"Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita sta costando moltissimo". Così le imprese firmatarie del manifesto di Confindustria scrivono al premier evidenziando che "il tempo è scaduto"."Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese", scrivono a una voce sola i presidenti di Abi, Ania, Alleanza delle cooperative Italiane, Confindustria e Rete imprese Italia.
"L'Italia - prosegue la lettera a Berlusconi - ha mezzi, risorse, intelligenze, per risalire la china, ma il tempo è scaduto. E' allora di fondamentale importanza che il decreto sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici". "Il nostro è un appello forte al fare: con unità di intenti è possibile superare una fase difficile. Confidiamo che il suo governo voglia realizzare le iniziative necessarie e adeguate alla gravità del momento", avvertono le imprese.
Misure, dicono le imprese, "che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici". D'altra parte, ricordano, è stato proprio questo che ha mosso le associazioni datoriali a firmare il 'manifesto per la crescita' a cui però il governo non ha dato seguito: "Alcuni giorni addietro abbiamo presentato, come associazioni di imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese. Ci ha mosso la preoccupazione incalzante dei nostri associati per un quadro congiunturale che si dimostra ogni giorno più severo. La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell'Italia e i risultati raggiunti", prosegue la lettera che sollecita anche una convocazione delle imprese da parte dell'esecutivo, così come avviene nel resto d'Europa.
"Sappiamo che il governo ha in animo di approvare un decreto sviluppo e, anche a questo proposito, riterremmo utile poter partecipare alla individuazione e alla messa a punto delle misure per contribuire ad accrescerne fattibilità ed efficacia. Un confronto di tal genere sarebbe oltremodo utile e pienamente in linea con quanto avviene in ogni Paese della Unione europea", dicono a una sola voce Abi, Ania, Alleanza delle cooperative, Confindustria e Rete imprese Italia, ricordando come tutte le imprese stiano facendo "del loro meglio per passare attraverso l'attuale difficile contingenza, ma solo nel contesto di un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese questi sforzi non verranno vanificati".
"L'Italia - prosegue la lettera a Berlusconi - ha mezzi, risorse, intelligenze, per risalire la china, ma il tempo è scaduto. E' allora di fondamentale importanza che il decreto sviluppo contenga misure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici". "Il nostro è un appello forte al fare: con unità di intenti è possibile superare una fase difficile. Confidiamo che il suo governo voglia realizzare le iniziative necessarie e adeguate alla gravità del momento", avvertono le imprese.
Misure, dicono le imprese, "che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici". D'altra parte, ricordano, è stato proprio questo che ha mosso le associazioni datoriali a firmare il 'manifesto per la crescita' a cui però il governo non ha dato seguito: "Alcuni giorni addietro abbiamo presentato, come associazioni di imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese. Ci ha mosso la preoccupazione incalzante dei nostri associati per un quadro congiunturale che si dimostra ogni giorno più severo. La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell'Italia e i risultati raggiunti", prosegue la lettera che sollecita anche una convocazione delle imprese da parte dell'esecutivo, così come avviene nel resto d'Europa.
"Sappiamo che il governo ha in animo di approvare un decreto sviluppo e, anche a questo proposito, riterremmo utile poter partecipare alla individuazione e alla messa a punto delle misure per contribuire ad accrescerne fattibilità ed efficacia. Un confronto di tal genere sarebbe oltremodo utile e pienamente in linea con quanto avviene in ogni Paese della Unione europea", dicono a una sola voce Abi, Ania, Alleanza delle cooperative, Confindustria e Rete imprese Italia, ricordando come tutte le imprese stiano facendo "del loro meglio per passare attraverso l'attuale difficile contingenza, ma solo nel contesto di un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese questi sforzi non verranno vanificati".