008-2009 era salito a meno 110 mila. In soli 24 mesi insomma - ha puntualizzato - hanno chiuso 30mila imprese in piu' rispetto ai tre anni che precedono la crisi''.
Confesercenti punta poi il dito contro l'aumento dell'Iva, che si tradurrà in un aumento medio mensile di 140 euro per ciascuna famiglia. Secondo lo studio esposto nel corso del meeting annuale in corso a Perugia, sara' piu' pesante al Nord-est (166 euro), seguito dal Nord-ovest (158), dal Centro (138), dal Sud (113) e dalle Isole (102). Per le professioni, la crescita sara' di 220 euro per imprenditori e professionisti, 170 per i lavoratori in proprio, 189 per impiegati e dirigenti, 149 per operai e assimilati, 104 per i pensionati.
Per il presidente di Confesercenti "servono scelte coraggiose anche in contrasto con forti interessi politici che possono essere rimossi solo con pressioni decise ed ampie dei cittadini-elettori''.
Perche', ha concluso Venturi, ''per l'Italia come per l'Unione Europea e' sempre piu' centrale intervenire sul binomio debito/bassa crescita. Il debito puo' essere gestito solo con le armi della crescita e della fiducia, tenendo conto anche dello strapotere di grandi capitali che viaggiano senza controlli da un continente all'altro alla ricerca di rendimenti vantaggiosi e dell'irrompere sulla scena mondiale di altre economie che condizionano l'andamento economico globale, dalla Cina al Brasile, dalla Russia all'India''.