Le previsioni dell’Ocse per il 2012 e 2013 sullo stato della disoccupazione in Italia, non sono per nulla confortanti. I tassi di disoccupazione previsti, rispettivamente, dell’8,3% e dell’8,6% ci riportano ai livelli negativi del 2010.
Se a tali dati si unisce il potenziale rallentamento della crescita dei redditi delle famiglie, il quadro che ci attende è quello di un Paese in fortissima recessione. Sarà necessario, su questo fronte, abbassare le tasse dei lavoratori e dei pensionati per far ripartire i consumi e, più in generale, il sistema economico-produttivo.
Inoltre, la mozione di aumentare la flessibilità nel mercato del lavoro e ridurne la frammentazione, lanciata dall’Ocse al nuovo Governo, può essere letta in chiave positiva solo se il concetto di flessibilità sia unito al requisito indispenabile di “tutela del lavoratore”. Grave sarebbe, viceversa, se la riduzione degli alti tassi di disoccupazione avesse come contraltare una più ampia platea di soggetti non protetti. Sul mercato del lavoro e sulla sua frammentazione, va intrapreso un percorso ragionato che oltre al presente guardi anche al futuro dei lavoratori e dell’occupazione tutta.
Se a tali dati si unisce il potenziale rallentamento della crescita dei redditi delle famiglie, il quadro che ci attende è quello di un Paese in fortissima recessione. Sarà necessario, su questo fronte, abbassare le tasse dei lavoratori e dei pensionati per far ripartire i consumi e, più in generale, il sistema economico-produttivo.
Inoltre, la mozione di aumentare la flessibilità nel mercato del lavoro e ridurne la frammentazione, lanciata dall’Ocse al nuovo Governo, può essere letta in chiave positiva solo se il concetto di flessibilità sia unito al requisito indispenabile di “tutela del lavoratore”. Grave sarebbe, viceversa, se la riduzione degli alti tassi di disoccupazione avesse come contraltare una più ampia platea di soggetti non protetti. Sul mercato del lavoro e sulla sua frammentazione, va intrapreso un percorso ragionato che oltre al presente guardi anche al futuro dei lavoratori e dell’occupazione tutta.