1 agosto 2011

Crisi, l'emergenza economica può giustificare un governo tecnico? Ecco cosa pensano i politici

L'emergenza finanziaria ed economica può giustificare governi tecnici che, in un certo senso come le giunte militari antidemocratiche, possono adottare riforme impopolari perché non rispondono né ad alcun partito né agli elettori?. I politici rispondono alla domanda dell'Adnkronos. Casini: ''No a governo tecnico, sarebbe sconfitta della politica''
I governi tecnici sono una sconfitta della politica. Pier Ferdinando Casini all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''C'è una profonda differenza tra governo tecnico e governo politico. Il governo di responsabilità nazionale - risponde il leader dell'Udc - nasce come armistizio tra i partiti, che si mettono insieme per il bene comune, ed è espressione di una precisa volontà politica. I governi tecnici invece - rimarca Casini - sono una sconfitta della politica''.
Di Pietro: ''Non daremo mai nostro consenso a governi d'occasione''
''L'Idv a questa furbata non ci sta: non daremo mai il nostro consenso a governi d'occasione'' dice Antonio Di Pietro all'Adnkronos respingendo l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''Riteniamo che questo esecutivo sia arrivato alla fine politica dei suoi giorni - risponde il presidente dell'Italia dei Valori - proprio per questo è necessario ridare la parola agli elettori. Al di là della soluzione che è vergognosa e antidemocratica in sé - rimarca Di Pietro - in realtà qualcuno propone un governo tecnico non per risolvere i veri problemi degli italiani ma per non andare alle elezioni e soprattutto per arrivare al governo senza il consenso degli elettori''. Gasparri: ''Esecutivo tecnico problema che non si pone''
"C'è il governo Berlusconi. Il governo c'è e non mi pongo questo problema". Maurizio Gasparri non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di un governo tecnico. Alla domanda dell'Adnkronos il presidente dei senatori del Pdl ha inoltre replicato: "Io credo nella politica, nel voto dei cittadini, nella responsabilità dei governi scelti dai cittadini, nella legittimità popolare. Questo governo sta facendo, e continuerà a fare, le cose giuste e opportune per il Paese".
Speranza: ''Governo tecnico ipotesi estrema, meglio il voto''
"Io sono sempre per i governi politici". Così il giovane dirigente lucano del Pd Roberto Speranza risponde alla domanda dell'Adnkronos. Tuttavia, ammette Speranza, "ci sono fasi particolari, e quella che vive l'Italia potrebbe essere una di queste, in cui una parte della maggioranza, preso atto del fallimento di un'esperienza di governo, può decidere di dare la priorità a leggi economiche ed elettorali. E anche il Pd dovrebbe valutarlo". "Io penso che la priorità sia quella di chiudere l'esperienza del governo Berlusconi, che ha fatto solo male all'Italia - aggiunge - Se una parte della maggioranza dovesse capire che questa esperienza è finita e proponesse un governo tecnico che superi questa fase allora il Pd dovrebbe considerarlo. Ma l'ideale sarebbe andare al voto e cambiare fase con un governo guidato da Bersani".
Quagliariello: ''Non esistono governi tecnici, solo politici''
"I governi tecnici non esistono, esistono solo i governi politici" dice all'Adnkronos il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. "La democrazia - risponde Quagliariello - non è compatibile con le giunte militari. In democrazia i governi tecnici non esistono, esistono solo i governi politici. Poi, possono anche essere formati dagli esperti e dai professori, ma devono avere una maggioranza politica".
Rutelli: ''Governo post Berlusconi non può che essere politico''
Un governo per il dopo Berlusconi ''non può che essere politico''. Francesco Rutelli all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un governo tecnico per affrontare l'emergenza economico-finanziaria, anche se un futuro governo politico ''potrà avere alla sua guida un parlamentare, ma anche un non parlamentare''. ''Un eventuale esecutivo post-Berlusconi non può che essere politico, non può non avere cioè una maggioranza parlamentare che condivida gli obiettivi di straordinaria mobilitazione per la stabilità della finanza pubblica, le riforme e la crescita dell'economia, oltre che per la riforma della legge elettorale'', risponde il leader di Api. ''Sarebbe sbagliato indicare il nome di un premier: toccherà al Capo dello Stato indicarlo, dopo avere verificato l'esistenza di una maggioranza parlamentare pronta a sostenere lui e il suo programma. Ovviamente - sottolinea Rutelli - un governo politico potrà avere alla sua guida un parlamentare, ma anche un non parlamentare''.
Cesa: ''Serve governo politico con coraggio di scelte impopolari''
Le scelte impopolari possono essere fatte da un governo politico. Lorenzo Cesa, all'Adnkronos, respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico per affrontare l'emergenza economico-finanziaria. ''Credo che la soluzione migliore - replica il segretario Udc - sia un governo di responsabilità nazionale''. ''Un governo politico - spiega Cesa - che trovi il coraggio di fare riforme impopolari e che veda il concorso di tutte le forze responsabili del Parlamento. L'andamento dei mercati finanziari, basti vedere quello che è accaduto oggi, dovrebbe spingere il premier a capire che c'è urgente bisogno di una svolta in questo senso''.
Vendola: ''Ipotesi governo tecnico è provocazione inaccettabile''
''Considero l'ipotesi del governo tecnico una provocazione inaccettabile''. Nichi Vendola all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. L'emergenza finanziaria ed economica può giustificare governi tecnici che, in un certo senso come le giunte militari antidemocratiche, possono adottare riforme impopolari perché non rispondono né ad alcun partito né agli elettori? ''E' una formula ambigua - spiega il leader di Sel - che serve a occultare le questioni reali poste di fronte al Paese, e cioè il bisogno di una svolta radicale di politica economica e sociale. Una inversione di tendenza - rimarca il presidente della regione Puglia - rispetto alla devastazione del welfare e all'accanimento sociale e fiscale nei confronti dei ceti medio bassi. Il governo tecnico sarebbe soltanto la foglia di fico per continuare a coprire operazioni di autentica macelleria sociale''. ''Cosa c'è di 'tecnico' - chiede Vendola - nel destino di precarietà che sta inghiottendo una intera generazione privata di reddito, di lavoro, di previdenza e diritti? La verità è che occorre un governo nuovo di alternativa al berlusconismo e al tremontismo''.
Formigoni: ''La maggioranza c'è, no a governi tecnici''
"La maggioranza c'è e tiene e non c'è quindi bisogno di governi tecnici". Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, respinge l'ipotesi di un governo tecnico. Alla domanda dell'Adnkronos Formigoni spiega che "non c'è esigenza di maggioranze spurie, perché una maggioranza c'è ed è quella che sostiene il governo Berlusconi". In questo momento, sottolinea il presidente della Regione Lombardia, "c'è una maggioranza politica e c'è un governo eletto dagli elettori. Certo siamo in un momento di particolare difficoltà economica per gli attacchi della speculazione e per la difficile situazione in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, quindi serve una riflessione particolare e approfondita, come quella che si farà nei prossimi giorni in Parlamento, con l'intervento del presidente del Consiglio e poi con le riflessioni delle varie parti politiche". Per Formigoni "si deve fare una riflessione approfondita. La maggioranza porgerà queste riflessioni attraverso le parole del presidente del Consiglio e avanzerà delle proposte. Mi auguro che anche l'opposizione contribuisca con le sue analisi e le sue proposte in uno spirito costruttivo". In ogni caso, osserva Formigoni, "un governo tecnico è una contraddizione in termini. Un governo, per essere tale ed emanare dei provvedimenti, ha bisogno di una maggioranza in Parlamento. E una maggioranza è sempre politica. Ogni governo, per quanto lo si camuffi come tecnico, del presidente o del vice presidente, è un governo politico che nasce se c'è una maggioranza politica che lo sostiene".
Parisi: ''Se Berlusconi ha maggioranza governi, alternativa è il voto''
Fin quando il governo ha i numeri ''ha il dovere di governare il paese'', mentre l'opposizione deve svolgere ''il suo ruolo''. Arturo Parisi non 'vede' all'orizzonte un governo tecnico: l'alternativa a Berlusconi, dice all'Adnkronos, sono le elezioni. ''Con la democrazia - replica l'esponente Pd - non si può scherzare. Ogni giorno mi auguro che Berlusconi tragga le conclusioni della sua decisione di abbandonare le responsabilità che si era impegnato ad assolvere di fronte ai cittadini. Ogni giorno mi auguro che le conclusioni che lui non tira le traggano i suoi sostenitori. Ma fino a quando la maggioranza resta maggioranza - avverte l'ex ministro della Difesa - resta sulle sue spalle il dovere di governare il Paese, e sulle nostre quello di svolgere il nostro ruolo di opposizione''. ''Si vada altrimenti ad elezioni. La maggioranza si prepari a dar conto ai cittadini del disastro nel quale ha stato spinto il Paese. L'opposizione si prepari ad indicare l'alternativa per guidarlo alla salvezza. E' per questo che chiedo da anni una legge elettorale che ci restituisca un Parlamento pienamente legittimato in tutti i suoi membri, e non invece una assemblea di nominati da capipartito privi a loro volta di una adeguata legittimazione'', conclude Parisi.
Fioroni: ''Governo non più in grado di uscire dall'agonia''
''Occorre uno sforzo forte che faccia fare un passo avanti all'Italia e un passo indietro a un esecutivo non più in grado di uscire dall'agonia''. Beppe Fioroni all'Adnkronos commenta così l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''Se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspetta un agosto bruttissimo'', risponde il responsabile welfare del Pd nonché leader della componente popolare del partito. ''Serve un presidente del Consiglio e un ministro dell'Economia - conclude l'ex ministro dell'Istruzione - che rassicurino l'Europa e i mercati con una base politica di consenso, la più ampia possibile, fondata sulla responsabilità verso il nostro Paese''.