Sono 181mila i nuovi assunti stranieri nelle aziende italiane previsti nel 2010 (22mila in più rispetto al 2009) e coprono il 22,6% delle assunzioni complessive. Sono prevalentemente le imprese sopra i 50 dipendenti (41,7%) a ricercare manodopera straniera da impiegare nei servizi alle persone (21,8%), richiedendo lavoratori con esperienza nel settore (54,6%) e qualificati nel commercio e nei servizi (27%). Parma, Forlì-Cesena e Prato sono le province con il maggior peso di assunti stranieri rispetto al totale delle assunzioni previste, con incidenze pari, rispettivamente, a 41,9%, 38% e 32,3%. Questi i principali risultati di un’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa che ha analizzato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione per il 2010.Nel 2010 le imprese italiane assumeranno in prevalenza nuova manodopera straniera per ricoprire lavori non stagionali (105mila unità), mentre per le mansioni a carattere stagionale si tratta di 75mila nuovi posti. Ma il peso maggiore delle nuove assunzioni avviene tra i lavori a tempo determinato dove il peso dei contratti stagionali sottoscritti dagli stranieri saranno il 30% del totale, contro il 19,2% delle mansioni non stagionali.
La propensione all’assunzione di manodopera straniera è più elevata nelle aree del Nord e del Centro rispetto al Sud: infatti, se in Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana l’incidenza dei nuovi assunti stranieri supera il 25% del totale, in Puglia, Sardegna e Basilicata si tratta appena del 12,8%, 13,6% e del 13,8% (rispettivamente).Per quanto riguarda le sole assunzioni non stagionali prevale la richiesta di manodopera straniera nei servizi alle persone (come trasporti, assistenza sanitaria, istruzione…) specie in Emilia Romagna (28,8%), Piemonte e Valle d’Aosta (20,9%). Vi è più probabilità di assunzione nelle aziende dei servizi alle imprese se gli stranieri sono residenti in Basilicata (51,1%), Lombardia (26,9%), Toscana (24,7%) e Trentino Alto Adige (21,9%). Nelle regioni meridionali la richiesta prevalente sarà nel settore delle costruzioni, mentre in Veneto e nelle Marche la domanda di stranieri avverrà nella manifattura. Infine il comparto turistico la farà da padrona in Friuli Venezia Giulia (23,3%) e in Sardegna (27,8%).Ma se al Nord sono le imprese di più grande dimensione a ricercare manodopera di origine stranera, al Centro e al Sud la maggiore richiesta proviene dalle imprese più piccole (da 1 a 9 dipendenti). In generale non vi sono differenze di genere nella scelta dei nuovi candidati, sebbene in alcune regioni i maschi abbiano più probabilità di essere assunti, come in Molise o in Campania dove esplicitamente le aziende preferiscono il sesso forte nel 61% dei casi. Alle nuove leve viene richiesta una certa esperienza nel settore di attività in cui saranno assunti e verranno scelte figure professionali qualificate soprattutto nel commercio e nei servizi. Questo avviene soprattutto al Nord (Veneto, Emilia Romagna e Friuli V.G. e Liguria), mentre nelle aree centro meridionali l’interesse è per gli operai specializzati. Le professioni non qualificate sono richieste invece in prevalenza in Toscana, Basilicata e Calabria.A livello provinciale, le aziende romane e milanesi assumeranno più stranieri a livello assoluto per mansioni non stagionali (11.530 nella capitale e 8.640 nel capoluogo lombardo), ma sono Parma, Forlì Cesena e Prato le aree in cui gli stranieri avranno più probabilità di trovare nuova occupazione rispetto al totale delle nuove assunzioni previste nei singoli territori. Per quanto riguarda le professioni più richieste vi sono province che preferiscono assumere operai specializzati (come Forlì Cesena, Gorizia e Ancona, solo per citare le prime), oppure lavoratori qualificati nel commercio e nei servizi (come Parma e Pavia), o manodopera non qualificata (come Prato, Teramo e Imperia)."La ripresa delle assunzioni di stranieri in Italia" dichiarano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa "è il primo ma ancora timido segnale di risveglio dell’attività economica, dopo un 2009 caratterizzato da una flessione nelle assunzioni di manodopera immigrata del -31%. Se si considera che per i 20mila nuovi posti di lavoro disponibili in più rispetto allo scorso anno si preferiranno lavoratori stranieri, allora occorre riflettere sulle reali esigenze del mondo produttivo che non ha smesso di ricercare queste figure lavorative. Tali dati permettono di ipotizzare come le emorragie occupazionali create dalla crisi, che ha fatto emergere le difficoltà di questa parte debole della società, possano essere in parte attenuate quest’anno tramite la creazione di nuove opportunità lavorative". (aise)