20 dicembre 2011

Fornero: salari bassi, vanno aumentati. Quirinale: stop a esasperazioni polemiche

"In linea di massima è vero che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi. Non è una cosa che ci sfugge. Conosciamo questo divario nella distribuzione dei redditi che si è creato negli ultimi anni, direi negli ultimi 15-20 anni". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero al Senato questa mattina, prima di entrare in commissione Lavoro riunita per il parere sulla manovra economica.
E' stata una giornata movimentata per il ministro del lavoro, alle prese con un folto gruppo di giornalisti, operatori e fotografi che la pressavano durante il convegno sulla celebrazione del centenario del primo contratto giornalistico organizzato dall'Fnsi. Fornero ha chiesto "una tregua" ai fotografi che la bersagliavano di scatti ricordando una celebre frase, rivolta proprio alla stampa, di Karl Popper il filosofo austriaco che si spese contro ogni totalitarismo, "sono cieco, sordo e stupido quindi per favore andate via". Il ministro ha proseguito il convegno tornando a difendere la prossima riforma del mercato del lavoro: "Ogni società civile ha il compito di creare lavoro con il massimo dello sforzo".
Nel corso del suo intervento al convegno organizzato dall'Fnsi, Fornero ha ribadito anche la validità della riforma delle pensioni: "Bisogna dire onestamente e con trasparenza che di promesse facili non ce ne sono più". "Ora le persone sapranno che la loro pensione dipenderà dal lavoro", ha detto e rivolta ai giornalisti ha aggiunto: "Penso ci sia bisogno di spiegare la riforma pensionistica mentre voi l'avete già archiviata. I tagli ci sono e impongono sacrifici ma ci sono tanti aspetti di equità. Tanti hanno ironizzato sulla sua mancanza, io invece se avessi mezz'ora di tempo potrei spiegarla con un certo ardore". D'altra parte, ha sottolineato, "stiamo sperimentando una durezza del mondo che non fa sconti a nessuno", prosegue rinnovando alla cassa dei giornalisti l'invito ad assorbire la riforma. "La Cassa dei giornalisti ha problemi di sostenibilità come quasi tutte le casse privatizzate", ha detto il ministro al quale ha risposto il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Franco Siddi. ''Non è così'', ha detto Siddi sottolineando che ''i giornalisti, in materia di previdenza, hanno un solo 'privilegio': quello di guardare da tempo con attenzione alla sostenibilità dei conti per le future pensioni, ai giovani che sono indietro, precari e con stipendi incerti, a tutte le azioni possibili per rimettere in moto il mercato del lavoro''.
Intanto continua a tenere banco la polemica sull'articolo 18. Se si tocca, avverte il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, ospite di Agorà su Rai 3, "si mette a rischio la coesione sociale. Senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi".
Torna sulla questione anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. E' "ideologico" il dibattito sull'articolo 18 così come si è sviluppato in queste ore. "Perché si discute su quando e come licenziare e non su quando e come assumere? Ragioniamo della entrata e dell'uscita con la stessa attenzione", ha detto. In ogni caso ''così come Monti ha dimostrato di cercare il confronto con Parlamento cercherà il confronto con le parti sociali in particolare sul mercato del lavoro".
Difende il ministro Fornero Fabrizio Cicchitto che parla di ''una linea massimalista e ad un linguaggio duro e minaccioso" dell'''ultima Cgil''. "Ricordiamo l'espressione usata da Cofferati a proposito di Biagi quando parlò di un libro 'limaccioso' a proposito del suo testo. Adesso ci troviamo di fronte alle parole dure come pietre della Camusso contro il ministro Fornero", ha aggiunto il capogruppo del Pdl alla Camera.
Interviene anche il Colle che torna a sollecitare forze politiche e parti sociali ad un equilibrio nelle prese di posizione. Nel dibattito politico e nel confronto sociale sulle soluzioni alla crisi, come su scelte "di grande complessità", è il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prevalgano "obiettività e senso della misura". "Credo non giovino - ha detto il capo dello Stato - qualunque posizione di principio o gruppo sociale si rappresenti, i giudizi perentori, le battute sprezzanti, le contrapposizione semplicistiche. Si discuta liberamente e con spirito critico, ma senza rigide pregiudiziali e non rifuggendo da spinose assunzioni di responsabilità. Intanto, in tempi così difficili per il Paese, si blocchi sul nascere ogni esasperazione polemica".