"La legge di stabilità che si appresta ad essere approvata con l’ennesimo voto di fiducia non raccoglie le sfide lanciate dal Partito Democratico per dare risposte concrete alla crisi economica, ai temi dell’occupazione e al mezzogiorno. Governo e maggioranza che, nel pieno di una crisi politica, hanno rinunciato ad affrontare la crisi economica con una strategia di investimenti e con "strumenti nuovi". Così interviene l'On. Marco Fedi, Segretario della III Commissione Affari Esteri e Comunitari.Per Fedi, "il lavoro è ancora il grande tema delle nostre società, eppure l’Italia continua ad ignorare i disoccupati per i quali non esiste alcuna forma di sostegno. Lavoro e salario minimo rappresentano, accanto ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, più che in passato, in questo momento di crisi economica, le due maggiori sfide per i governi moderni. L’Italia sceglie di non agire"."L’aumento della disoccupazione, l’aumento del lavoro nero, la precarietà come condizione permanente – con le mancate risposte alla crisi finanziaria mondiale ed alle crisi economiche nazionali – dimostrano - aggiunge - l’inadeguatezza delle scelte nazionali e l’assenza di scelte politiche nuove a livello sovranazionale. La conclusione è che abbiamo bisogno di scelte coraggiose. Di scelte forti per partiti che invece, a livello nazionale, contribuiscono a perpetuare la logica che penalizza il lavoro e gli investimenti produttivi a favore della speculazione e delle rendite".
Per Fedi, occorre "ripartire da scelte politiche forti, da diritti fondamentali come il lavoro e il salario minimo garantito, il salario di cittadinanza. Ed essere forti nella discussione politica mondiale ritrovando non solo il coraggio ma anche gli strumenti di una dimensione internazionale che nella globalizzazione tende ad assumere le connotazioni di un’omologazione delle idee e delle scelte culturali, politiche ed economiche". "La Legge Finanziaria 2011 - prosegue il deputato del Pd - assesta un altro colpo gravissimo agli italiani all’estero. Un taglio di 14 milioni di euro, rispetto al bilancio dello scorso anno, con uno stanziamento pari a soli 59,216 milioni di euro per l'anno 2011 e un dimezzamento delle risorse complessivamente destinate a questo settore nell'ultimo triennio. Governo e maggioranza su questi temi hanno scelto di penalizzare gli italiani all’estero ed alcuni timidi segnali rischiano di essere anche più offensivi". "Per gli italiani nel mondo - sottolinea Fedi - il Governo Berlusconi è l’esecutivo dei tagli, del ridimensionamento della rete diplomatico-consolare, della riduzione degli investimenti fino al punto di mettere in crisi due settori importanti come la promozione di lingua e cultura nel mondo e l’assistenza agli indigenti. Una maggioranza che in Parlamento ha detto no all’esonero ICI per i residenti all’estero – una misura chiaramente discriminatoria – ha detto no a riforme importanti per i pensionati all’estero come la sanatoria degli indebiti – peggiorando anche le condizioni per il recupero degli indebiti da parte dell’INPS – fino al no alla estensione permanente, nel panorama fiscale italiano, delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia. La proroga di soli 12 mesi, con la condizione aggiuntiva di non potersi avvalere delle detrazioni durante l’anno ma solo a conguaglio, tutti ricorderanno i problemi dei residenti all’estero ad utilizzare il 730, significa trasferire il recupero delle detrazioni in un lontano futuro ed allontanare la soluzione definitiva del problema"."Materia - aggiunge ancora - che conosciamo molto bene. La prima decisione, credo, è capire come continuare una battaglia etica e morale che riguarda i diritti e la parità di accesso ad essi. La buona politica può ancora fare molto per i residenti all'estero. Nei 18 mesi del Governo Prodi abbiamo dimostrato che la politica può fare scelte e tutelare anche i diritti degli italiani all'estero, tra cui il personale a contratto della rete diplomatico-consolare. Le detrazioni fiscali per carichi di famiglia sono state introdotte dal Governo Prodi ed estese ai residenti all'estero". "Se non si comprende, ma davvero da parte di tutti, che abbiamo a che fare con il peggior Governo della storia repubblicana, - conclude - con una maggioranza, se ancora c’è, che ha pianificato il distacco con le nostre comunità nel mondo, a partire proprio dalla sfera dei diritti, se non si comprende che dobbiamo sconfiggere questo malessere morale, etico e politico, rischiamo di aver perso la battaglia più importante che potrebbe riportarci al futuro, con una nuova maggioranza. Se non troviamo le energie per lavorare in questa comune direzione rischiamo di perdere molto più che il futuro, rischiamo di perdere la nostra dignità".