27 novembre 2012

Monti: ''Contro l'evasione fiscale è guerra. Elezioni? Dibattito non sia solo sui leader''

Con il contrasto all'evasione fiscale voluto dal governo Monti ''siamo andati ai margini dell'infrazione della privacy, ma a livello fiscale siamo in uno stato di guerra ed è impossibile una pace tra cittadini e Stato se non viene ruvidamente contrastato il fenomeno dell'evasione''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo a Milano agli Stati generali della Cida.
Nel negoziato fra Italia e Svizzera sui patrimoni esportati oltre confine ''ci poniamo dei paletti'', perché non ci siano o siano molto limitate forme di condono'', ha poi chiarito spiegando: ''Anche noi siamo stati tentati di fare condoni in un campo o nell'altro e avremmo avuto anche più attenuanti morali e civili rispetto a governi che non avevano l'urgenza'' di intervenire per risanare le finanze pubbliche.
A proposito della crisi greca, in apertura del suo intervento, Monti ha riferito di avere avuto una conversazione telefonica ''con il cancelliere Merkel in vista dell'incontro dell'Eurogruppo sul caso Grecia'', in cui i ministri delle Finanze della zona Euro dovranno stabilire se il debito di Atene è sostenibile. Una decisione che aprirà la strada al via libera alla nuova tranche di aiuti alla Grecia.
L'Italia ''sta contribuendo alla soluzione di crisi finanziaria altrui senza essere al centro delle preoccupazioni del mondo come lo era qualche tempo fa''. Cosi' il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel suo intervento agli Stati generali della Cida a Milano. ''La discontinuita' causata dalla crisi -ha aggiunto- e' talmente profonda che serve uno sforzo collettivo per ripartire''. Poi, parlando del prossimo esecutivo, il premier ha sottolineato: ''Mi auguro che chi governerà l'Italia in futuro sappia esercitare una forza convincente in Europa che deriva dal modo in cui si adempie in casa propria alle regole europee''. ''Non esiste uno sviluppo delli''Italia fuori dall'Europa'', ha aggiunto Monti.
Il presidente del Consiglio ha espresso l'augurio che ''le prossime elezioni siano l'occasione per un dibattito a fondo e comprensibile non solo sulle leadership, che hanno un che di competitivo e sportivo''. Per Monti ''questa è la crosta del problema'', ma quello ''che conta veramente è cosa si farà con il potere grande che il Parlamento e il governo hanno. Spero - ha ribadito - che questo emerga sempre di più nel dibattito''.
Monti ha poi sottolineato che con le prossime elezioni politiche ''come cittadini affronteremo tutti un momento importante per la definizione del futuro dell'Italia nei prossimi 5 anni''.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che quello ''che è più rilevante è che si sarebbe potuto fare di più, ma non si potrà fare di più in futuro, soprattutto se verrà meno la spinta dell'emergenza, che è sgradevole ma che spinge ad agire, se non cambierà la cultura economica e politica del Paese''.
Nel suo intervento, Monti ha detto che rispetto alle proposte del suo governo ''il Parlamento in diversi punti ha portato dei miglioramenti, ma c'è stato un carico pesante di resistenze a livello individuale e di gruppi''.
Il premier infine ha scherzato sulla fragilità del suo esecutivo al momento della nascita. ''All'inizio - ha dichiarato - era temerario pensare che il governo potesse durare 15 mesi'' e che ''l'oggetto elettrico più menzionato era quello della spina elettrica''. Ma, ha aggiunto il premier, ''a volte le spine sono dure da inserire e da togliere''.