Protagonisti i bimbi della primogenita di Veronica Lario, Alessandro e Edoardo. Quest'ultimo, tre anni, in braccio al premier nella lunga passeggiata di sabato pomeriggio a Porto Rotondo con bagno di folla annesso. Poi i giochi con i nipotini, le passeggiate nel parco de La Certosa, i giri con le auto elettriche in stile campo da golf. Per ora niente spettacoli pirotecnici, con il vulcano artificiale del premier rimasto inattivo. Così come nessun ospite eccellente o sortite ai party della Costa Smeralda. Ma nella quiete della vacanza il premier - che viene descritto come sereno e determinato da chi l'ha sentito - continua a seguire la scena politica. Di prima mattina una rapida lettura dei giornali e i pensieri rivolti al nuovo caso Verdini 1, messo sotto accusa da Bankitalia ("Vedremo cosa succede, è un ennesimo attacco studiato a tavolino al governo che ha tutti i poteri forti contro, ma Denis
ha la mia piena piena fiducia", riassume chi ha parlato con il premier). Sullo sfondo lo scontro con Gianfranco Fini, la ripresa della politica dopo la pausa di Ferragosto.A tenere banco oggi le dichiarazioni del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del Guardasigilli Angelino Alfano che da Palermo hanno parlato con uno sguardo rivolto al Colle e al centrosinistra. Per Alfano "la Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, quindi qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezioni fa l'opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l'articolo uno della Costituzione". Una risposta a Napolitano - che nei giorni scorsi aveva negato un automatismo tra crisi di governo ed elezioni anticipate - che il premier ha preparato nei giorni scorsi con una serie di telefonate con gli uomini chiave del Pdl e della Lega che un ministro di primo piano riassume così: "Con il porcellum il premier è indicato nei simboli sulle schede elettorali: quindi nominarne uno al di fuori delle urne significa violare la stessa legge elettorale e la Costituzione materiale". Maroni in piena sintonia con Alfano dice che la Lega "non è disponibile a giochi di palazzo, a ribaltoni che tolgano al popolo sovrano il diritto di scegliere da chi vuole essere governato. Se la maggioranza viene meno non c'è altro rimedio che le elezioni, che si possono fare in qualunque momento dell'anno". Come dire, da novembre ogni momento è buono. Intanto si lavora alla ripresa di settembre e il ministro della Giustizia conferma che "sottoporremo alcuni punti programmatici (giustizia, federalismo, fisco e sud) in base ai quali si verificherà se esiste o meno una maggioranza in grado di governare". Aggiunge Maroni: "E' in corso un dibattito interno al Pdl e mi auguro ci siano riscontri positivi nel breve periodo".Proprio la Lega sta giocando un ruolo di primo piano nei rapporti tra Berlusconi e Fini. I suoi colonnelli collaborano da vicino alla stesura dei 4-5 punti di programma da sottoporre ai finiani.Con un duplice obiettivo. "Lavorare alla ricucitura sui contenuti - spiega un leghista di rango - o lasciare Fini con il cerino in mano, addossargli la colpa di un mancato accordo programmatico e del voto anticipato". Un Fini che viene giudicato indebolito dallo scandolo della casa di Montecarlo. E il ruolo delle camicie verdi è confermato dallo stesso Calderoli che confessa di avere parlato negli ultimi giorni tanto con Berlusconi quanto Fini. "Con il presidente della Camera non litigo, bisogna fare politica, cercare di parlare, dialogare, condividere certe posizioni. Poi, se non è possibile, ciascuno fa per sé. Però io non rinuncio al confronto fino all'ultimo", dice all'Eco di Bergamo. I padani non apprezzano "né quando i finiani attaccano Berlusconi né quando si utilizzano strumenti che non hanno niente a che fare con la politica per attaccare qualcun altro. Gli attacchi di Bocchino e Granata sono l'equivalente degli attacchi del Giornale a Fini. Chi la fa l'aspetti".Il momento della verità a settembre. Prima un doppio vertice presieduto Da Berlusconi con i coordinatori e i capigruppo il 20 e 21 agosto. Poi il summit con Bossi il 25 agosto sul Lago Maggiore.
ha la mia piena piena fiducia", riassume chi ha parlato con il premier). Sullo sfondo lo scontro con Gianfranco Fini, la ripresa della politica dopo la pausa di Ferragosto.A tenere banco oggi le dichiarazioni del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del Guardasigilli Angelino Alfano che da Palermo hanno parlato con uno sguardo rivolto al Colle e al centrosinistra. Per Alfano "la Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, quindi qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezioni fa l'opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l'articolo uno della Costituzione". Una risposta a Napolitano - che nei giorni scorsi aveva negato un automatismo tra crisi di governo ed elezioni anticipate - che il premier ha preparato nei giorni scorsi con una serie di telefonate con gli uomini chiave del Pdl e della Lega che un ministro di primo piano riassume così: "Con il porcellum il premier è indicato nei simboli sulle schede elettorali: quindi nominarne uno al di fuori delle urne significa violare la stessa legge elettorale e la Costituzione materiale". Maroni in piena sintonia con Alfano dice che la Lega "non è disponibile a giochi di palazzo, a ribaltoni che tolgano al popolo sovrano il diritto di scegliere da chi vuole essere governato. Se la maggioranza viene meno non c'è altro rimedio che le elezioni, che si possono fare in qualunque momento dell'anno". Come dire, da novembre ogni momento è buono. Intanto si lavora alla ripresa di settembre e il ministro della Giustizia conferma che "sottoporremo alcuni punti programmatici (giustizia, federalismo, fisco e sud) in base ai quali si verificherà se esiste o meno una maggioranza in grado di governare". Aggiunge Maroni: "E' in corso un dibattito interno al Pdl e mi auguro ci siano riscontri positivi nel breve periodo".Proprio la Lega sta giocando un ruolo di primo piano nei rapporti tra Berlusconi e Fini. I suoi colonnelli collaborano da vicino alla stesura dei 4-5 punti di programma da sottoporre ai finiani.Con un duplice obiettivo. "Lavorare alla ricucitura sui contenuti - spiega un leghista di rango - o lasciare Fini con il cerino in mano, addossargli la colpa di un mancato accordo programmatico e del voto anticipato". Un Fini che viene giudicato indebolito dallo scandolo della casa di Montecarlo. E il ruolo delle camicie verdi è confermato dallo stesso Calderoli che confessa di avere parlato negli ultimi giorni tanto con Berlusconi quanto Fini. "Con il presidente della Camera non litigo, bisogna fare politica, cercare di parlare, dialogare, condividere certe posizioni. Poi, se non è possibile, ciascuno fa per sé. Però io non rinuncio al confronto fino all'ultimo", dice all'Eco di Bergamo. I padani non apprezzano "né quando i finiani attaccano Berlusconi né quando si utilizzano strumenti che non hanno niente a che fare con la politica per attaccare qualcun altro. Gli attacchi di Bocchino e Granata sono l'equivalente degli attacchi del Giornale a Fini. Chi la fa l'aspetti".Il momento della verità a settembre. Prima un doppio vertice presieduto Da Berlusconi con i coordinatori e i capigruppo il 20 e 21 agosto. Poi il summit con Bossi il 25 agosto sul Lago Maggiore.