La ommissione Lavoro chiede al governo di sbloccare l'indicizzazione delle pensioni fino agli assegni di 1400 euro, ossia tre volte il minimo. La proposta e' contenuta nel parere approvato dalla commissione con il voto favorevole di tutti i gruppi tranne la Lega.
Il vice ministro Michel Martone commenta cosi': "Il governo prende atto della responsabilita' della commissione ed e' disposto a ragionare a saldi invariati". Nel testo del parere si chiede all'esecutivo di valutare "la possibilita' di garantire una forma di copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo, compensando le minori entrate mediante un incremento del contributo di solidarieta' a carico delle pensioni piu' elevate (sia attraverso una revisione in aumento della quota di prelievo per quelle pari almeno a venti volte il minimo Inps, sia attraverso un abbassamento dell'importo delle pensioni a cui si applica il contributo) e o mediante l'introduzione di un contributo di solidarieta' sulle cosiddette 'baby pensioni', limitato all'importo superiore al minimo, e o incrementando la percentuale di intervento sui 'capitali scudati'".
Inoltre la commissione Lavoro considera "urgente e improcrastinabile un'iniziativa che affronti, secondo il principio dell'equita' e sulla scorta di quanto si appresta a decidere il Parlamento, i regimi pensionistici degli altri organi costituzionali, delle autorita' indipendenti e di altre situazioni di oggettivo privilegio, derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo pro-rata".
2 MILIONI DI PENSIONATI POVERI - Ci sono 2,3 milioni di pensionati poveri e sono destinati a crescere. Cosi' il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Le pensioni fino a 915,52 euro rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale pero' all'85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli. Secondo i parametri europei di poverta' relativa (60% del reddito mediano equivalente)- spiega- ricadono in questa categoria il 29,8% dei percettori di una pensione inferiore ai 915,52 euro, per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l'indicizzazione all'89,7% dei pensionati a rischio poverta'". Secondo l'Istat, "nei prossimi anni la quota di pensionati poveri, e' verosimilmente destinata a crescere a seguito dell'impatto congiunto delle misure di questa e delle manovra precedenti, nonostante l'indicizzazione. Un'eventuale estensione dell'indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d'altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di poverta' (163 mila)".
Il vice ministro Michel Martone commenta cosi': "Il governo prende atto della responsabilita' della commissione ed e' disposto a ragionare a saldi invariati". Nel testo del parere si chiede all'esecutivo di valutare "la possibilita' di garantire una forma di copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo, compensando le minori entrate mediante un incremento del contributo di solidarieta' a carico delle pensioni piu' elevate (sia attraverso una revisione in aumento della quota di prelievo per quelle pari almeno a venti volte il minimo Inps, sia attraverso un abbassamento dell'importo delle pensioni a cui si applica il contributo) e o mediante l'introduzione di un contributo di solidarieta' sulle cosiddette 'baby pensioni', limitato all'importo superiore al minimo, e o incrementando la percentuale di intervento sui 'capitali scudati'".
Inoltre la commissione Lavoro considera "urgente e improcrastinabile un'iniziativa che affronti, secondo il principio dell'equita' e sulla scorta di quanto si appresta a decidere il Parlamento, i regimi pensionistici degli altri organi costituzionali, delle autorita' indipendenti e di altre situazioni di oggettivo privilegio, derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo pro-rata".
2 MILIONI DI PENSIONATI POVERI - Ci sono 2,3 milioni di pensionati poveri e sono destinati a crescere. Cosi' il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Le pensioni fino a 915,52 euro rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale pero' all'85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli. Secondo i parametri europei di poverta' relativa (60% del reddito mediano equivalente)- spiega- ricadono in questa categoria il 29,8% dei percettori di una pensione inferiore ai 915,52 euro, per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l'indicizzazione all'89,7% dei pensionati a rischio poverta'". Secondo l'Istat, "nei prossimi anni la quota di pensionati poveri, e' verosimilmente destinata a crescere a seguito dell'impatto congiunto delle misure di questa e delle manovra precedenti, nonostante l'indicizzazione. Un'eventuale estensione dell'indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d'altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di poverta' (163 mila)".