Se il governo interverra' sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cisl, Uil e Ugl proclameranno uno sciopero. Lo annuncia le tre sigle sindacali in un comunicato congiunto considerando ''un grave errore ed una inaccettabile provocazione nei confronti del sindacato l'intenzione del Governo di introdurre una nuova normativa sui licenziamenti''.
''Tale intenzione - proseguono i tre sindacati - e' ancor piu' ingiustificata perche' non ci risulta sia stata richiesta o concordata con le stesse associazioni imprenditoriali. Se tale provvedimento sui licenziamenti fosse davvero presentato dal Governo si romperebbe la coesione sociale nel nostro paese e si smentirebbe il notevole impegno profuso finora dal Governo e dalle parti sociali per evitare massicci ricorsi ai licenziamenti attraverso la proroga degli ammortizzatori in deroga''.
Cisl, Uil e Ugl ricordano poi che finora ''si sono limitate per senso di responsabilita' a forme di proteste di sabato e fuori dall'orario di lavoro. Tuttavia, qualora, il Governo intendesse intervenire sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cisl, Uil e Ugl saranno costrette a ricorrere a scioperi , nonostante la nostra ferma volonta' sinora di non ricorrere a forme di proteste estreme in un momento di crisi economica, proprio per non erodere ancora di piu' i salari e danneggiare le imprese. Cisl, Uil e Ugl prendono atto che il Governo ha riconosciuto che il sistema previdenziale italiano e' in equilibrio e non ha bisogno di ulteriori interventi di riforma. Mentre si rende sempre piu' indispensabile favorire la previdenza integrativa riducendo le tasse per incentivare l'adesione obbligatoria ai fondi integrativi''.
''Cosi' come - concludono i tre sindacati - e' fondamentale approvare subito la delega per la riforma fiscale, introdurre una patrimoniale permanente sui beni immobiliari e mobiliari, escludendo la prima casa, abbattere i costi della politica, ridurre i livelli amministrativi, vendere il patrimonio immobiliare dello stato, procedere ad una liberalizzazione nel settore dei servizi pubblici''
''Tale intenzione - proseguono i tre sindacati - e' ancor piu' ingiustificata perche' non ci risulta sia stata richiesta o concordata con le stesse associazioni imprenditoriali. Se tale provvedimento sui licenziamenti fosse davvero presentato dal Governo si romperebbe la coesione sociale nel nostro paese e si smentirebbe il notevole impegno profuso finora dal Governo e dalle parti sociali per evitare massicci ricorsi ai licenziamenti attraverso la proroga degli ammortizzatori in deroga''.
Cisl, Uil e Ugl ricordano poi che finora ''si sono limitate per senso di responsabilita' a forme di proteste di sabato e fuori dall'orario di lavoro. Tuttavia, qualora, il Governo intendesse intervenire sulle materie del lavoro senza il consenso delle parti sociali, Cisl, Uil e Ugl saranno costrette a ricorrere a scioperi , nonostante la nostra ferma volonta' sinora di non ricorrere a forme di proteste estreme in un momento di crisi economica, proprio per non erodere ancora di piu' i salari e danneggiare le imprese. Cisl, Uil e Ugl prendono atto che il Governo ha riconosciuto che il sistema previdenziale italiano e' in equilibrio e non ha bisogno di ulteriori interventi di riforma. Mentre si rende sempre piu' indispensabile favorire la previdenza integrativa riducendo le tasse per incentivare l'adesione obbligatoria ai fondi integrativi''.
''Cosi' come - concludono i tre sindacati - e' fondamentale approvare subito la delega per la riforma fiscale, introdurre una patrimoniale permanente sui beni immobiliari e mobiliari, escludendo la prima casa, abbattere i costi della politica, ridurre i livelli amministrativi, vendere il patrimonio immobiliare dello stato, procedere ad una liberalizzazione nel settore dei servizi pubblici''