Co

''Il mio auspicio, e il mio personale impegno, e' per una rinnovata capacita' dell'Italia di contribuire al rilancio della volonta' politica comune a sostegno dello sviluppo dell'integrazione europea. Cio' comporta pero' - sia chiaro - la massima serieta' da parte nostra nel misurarci in Europa con una condivisa ''cultura della stabilita''', nel fare quindi i conti con l'imperativo di ridurre il cosi' grave peso del debito pubblico accumulato dallo Stato italiano, che ovviamente penalizza anche il nostro sviluppo''. E' un passaggio del discorso del Presidente della Repubblica in occasione degli auguri dello scorso anno, il 20 dicembre 2010, a testimonianza di come fosse acuta la consapevolezza del difficile equilibrio in cui il Paese si trovava.