3 febbraio 2011

Allarme Corte dei conti: "Corruzione in aumento, ma nel pubblico in pochi denunciano"

"I reati di corruzione sono caratterizzati da una rilevante difficolta' di emersione ed esiste una scarsa propensione alla denuncia, non solo perche' si tratta di comportamenti che spesso nascono da un accordo tra corruttore e corrotto -e nessuno di questi soggetti ha interesse a far scoprire il fatto-, ma anche perche' le persone estranee al fatto, ma partecipi all'organizzazione, non dimostrano disponibilita' a denunciare questi fenomeni". E' quanto denuncia il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, nel corso del convegno 'Misure e stime della corruzione: una sfida (im)possibile?' organizzato dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, a Roma.
Secondo Giampaolino, "per arginare questo fenomeno" e' necessario ricorrere a una "corretta provvista del personale della pubblica amministrazione, cosi' come suggeriscono l'Ocse e le istituzioni europee". Perche' "il primo germe della corruzione e' nella cattiva provvista del personale quando questa avviene non secondo criteri meritocratici".
Il presidente della Corte dei conti spiega poi come gli effetti della corruzione "incidono sul sistema economico anche sotto il profilo etico-sociale. L'incremento di vari episodi di illegalita' nell'ambito delle pubbliche amministrazioni puo' minare la credibilita' delle istituzioni pubbliche nazionali e comunitarie, favorendo il consolidarsi nella societa' di atteggiamenti negativi di mancanza di fiducia sul corretto funzionamento dell'ordinamento democratico".