24 luglio 2011

Per Confindustria il futuro è nero: "La crescita del Pil sarà quasi nulla"

In Italia "la crescita sara' quasi nulla nel terzo trimestre, dopo che nel secondo si e' avuto un aumento dell'1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil". E' quanto si legge nell'analisi mensile del Centro studi di Confindustria. Secondo il Csc "per l'Italia si profilano debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici".
"Il mercato del lavoro in Italia rimane debole. La domanda interna italiana ristagna. Le condizioni per gli investimenti, valutate dagli imprenditori, sono peggiorate nel 2° trimestre. I consumi risentono delle difficolta' occupazionali e della dinamica dei prezzi al consumo: vendite al dettaglio e immatricolazioni di auto hanno un profilo piatto".


Cosi' nell'analisi mensile del Centro studi di Confindustria. "A maggio il tasso di disoccupazione e' salito all'8,1% (+0,1 su aprile) e al 28,9% (+0,4) tra i giovani sotto i 25 anni- si legge- le richieste di autorizzazione di Cig a giugno sono diminuite del 20,1% su maggio, piu' del doppio di quanto spiegato da fattori stagionali. Tuttavia, il bacino di lavoro assorbito dalla Cig sfiora le 340mila unita', livelli analoghi a quelli dell'autunno 2010. Il ricorso a questo ammortizzatore e' particolarmente ampio nei settori dove la produzione e' ferma molto al di sotto dei livelli pre-recessione". Inoltre, "a giugno la percentuale di imprese che si attendeva una riduzione del numero di addetti nei successivi tre mesi (17,5%) e' tornata a essere superiore a quella di quante prevedevano un incremento (16,0%): un deterioramento che ricalca quello delle previsioni delle aziende sulle condizioni economiche in cui operano".
Infine, "la fiducia dei consumatori e' scesa in giugno a 105,8 dal 106,5 di maggio (107,1 medio nel 2010). Sono migliorate le attese (a 93,7, da 93,1), mentre le possibilita' di risparmio sono scese (saldo a -54, da -51). Cio' presagisce a un'ulteriore contrazione della propensione al risparmio, gia' calata di 0,9 punti nel primo trimestre (all'11,5% del reddito disponibile lordo". (AGENZIA DIRE, http://www.dire.it/)