19 marzo 2011

Unità d'Italia, applausi e standing ovation per Napolitano a Torino. Fischiato il governatore Cota

Scrosci di applausi e ovazioni hanno accolto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per tutto il percorso di visite questa mattina a Torino: prima davanti al Teatro Regio, poi a Palazzo Madama e Palazzo Carignano, il presidente Napolitano e' stato seguito da cittadini festanti bardati di tricolore.
Per venti volte durante il suo discorso al Regio, il Capo dello Stato e' stato interrotto dagli applausi che si sono conclusi con una standing ovation quando ha finito di parlare.
Fischi e insulti invece sono stati lanciati dai cittadini all'indirizzo del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e del sottosegretario Michelino Davico, all'ingresso del Teatro Regione e davanti a Palazzo Madama. Anche il pubblico del Teatro Regio ha reagito con mormorii e commenti di disapprovazione al discorso che il presidente Cota ha fatto in occasione dell'inizio delle celebrazioni dei 150 anni.
Il presidente della Repubblica è arrivato questa mattina nel capoluogo piemontese dove per due giorni partecipera' ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unita' d'Italia. Ad accogliere la coppia presidenziale un lunghissimo applauso delle centinaia di persone che lo hanno atteso in piazza Castello. La visita del capo dello Stato comincia con la partecipazione alla cerimonia ufficiale al Teatro Regio organizzata dal Comitato 'Italia 150'. Al suo arrivo Napolitano ha scoperto il busto di Camillo Benso di Cavour, opera dello scultore Fabio Viale, posizionato all'ingresso dell'Ente lirico.

Al suo ingresso nel Teatro Regio il capo dello Stato è stato accolto da una standing ovation. I lavoratori del teatro, da settimane mobilitati contro i tagli al Fondo unico dello spettacolo, hanno esposto uno striscione tricolore con scritto: "Presidente, non lasciamo che la culla della cultura ne diventi la tomba".
Ad accogliere Napolitano oggi c'è tutto il mondo economico, politico e istituzionale. Per il mondo economico sono presenti, tra gli altri, Giuseppe Guzzetti, Enrico Salza, Corrado Passera, Andrea Beltratti, Giovanni Bazoli e Gabriele Galateri. Oltre a Marco e Francesca Lavazza, Sergio Marchionne e John Elkann. Accolto tra gli applausi Giancarlo Caselli procuratore capo di Torino. Per il mondo politico, accolti dagli applausi, Pierluigi Bersani, Sergio Chiamparino e il candidato sindaco del centrosinistra Piero Fassino. Presenti anche il candidato sindaco del centrodestra, Michele Coppola, per le istituzioni il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e quello della Provincia di Torino Antonio Saitta. A rappresentare le istituzioni nazionali, il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, e quello della Camera, Antonio Leone oltre ai sottosegretari alle Infrastrutture, Nino Giachino, e quello alla Difesa Guido Crosetto.
C'e' la ''necessita' stringente e imperativa di coesione nazionale - ha detto Napolitano - il che significa avere rinnovato senso della Patria e della Costituzione, riconoscerci e identificarci col senso appartenenza alla Patria e con la lealta' alla Costituzione repubblicana come grande quadro di principi e di regole per il nostro vivere comune''. Coesione nazionale che, ha rilevato Napolitano, e' ''indispensabile per far fronte alle prove anche molto ardue che ci attendono. Coesione che significa rivisitare certamente con spirito critico la nostra storia, senza cedere a racconti edulcorati e alle insidie della retorica, sapendo quanti problemi ci trasciniamo ancora senza averli risolti anche nel corso di un cosi' lungo periodo. E poi -ha aggiunto- dobbiamo riuscire ad affrontare problemi nuovi nel modo giusto anche attraverso le necessarie riforme istituzionali''.
"Ieri tutti in qualsiasi parte del Paese abbiamo avvertito che e' accaduto qualcosa di importante, abbiamo percepito uno straordinario scatto di sentimento di consapevolezza nazionale che era quello che volevamo suscitare nelle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita' d'Italia" ha detto il capo dello Stato nel suo intervento.
Riferendosi alla decisione, anni fa, di limitare a due i mandati per i sindaci, Napolitano si è detto "convinto che questa decisione sia stata una prova del senso di umilta' che deve guidare chiunque assolva i doveri istituzionali". "Gli elettori torinesi -ha detto Napolitano rivolgendosi a Chiamparino- hanno riconosciuto e riconoscono i meriti che spettano al sindaco di Torino. Questo e' il momento del commiato, ma anche questa e' una cosa importante".
"Credo si debba dare merito a Torino per come ha creduto in questo evento e per il programma di celebrazioni che ha messo insieme e che da subito mi ha colpito" ha sottolineato Napolitano aggiungendo: "Al di la' dei cambiamenti di direzione politica della regione questo programma e' stato portato avanti con continuita' e coerenza e questo fa onore alla vostra citta' e regione".
In occasione delle celebrazioni per il 150° dell'Unita' d'Italia ''c'era tanta gente per le strade, con il tricolore. Tanta gente che ci credeva e che aveva riscoperto qualcosa. Le celebrazioni dell'Unita' d'Italia non finiscono oggi. Noi dobbiamo essere consapevoli della necessita' di riscoprire, di riacquisire un patrimonio storico e ideale che abbiamo un po' rimosso per troppi anni, lasciato un po' deperire nel nostro Paese'' ha sottolineato Napolitano. ''Dobbiamo invece ristudiarlo e risentirlo e soprattutto -ha aggiunto il Capo dello Stato- dobbiamo capire, cosa che non sempre e' tenuta presente, quello che il moto risorgimentale ha rappresentato agli occhi dell'Europa e del mondo''.
Mormorio di disapprovazione e qualche "buu" da parte di alcuni in platea hanno seguito l'intervento del presidente della Regione Roberto Cota. "Queste cerimonie possono avere un autentico significato se non vengono utilizzate per fare polemiche strumentalizzando i simboli in una assurda corsa a chi e' piu' presente" ha detto il governatore leghista. Questo atteggiamento e' un segnale di debolezza da parte di chi lo assume che pero' si riverbera negativamente sulle istituzioni - ha detto ancora Cota - si rischia di arrivare al paradosso di negare il rispetto per le diverse idee e sensibilita' che e' il traguardo raggiunto dalla lotta di Liberazione nella Costituzione del '48".
Anche all'uscita dal Teatro Regio il presidente della Repubblica e' stato accolto da una ovazione della folla che lo attendeva sventolando il Tricolore. A piedi, tra due ali di cittadini plaudenti il capo dello Stato ha quindi raggiunto Palazzo Madama per visitare la ricostruzione dell'aula del primo Senato italiano. Dalla folla qualche fischio si e' levato all'indirizzo di alcuni esponenti leghisti che seguivano il corteo presidenziale.