8 febbraio 2012

Legge elettorale, Pdl-Pd: sì a riforma, cittadini tornino a scegliere rappresentanti

Alle prossime elezioni i cittadini devono poter tornare a scegliere i loro rappresentanti. Su questo Pdl e Pd hanno raggiunto un'intesa al termine del primo round di incontri, oggi è stata la volta di Pd e Lega mentre domani toccherà al Terzo Polo, per una riforma dell'attuale legge elettorale, meglio nota come 'Porcellum'. Basta con i nominati, insomma. Ma come, in che modo, con quale sistema elettorale: tutto questo resta sullo sfondo. Compresa la reale volontà di superare il Porcellum da parte del Pdl.Per quanto attiene alla legge elettorale -si legge in una nota congiunta di Pdl e Pd- si è convenuto sulla necessità di cambiare l'attuale sistema elettorale restituendo ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti". "Il nuovo sistema elettorale -si sottolinea- dovrà evitare la frantumazione della rappresentanza parlamentare e mantenere un impianto tendenzialmente bipolare".
Prima dell'incontro con il Pd, c'era stato il faccia a faccia tra Pdl e Lega. A fare il punto sull'esito degli incontri il coordinatore Ignazio La Russa che annuncia la nuova linea del partito: ''Una cosa è certa il Pdl non vuole più un Parlamento di soli nominati'' . Per il resto la Lega ''è per modificare l'attuale legge elettorale ed è contraria all'introduzione delle preferenze, mentre il Pd ne vuole una nuova". Con il Carroccio, aggiunge, ''abbiamo individuato i punti critici del Porcellum ma non abbiamo indicato i rimedi''.
A ''fare chiarezza'' sulla posizione leghista ci pensa Roberto Calderoli , 'padre' dell'attuale 'Porcellum'. ''Si sentono troppe chiacchiere in libertà sulla legge elettorale: la Lega è categorica in proposito nel ribadire che prima si riduce il numero dei parlamentari e poi si affronta la materia elettorale. Non vorrei dover pensare che il dibattito sulla legge elettorale serva soltanto ad evitare la riduzione del numero dei parlamentari''.
Un altolà arriva da Antonio Di Pietro che mette in guardia da quelli che bolla come ''pericolosi'' ''incontri nei sottoscala'', richiamando le forze politiche a un confronto nelle sedi competenti, ovvero le commissioni parlamentari. "Noi dell'Idv - attacca - riteniamo oscuri e pericolosi per la democrazia questi incontri da sottoscala e non alla luce del sole. La modifica della legge elettorale va fatta all'interno della commissione competente, in sede pubblica e in modo trasparente. Questa idea che ci si mette d'accordo prima fra partiti e poi andare a fare una legge, non è nell'interesse dei cittadini, ma dei partiti che la fanno, a me pare che contenga in sé gli estremi di una scelta antidemocratica e pericolosa". Anzi ci sembra ''un'idea da prima Repubblica''.
''Se sono rose fioriranno'', commenta in serata Pierluigi Bersani, ospite di 'Otto e mezzo'. Certamente oggi c'è stato ''un incontro positivo, anche perché fino a ieri Berlusconi e Bossi dicevano di voler andare avanti con questa legge".
"Oggi -aggiunge il segretario del Pd- è stata manifestata l'esigenza comune di andare a una legge elettorale che dia lo scettro in mano a cittadini". Con le preferenze? "Le preferenze non mi piacciono, servono i collegi e un impianto bipolare seppur flessibile, evitare l'eccesso di frammentazione e che i cittadini scelgano i parlamentari".
Poi una replica ai 'sottoscala' citati da Di Pietro. "Lontano dai riflettori, noi è da un po' di tempo che facciamo incontri, anche con l'Idv, sulla legge elettorale. Non ci sono sottoscala. Se si vuole fare una legge elettorale bisogna parlarsi tra tutti".