22 maggio 2011

Convegno dell’Ital sul Servizio Civile.Gli Italiani devono integrarsi con il resto del mondo

"Il servizio civile ha portato una ventata di freschezza alla nostra struttura”. Con queste parole Alberto Sera, vice presidente dell’Ital, ha salutato i 39 volontari di servizio civile riuniti ieri a Roma per il convegno organizzato dal Patronato su “Il Servizio Civile e l’Immigrazione”.
In numerosi si sono presentati a questo primo appuntamento che ha radunato giovani volontari in servizio per il progetto Ital “Nuovi cittadini: punti di integrazione” ed ex volontari di progetti ormai conclusi. Giovani - è detto in una nota del patronato della Uil - che si sono raccontati ad una platea di coetanei, ragazzi che hanno fatto della propria esperienza un solido bagaglio professionale.
Un percorso fatto di “esperienza e pazienza” quello raccontato da Monica Lavinia Balaj, ora operatrice Ital di Trento, un vissuto che ha permesso a Giovanna Deidda di Cagliari di passare “dai testi universitari ai volti delle persone”, “un’opportunità formativa preziosa” quella raccontata da Luisa Cannavicci di Ascoli Piceno.
Vecchi racconti che riscoprono la quotidianità del servizio civile, quotidianità che sta vivendo a Padova Sabrina Bergamin che racconta le sue giornate come “un susseguirsi di storie e vissuti che si incontrano” colloqui che stimolano molti di loro a trovare soluzioni e strade innovative come quelle raccontate da Nicola Ippolito di Bari.

Energia, ottimismo ed entusiasmo” arriva a chi da lontano segue costantemente il lavoro dei volontari. Arriva a Sara Bertarelli, dell’Ital Nazionale, che nella sua introduzione al convegno parla a loro, ai ragazzi “pieni di idee e proposte concrete”.
A portare la propria testimonianza di coordinatore di progetti di servizio civile è Claudio Rossi, Responsabile dell’Ufficio Progetti Europei del III Municipio di Roma, che si è confrontato con più di 200 giovani e “ha trovato in ognuno la stessa voglia di misurarsi su questioni che hanno studiato sui testi universitari, la stessa voglia di partecipare, un’opportunità per fare ingresso nel mondo del lavoro”. “Il Servizio Civile Nazionale” per Anna Castrucci pedagogista dell’Ufficio Informagiovani e Immigrazione del Comune di Sezze “continua a rappresentare senza dubbio uno strumento efficace di canalizzazione di quelle energie positive del sapere e del fare che formano sia la coscienza dei volontari che dei beneficiari, al senso civico e al servizio”.
I relatori hanno dato ognuno la propria chiave di lettura al servizio civile, come è successo per Virginia Beregata, presidente dell’Anfe che, usando le parole dei volontari, ha spiegato come “il servizio civile sia la scoperta di un mondo parallelo” o chi, come Oliviero Bettinelli, responsabile del Servizio Civile della Caritas Diocesana di Roma, è partito dal raccontare il proprio vissuto da obiettore di coscienza spiegando come oggi “il servizio civile sia un’esperienza che contamina l’ambiente in cui viviamo, lo rende sensibile ai temi della società, capace di interagire con i problemi affinché diventi un problema della collettività”.
Di partecipazione e integrazione ha parlato anche il pPresidente dell’Archivio dell’Immigrazione, Massimo Ghirelli, spiegando alla platea che “è importante occuparsi di integrazione” e spiegando che la stessa “non deve essere rivolta agli immigrati, ma a noi, alla nostra integrazione con il resto del mondo”. Per Gihirelli “il mondo di oggi è Erasmus e l’immigrazione dovrebbe diventare un grande Erasmus”.
In rappresentanza del servizio civile nazionale è intervenuto Raffaele De Cicco, direttore dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, che ha spiegato ai partecipanti come “il servizio civile sia un vero e proprio strumento di salvaguardia della democrazia, non solo di coesione sociale”. Il direttore nel suo intervento ha tratteggiato il rapporto tra “servizio civile, immigrazione e globalizzazione” evidenziando un’identità ben precisa del servizio civile e inserendola nella discussione tra Patria e Nazione. “Un’identità” ha detto tra l’altro De Cicco “che deve essere pronta ai cambiamenti della società e che quindi non può essere più quella degli obiettori di coscienza”.
A concludere i lavori della giornata Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, che rivolgendosi ai ragazzi in platea ha spiegato “che questo anno di servizio civile li ha portati al centro di un crocevia, di un forte cambiamento, di un anno fatto di incombenze, di un processo molto ampio che ha portato ad un mutamento tra continenti e culture”. (Inform)