Nella seduta di ieri pomeriggio, la Commissione Affari Esteri del Senato ha iniziato l’esame dei ddl costituzionali che prevedono la riduzione del numero dei parlamentari. I diversi disegni di legge, come noto, sono all’esame della Commissione Affari Costituzionali: la III Commissione li esamina in sede consultiva, focalizzandosi sui temi di propria competenza, in questo caso cosa cambia per la circoscrizione estero.
Relatore del provvedimento, il senatore Tofani (Pdl) ha ricordato ai colleghi che dal testo unificato elaborato dai colleghi della I Commissione i deputati diventerebbero 450, otto dei quali eletti nella circoscrizione estero, mentre i senatori 250, quattro eletti all’estero.
Tofani ha quindi sciorinato diversi dati sul numero degli italiani residenti all’estero in base ai quali sono stati assegnati i seggi nelle ultime due consultazioni. "In proporzione, - ha specificato – in Europa si è assegnato un seggio ogni 729.598 elettori, in America Meridionale un seggio ogni 374.100 elettori, in America Settentrionale e Centrale un seggio ogni 278.609 elettori e in Africa Asia Oceania Antartide un seggio ogni 141.826 elettori. Sommando i risultati di Camera e Senato, in Europa sono stati assegnati un seggio ogni 386.607 elettori, in America Meridionale uno ogni 317.315 elettori, in America Settentrionale e Centrale, uno ogni 191.757 elettori e in Africa Asia Oceania Antartide uno ogni 148.656 elettori".
Quindi, ha aggiunto, "se il numero dei deputati dovesse essere ridotto a otto e quello dei senatori a quattro, tenendo come riferimento il numero di elettori di Camera e Senato del 2008 - non essendo disponibili nelle statistiche 2011 i dati disaggregati per Camera e Senato - si avrebbe un seggio ogni 365.522 elettori per la Camera (anziché uno ogni 243.681 elettori) e uno ogni 656.958 elettori per il Senato (anziché uno ogni 437.972). Nell'ipotesi dell'approvazione della riforma, con l'elezione di quattro, anziché sei senatori, senza modificare la legge attuativa, ciascuna ripartizione vedrebbe l'elezione di un solo rappresentante. Ciò – ha osservato – determinerebbe un effetto paradossale: sottorappresentare proprio la comunità italiana più consistente, quella in Europa, e sovrarappresentare comunità molto più piccole, quali quelle dell'America del nord e in Africa e Oceania. In altri termini, un solo senatore per l'Europa, e un solo senatore per Africa e Oceania, anche se il numero degli italiani residenti in Europa è dieci volte superiore".
L’alternativa, per Tofani, "potrebbe quindi essere quella di rivedere anche la legge attuativa del disposto costituzionale così come risultante dalla riforma. Si potrebbe pensare ad una ridefinizione delle ripartizioni che compongono la circoscrizione estero".
Dai "risultati imprevedibili" sarebbe per il senatore "l'istituzione di una ripartizione unica, senza distinguere le aree territoriali all'interno della circoscrizione" poiché "l'esito sarebbe legato al numero di votanti effettivi e di preferenze espresse per i singoli candidati".
Un'altra alternativa potrebbe essere quella di istituire solamente due ripartizioni, cioè Europa e resto del mondo, ciascuna finalizzata alla elezione di due senatori. "Il principio della rappresentanza territoriale – ha detto Tofani – sarebbe in tal modo salvaguardato ove si considerino i circa 2,2 milioni di abitanti in Europa rispetto alla somma dei cittadini residenti nel resto del Mondo pari a 1,8 milioni (1,2 milioni + 380.000 + 220.000)".
Il senatore ha quindi citato la riforma di Comites e Cgie e ricordato che "le attuali leggi in materia di rappresentanza delle comunità italiane nel mondo prevedono un'articolazione territoriale che si basa su tre Commissioni per le aree continentali: Europa e Africa del Nord; America latina; Paesi anglofoni (Australia, Canada, Stati Uniti, Sud Africa). Nel progetto di riforma approvato in prima lettura dal Senato, si prevede una ridefinizione di tali ripartizioni portandole a quattro, proprio per simmetria con le elezioni politiche. Anche detto profilo presenta una particolare delicatezza, stante l'esigenza di mantenere una normativa coordinata".
Tofani ha infine citato l’indagine conoscitiva sul voto all’estero e le diverse proposte di riforma emerse dalle audizioni.
Il presidente della Commissione Dini ha ribadito, quindi, "l'esigenza di trovare un equo contemperamento tra il principio di rappresentanza territoriale delle comunità dei cittadini italiani all'estero con quello della consistenza numerica delle stesse" e la necessità di "analizzare i correlati profili della segretezza e certezza del voto all'estero e di coordinamento della normativa in materia di Comitati degli italiani all'estero e di Consiglio generale degli italiani all'estero".
Relatore del provvedimento, il senatore Tofani (Pdl) ha ricordato ai colleghi che dal testo unificato elaborato dai colleghi della I Commissione i deputati diventerebbero 450, otto dei quali eletti nella circoscrizione estero, mentre i senatori 250, quattro eletti all’estero.
Tofani ha quindi sciorinato diversi dati sul numero degli italiani residenti all’estero in base ai quali sono stati assegnati i seggi nelle ultime due consultazioni. "In proporzione, - ha specificato – in Europa si è assegnato un seggio ogni 729.598 elettori, in America Meridionale un seggio ogni 374.100 elettori, in America Settentrionale e Centrale un seggio ogni 278.609 elettori e in Africa Asia Oceania Antartide un seggio ogni 141.826 elettori. Sommando i risultati di Camera e Senato, in Europa sono stati assegnati un seggio ogni 386.607 elettori, in America Meridionale uno ogni 317.315 elettori, in America Settentrionale e Centrale, uno ogni 191.757 elettori e in Africa Asia Oceania Antartide uno ogni 148.656 elettori".
Quindi, ha aggiunto, "se il numero dei deputati dovesse essere ridotto a otto e quello dei senatori a quattro, tenendo come riferimento il numero di elettori di Camera e Senato del 2008 - non essendo disponibili nelle statistiche 2011 i dati disaggregati per Camera e Senato - si avrebbe un seggio ogni 365.522 elettori per la Camera (anziché uno ogni 243.681 elettori) e uno ogni 656.958 elettori per il Senato (anziché uno ogni 437.972). Nell'ipotesi dell'approvazione della riforma, con l'elezione di quattro, anziché sei senatori, senza modificare la legge attuativa, ciascuna ripartizione vedrebbe l'elezione di un solo rappresentante. Ciò – ha osservato – determinerebbe un effetto paradossale: sottorappresentare proprio la comunità italiana più consistente, quella in Europa, e sovrarappresentare comunità molto più piccole, quali quelle dell'America del nord e in Africa e Oceania. In altri termini, un solo senatore per l'Europa, e un solo senatore per Africa e Oceania, anche se il numero degli italiani residenti in Europa è dieci volte superiore".
L’alternativa, per Tofani, "potrebbe quindi essere quella di rivedere anche la legge attuativa del disposto costituzionale così come risultante dalla riforma. Si potrebbe pensare ad una ridefinizione delle ripartizioni che compongono la circoscrizione estero".
Dai "risultati imprevedibili" sarebbe per il senatore "l'istituzione di una ripartizione unica, senza distinguere le aree territoriali all'interno della circoscrizione" poiché "l'esito sarebbe legato al numero di votanti effettivi e di preferenze espresse per i singoli candidati".
Un'altra alternativa potrebbe essere quella di istituire solamente due ripartizioni, cioè Europa e resto del mondo, ciascuna finalizzata alla elezione di due senatori. "Il principio della rappresentanza territoriale – ha detto Tofani – sarebbe in tal modo salvaguardato ove si considerino i circa 2,2 milioni di abitanti in Europa rispetto alla somma dei cittadini residenti nel resto del Mondo pari a 1,8 milioni (1,2 milioni + 380.000 + 220.000)".
Il senatore ha quindi citato la riforma di Comites e Cgie e ricordato che "le attuali leggi in materia di rappresentanza delle comunità italiane nel mondo prevedono un'articolazione territoriale che si basa su tre Commissioni per le aree continentali: Europa e Africa del Nord; America latina; Paesi anglofoni (Australia, Canada, Stati Uniti, Sud Africa). Nel progetto di riforma approvato in prima lettura dal Senato, si prevede una ridefinizione di tali ripartizioni portandole a quattro, proprio per simmetria con le elezioni politiche. Anche detto profilo presenta una particolare delicatezza, stante l'esigenza di mantenere una normativa coordinata".
Tofani ha infine citato l’indagine conoscitiva sul voto all’estero e le diverse proposte di riforma emerse dalle audizioni.
Il presidente della Commissione Dini ha ribadito, quindi, "l'esigenza di trovare un equo contemperamento tra il principio di rappresentanza territoriale delle comunità dei cittadini italiani all'estero con quello della consistenza numerica delle stesse" e la necessità di "analizzare i correlati profili della segretezza e certezza del voto all'estero e di coordinamento della normativa in materia di Comitati degli italiani all'estero e di Consiglio generale degli italiani all'estero".