Il governo è stato battuto in Aula alla Camera sull'assestamento di bilancio. L'Aula ha respinto l'articolo 1 del Ddl di rendiconto 2010. Dopo che la maggioranza è andata sotto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rinviato a domani i lavori. In mattinata si riunirà la Giunta regolamento della Camera, poi ci sarà la Conferenza dei capigruppo. L'Aula riprenderà alle ore 13 con le comunicazioni del presidente.Appena il governo è stato battuto, Berlusconi, dopo un breve colloquio con Giulio Tremonti, ha lasciato l'Aula. ''Ci dicano dove è andato il presidente del Consiglio -ha chiesto Pino Pisicchio dell'Idv- che aspetta Berlusconi ad andare dal presidente della Repubblica? E' evidente che questo governo non ha la maggioranza''. Ma l'opposizione va all'attacco e chiede le dimissioni del premier. "Berlusconi si convinca ad andare al Quirinale", dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Un governo bocciato sul consuntivo non può fare l'assestamento di bilancio, un governo che non può fare l'assestamento non c'è più", prosegue.
Quanto accaduto oggi aggiunge alle "ragioni politiche della crisi anche ragioni strutturali. Berlusconi si convinca ad andare al Quirinale", sottolinea il segretario del Pd. "Noi oggi siamo stati molto abili - osserva Bersani - se guardate all'evoluzione delle votazioni. E comunque noi siamo stati bravi, ma loro hanno problemi. Berlusconi è arrivato in aula" non avendo compreso la situazione, "ha sottovalutato i problemi perché ormai ha perso il polso dei suoi".
"Oggi le dimissioni di Berlusconi, e prima ancora quelle del ministro Tremonti, sono inevitabili per ridare credibilità al Paese", sottolinea Pier Ferdinando Casini . "Molti pensano che sia un'ossessione dell'opposizione chiedere le dimissioni di Berlusconi ma - insiste - siamo di fronte a un governo paralizzato".
''Non si tratta di un incidente - afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro -, ma di un atto politico uguale alla sfiducia del Parlamento nei confronti di questo governo, perché bocciare il bilancio dello Stato vuol dire bocciare l'atto fondamentale su cui si fonda l'attività di governo''.
''Questa bocciatura non può essere rivista con qualche emendamento e qualche riproposizione in aula. In un Paese normale, anche nella famigerata Prima Repubblica, il governo si sarebbe immediatamente recato dal Capo dello Stato per rimettere nelle sue mani ogni decisione, comprese le dimissioni'', sottolinea. ''Il governo Berlusconi non lo farà e noi ci auguriamo che il capo dello Stato possa autonomamente prendere atto che questo Parlamento è ormai asfittico, perché non ha più nulla da dire e da dare al Paese. Prima che sai troppo tardi ponga fine al governo Berlusconi e ci mandi a elezioni anticipate'', conclude Di Pietro.
Quanto accaduto oggi aggiunge alle "ragioni politiche della crisi anche ragioni strutturali. Berlusconi si convinca ad andare al Quirinale", sottolinea il segretario del Pd. "Noi oggi siamo stati molto abili - osserva Bersani - se guardate all'evoluzione delle votazioni. E comunque noi siamo stati bravi, ma loro hanno problemi. Berlusconi è arrivato in aula" non avendo compreso la situazione, "ha sottovalutato i problemi perché ormai ha perso il polso dei suoi".
"Oggi le dimissioni di Berlusconi, e prima ancora quelle del ministro Tremonti, sono inevitabili per ridare credibilità al Paese", sottolinea Pier Ferdinando Casini . "Molti pensano che sia un'ossessione dell'opposizione chiedere le dimissioni di Berlusconi ma - insiste - siamo di fronte a un governo paralizzato".
''Non si tratta di un incidente - afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro -, ma di un atto politico uguale alla sfiducia del Parlamento nei confronti di questo governo, perché bocciare il bilancio dello Stato vuol dire bocciare l'atto fondamentale su cui si fonda l'attività di governo''.
''Questa bocciatura non può essere rivista con qualche emendamento e qualche riproposizione in aula. In un Paese normale, anche nella famigerata Prima Repubblica, il governo si sarebbe immediatamente recato dal Capo dello Stato per rimettere nelle sue mani ogni decisione, comprese le dimissioni'', sottolinea. ''Il governo Berlusconi non lo farà e noi ci auguriamo che il capo dello Stato possa autonomamente prendere atto che questo Parlamento è ormai asfittico, perché non ha più nulla da dire e da dare al Paese. Prima che sai troppo tardi ponga fine al governo Berlusconi e ci mandi a elezioni anticipate'', conclude Di Pietro.