13 giugno 2010

Intercettazioni, Bersani: "Legge contro la legalità". Alfano: "Ignorate la privacy"

Non si ferma lo scontro politico sul ddl intercettazioni. Il provvedimento ieri è stato approvato al Senato e ora è pronto per il passaggio alla Camera. "E' stato cambiato ma su aspetti del tutto marginali. E' una legge contro la legalita', oltre che una legge contro l'informazione". Le correzioni introdotte sul testo approvato ieri dall'assemblea di Palazzo Madama sono quindi, a parere del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, del tutto ininfluenti. "Noi - ha ribadito il segretario del Pd in un'intervista al Tg3 - siamo contro e dato che c'e' da fare una battaglia alla Camera, vogliamo rendere evidente all'opinione pubblica di che tipo di legge stiamo parlando. Per questo, nella manifestazione del 19 giugno indetta contro la manovra economica, inseriremo anche il ddl sulle intercettazioni".


Proseguendo sulla via dello scontro, il Partito democratico ha chiesto formalmente al presidente dell'aula di Montecitorio, Gianfranco Fini, di rispettare regolamento e tempi per l'iter del ddl intercettazioni a Montecitorio. "Qualunque forzatura sara' considerata dal Pd inaccettabile", sottolinea il capogruppo Dario Franceschini che oggi ha scritto una lettera al presidente Fini e alla presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.
"In base al regolamento - spiega Franceschini ai cronisti - il provvedimento non puo' arrivare in aula prima di settembre". Infatti l'articolo 81, cita il capogruppo Pd, prevede la discussione di due mesi in commissione.
Parole che non sono piaciute al vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera Osvaldo Napoli, che ribatte: "Ha perso la trebisonda. Anzi, ha perso qualche foglio nel suo calendario. Con una dichiarazione tanto confusa quanto insultante per l'autonomia delle istituzioni, pretende di dettare il calendario dei lavori al presidente della Camera; di far credere che questo sia gia' scritto e immodificabile come le Sacre scritture; congettura malamente su presunti scambi di interesse fra il presidente della Camera e il leader della minoranza interna del Pdl, riuscendo a portare due offese in una volta sola".
Sempre dal Pd, il vicesegretario Enrico Letta è netto: "Alla Camera sara' battaglia e mi sento di dire che il passaggio del ddl intercettazioni alla Camera per la maggioranza sara' un Vietnam". "Faremo di tutto - aggiunge- per cambiare quel testo in Parlamento e la caduta che la maggioranza ha avuto questa settimana su due ddl dimostra che la situazione per loro non e' facile e, appunto, che alla Camera non sara' una situazione indolore. Faremo di tutto per cambiare il provvedimento".
A stretto giro la replica di Margherita Boniver del Pdl: ''A chi nell'opposizione minaccia il 'Vietnam' a Montecitorio sul ddl intercettazioni suggerisco quanto meno di aspettare la fine della stagione delle piogge. L'opposizione fa il suo mestiere, ma esagera. Sono ben altri i problemi''. Ironizza Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl: "Francamente non riusciamo a vedere Enrico Letta nei panni di un vietcong".
Dal suo blog tuona il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Stamattina l'Italia s'e' svegliata meno libera. Un altro pezzo di democrazia conquistato negli anni le e' stato scippato dal governo Berlusconi. La legge bavaglio, approvata ieri in Senato, aiutera' le organizzazioni criminali, nascondera' gli affari delle cricche, blocchera' le inchieste, imbavagliera' la stampa libera''. Sul suo blog il leader dell'idv, Antonio Di Pietro, torna ad annunciare battaglia sul ddl intercettazioni.
''L'Italia dei Valori -annuncia- si battera' con ogni mezzo affinche' questa ennesima legge porcata non venga approvata. Abbiamo occupato l'aula del Senato, faremo resistenza anche alla Camera. Infine, se la Consulta e il presidente della Repubblica non dovessero bloccare la legge, lo faremo noi indicendo un referendum abrogativo. Il quarto, dopo quelli contro il legittimo impedimento, contro la privatizzazione dell'acqua e contro il nucleare''.
Sempre dall'opposizione, netto il giudizio di Pier Ferdinando Casini, ex presidente dell'aula di Montecitorio e leader dell'Udc: "E' un pessimo inizio e va cambiata alla Camera di tutto punto".
Dal governo replica alle polemiche il ministro della Giustizia Angelino Alfano: “La sinistra demagogica ignora il diritto alla privacy dei cittadini”, sottolineando che “la sinistra pratica tecniche dilatorie e metodi perditempo che hanno un solo scopo: ignorare il diritto alla riservatezza e alla privacy dei cittadini. Per la sinistra, l'art. 15 della Costituzione, semplicemente, non esiste. Noi, invece, vogliamo difendere 'l'inviolabilità della libertà e della riservatezza delle comunicazioni personali', senza impedire le indagini, né la pubblicazione dei fatti”.